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Vecchio 24-01-2008, 00:38   #1
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

In una conversazione, due donne parlavano di lenti a contatto.
Una di loro ha detto che le portava tutto il giorno, l'altra si è meravigliata e le ha chiesto "non ti da' fastidio? Io le devo togliere dopo mezza giornata".
E così via, la conversazione si sviluppava fino a parlare di argomenti legati alle lenti a contatto, se facesse male o no portarle tanto, se ci fosse differenza tra lenti morbide e rigide, etc...

Io, a questo punto, avevo in mente un intervento da fare:
ho sentito che ispirando velocemente con il naso, si stimola la lacrimazione.
Così, la mia idea era intervenire dando questa informazione alla ragazza che non riusciva a portare a lungo le lenti a contatto.

Avrei voluto fare un intervento del genere:
"sai che ho saputo che tirando su con il naso si stimola la lacrimazione? Potresti farlo quando senti gli occhi asciutti, magari così le lenti ti danno meno fastidio".

Solo che non riuscivo a trovare il tempo giusto per inserire questo mio intervento.
Eppure avevo anche tutto il tempo per organizzare la forma del mio intervento: tanto loro, nel frattempo, continuavano a parlare di lenti a contatto, e io le osservavo studiando quale fosse il momento giusto per dare il mio consiglio alla ragazza che non sopportava le lenti.

Eppure non ce l'ho fatta.
Probabilmente avevo la sensazione che il mio intervento sarebe stato percepito come forzato, adesso facendo introspezione sto indagando su cosa mi ha bloccato.
Comunque non importa, ci saranno sempre occasioni per sperimentare, la mia auto-terapia è sempre in corso
Vecchio 24-01-2008, 00:43   #2
Principiante
L'avatar di pippopasticcio
 

La prima regola del tacchinatore folle è: conta fino a 3 ... se ancora non ci hai provato .... lascia perdere!!!!

cmq nn ho capito se queste le conoscevi o meno .... salut
Vecchio 24-01-2008, 01:40   #3
Banned
 

Carlotta non dare retta a pippopasticcio, il mio non era un tacchinaggio, ma un'occasione per esercitare la mia comunicazione con gli altri, quelle erano due donne che stanno a un corso di musica a cui partecipo.
La prossima volta farei tranquillamente la stessa esercitazione con due uomini
Vecchio 24-01-2008, 09:29   #4
Banned
 

Il problema è quando magari si... intervieni... e poi la cosa muore li.......

resta sospesa nel nulla come una cattedrale nel deserto O_o

cioè non si evolve..... non porta a parlare di altro...

ti senti ancora più coglione di quando non dici nulla.....
Vecchio 24-01-2008, 10:17   #5
K
Intermedio
L'avatar di K
 

Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Solo che non riuscivo a trovare il tempo giusto per inserire questo mio intervento.
Eppure avevo anche tutto il tempo per organizzare la forma del mio intervento: tanto loro, nel frattempo, continuavano a parlare di lenti a contatto, e io le osservavo studiando quale fosse il momento giusto per dare il mio consiglio alla ragazza che non sopportava le lenti.
A mio avviso è questo il problema! bisogna buttarsi subito, senza pensarci, infischiandotene bellamente di quel che potrà accadere in seguito. Bisogna cacciare indietro le paranoie non appena senti che cominciano a salire. Più passa il tempo e più diventa chiaramente difficile rompere il ghiaccio... lo so per esperienza personale, conosco bene questo "blocco". I pensieri si moltiplicano, il battito aumenta, cominci a sentirti arrossire e... ed è finita, non ci riuscirai più.
Ma ogni lasciata è persa, così seguono inevitabilmente i rimorsi per l'ennesima occasione non colta e gettata al vento... carpe diem :wink:
Vecchio 24-01-2008, 10:51   #6
Esperto
 

