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Vecchio 11-10-2013, 20:53   #1
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Son trascorsi parecchi mesi dal mio ultimo thread aperto in questa sezione (nel mio primo anno e mezzo di permanenza inaugurai diverse discussioni, altri tempi) ma volevo rendervi partecipi di una riflessione che sto maturando in questi giorni in seguito ad un episodio che mi ha "aperto un mondo".

Qualche sera fa ero in treno. Ad un certo punto, mi son guardato al finestrino (ero seduto lì, senza nessuno intorno) e - dato che all'esterno era completamente buio - ho visto la mia immagine riflessa nel vetro.
Poche chiacchiere, il volto mi ha fatto paura: occhi spenti, viso tirato, accigliato, espressione che non dava molti cenni di vita. Son rimasto letteralmente impressionato, sconvolto, perchè ho capito come (al di là del fisico e del vestiario che, sicuramente, hanno un impatto notevole) ciò che appare all'esterno è prima di tutto il mio volto corrucciato che trasmette disagio, pessima disposizione.
Si è trattata per me quasi di una rivelazione, nel senso che ho davvero capito (mai come in questo caso) quanto possa trasparire all'esterno di ciò che provo al mio interno (forse è uno dei momenti in cui la "maschera" cede, o magari è il segnale del cedimento di essa).
Mi sono spaventato anche io a guardarmi, figuriamoci gli altri! In quel momento esprimevo chiusura, distacco, alienazione, voglia di esser lasciato in pace...e secondo me non è un caso che, a volte, in treno spesso la gente non si sia seduta nei posti adiacenti al mio (nonostante fossero liberi): probabilmente, quando arrivavano dalle mie parti notavano il mio volto che implicitamente comunicava un "allontanatevi, non voglio nessuno qui intorno".
Del resto, anche quando sono tranquillo il mio viso è tirato, serioso, tendente al malinconico. Parliamoci chiaro, è difficile che una persona possa avvicinarsi qualora dovesse cogliere tutto ciò. Non ho mai dato la colpa solo agli altri per tutte le mie problematiche perchè sono consapevole di aver sbagliato anche io in parecchi aspetti (le cose si fanno in due, molto spesso...) ma sto comprendendo realmente quanto possa incidere il proprio modo di porsi nella percezione altrui.
A qualcuno è mai successo di scorgere nella propria espressione facciale tratti del malessere?

p.s: questo topic non è un discorso riguardante la bellezza e la bruttezza ma esclusivamente il ripercuotersi della sofferenza interiore.
Vecchio 11-10-2013, 21:03   #2
Principiante
 

A me è successo.
Vecchio 11-10-2013, 21:36   #3
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stati d'animo no ma ogni volta che mi guardo allo specchio, o in una finestra o appunto un finestrino\specchietto, mi viene da ridere e penso per forza nessuno mi vuole, quanto son brutto
Vecchio 11-10-2013, 21:55   #4
Esperto
L'avatar di Gufetto
 

Non sono molto amico degli specchi. Ogni mattina da quando sono nato mi sveglio e vado in bagno, così ho potuto constatare i cambiamenti del mio volto. Direi che non mi guardo molto volentieri. I miei occhi sono spenti, inespressivi, con 2 occhiaie sotto e non mi piace la mia bocca. I lineamenti sono cambiati, ho notato delle rughe sulle guance quando rido, che prima non avevo; anche la forma della mia testa pare cambiata, non so, non ho più i tratti delicati...la pelle la noto un po' più ruvida, i capelli si diradano e oramai non posso più tenermi nessun taglio...il pizzetto incolto...
Insomma, allo specchio vedo una persona stanca.
Vecchio 11-10-2013, 22:12   #5
Esperto
L'avatar di Evandro Flores
 

Io sul treno quando non voglio nessuno intorno (spesso) inizio a comunicarlo in maniera piuttosto plateale. Tipo, fermata, gente che invade il corridoio, io che inizio a fare gesti d'insofferenza, alzo gli occhi al cielo e sbuffo rumorosamente non appena qualcuno indugia più di mezzo secondo accanto al posto libero più vicino al mio.
Vecchio 11-10-2013, 22:30   #6
Esperto
L'avatar di Lino_57
 

