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01-02-2016, 05:16
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#1
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Banned
Qui dal: Jan 2016
Messaggi: 85
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In sostanza, ho capito che prima di pensare agli altri ed a rapportarmi a loro, devo fare una crescita personale. Finché non riuscirò a piacermi, non potrò pensare di instaurare rapporti sociali con altre persone in modo sano: finirei solo per stare peggio, essendo incapace di reagire alle dinamiche esterne a me. In breve, tendo a far confronti, a credere di dover piacere agli altri, che tendo ad essere solo ed isolato per questo motivo; reagisco molto male alle critiche delle persone, anche sconosciute e mi deprimo, cadendo in un vortice di autocommiserazione.
Bene, ho capito che devo cambiare, ma in funzione di me. Arrivare a piacermi, a formare una persona decente, che mi soddisfi. I rapporti con gli altri verranno e si formeranno di conseguenza: inizierò a non reagire troppo male alle critiche, specie se arrivano da sconosciuti di cui non me ne frega nulla, perché alla fine se io mi piaccio, è un problema loro se non piaccio a loro - anche perché non si può piacere a tutti e non tutti possono piacerci -; inizierei quindi a ricercare e frequentare gente più simile e compatibile a me, con la quale stare a mio agio; smetterei di fare continui confronti e classifiche con gli altri, pensando che tanto a me vado bene così; smetterei di sentirmi al centro del mondo in modo malato, capirei che tutto non gravità intorno a me, restando, ovviamente, al centro del MIO mondo, ma in modo sano.
Ok, peccato che non sappia minimamente come far pace con me stesso; non riesco proprio a trovare il nodo del mio disagio. Mi sento, semplicemente, vuoto e spaesato. Da dove iniziare? E' un po' difficile cercare di risolvere i propri disagi senza conoscerli bene ed, analogamente, non è semplice nemmeno evolversi in qualcosa di cui non si sa molto - una persona quantomeno decente, che mi piaccia, di cui possa essere soddisfatto -.
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01-02-2016, 10:14
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#2
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Esperto
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: Provincia di Roma
Messaggi: 585
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Quote:
Originariamente inviata da Ecce
Ok, peccato che non sappia minimamente come far pace con me stesso; non riesco proprio a trovare il nodo del mio disagio. Mi sento, semplicemente, vuoto e spaesato. Da dove iniziare? E' un po' difficile cercare di risolvere i propri disagi senza conoscerli bene ed, analogamente, non è semplice nemmeno evolversi in qualcosa di cui non si sa molto - una persona quantomeno decente, che mi piaccia, di cui possa essere soddisfatto -.
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Sono d'accordo con tutto quello che hai scritto. Bisogna partire da se stessi, i rapporti con gli altri verranno di conseguenza.
Ho evidenziato la frase in grassetto perchè è quella la chiave: devi anzitutto conoscere te stesso meglio. Cerca di capire quali sono i tuoi bisogni, ma in chiave positiva, non negativa, cerca quindi le cose che ti rendono felice. Può darsi che il non avere queste cose sia la fonte dei tuoi disagi (almeno era così nel mio caso).
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01-02-2016, 12:36
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,992
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Quote:
Originariamente inviata da Ecce
In sostanza, ho capito che prima di pensare agli altri ed a rapportarmi a loro, devo fare una crescita personale. Finché non riuscirò a piacermi, non potrò pensare di instaurare rapporti sociali con altre persone in modo sano: finirei solo per stare peggio, essendo incapace di reagire alle dinamiche esterne a me. In breve, tendo a far confronti, a credere di dover piacere agli altri, che tendo ad essere solo ed isolato per questo motivo; reagisco molto male alle critiche delle persone, anche sconosciute e mi deprimo, cadendo in un vortice di autocommiserazione.
Bene, ho capito che devo cambiare, ma in funzione di me. Arrivare a piacermi, a formare una persona decente, che mi soddisfi. I rapporti con gli altri verranno e si formeranno di conseguenza: inizierò a non reagire troppo male alle critiche, specie se arrivano da sconosciuti di cui non me ne frega nulla, perché alla fine se io mi piaccio, è un problema loro se non piaccio a loro - anche perché non si può piacere a tutti e non tutti possono piacerci -; inizierei quindi a ricercare e frequentare gente più simile e compatibile a me, con la quale stare a mio agio; smetterei di fare continui confronti e classifiche con gli altri, pensando che tanto a me vado bene così; smetterei di sentirmi al centro del mondo in modo malato, capirei che tutto non gravità intorno a me, restando, ovviamente, al centro del MIO mondo, ma in modo sano.
