Alcuni fatti avvenuti recentemente e delle discussioni sul Forum mi hanno tenuto impegnato in una riflessione svoltasi ieri sera.
Io letteralmente, non ho vissuto l'adolescenza. In nessuna forma. Non ho avuto amici, ho abbandonato la scuola per bullismo e la mia situazione familiare e parenti non ne ho mai avuti se non mia madre. Mi sono chiuso in casa verso i 13 anni e con qualche uscita sporadica sono andato avanti fino ai 17.
Ora sono una vera macchina antisociale, non so come comportarmi con le persone e ormai credo di essere corrotto mentalmente, il mio ideale di vita è uno e non mi sento così attaccato ad essa da continuarla senza esistere nel modo in cui vorrei. Sono sempre stato un accomodatore, accetto qualsiasi cosa senza fiatare e per tutta la mia vita ho vissuto le richieste degli altri, non sono mai esistito. Tutto ciò che sono con gli altri è una maschera da cima a fondo, tranne qualche raro contatto online.
Verso i 17 ho iniziato ad uscire di casa con alcune mie vecchie conoscenze risalenti all'età prepuberale, senza parlare della mia attuale situazione di VUOTO - compresa la vita scolastica, inventata su due piedi - ed anzi come al mio solito ho iniziato ad agire da consultorio vivente. Per loro sono semplicemente estremamente timido ma con una visione molto logica delle cose che da consigli si può dire decenti.
Dopo poco compiuti i 18 anni, di mia volontà spinto anche un pochino dal forum; mi sono iscritto al Centro Salute Mentale della mia città. Almeno per la fascia giovanile sono evidentemente abituati agli opposti dei miei problemi, ragazzi che vivono la vita in modo troppo spensierato, fregandosene delle conseguenze, e devono ora acquistare del sale in zucca per vivere a modo in questa società. Io sono invisibile, da fobico sono stato scambiato per semplice ragazzo "serio", che come problema principale ha soltanto il non essersi diplomato. In due mesi ho avuto giusto una visita con lo psichiatra che mi ha fatto da spaccino standard e 4 visite psicologiche, nelle quali non c'è stato altro che un continuo accenno suo e mio della testa a questioni ovvie, come: "bisogna trovarsi un lavoro, pensare al futuro, fare esperienze nel sociale è importanti.. la vita fuori è così". Una ragazzo del centro diurno del CSM è diventato mio amico, ma questa relazione possiamo dire sia a senso unico. Mi cerca in continuazione, si fa trovare praticamente tre volte a settimana al dipartimento di salute mentale, deve sfogarsi ogni due. Il problema è che mi ha scambiato per un dipendente del complesso, è sempre lì a raccontarmi dei suoi problemi con le ragazze - non riesce a non rimanere fidanzato - e dei miei problemi non gli interessa nulla. Sto continuando ad annullarmi per gli altri, fare cose che mi provocano soltanto uno stress indeterminabile e continuo a non venir capito da nessuno. A me questa vita non piace, quando mi viene detto di pensare al futuro l'unica cosa a cui riesco a pensare è che se ingloba questi compromessi preferisco tanta non viverla.
Gli ultimi quattro giorni, compiendo uno sforzo immane, sono stato al Comicon di Napoli ma da solo. Ho partecipato ad alcuni eventi (sempre da spettatore), visto proiezioni.. comprato il minimo indispensabile perché io di soldi non miei non ne spendo in generale. È andata avanti così, mi sono "divertito" ma ho anche provato quell'angoscia costante di solitudine, oltre l'ansia di essere sempre osservato perché da solo. Tutto ciò mi ha portato all'ennesima crisi. L'interruttore nella mia testa si è spento di nuovo: non voglio vedere nessuno; né quella persona conosciuta al dipartimento che ormai sembra essersi attaccata in una maniera anormale a me - ma solo per succhiarmi linfa vitale, non per altro - ed il CSM, che ha deciso possa fare corsi a destra e sinistra tranquillamente senza nemmeno aver provato a risolvermi nulla. Nessuno, nemmeno mia madre ha mai preso sul serio le mie considerazioni, mio padre è infermo mentale e almeno lei posso capirla.. ma io non ho nessun altro che davvero pensi a me.
Non mi piace attirare attenzioni, non ho mai fatto trasparire minimamente l'intenzione di voler concludere questa vita, ho un malessere interiore enorme e sono completamente bloccato.
Per citare alcune discussioni del momento, e se la depressione è semplicemente vivere una vita di merda? A me i problemi di salute non mancano, gli affetti, quelli sì e mi ritrovo con istinti suicidari quando l'unico che può fare qualcosa per me ora è me stesso. Ho perso il treno per fare quello che mi sarebbe piaciuto, una vita che non sono io a volerla non la voglio più fare e mi sento completamente angosciato.
Dalla mia solo l'età, quasi 19, ma per fare cosa? Non m'interessa più vivere una vita normale. Potessi mi spedirei seduta stante in una clinica, tanto di un bel checkup ne avrei sicuramente bisogno, però ho paura dell'iter, dei farmaci - di cui comunque ora faccio uso e abuso - e a leggere questo forum dopo comunque non cambierebbe nulla.
HO BISOGNO DI QUALCUNO CHE RICONOSCA I MIEI PROBLEMI, SENZA DOVER PER FORZA FAR FINTA DI TENTARE IL SUICIDIO COME TANTI ALTRI. COME NELLA VITA NORMALE ANCHE AGLI ESTREMI DEI PROBLEMI MENTALI AD AVERLA LA MEGLIO SONO SEMPRE QUELLI PIU' AGGRESSIVI, A SCUOLA DA LORO VENIVO BULLIZZATO ED ORA DA LORO AL DIPARTIMENTO VENGO OSCURATO.
In tutti questi anni almeno a casa ero distratto, ora non riesco più. Uscire dalla comfort zone non mi ha portato a belle esperienze, ma mi ha soltanto aperto gli occhi sul fatto che io e questa società non andremo mai d'accordo.
Mi toccherà dire ciò almeno al Centro, anche perché la persona che lì ho conosciuto è di un insistenza smisurata e mi attendono tempi bui da evitante. Ma perché dovrei continuare così? Dormire con dei farmaci, svegliarmi per fare una vita che odio, sapere di star imboccando quella strada per sempre. Davvero, non ne vedo il senso.
Per chi ormai è entrato in questo tunnel, capisco quanto sia impossibile uscirne. Ma se c'è ancora qualcuno all'inizio di questo bivio, considerato tutto, ma ha davvero senso?