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		|  12-05-2016, 17:49 | #1 |  
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			Passeggiavo in città, non stavo bene,o meglio,la mattina avevo avuto una crisi di rabbia, scoraggiamento e tristezza. Poi mi sono ripreso un po' ed ero abbastanza sereno. Stavo appunto camminando in città e incrocio un conoscente, lo saluto, mi saluta e mi chiede come va. Gli rispondo "si più o meno", ma credo che sappia che me la passo abbastanza male. 
Mi risponde: " Dai dai,tirati su!" con una pacca sulla spalla. 
Tutta la scenetta è durata tipo 15 secondi. 
Be, quell'incoraggiamento mi ha fatto crollare di nuovo. Avevo appena riacquistato un po' di calma e quel gesto amichevole, fatto tra l'altro da una persona che ha il mio rispetto e la ma stima, mi ha rigettato di nuovo nel baratro. A stento trattenevo le lacrime visto che ero in centro città,poi ci è voluto un po' perchè mi riprendessi. 
Quindi in sostanza da solo reggo il mio malessere e non appena arriva la compassione dell'altro è la fine. 
E basta,era uno sfogo così...come sempre dite la vostra.
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		|  12-05-2016, 17:58 | #2 |  
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			Può peggiorare le cose se vieni consolato in modo compassionevole....con un atteggiamento che sostanzialmente vuole dire "poverino, non ce la fa" o qualcosa di simile.Diverso invece il caso quando vieni incoraggiato da qualcuno che ti sprona anche a volte in modo diretto e un po' brusco, però ti lascia con una predisposizione d'animo sicuramente migliore...Almeno per me ha funzionato in questo modo.
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				 Ultima modifica di Wolferstein;  12-05-2016 a 18:26.
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		|  12-05-2016, 18:17 | #3 |  
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			Per me invece l'incoraggiamento con o senza compassione, mi è d'intralcio e non fa altro che farmi fare passi indietro.Ho bisogno di farcela da solo e di gioire per i traguardi raggiunti solo grazie alla mia fatica. Non mi servono pacche sulle spalle, o sproni vari, mi fanno sentire inferiore e non all'altezza.
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		|  12-05-2016, 18:57 | #4 |  
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			A volte mi piace essere consolata, ma solo quando le persone non lo fanno tanto per fare e vogliono davvero aiutarti. Solo che a volte sembra che lo facciano a posta, sottolineano i tuoi problemi e li tirano fuori proprio quando non ne senti il bisogno. L'aiuto dev'essere serio e concreto non tanto per
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		|  12-05-2016, 19:33 | #5 |  
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			Per me il dire "tirati su", "devi essere forte" o simili, sono solo alcuni modi di "consolare", anzi più che altro sono degli sproni che spesso sconfinano nelle frasi fatte, questi sì che peggiorano la mia situazione nel senso che mi danno fastidio, e sicuramente con la persona in questione cercherei di evitare il ripetersi di quelle circostanze, per il futuro.
 Invece nei modi di consolare che non rischiano di risultare avvilenti non ci vedo niente di male, al contrario li apprezzo.
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		|  12-05-2016, 20:18 | #6 |  
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			La consolazione è qualcosa che non può essere ricevuta da nessuno..  è un atto prettamente formale, utile quanto le lacrime ad un funerale per il morto.
 Servirebbe considerazione, affetto, cura.. azioni e non parole..   ma quelle son cose che "costano" emotivamente.. meglio un "mi dispiace per te, tirati su" con fare affettato e finta contrizione.. e via..  avanti il prossimo
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		|  12-05-2016, 20:22 | #7 |  
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					Originariamente inviata da chrissolo  La consolazione è qualcosa che non può essere ricevuta da nessuno..  è un atto prettamente formale, utile quanto le lacrime ad un funerale per il morto.
 Servirebbe considerazione, affetto, cura.. azioni e non parole..   ma quelle son cose che "costano" emotivamente.. meglio un "mi dispiace per te, tirati su" con fare affettato e finta contrizione.. e via..  avanti il prossimo
 |  Il fatto è che con me non serve nemmeno la considerazione, sono come Crystal. Mi devo arrangiare,non sopporto l'aiuto altrui,non ci riesco se non in minima parte e dipende da chi. 
A volte credo che vorrei consolazione da una persona vicina, da una donna in una relazione vera e profonda. Credo che da lei accetterei consolazione. Ma è una cosa che credo ora, magari è solo una fantasia,chi lo sa.
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		|  12-05-2016, 20:27 | #8 |  
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					Originariamente inviata da Semifobico  Il fatto è che con me non serve nemmeno la considerazione, sono come Crystal. Mi devo arrangiare,non sopporto l'aiuto altrui,non ci riesco se non in minima parte e dipende da chi.A volte credo che vorrei consolazione da una persona vicina, da una donna in una relazione vera e profonda. Credo che da lei accetterei consolazione. Ma è una cosa che credo ora, magari è solo una fantasia,chi lo sa.
 |  Beh.. logico.. l'aiuto degli altri non dev'essere tipo concessione, o qualcosa che viene sottolineato e fatto pesare.. è una cosa molto più sottile e "indiretta"...   ma tutte le persone che stanno "bene" o che almeno riescono ad andare avanti lo ricevono qualcosa dagli altri.. altrimenti davvero c'è solo l'agonia e la morte.
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		|  12-05-2016, 20:34 | #9 |  
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			Dai dai tirati su non è consolare,è rompere il cazzo
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		|  12-05-2016, 20:38 | #10 |  
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			Non è stato un conforto quanto un'esortazione considerando la durata e il fatto che è un conoscente.
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		|  12-05-2016, 21:10 | #11 |  
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			da quel che scrivi mi sembra di capire che la breve conversazione è stata piuttosto formale, quindi  il "dai tirati su" del tuo amico è stato semplicemente un convenevole, niente a che vedere con compassione, consolazione o incoraggiamentoil tuo amico te l'avrà buttata lì senza pensarci più di tanto, sei tu che hai ingigantito la cosa
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		|  12-05-2016, 21:15 | #12 |  
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					Originariamente inviata da claire  Dai dai tirati su non è consolare,è rompere il cazzo |  Ma no,era benevola la cosa,oltretutto è una persona con cui c'è reciproca stima e rispetto. Magari mi ha rotto il cazzo,ma non era quella l'intenzione.
 
