Io che non conoscevo il mondo come potevo giudicarlo con cotale certezza?
Come mi arrocavo il diritto di giudicare le persone se non avevo neanche il coraggio di parlarvi?
Tacciare di banalità una donna se a malapena la sfioravo?
Non conoscevo nulla, ma i miei pensieri erano assolute verità, dei dogma imprescindibili.
Un giorno tantai di vederlo più da vicino il mondo.
Lo scorsi dapprima di sfuggita, per spingermi poi sempre più a fondo.
E fui sbalordito da come i miei pensieri un tempo certi erano così fallaci, mi meraviglia della moltitudine di sfaccettature che un'essere umano poteva assumere:
Dall'essere infinitamente stronzo al meraviglioso, passando per un caledoscopio di vie intermedie.
Che enorme errore avevo fatto fino a quel momento. La paura mi aveva privato del piacere della conoscenza e donatomi una visione distorta della realtà.
la mia percezione è solo una delle infinite possibili percezioni di questo universo metafisico.
Non c'era solo il bianco e il nero ma mille sfumature di colore diverso.
Potevo, dovevo, cercare la tonalità più affine alla mia.
Ed è così che smisi di racchiudere gli esseri umani in categorie stagne e smisi di sentenziare su cose che non conoscevo ed avevo l'obbligo d'imparare.
R.