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Originariamente inviata da Wrong
Me lo dovresti dire tu, cosa hai fatto con la ragazza del mercato?
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Ho fatto un giro shopping che me lo ricorderò tutta la vita
A mio parere le persone hanno paura. Qua su FS ci concentriamo tanto sulle paure che abbiamo noi, legittime o assurde che siano, e poco su quelle altrui.
Le banalizziamo spesso.
Io le ho banalizzate spesso, non rendendomi conto che tante volte vuoi solo essere salvato da te stesso.
Anna, la ragazza del mercato, e io, stavamo discutendo amabilmente. Eravamo sconosciuti, sì. Ma eravamo a nostro agio. Ci siamo sfiorati la mano, a volte.
Ci hanno fatto capire (e a noi di FS ancor più che agli altri) che è sbagliato avere fiducia negli altri.
Che ci sono i cattivi, che non bisogna accettare le caramelle dagli sconosciuti.
Ed è vero che ci sono i cattivi. Ma non tutti; e non siamo più bambini, possiamo a volte capire quando uno sconosciuto ci voglia davvero offrire una caramella, per il solo gusto di condividerne il piacere.
Magari qualcuno ci arriva pure.
Poi però c'è la società. Giudicante, apodittica. Stabilisce dei criteri di normalità, e o sei IN, oppure sei OUT. Nella mia storia la società è rappresentata dall'ex compagna di scuola. Incontrata per caso in un negozio.
E' a lei che Anna dice subito "lo conosco da 5 minuti". Come se ci fosse necessità di giustificarsi, per spiegare che si vogliono conoscere delle persone.
Parlavo con un'altra ragazza temp'addietro, stavamo aspettando i rispettivi amici, e dalla richiesta di un accendino prestato ne è nata una discussione piacevole e con potenziali risvolti lavorativi.
Poi sono arrivate le amiche di lei, e salutandomi, vuole lasciarmi il numero, per approfondire eventuali collaborazioni.
Le amiche han fatto gridolini divertiti, e lei ha subito specificato: "Ma no, che pensate! E' per lavoro!".
Dobbiamo giustificarci alla società? Alcuni pensano di sì.
Io penso che Anna qualche volta mi abbia pensato. Nonostante non abbia voluto darmi il numero, abbiamo fatto il tratto finale assieme. Mi ha seguito con lo sguardo, quando, dopo esserci salutati sotto alla stazione del metro, le nostre strade si sono separate.
E ha sentito il bisogno di dirmi "magari ci ribecchiamo, io sono sempre qui".
Io purtroppo non sono ancora abbastanza bravo per trasmettere a una persona incontrata in un pomeriggio tutto ciò. Come sia importante vivere seguendo i propri desideri, anziché le paure introiettate a causa di una società che ci rende simili a topi in una gabbia troppo piccola.
Come sia bello comunicare, connettersi e aprirsi. Senza pensare in continuazione a quanto una persona stia cercando di usarci, e ipotizzando invece che una persona cerchi, attraverso la connessione, una sensazione di maggior completezza, olisticamente.
Mi piacerebbe diventare così bravo, perché ho odiato così tanto nella mia vita questa sensazione di sentirmi solo anche quando sono in compagnia, che se riuscissi a insegnare anche a solo una persona nella vita quanto fantastica sia la sensazione di fusione delle anime legata alla connessione, allora mi sentirei di aver fatto del bene per l'umanità.
Spero di averti risposto, e ti auguro di trovare una persona che si impegni tanto per cercare di entrare in connessione con te.