Ok, peccato che non sappia minimamente come far pace con me stesso; non riesco proprio a trovare il nodo del mio disagio. Mi sento, semplicemente, vuoto e spaesato. Da dove iniziare? E' un po' difficile cercare di risolvere i propri disagi senza conoscerli bene ed, analogamente, non è semplice nemmeno evolversi in qualcosa di cui non si sa molto - una persona quantomeno decente, che mi piaccia, di cui possa essere soddisfatto -.
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Innanzitutto credo che dobbiamo imparare a piacerci per ciò che siamo ora. Partire dicendo che devi cominciare creando un Te che ti piaccia,implica già che tu ora non ti piaci,e quindi parti già come colui che cerca di essere ciò che non è. Può non piacerti la situazione in cui ti trovi, ma la devi separare dal valore che dai a te.
Credo sia innanzitutto un fatto di pensiero: devi decidere di piacerti ora,senza se e senza ma. Come se fossi innamorato di te stesso. Poi puoi iniziare a percorrere una via che ti porti a piacerti di più domani, ma a piccoli passi.
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01-02-2016, 12:43
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#4
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Secondo me per far pace con se stessi è essenziale poter vivere dentro una zona comfort,costruirsi una vita il più possibile a misura delle fobie (se di fobie parliamo come problema che impedisce una vita "normale").
Io mi sento meglio quando la mia quotidianità è serena,sembra banale ma se ad esempio uno fa un lavoro che ogni giorno lo mortifica (io)mettendolo davanti alle difficoltà che non riesce a superare, non farà mai pace col proprio modo di essere,perchè questo lo fa vivere troppo male.
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01-02-2016, 13:10
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#5
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Esperto
Qui dal: Feb 2015
Ubicazione: Salerno
Messaggi: 545
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L'ho sempre pensato anche io, se non stiamo bene con noi stessi è molto difficile avere una vita sociale tranquilla.
Mi sono sempre sentito inferiore agli altri, persino col mio "ex-migliore amico" avevo questo pensiero fisso di non essere all'altezza. Pensavo sempre "lui è migliore di me".
Il fatto e che...questa inferiorità c'era davvero. Lui sempre pieno di donne, carismatico(sapeva comportarsi in qualsiasi situazione), pieno di idee e passione per il suo futuro ecc.
Ricordo ancora un sera d'estate due anni fa, mi disse di essere stato ammesso ad una delle università più importanti di Roma... avrei dovuto essere contento per lui( cazzo è il mio migliore amico, l'unico con cui riesca parlare anche di problemi seri,l'unico amico fidato), invece accennai un sorriso e mentre mi parlava di un importante carriera lavorativa che avrebbe intrapreso...morivo dentro. Ero l'esatto opposto di lui. Pieno di problemi psicologici e sociali, ne un idea e aspirazione per il futuro, ne una donna al mio fianco, inadeguatezza nel saper affrontare anche delle normalissime cose, 0 esperienza di vita, 0 autostima, 0 cose da poter insegnare; IL NULLA.
Ora ditemi come faccio ad accettare ciò che sono diventato, se ovunque giro la testa fatico a vedere qualcuno che mi assomigli.
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Ultima modifica di wakemeup; 01-02-2016 a 13:14.
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01-02-2016, 13:12
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#6
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da wakemeup
L'ho sempre pensato anche io, se non stiamo bene con noi stessi è molto difficile avere una vita sociale tranquilla.
Io mi sono sempre sentito inferiore agli altri, persino col mio "ex-migliore amico" avevo questo pensiero fisso di non essere all'altezza. Pensavo sempre "lui è migliore di me".
Il fatto e che...questa inferiorità c'era davvero. Lui sempre pieno di donne, carismatico(sapeva comportarsi in qualsiasi situazione),
pieno di idee e passione per il suo futuro ecc.
Ricordo ancora un sera d'estate due anni fa, mi disse di essere stato ammesso ad una delle università più importanti di Roma... avrei dovuto essere contento per lui( cazzo è il mio migliore amico, l'unico con cui riuscivo a parlare anche di problemi seri,l'unico amico fidato), invece accennai un sorriso e mentre mi parlava di un importante carriera lavorativa che avrebbe intrapreso...morivo dentro. Io ero l'esatto opposto di lui. Pieno di problemi psicologici e sociali, ne un idea e aspirazione per il futuro, ne una donna al mio fianco, inadeguatezza nel saper affrontare anche delle normalissime cose, 0 esperienza di vita, 0 autostima, 0 cose da poter insegnare; IL NULLA.
Ora ditemi come faccio ad accettare ciò che sono diventato, se ovunque giro la testa fatico a vedere qualcuno che mi assomigli.