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					Originariamente inviata da Weltschmerz  Non è stato un conforto quanto un'esortazione considerando la durata e il fatto che è un conoscente. |  Si certo,un'esortazione. Il fatto è che mi sottolinea qualcosa che poi mi manda giù...
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		|  12-05-2016, 22:25 | #13 |  
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			Proprio oggi mi hanno raccontato un fatto analogo,  la persona in questione raccontava di stare male e dopo qualche parola di conforto l'interlocutore rideva e scherzava con altre persone, non provando alcuna empatia. Sono d'accordo è odioso il dai tirati su, ma a volte il malessere altrui crea un certo imbarazzo, e si tende a dire una cosa giusto per un convenevole, una sorta si rituale sociale non sentito, ma detto paradossalmente per buona educazione immagino, avresti preferito che facesse finta di nulla diciamo per farsi i fatti propri?
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				 Ultima modifica di Draconcad;  12-05-2016 a 22:28.
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		|  12-05-2016, 22:36 | #14 |  
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					Originariamente inviata da Draconcad  Proprio oggi mi hanno raccontato un fatto analogo,  la persona in questione raccontava di stare male e dopo qualche parola di conforto l'interlocutore rideva e scherzava con altre persone, non provando alcuna empatia. Sono d'accordo è odioso il dai tirati su, ma a volte il malessere altrui crea un certo imbarazzo, e si tende a dire una cosa giusto per un convenevole, una sorta si rituale sociale non sentito, ma detto paradossalmente per buona educazione immagino, avresti preferito che facesse finta di nulla diciamo per farsi i fatti propri? |  Da un lato sicuramente chi sta bene non capisce. Credo che spiegare a chi sta bene sia praticamente impossibile. Quindi l'empatia vera è quasi impossibile,forse con rarissime eccezioni. 
Non è tanto il fastidio della cosa in se, quanto il fatto che sottolineando una condizione penosa,la risveglia. Pertanto è un'esortazione con effetto opposto.
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		|  12-05-2016, 23:01 | #15 |  
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			Semif.
 "Tirati su", è una delle frasi da non dire. Ma tanti la dicono, senza saperlo. L'importante è che lo sai tu e che non la prendi in considerazione.
 La frase non va, perche ti fa sentire colpevole della tua sofferenza; come se dipendesse dalla tua volontà. "Che ci vuole? Basta tirarsi su".
 
