volevo proporre un'analisi (la chiamo analisi perchè sega mentale suona male, mentre analisi sa più di filosofico...:P e se ci pensate bene la filosofia che io amo tanto è 'na sega mentale 8) ) che ho fatto in questi ultimi minuti...
Ricordo una discussione di qualche settimana/mese fa in cui io e Piocca stavamo grosso modo esprimendo lo stesso concetto: le altre persone le vediamo come piatte,banali....non eclettiche quanto riusciamo a sentirci noi...
e rimuginandoci sopra mi stavo chiedendo: perchè? è realmente così? cosa provo io? cosa loro? cosa "Piocca"? perchè se io e Piocca sentiamo la stessa cosa non fanno lo stesso gli altri? ma chi mi dice che gli altri non sanno fare lo stesso? o non possono?
Però se ci riesco io...ci riesce la "piocca" della situazione....lo possono fare tutti...lo possono fare tutti?
Ecco...lì che si apre lo specchio sulla mia visione dell vita un po' romantica, un po' decadentista...un po'...non so bene nemmeno io definirla...
ecco che si apre l'immagine di me "profeta della verità"...colui che come poeta/filosofo può essere l'unico a togliere il velo al mondo e mostrare la verità...
ma è un dato reale? soggettivo? oggettivo? ho davvero io qualcosa che gli altri non hanno? o siamo esattamente uguali? o ancora...magari hanno loro qualcosa che io non ho?
Ed ecco che oggi leggendo il messaggio di nene87 "Tutti cambiano crescendo purtroppo....l'età migliore è proprio quella dei 16 anni dove sei spensierato e hai sempre qualcosa da dire, da fare,su cui ridere ecc.." mi si è intrufolato questo pensiero in testa...
tutti cambiano crescendo? l'età migliore è quella dei 16 anni in cui sei spensierato?
Ecco...e se è davvero così?
Ho sempre detto di essere stato estroversone da ragazzino....e se lo fossi stato semplicemente perchè avevo la testa di latta? semplicemente ero spensierato....
pensandoci bene...ho sempre detto che sono stati gli ultimi anni a farmi sentire davvero consapevole...ben pensandoci...sforzandomi di ricordarmi i pensieri di allora...beh...non ricordo nemmeno se allora fossi capace di tali congetture...
dunque? dunque se davvero a 16-17anni avessi avuto quel definitivo cambiamento (già percepito inizialmente sui 14-15 anni?)?
se davvero tale cambiamento accomuna tutti?
la differenza dove starebbe? nel modo di percepire qeul cambiamento...e allora le strade sarebbero molte...
- quel cambiamento porta all'assoluta consapevolezza di sè...una volta che sei consapevole di te e adulto...ecco...e lì che nasce la tua vera anima...e lì che si forma il tuo carattere...e lì...quando inzucchi contro la consapevolezza di essere un ente pensante...ed è il modo di viverlo che forse fa la differenza...perchè mi sono chiuso in questa maniera?
ecco allora che all'interno della prima strada troviamo altre possibili vie:
a- forse ho digerito male alcuni passaggi senza rendermene conto...e forse mi manca qualcosa che agli altri non manca....
b- forse sono io ad aver vissuto questo passaggio con troppa enfasi...dunque sono andato ad aprire barriere solitamente oltre alle quali gli uomini non scrutano
- o ancora....il cambiamento è qualcosa di naturale...solo che puoi arrivare davvero al punto di non "digerirlo"....puoi non digerire quella nuova consapevolezza di te stesso...ed è lì che forse diventi timoroso (e forse lì che nasce la sociofobia di molti qui dentro)...viceversa...forse è davvero un superare il limite delle proprie risorse...è davvero un passaggio verso qualcosa di superiore...
ho sempre detto: in fondo molti letterati, filosofi, poeti...beh molti di queste persone che coltivavano una personalità così ampia avevano finito per cadere in depressioni, pazzie, fobie...alcuni di essi erano fobici, altri depressi (fino a tentare il suicidio), altri considerati pazzi...
dunque' dunque? quel cambiamento...è davvero qualcosa di naturale? la psicanalisi affonda le basi nell'infanzia della persona...eppure....eppure il vero cambiamento lo si percepisce nell'adolescenza...molte fobie, molte depressioni, follie mentali...vengono a galla nell'adolescenza...
perchè è lì...è lì che si manifesta la propria consapevolezza a tutto tondo; è lì che viene a galla tutto il tuo essere....
