I libri di autoaiuto e sviluppo personale...li avete mai letti?...essi parlano una lingua affascinante, specialmente per le persone che hanno qualche problema e che desiderano migliorare la loro vita nel proprio immediato futuro...però generalizzano troppo, e sono scritti senza grosso approfondimento.
Questa filosofia del self-help è nata in America e ben si concilia con la loro ideologia sognatrice, che tende sempre verso una meta...Sapete, il classico sogno americano: un uomo squattrinato, senza enormi talenti, riesce a fare strada nella vita grazie alla sua determinazione e alla sua intraprendenza, alla sua mentalità perennemente orientata al successo, successo che in America, nel bene e nel male, è sempre stato un valore assoluto, quasi dogmatico.
Ho letto molti libri di auto-aiuto, di sviluppo personale o come vogliate chiamarli, e devo dire che alcuni di essi dispensano consigli nient'affatto irragionevoli, spingendo le persone a prendere in mano la propria vita e trasformarla, per quanto possibile, in qualche cosa che valga; in questo caso lo sviluppo personale, come disciplina, potrebbe essere considerato come una sorta di buon senso applicato alla vita quotidiana, che in questo modo viene vista come un qualche cosa per cui crescere.
Penso a dei bei libri di sviluppo personale, magari un po' vecchiotti, scritti negli anni 50, che però conservano ancora oggi un loro perché: come vincere lo stress e cominciare a vivere, di Dale Carnagie, autore molto colto, che non scriveva cosa a sproposito.
Non mi piacciono invece i libri di sviluppo personale, se di sviluppo personale si può trattare, che si basano sull'aderenza a idee e pratiche che solo un povero babbeo potrebbe credere...I libri che inneggiano a The Secret per esempio, la fantomatica legge d'attrazione che secondo gli autori governa l'universo: se pensi un qualcosa, questo qualcosa, non si sa come né perché, avviene nella tua realtà; perché la tua realtà - giura il libro - è creata dai tuoi pensieri; e a questo proposito Ronda Bhirne, l'autrice, cita dei grandi filosofi e pensatori, deformandoli, prendendo qualche loro frase e togliendola dal loro contesto per sponsorizzare la sua idea...
E' vero che persino il Budda, che si vantava di non essere affatto dogmatico, e infatti non lo era, scrisse che la nostra realtà è creata dai pensieri e che la felicità o il dolore dipendono dall'interpretazione della mente; ma lui non voleva dire che esiste una legge nell'universo che possa dirci che tutto ciò che pensiamo venga tradotto in realtà materiale...Lui intendeva dirci che è la nostra valutazione cognitiva, la nostra interpretazione del reale, che determina il nostro stare al mondo, la felicità e la sua controparte, l'infelicità...
Ve lo dico in termini un po' più rustici...Quante volte andando al letto, prima di addormentarmi, mi sono masturbato pensando a una ragazza che neanche conoscevo, ma che mi piaceva perché l'avevo incontrata casualmente per le strade della mia città e lei neanche sapeva che io esistessi???!!! Un sacco di volte....
Ora, se questa legge fosse vera, la ragazza sarebbe dovuta venire da me...perché io l'avevo pensata così intensamente e mi sembrava di poterla toccare mentre pensavo a lei...Diverso sarebbe stato il caso in cui io penso a questa ragazza, mi immagino con lei, e questa mia immaginazione, inizialmente astratta, mi spinge a tentare di conoscerla, con l'azione intendo...perché è solo l'azione che può cambiare la nostra vita...
Poi ci sono i libri di Antony Robbins, guru motivazionale americano, osannato da tutti i coach come uno dei più grandi; tuttavia Robbins ha sicuramente il demerito di aver trasformato la PNL, da quella cosa serissima che era, fondata sulla sintesi terapeutica di idee appartenenti a grandi della psicologia - Erickson, Virginia Satir, Watzlawick, Pearls - e di trasformarla in un prodotto commerciale, stravolgendone le caratteristiche; cosicché oggi la PNL viene spesso presentata come un miscuglio di psicologia e di esoterismo, o di idee che nulla hanno a che vedere col miglioramento personale...
Uno dei paradigmi fondanti dello sviluppo personale è quello di futuro motivante, che deve essere seguito attraverso lo sviluppo di progetti chiari, ben definiti, che nel gergo vengono chiamati obiettivi: cose che desideriamo e che ci impegniamo ad ottenere, nel breve e nel lungo termine.
Alcuni Coach, come Robbins, invitano i loro lettori, e i loro partecipanti ai seminari, a immaginarsi come se avessero già raggiunto l'obiettivo; quindi ogni mattina, prima di alzarsi, ci si può immaginare come se la nostra metà fosse raggiunta perché questo stimola l'inconscio; ora direi che questa è una sciocchezza ed equivale a portare fuori una ragazza concentrandosi non tanto sul farla stare bene ma sul portarsela solo a letto...In altre parole concentrandosi sulla finalità, mi rendo estraneo al processo, all'azione, qui e ora, che sto realizzando; ma è solo concentrandomi su quest'ultima che posso rendere reale la finalità: concentrandomi non tanto sull'arrivo del viaggio, che è sempre astratto e relativo, bensì sul modo di arrivarci...E tutti sappiamo che il senso di ogni viaggio è il viaggiare stesso e non l'arrivo, il fine ultimo...In altre parole: come se Ulisse, nel suo proposito di ritorno a Itaca, mentre affrontava le sue avventure, si fosse estraniato dalla realtà presente, dal viaggio, per immaginare come sarebbe stato una volta tornato a Itaca...Non esiste passato, non esiste futuro; esiste solo il presente; essere nel presente vuol dire agire, camminare viaggiare; e se i nostri progetti sono incentrati sul qui e ora saranno sempre adattabili alle circostanze del presente invece che essere semplicemente idealizzati come un qualche cosa che si desidera ma che non si potrà mai ottenere...
Forse sono stato un po' troppo argomentativo...