 Chi vuole aiutare un depresso, deve comprendere il suo dolore e deve rispettarlo.
 Perciò, niente consigli, niente ottimismo (dai, che problemi ci hai?). Se vogliamo aiutarlo, non dobbiamo dire a lui cosa deve fare per essere felice, ma fare noi stessi quello che lo può rendere felice.
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		|  12-05-2016, 23:15 | #16 |  
	| Esperto 
				 
				Qui dal: Nov 2009 Ubicazione: Regno dei fini 
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			Frasi del genere mi entrano da una parte e mi escono dall`altra... Ci sono anche quelli che vogliono farti ridere forzatamente con battute che di ironico non hanno niente, apprezzo anche il gesto ma se rido lo faccio solo per compiacerli
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		|  13-05-2016, 02:22 | #17 |  
	| Intermedio 
				 
				Qui dal: Jan 2014 Ubicazione: Veneto 
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					Originariamente inviata da Semifobico  Passeggiavo in città, non stavo bene,o meglio,la mattina avevo avuto una crisi di rabbia, scoraggiamento e tristezza. Poi mi sono ripreso un po' ed ero abbastanza sereno. Stavo appunto camminando in città e incrocio un conoscente, lo saluto, mi saluta e mi chiede come va. Gli rispondo "si più o meno", ma credo che sappia che me la passo abbastanza male.Mi risponde: " Dai dai,tirati su!" con una pacca sulla spalla.
 |  Per me ti sentivi meglio, ma il tuo meglio è stato percepito lo stesso come malessere, quindi ti sei detto una cosa del tipo: "cavolo, stavo meglio, ma sembrava stessi lo stesso male".
 
Magari avevi un tono di voce basso, lo sguardo spento, una brutta cera.
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		|  13-05-2016, 09:42 | #18 |  
	| Banned 
				 
				Qui dal: Jan 1970 
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					Originariamente inviata da Complainer  Per me ti sentivi meglio, ma il tuo meglio è stato percepito lo stesso come malessere, quindi ti sei detto una cosa del tipo: "cavolo, stavo meglio, ma sembrava stessi lo stesso male".
 Magari avevi un tono di voce basso, lo sguardo spento, una brutta cera.
 |  Stavo meglio rispetto alla mattina,ma avevo passato delle brutte ore,quindi sicuramente non avevo una bella cera e lo sguardo l'ho incrociato per un attimo,giusto un saluto con l'intento di proseguire,in pieno stile evitante.
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		|  13-05-2016, 12:02 | #19 |  
	| Esperto 
				 
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					Originariamente inviata da Semifobico  Si certo,un'esortazione. Il fatto è che mi sottolinea qualcosa che poi mi manda giù... |  Ci sta, ma mi sembra molto una de-sintonizzazione (ignorare le emozioni dell'altro) che potrebbe rievocare episodi passati di mancato conforto.
 
Pensandoci alla fine sai che è un conoscente e che la mancanza di interesse è reciproca , poi però la mente si ricollega alle esperienze passate e lo senti proprio come "l'ennesimo rifiuto".
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		|  13-05-2016, 12:39 | #20 |  
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			Secondo me non è detto che il fatto che fosse solo un conoscente significhi che non avesse alcun interesse. Perché mai le persone dovrebbero non avere empatia, tutte?
 Forse il problema è proprio questo: avresti il bisogno di piangere e sfogarti, ma ad un certo punto della tua vita hai deciso di "farcela da solo", cioè di trattenere la tristezza, che comporta però il trattenere anche tutto il resto.
 
 Una parola veramente compassionevole potrebbe averti ricordato che di tristezza da piangere, in fondo, ne hai, e vorresti qualcuno che ti capisca e ti sia vicino per poterla elaborare.
 
 Non ti viene da piangere perché lo vivi come l'ennesimo rifiuto. Se così fosse, avresti il magone tutto il giorno, tutti i giorni. Accade perché senti un po' di calore: ti senti accolto, anche se blandamente e solo da un conoscente.
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				 Ultima modifica di Angus;  13-05-2016 a 12:43.
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