è li che ti ritrovi faccia a faccia con te stesso...
pensandoci..a 7-8 anni è difficile che tu possa pensare ad un confronto con te stesso...psicologicamente non sei abbastanza consapevole spesso da renderti conto di poter ispezionare te stesso...è un qualcosa che si crea dopo...
Ecco...non so bene cosa sia successo, ma forse è stato quando mi sono messo faccia a faccia con la vita stessa, con la parte più sensibile di me e riflessiva che sono nati i problemi...
in fondo...in fondo fino a 15-16anni sono stato uno scapestrato...sì...ma semplicemente perchè vivevo d'impulso (soprattutto fino a 13-14 anni)...ma anche a 15...non so se mai a 15anni avessi potuto comprendere uno stato psicologico come il mio...
ed è la stessa domanda che mi pongo in riferimento agli altri: ma possono comprendere? queste seghe mentali...queste paura che in tanti palesano sul forum...le può comprendere una persona che non le vive....
insomma...già io...io non credo di essere sociofobico...eppure...epure tante volte ho detto ad alcuni utenti sociofobici..."beh...diamine...ma anch'io...anch'io ho i brividi...anch'io ho questo....ho la nausea...eppure mi sforzo e ce la faccio...e ce la faccio magari estroversando pure..."...uno normale può capire?
io a 14-15 anni potevo capire? avrei capito? e questa è stata la mia normale evoluzione dopo che ho scoperto il mio lato riflessivo/sensibile...umano...o è stata un'evoluzione mal riuscita...creata da qualche intoppo?sia in un caso, sia nell'altro...cosa si può fare....
a volte mi chiedo se questo stato psicologico è un bonus o un malus...cioè se è dato da un interruttore che ho nel cervello in più, o un interruttore spento che ho e che invece non fa alzare l'ultima parete...o ancora...se è un interruttore che abbiamo tutti e che si può usare in differenti modi...
Il vero problema è uno solo:
molte volte ritengo davvero tale situazione come anormale...ed ecco...è lì che viene fuori la parte più introversa...è lì che mi dico "si posso estroversare, ma la gente mai capirà che "nascondo"/"posseggo" una parte introversa...diversa...non normale..."...è li che nasce il mio silenzio assoluto...la mia non voglia di interagire...
poi? perchè poi mi scatta la molla e riesco ad estroversare? perchè fisso la gente negli occhi e....e mi accorgo che anche la ragazza più estroversa se la fisso si può imbarazzare, può non avere nulla da dire (esattamente come me...esattamente come tanti fobici qui dentro)...che se marpioneggio e lascio correre il cervello per fargli dire qualsiasi idiozia si mette sulla difensiva...
ecco è in quei momenti che mi dico "diamine...io....non sono così tanto diverso da loro...forse è che io lascio più spazio alle "seghe mentali" e da lì nascono le fobie...anche la fobiasociale stessa che tanti lamentano...loro semplicemente riescono a dar spazio all'impulsività...ma...ma se sono attaccati sono perfettamente come me...anzi anche peggio....arrossiscono, si ammutoliscono....abbassano gli occhi...tentano qualsiasi scusa per levarsi dai piedi..."....
boh...spero che qualcuno lo legga...solo per il fatto che è L'ULTIMA SEGA MENTALE CHE SCRIVO....almeno x il 2008 :roll: