Principiante
Qui dal: Jul 2018
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E' una storia di pura fantasia, spero possa intrattenervi. Se potete, non quotate.
Claudio (da ora in poi C.) è un ragazzo introverso, come ce ne sono tantissimi su questo forum. Si approccia tardi al sesso, la prima volta che fa l'amore (che è anche il suo primo bacio) mancano dieci giorni al suo ventesimo compleanno. Quella ragazza diventerà la sua prima fidanzata e staranno insieme quattro anni e mezzo: poi la lascerà lui, anche spinto dal desiderio di fare nuove esperienze sessuali.
C. ha tardi "lo sviluppo": i peli sotto le ascelle, la peluria sul petto (ne ha pochissimo tutt'ora a trent'anni), la barba arrivano tardi rispetto ai suoi coetanei.
C., già da quando aveva undici anni, fa la conoscenza con la pornografia e con la masturbazione. Come tutti, nulla di eccessivo.
Dopo aver lasciato la ragazza di cui parlavamo prima - sinceramente innamorata di lui (ovviamente con dei difetti, come tutti) - C. immaginava e sperava di avere tante storie leggere, passare di fiore in fiore. Si rende conto di essere la stessa persona introversa e riflessiva di sempre: intelligente, non bellissimo, timido. Privo della cattiveria necessaria per rimorchiare. Tende, da sempre, a diventare amico delle sue prede femminili.
E' un momento pesante per C., in famiglia, nello studio, per le ambizioni lavorative non soddisfatte. Vorrebbe crescere, sotto ogni profilo, spaccare il mondo.
C., al liceo, e anche ai primi anni dell'università, ha l'acne. Nulla di tragico. Gli tornerà proprio in questo periodo, quando ormai è davvero grande (24-25enne). I suoi coetanei sono ormai uomini. Ad ogni modo, passa.
C. esteticamente non è un brutto ragazzo ma nemmeno si nota. E' meglio di molti altri, probabilmente. Ma ritiene che chi, durante il periodo del liceo e dell'adolescenza, sia stato considerato dai suoi pari "l'amico", il ragazzo non bello, non "cacciatore", difficilemente riesca a scollarsi di dosso questa etichetta. Anche frequentando persone differenti, gruppi differenti, si sente sempre in questo modo. Con difficoltà riesce ad assumere un ruolo diverso.
Per C. inizia così un periodo abbastanza lungo in cui è single. La cosa non lo fa stare male, comunque. Si masturba. Gli pesa terribilmente la pressione sociale di essere single. Perché essere single deve essere oggetto di domande da parte di amici e parenti, i quali si sentono in dovere di aiutarlo a superare questa condizione. E' una condizione che richiede di essere approfondita, spesso nei contesti pubblici. Va chiarito perché, un ragazzo tutto sommato normale, decida di essere single.
Ci sono delle ragazze che si fanno avanti con C. Lui è molto timido e impacciato. E il tempo che passa non aiuta a reimparare a farsi avanti.
C. ogni tanto fa sesso. C. utilizza anche Tinder. E anche in questo modo riesce a combinare qualcosa. Esce anche più volte con la stessa ragazza, sia conosciute nella vita, sia su Tinder. Cose assolutamente sporadiche e che non portano a nulla.
C. a volte, spesso, viene anche rifiutato, dolorosamente.
A C., tutto sommato, piace Tinder. Apprezza la inequivocità del fatto che, se ci si è iscritti su questa piattaforma, si desidera fare sesso, almeno potenzialmente, con il proprio interlocutore. Non c'è dubbio che il motivo per cui si è lì presenti e quello. Invece, dal vivo, quando ci si approccia ad una ragazza, anche in una città non piccola (ma neanche enorme) quale quella in cui vive, c'è un ineliminabile imbarazzo dovuto al "provarci".
A C. pesa "provarci". Si sente inetto e inadeguato nel "provarci" con una ragazza. Nella sua mente C. non rimarrebbe stupido se, a seguito del suo "provarci" con una ragazza, questa si mostrasse inorridita dalla follia assoluta dovuta al fatto che C. abbia, per mera ipotesi assurda e astratta, potuto considerare che lei accettasse la sua proposta.