Quote:
Originariamente inviata da niky Visualizza il messaggio
Qualche sera fa ero in treno. Ad un certo punto, mi son guardato al finestrino (ero seduto lì, senza nessuno intorno) e - dato che all'esterno era completamente buio - ho visto la mia immagine riflessa nel vetro.
Poche chiacchiere, il volto mi ha fatto paura: occhi spenti, viso tirato, accigliato, espressione che non dava molti cenni di vita. Son rimasto letteralmente impressionato, sconvolto, perchè ho capito come (al di là del fisico e del vestiario che, sicuramente, hanno un impatto notevole) ciò che appare all'esterno è prima di tutto il mio volto corrucciato che trasmette disagio, pessima disposizione.
Si è trattata per me quasi di una rivelazione, nel senso che ho davvero capito (mai come in questo caso) quanto possa trasparire all'esterno di ciò che provo al mio interno (forse è uno dei momenti in cui la "maschera" cede, o magari è il segnale del cedimento di essa).
Mi sono spaventato anche io a guardarmi, figuriamoci gli altri! In quel momento esprimevo chiusura, distacco, alienazione, voglia di esser lasciato in pace...e secondo me non è un caso che, a volte, in treno spesso la gente non si sia seduta nei posti adiacenti al mio (nonostante fossero liberi): probabilmente, quando arrivavano dalle mie parti notavano il mio volto che implicitamente comunicava un "allontanatevi, non voglio nessuno qui intorno".

A qualcuno è mai successo di scorgere nella propria espressione facciale tratti del malessere?
Tranquillo, il vetro del finestrino del treno riflette un'immagine cupa, anche se ci fosse Belen verrebbe uno schifo...
Comunque, personalmente, piuttosto di farmi un viaggio in piedi mi siederei anche accanto a Jack lo squartatore...
Vecchio 11-10-2013, 22:40   #7
Esperto
L'avatar di Dedalus
 

“Mentre ci guardiamo riflessi sul vetro, e ci attraversiamo con lo sguardo, lì c’è il principio del desiderio”.

Io adoro viaggiare in treno, soprattutto di notte; le luci di ogni città si annunciano come una promessa.
Si potrebbe vivere bene lì. Inveni portum, Spes et Fortuna valete.
Ogni sosta dice che potresti essere arrivato a casa.
Vivi altre vite.
Vecchio 11-10-2013, 22:47   #8
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Quote:
Originariamente inviata da niky Visualizza il messaggio
Poche chiacchiere, il volto mi ha fatto paura: occhi spenti, viso tirato, accigliato, espressione che non dava molti cenni di vita.
E capitato pure a me di vedermi riflessa nella finestra della metropolitana .
Io mi sono vista con un'espressione triste , di una che sta per mettersi a piangere da un momento all'altro e pensare che quel giorno mi sentivo "bene".

Quote:
Originariamente inviata da Lino_57 Visualizza il messaggio
Comunque, personalmente, piuttosto di farmi un viaggio in piedi mi siederei anche accanto a Jack lo squartatore...

Pure io

Ultima modifica di cancellato11905; 11-10-2013 a 22:54.
Vecchio 11-10-2013, 23:45   #9
Esperto
L'avatar di Heisenberg91
 

Capita anche a me. In particolare nell'ultimo viaggio in treno le persone si sedevano a fianco a me solo se non c'erano altri posti liberi, per poi allontanarsi appena si liberava un'altro posto. Da rilevare che mi lavo regolarmente quindi l'alibi dell'olfatto sensibile non regge (talvolta capita anche a me di allontanarmi da gente che puzza).
Vecchio 12-10-2013, 12:14   #10
Esperto
L'avatar di camadorea
 

Quote:
Originariamente inviata da niky Visualizza il messaggio
A qualcuno è mai successo di scorgere nella propria espressione facciale tratti del malessere?
Mi succede.
Spesso non mi rendo neanche conto della faccia che ho, fino a quando non mi capita di passare davanti ad una una vetrina o uno specchio.
E non è una bella espressione quella che vedo.
Vecchio 12-10-2013, 12:42   #11
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Sempre da almeno boh non ricordo, sei anni? Con qualche momento d'eccezione e con altri d'eccesso dove sentirsi dire 'hai lo sguardo triste' diventa una lagna.
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