La paura di scegliere il momento sbagliato non dovrebbe proprio esserci, se vuoi avere una tempistica da cabarettista studia recitazione :lol: Semplicemente aspetta che ci sia un attimo di silenzio e dì la tua, tanto più che quello che avevi da dire era una cosa intelligente e sarebbe senza dubbio stata apprezzata e discussa. La gente veramente non fa tutte queste valutazioni, addirittura ciò che si dice spesso non ha molta importanza. Nell'altro thread si parlava dell'avere la risposta pronta, ma spesso la reazione positiva degli altri sta tutta nel tono e nel modo in cui si pronunciano le cose, come saper raccontare una barzelletta scarsa e renderla divertente. E' tutta comunicazione non verbale. Anche per approcciare una ragazza, spesso basta un ciao ed un sorriso. So che sembro un po' contraddirmi (e per te dev'essere un peccato mortale :wink: ) ma in definitiva in situazioni del genere non è fondamentale né ciò che dici né come lo dici, il fatto stesso che tu voglia comunicare e partecipare viene accolto di per sé con favore.
Vecchio 24-01-2008, 12:47   #7
Banned
 

Bardamu, sono d'accordo con tutto quello che hai detto, non mi sembra irrazionale.
In realtà ero consapevole che per inserire il mio intervento avrei dovuto usare la spontaneità, ma siccome sono ancora in fase di studio/osservazione per trovare le soluzioni mi sono preso il lusso di studiare la dinamica della loro conversazione.

Infatti, io sono d'accordo sul fatto che bisogna comunicare in modo semi-inconsapevole, ma secondo me, nelle nostre condizioni, l'analisi razionale della comunicazione è utile se fatta a posteriori.

In questo caso, la comunicazione è come una funzione in uno spazio bidimensionale: il dominio è il tempo (il tempo giusto per inserire gli interventi), il codominio è l'insieme di tutti i possibili interventi di reazione al mio intervento.

In questo caso, la spontaneità non basta, perchè non mi da' l'informazione di quale sia il dominio in cui posso collocare i miei interventi (o meglio, l'informazione me la da', ma in modo indiretto, a posteriori, analizzando la reazione al mio tentativo: se è una reazione normale l'intervento era definito, altrimenti no).

Fare un intervento in un tempo sbagliato, equivale a voler definire una funzione in un punto in cui non è definita, sarebbe come voler definire il valore della funzione 1/x nel punto x=0: in quel punto non è definita, e quindi in risposta avrei "1/x=indefinito".

In ogni caso, comunque, sarebbe un apprendimento, perchè avrei l'informazione su come correggere, la prossima volta, il mio intervento
Vecchio 24-01-2008, 14:18   #8
Principiante
L'avatar di BluAstro
 