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Eh,bisognerebbe anche smettere di confrontarsi compulsivamente,e come si fa?A me viene automatico
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01-02-2016, 13:27
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#7
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Intermedio
Qui dal: May 2015
Ubicazione: Roma
Messaggi: 127
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Stesso problema mio, e so di essere molto lunatico. Ci sono giorni in cui mi piaccio e giorni in cui non mi piaccio. E basta un attimo per farmi cambiare idea. Per esempio ieri sera sono tornato nella mia casa universitaria, e ho trovato il coinquilino con suoi amici casinari. Hanno urlato fino alle una e mezza di notte, e io dovevo ripassare per l'esame di oggi. Non ho avuto nemmeno il coraggio di dirgli di fare più piano, ero convinto di essere un totale buono a nulla, nemmeno in grado di parlare con coetanei, alla fine mi sono messo le cuffie e sono stato zitto. Ma é normale? E dire che ero partito da casa tutto tranquillo
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01-02-2016, 13:51
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#8
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: ♪♫♪In un mondo di favole incantato che esiste solo nella mia testa♪♫
Messaggi: 3,689
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Quote:
Originariamente inviata da wakemeup
Ero l'esatto opposto di lui. Pieno di problemi psicologici e sociali, ne un idea e aspirazione per il futuro, ne una donna al mio fianco, inadeguatezza nel saper affrontare anche delle normalissime cose, 0 esperienza di vita, 0 autostima, 0 cose da poter insegnare; IL NULLA.
Ora ditemi come faccio ad accettare ciò che sono diventato, se ovunque giro la testa fatico a vedere qualcuno che mi assomigli.
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E' la mia condizione esistenziale ed è ciò che mi sta martoriando il cervello di continuo... tutti mi dicono che il passato non conta, che oggi puoi cambiare le cose, puoi costruirti un futuro, puoi cambiare.
Sì, ok... ma come lo reggi il confronto con chi quei 30 e passa anni di vita li ha spesi a vivere e a fare esperienze ed evolvere.... quando tu sei lo zero totale in tutti i campi solo perchè a causa delle tue fobie non sei riuscita a provare a fare nulla, a concludere nulla??? Scappi ogni volta pensando che domani sarà diverso e troverai la chiave per uscirne... ma il confronto con le persone normalmente inserite in società e nella vita è sempre lì a dilaniarti l'anima.
Per uscirne bisogna accettare se stessi... ma gli altri come la accettano una persona senza vita, senza esperienze, senza carisma, senza nulla da offrire, da dare e da insegnare?!? Nessuno la accetta...
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01-02-2016, 14:12
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Ecce
In sostanza, ho capito che prima di pensare agli altri ed a rapportarmi a loro, devo fare una crescita personale. Finché non riuscirò a piacermi, non potrò pensare di instaurare rapporti sociali con altre persone in modo sano: finirei solo per stare peggio, essendo incapace di reagire alle dinamiche esterne a me. In breve, tendo a far confronti, a credere di dover piacere agli altri, che tendo ad essere solo ed isolato per questo motivo; reagisco molto male alle critiche delle persone, anche sconosciute e mi deprimo, cadendo in un vortice di autocommiserazione.
Bene, ho capito che devo cambiare, ma in funzione di me. Arrivare a piacermi, a formare una persona decente, che mi soddisfi. I rapporti con gli altri verranno e si formeranno di conseguenza: inizierò a non reagire troppo male alle critiche, specie se arrivano da sconosciuti di cui non me ne frega nulla, perché alla fine se io mi piaccio, è un problema loro se non piaccio a loro - anche perché non si può piacere a tutti e non tutti possono piacerci -; inizierei quindi a ricercare e frequentare gente più simile e compatibile a me, con la quale stare a mio agio; smetterei di fare continui confronti e classifiche con gli altri, pensando che tanto a me vado bene così; smetterei di sentirmi al centro del mondo in modo malato, capirei che tutto non gravità intorno a me, restando, ovviamente, al centro del MIO mondo, ma in modo sano.
Ok, peccato che non sappia minimamente come far pace con me stesso; non riesco proprio a trovare il nodo del mio disagio. Mi sento, semplicemente, vuoto e spaesato. Da dove iniziare? E' un po' difficile cercare di risolvere i propri disagi senza conoscerli bene ed, analogamente, non è semplice nemmeno evolversi in qualcosa di cui non si sa molto - una persona quantomeno decente, che mi piaccia, di cui possa essere soddisfatto -.