Per questo se ne astiene.
Le occasioni che in questo modo si procaccia non bastano a C. Vuole di più. Sia in termini di sesso, sia in termini di emozioni. Vuole rischiare.
Trova un altro contesto, oltre Tinder, in cui non c'è dubbio che i soggetti intervenuti siano lì incontrovertibilmente per avere rapporti sessuali. La prostituzione.
C. è anche follemente attratto dal mondo borderline della strada.
Inizia a circolare di notte, sempre più tarda, in circostanze sempre più strane. Fa l'amore con prostitute stradali.
E' affascinato da quel mondo.
Ha la faccia del bravo ragazzo, C., tutti l'hanno sempre inquadrato così: studioso, educato, gentile. Invece, lui vuole essere cattivo. Vuole vedersi come predatore.
Chiacchiera a lungo, con le prostitute. Lo ripeto, è davvero affascinato da quel mondo.
Incomincia a frequentare anche escort in appartamento (loft girls, si dice).
Due, tre, quattro, cinque volte al giorno fa l'amore in questo modo. Economicamente ce la fa, è di buona famiglia, e ha anche qualche entrata sua personale che può permettersi di spendere. Va considerato, inoltre, che con le prostitute stradali si spende davvero poco. A volte non ha nemmeno un rapporto completo: dopo la prima ragazza della serata, chiede semplicemente di fare sesso o altro.
Ha i suoi rituali. A volte, utilizza anche le mattine, invece di studiare o lavorare, per dedicarsi al suo hobby. Si lava, si veste, perfetto e pulito, esce e va a troie. Dopo, fuma, mangia avidamente in auto, va a guardare il mare.
Quando ha bisogno di uscire dal suo mondo stantio, da quegli abiti che è stanco di indossare, fa così.
Ha anche esperienze negative, rischiose, in questo campo. Le supera.
Anche molte positive. Ha un rapporto particolare con una di queste ragazze, lei lo inviterà a casa sua, più volte, faranno sesso senza alcun compenso, solo per il piacere di farlo, più volte. Fanno sesso senza usare protezioni.
C. è ipocondriaco di suo. Ha corso quel rischio scientemente. Non ci saranno conseguenze, per miracolo.
C. si innamora di lei come in un sogno. E' più grande di lui, straniera, saggia. Compare e scompare. Fino ad un certo momento in cui non riesce più a contattarla, perde le sue tracce.
Quasi nessuno sa del suo "hobby", della sua storia nascosta.
Le cose migliorano, per C. Professionalmente, innanzitutto, e umanamente. E' più sereno, anche con l'aiuto di un professionista, cui racconta tutte queste vicende (oltre a molte altre).
Riduce drasticamente la sua dipendenza dal sesso e dalle prostitute. Per un lungo periodo, del tutto. Nemmeno cerca occasioni di conoscere ragazze normali. La società continua a cercare di aiutarlo ad uscire dalla sua condizione di single. Comunque C. sta meglio, è più sereno, l'abbiamo detto.
Arriva il Covid e C. si gode l'isolamento.
Dopo il primo lockdown, prima dei vaccini, C. ricomincia. Si sente immortale perché dopo aver corso quei rischi di cui prima abbiamo parlato pensa che il Covid non sia nulla per lui.
Ricomincia, l'abbiamo detto, ma senza esagerare, con coscienza, non come prima, non come una dipendenza. Ha paura, però, per le persone che gli sono accanto, i genitori in primo luogo, che hanno una certa età, non vorrebbe contagiarli.
Si astiene. L'ultima volta che frequenta una prostituta è il 7 agosto 2020.
A settembre dello stesso anno conosce una ragazza. E' lei che si fa avanti. C. non vorrebbe, in verità, "conoscerla", non vorrebbe uscire con lei. Vorrebbe rimanere nella sua comfort zone. Non vuole correre rischi.
Invece, iniziano a frequentarsi e adesso sono fidanzati molto seriamente. Lui non la tradirebbe mai. Lei non sa nulla del suo passato.
A volte, però, lui desidera ripercorrere certi sentieri, risentire certe emozioni, sperimentare nuovamente antiche dolci paure.
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