Credo che per valutare il tipo di reazione che avrebbe suscitato il tuo semplice intervento, occorre tenere presente altri elementi, esterni alla conversazione, e relativi al contesto. Ad esempio, dove si svolgeva, in che posizione eri tu rispetto a loro (non parlo di sesso eh!), da quanto tempo andava avanti.. e inoltre occorre sapere se in passato ti è già capitato di parlarci, che tipo di opinione pensi che abbiano di te, e tanti altri fattori.
Come è già stato detto, spesso non conta tanto cosa si dice (a meno che non si dicano cose palesemente folli), ma quando, come e anche chi è a dirle. Se ad esempio tu, per varie volte, hai assistito in silenzio e in disparte alle loro conversazioni, intervenendo all'improvviso potresti suscitare in loro un senso di stranezza, di intrusione, cosa che non succederebbe parlandoci alla prima occasione.
Insomma, è un po' difficile capire le dinamiche concrete della situazione da quello che hai scritto.
Vecchio 24-01-2008, 14:24   #9
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da BluAstro
Credo che per valutare il tipo di reazione che avrebbe suscitato il tuo semplice intervento, occorre tenere presente altri elementi, esterni alla conversazione, e relativi al contesto. Ad esempio, dove si svolgeva, in che posizione eri tu rispetto a loro (non parlo di sesso eh!), da quanto tempo andava avanti.. e inoltre occorre sapere se in passato ti è già capitato di parlarci, che tipo di opinione pensi che abbiano di te, e tanti altri fattori.
Come è già stato detto, spesso non conta tanto cosa si dice (a meno che non si dicano cose palesemente folli), ma quando, come e anche chi è a dirle. Se ad esempio tu, per varie volte, hai assistito in silenzio e in disparte alle loro conversazioni, intervenendo all'improvviso potresti suscitare in loro un senso di stranezza, di intrusione, cosa che non succederebbe parlandoci alla prima occasione.
Insomma, è un po' difficile capire le dinamiche concrete della situazione da quello che hai scritto.
Sì, lo tengo presente. Per semplicità ho messo nel codominio tutte quelle variabili indipendenti che hai descritto. Una mappa completa della comunicazione è ovviamente impossibile, ma per quanto possibile può aiutarmi, poi, nell'indeterminatezza, per fortuna abbiamo l'intelligenza e l'intuito che ci fa elaborare inconsciamente tutti i calcoli.
Ma per far sì che questa intelligenza/intuito sia attiva nel momento della conversazione bisogna allenarla costantemente mettendo sempre alla prova la nostra rapidità.
Quindi, nei momenti in cui non siamo immersi in una situazione sociale, dobbiamo evitare di cadere nella tentazione di cadere in stati mentali abulici.
Vecchio 24-01-2008, 14:47   #10
Principiante
L'avatar di BluAstro
 

Io credo che, se è vero che uno dei caratteri essenziali della comunicazione sia la spontaneità, è anche vero che, laddove questa spontaneità non ci sia, o si sia inceppata, per qualsiasi ragione, e questo provoca seri problemi al normale svolgimento delle interazioni, si possa cercare di ripristinare questa spontaneità con temporanee strategie non-spontanee, che hanno il solo scopo di riparare il meccanismo che, evidentemente, al momento funziona poco bene.
Sono convinto che questo non sia impossibile, si tratta più che altro di trovare il modo migliore di farlo, e probabilmente sbagliare metodo potrebbe essere controproducente.

,
Vecchio 24-01-2008, 15:20   #11
Avanzato
 

Quote:
Quindi, nei momenti in cui non siamo immersi in una situazione sociale, dobbiamo evitare di cadere nella tentazione di cadere in stati mentali abulici.
Ok, sei uno spinoziano determinista di ferro, ma certe cose davvero si imparano solo con l'esperienza e un tentativo vale più di mille teorie. Non vederla come una concessione alla riflessione, è stata un'occasione persa che se colta ti avrebbe dato sicuramente più di ore di rimugino. Questo è il mio consiglio.
Vecchio 24-01-2008, 15:35   #12
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da bardamu2
Quote:
Quindi, nei momenti in cui non siamo immersi in una situazione sociale, dobbiamo evitare di cadere nella tentazione di cadere in stati mentali abulici.
Ok, sei uno spinoziano determinista di ferro, ma certe cose davvero si imparano solo con l'esperienza e un tentativo vale più di mille teorie. Non vederla come una concessione alla riflessione, è stata un'occasione persa che se colta ti avrebbe dato sicuramente più di ore di rimugino. Questo è il mio consiglio.
Non sono determinista, sono consapevole che ogni effetto deve avere una causa, e che questa causa deve essere necessariamente giusta, ma credo che le cause possano essere contingenti, e in questo senso riesco a conciliare determinismo con indeterminazione (solo apparentemente contraddittori).

Secondo me è sbagliato porre la riflessione intellettuale su un piano inferiore all'esperienza, secondo me la riflessione è un'esperienza a tutti gli effetti, su un piano più sottile del piano fisico.
Possiamo eludere l'intelletto quanto vogliamo: sarà come resistere a una corrente naturale, tutte le esperienze portano alla riflessione.

Senza la riflessione io sarei paralizzato nel rimpianto o nel rimorso di cose non fatte, e la spontaneità non basterebbe a farmi trovare la soluzione.
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