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Secondo me le due cose sono collegate, ma più in un verso che nell'altro. Ad esempio se a te piacesse andare in giro con la divisa di napoleone (e hai sviluppato questa preferenza per un qualsiasi motivo) non è detto che poi questa cosa ti aiuterà ad instaurare relazioni sane ed equilibrate con gli altri, anzi, potrebbe essere un ostacolo.
Se a te piace guardarti allo specchio con un vestito addosso non significa in automatico che la cosa verrà interpretata bene e allo stesso modo dalle altre persone. Per questo magari non si va in giro nudi, e non perché il guardarsi così produce chissà cosa dentro di noi.
Io spesso devo cercare di farmi un'idea dell'effetto che fa qualcosa sugli altri in generale, non è che l'effetto che fa a me lo produrrà anche nelle altre persone.
Il mio aspetto allo specchio, prima che entrassi in contatto con gli altri socialmente, non mi faceva alcun effetto, i vari giudizi che ho poi interiorizzato, invece, mi sono accorto che non erano affatto miei e che non partivano affatto da me (dato che io giudicavo gli oggetti intorno a me e non me stesso... Un soggetto). In me a monte all'inizio non era presente proprio una cosa del genere, è per gli altri che io sono e divento un oggetto valutabile, utile o inutile, piacevole o meno, per me stesso all'inizio non era così, però conoscere quale sia la valutazione di tizio e caio della mia utilità sociale diviene indispensabile nel momento in cui io devo reperire risorse o altro, instaurare legami e così via, potessi avere tutto ugualmente, del giudizio sociale potrei sbattermene all'ennesima potenza.
Sarebbe meglio cambiare termine, più che di autostima bisognerebbe parlare della valutazione soggettiva dell'eterostima, è sempre questa in azione quando "autovalutiamo" il nostro valore.
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Ultima modifica di XL; 01-02-2016 a 14:55.
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01-02-2016, 15:08
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#10
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Esperto
Qui dal: Feb 2015
Ubicazione: Salerno
Messaggi: 545
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Quote:
Originariamente inviata da *Stellina*
E' la mia condizione esistenziale ed è ciò che mi sta martoriando il cervello di continuo... tutti mi dicono che il passato non conta, che oggi puoi cambiare le cose, puoi costruirti un futuro, puoi cambiare.
Sì, ok... ma come lo reggi il confronto con chi quei 30 e passa anni di vita li ha spesi a vivere e a fare esperienze ed evolvere.... quando tu sei lo zero totale in tutti i campi solo perchè a causa delle tue fobie non sei riuscita a provare a fare nulla, a concludere nulla??? Scappi ogni volta pensando che domani sarà diverso e troverai la chiave per uscirne... ma il confronto con le persone normalmente inserite in società e nella vita è sempre lì a dilaniarti l'anima.
Per uscirne bisogna accettare se stessi... ma gli altri come la accettano una persona senza vita, senza esperienze, senza carisma, senza nulla da offrire, da dare e da insegnare?!? Nessuno la accetta...
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Come reggi il confronto? Bella domanda.
Sono sempre più convinto che non si può reggere il confronto, hanno più esperienza...mentre io sembro uno che è uscito da un buker dopo 20 anni
Eppure sto provando a reagire, voglio cercare di cambiare almeno in parte la mia situazione. Mi sono riappacificato con la mia famiglia(soprattutto con mia sorella)),seguo dei corsi di musica,frequento una palestra di bjj(sperando di poter vincere anche qualche torneo), cerco di affrontare la giornata con più tranquillità(seppur l'ansia anticipatoria avvolte è devastante)...Il mio io, sembra aver capito di non poter più aspettare...
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01-02-2016, 16:45
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#11
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Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,845
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L'unico modo in cui ho ottenuto miglioramenti proprio in questa direzione è stato la psicoterapia.
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01-02-2016, 17:28
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#12
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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la crescita personale a livello emotivo la perseguo pure io, ma il fine è vivere meglio gli accadimenti della vita, rapportarmi agli altri è una pratica che tendenzialmente evito con grande soddisfazione
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01-02-2016, 17:37
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#13
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,444
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Quote:
ma come lo reggi il confronto con chi quei 30 e passa anni di vita li ha spesi a vivere e a fare esperienze ed evolvere.... quando tu sei lo zero totale in tutti i campi solo perchè a causa delle tue fobie non sei riuscita a provare a fare nulla, a concludere nulla???
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Mica tutti sono uomini/donne di mondo, piene di vita, di amici, di energia, di ambizione, ecc...esistono anche gli altri...certo, se fai il confronto con chi ritieni essere "migliore" di te, senza considerare tutto il quadro d'insieme, è ovvio che poi ne esci distrutta
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