Questo macigno che continuo a portarmi appresso si fa sempre più pesante. Le cause potrebbero essere tante, ne potrei individuare qualcuna.
Sono stanco di andare avanti ad antidepressivi, dunque decido di ridurne il dosaggio. Lievemente, come già a suo tempo lo psichiatra mi consigliò, dal momento che ero riuscito a prendere in mano le redini della mia vita. Stavo meglio, avevo un lavoro. Suonavo, avevo amici, ero integrato nel sistema sociale. Una compagna, una casa in cui vivere, un cane.
Forse mi trascino dietro sin dall'adolescenza una serie di scelte sbagliate...Una serie di scelte. Che mi hanno portato ad essere quello che sono ora. Nonostante tutto non mi dispiace ciò che sono diventato. In certe occasioni ho provato vergogna o disgusto verso me stesso, in altre riconosco di esser stato soddisfatto di ciò che ho raggiunto.
Il bisogno di essere accettato forse mi ha spinto ad avventurarmi in situazioni nelle quali non avrei voluto essere, col senno di poi.
I miei genitori hanno fatto ciò che era nelle loro possibilità. Hanno commesso sbagli, il loro carattere schivo, introverso e sottilmente misantropo mi ha certo influenzato. Ma sono stati sempre presenti, hanno cercato di supportarmi anche nei momenti più difficili. A modo loro, ma ci hanno provato. Mi hanno amato entrambi.
Una persona mi ha fatto ritrovar la speranza, ma ben presto si è trasformata in utopia, poi in sconforto ed ora sento l'arrivo della disperazione. Ma in fondo so di averla cercata, l'ho rincorsa e forse sta riaffiorando. La disperazione. Pensavo fosse preferibile al non sentir nulla.
Bah...Le cause potrebbero esser tante, difficile stabilire quale abbia avuto maggior peso. E non sono poi nemmeno tanto convinto che abbia importanza stabilirlo.
Le cause di cosa? Non so nemmeno io.
Del fatto che sono depresso. O ansioso, un po' troppo. Troppo sensibile, spaventato, angosciato. Privo di entusiasmo, inadeguato, ossessivo.
Continuo nell'opera di autodistruzione, anche inconsapevole qualche volta.
Vedremo come va a finire.