A volte quando si ha una vita un po' divergente può capitare di avere attorno persone che non vedono l'ora che cambiamo qualcosa nella nostra vita.
Spesso sottolineo come il mio isolamento e la mia paura dei rapporti abbiano rovinato le mie amicizie.
Poi ripenso a quante volte mi sono sentita dire dagli amici che dovevo lavorare, che dovevo darmi una mossa, che dovevo fare qualcosa, insomma sentivo che non andavo bene. Insomma al di là delle lagne, può essere bello che gli altri si preoccupino per te, ma sentire che non vai bene, che dovresti essere diverso, beh fa male. Quindi vabbe'. Diciamo che c'era pure quel fattore lì, quel sentirsi sempre in difetto che alla lunga poi ti fa vergognare, ti fa sentire inadeguato, inferiore, pure se non è che ogni tre minuti ti viene sottolineato ma quando viene fuori provi quella specie di vuoto alla bocca dello stomaco che ti fa sentire che ok, non ti puoi rilassare neanche questa volta, non ti puoi rilassare neanche con questa persona.
Ma quindi come si fa ad amare qualcuno che secondo noi non sta facendo quello che dovrebbe fare?
No perché poi si entra nel solito discorso che un vero amico se ci tiene ti dice le cose come stanno etc. ma mi sa che ho perso un po' il filo del discorso.
Cercando di riordinare...
Come fa una persona a non patire se sente di essere amato colla clausola che però dovrebbe essere diverso, e si trova quindi in una sorta di regime di tolleranza, come se ci fosse un ultimatum che pende su di lui? O peggio che è amato solo in funzione di quello che dovrebbe essere e non per quello che è?
Si può poi anche dire che uno così esagera e spacca troppo il capello etc.
E se quelle due persone non fossero compatibili? E allora se tiriamo la cosa all'estremo va a finire che un eroinomane può essere amico solo di altri eroinomani?
Qual è il ruolo dell'amico?
O della persona amata? Se gli amici o la persona amata sentono che così come siamo non siamo abbastanza, non facciamo abbastanza e stanno in un certo senso ad attendere che diventiamo quello che vorrebbero loro, significa che in realtà il rapporto si basa su qualcosa che non esiste?
Sì, sto un po' esagerando... Però quella sensazione nell'aria di essere tollerati (che a volte esplode contro di te con frasi piccate per il tuo modo di vivere) non fa bene e non so quanto possa essere di aiuto.
Allora cosa deve fare l'amato, l'amico, mettiamoci pure il genitore (forse ho messo troppa gente)?
Come si fa ad amare qualcuno, a fare il bene di qualcuno?
Forse è tutto inutile? Bisogna aspettare che decida la persona? E se si prova una sorta di insofferenza per l'atteggiamento della persona come lo si supera? E se non lo si supera meglio distaccarsene?
Sì sto cercando di schematizzare qualcosa che di schematico non ha niente.
Però di schematico c'è che se — ad esempio — uno comincia a lavorare allora il meccanismo fa click e improvvisamente sei amabile senza riserve di nuovo.
Scherzo dài.
Però appunto c'è questa frustrazione verso di te che non ti impegni, non fai niente per cambiare le cose. Ma uno cosa deve fare?
A me sembra solo una intolleranza verso chi non è produttivo.
Nessuno vuole prenderti per mano e venire con te nel tuo mondo, chiederti cosa c'è laggiù.
Scusate ho scritto un sacco di stronzate... È chiaro che le cose sono piene di sfumature e non è così semplice...
Che non funziona che se uno trova un altro per crogiolarsi nella sua malattia allora va tutto bene.
Ma nemmeno si può sperare di raggiungere qualcuno facendolo sentire così inadeguato.
E se uno non può essere funzionale? Se uno è rotto e non si può aggiustare?
Io sto in questo forum perché c'è gente che vedo simile a me, alcuni con uno stile di vita simile al mio... Sto qui perché almeno non c'è una voce ogni tre secondi che mi bombarda nella testa a dirmi quanto sono sbagliata...
E uno dice: eh ma così ti crogioli. Bo
Ma se uno ha dentro una sofferenza o non ha trovato quello che cercava, è chiaro che lo cercherà dopo, pure se è spezzato.
No, è vero... Si tratta di essere una guida per l'altro. Allora se si è spezzati bisogna cercare buone guide. O cercare di essere buone guide per qualcuno ancora più spezzato di te.
O guidarsi a vicenda. E forse riconoscere i rapporti dove non ci si può incontrare. Vabbe'.......................
Comunque mi trovo e mi sono trovata anche nella situazione opposta, di amare persone che non ce la fanno, e mi chiedo la stessa cosa, se le danneggio se sto lì come una baccalà in diretta ad aspettarmi qualcosa.
Quando magari avrebbero bisogno di qualcos'altro.
È come se ci fossero delle regole che però sono state ribaltate e non si riesce a capire quali sono le soluzioni adattabili a quelle regole sovvertite.