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24-11-2022, 18:58
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#1
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,693
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Per le persone sole: pensate sia una scelta più vostra o degli altri?
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24-11-2022, 19:03
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#2
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,570
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Domanda che ha molto poco senso secondo me, con tutto il rispetto.
Uno QUASI sempre è emarginato per un mix sbagliato; genitori, scuola, carattere, gente a cui non gliene frega una minchia di te o altri motivi che ti fanno vedere sfigato agli occhi degli altri, contesto.
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24-11-2022, 19:08
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#3
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,320
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Bella domanda.
Uno dei miei problemi è che, quando si tratta di far durare un rapporto umano nel tempo, fatico molto a prendere l'iniziativa ovvero se gli altri non mi cercano non li cerco io. Quindi almeno in questo potrei ritenermi responsabile del mio isolamento, e mi dico che se solo mi fossi impegnato di più col farmi avanti non sarei nella situazione in cui sono. Però a volte, riguardando il passato, ho comunque il sospetto di essere sempre stato una persona "poco cercata", e questo almeno sino all'inizio delle scuole superiori. Poi mi dico anche che, ma questa è più che altro una congettura, forse sono una persona che, per come mi pongo lancio dei segnali, anche involontariamente, che dicono "statemi alla larga". Insomma, è una matassa difficile da sbrogliare.
Ma c'è anche da considerare un altro ordine di fattori, ovvero che sono (e di questo ne sono consapevole) una persona difficile con cui rapportarsi, per via del carattere, dei modi di fare, per alcune mie particolarità, e non da ultimo per l'autismo. Tra le persone con cui, nel corso del tempo, ho scelto di aprirmi nelle mie questione più intime, molte hanno reagito allontanandosi perché non riuscivano ad accettare o capire determinati miei lati. Una persona me l'ha anche detto esplicitamente, dopo un giorno in cui avevo raccontato di cose mie abbastanza personali. Per questi ultimi casi penso la responsabilità sia anche degli altri, di una certa mentalità chiusa, di pregiudizî, di incapacità di capire determinate situazioni altrui e via dicendo.
Quindi nel complesso forse la responsabilità del mio isolamento può essere divisa equamente tra me e il Mondo.
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24-11-2022, 19:09
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#4
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,693
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Ma ci sarà una preponderanza, soprattutto da adulti.
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24-11-2022, 19:11
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,693
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Io per esempio sono auto emarginato.
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24-11-2022, 19:24
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#6
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Esperto
Qui dal: Aug 2022
Messaggi: 3,880
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Quote:
Originariamente inviata da Schlemiel
Per le persone sole: pensate sia una scelta più vostra o degli altri?
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Ho sperimentato le 2 situazioni sulla mia pelle.
- in adolescenza ho vissuto un periodo di solitudine non cercata ma piuttosto mi ci sono ritrovato. Devo dire che alla lunga mi mancava la presenza di qualcuno/a anche solo come amicizia con cui poter parlare/passare del tempo insieme
- da adulto, dopo aver esperito un po' di vita sociale in varie sfaccettature, sono tornato all'eremitaggio per scelta
credo sia un normale 'sta cosa: siamo un po' tutti come il Candido di Voltaire. Da giovane (a meno di infanzie veramente brutte & traumatiche) si ha ancora un minimo di tendenza alla socialità, all'aprirsi al Mondo.
Anni dopo, con un bagaglio pieno di esperienze, ognuno trarrà (se vuole) le conclusioni sulla società e sé stesso, agendo di conseguenza. Credo...immagino...non so....forse
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24-11-2022, 19:26
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#7
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,693
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Quote:
Originariamente inviata da cuginosmorfio
Ho sperimentato le 2 situazioni sulla mia pelle.
- in adolescenza ho vissuto un periodo di solitudine non cercata ma piuttosto mi ci sono ritrovato. Devo dire che alla lunga mi mancava la presenza di qualcuno/a anche solo come amicizia con cui poter parlare/passare del tempo insieme
- da adulto, dopo aver esperito un po' di vita sociale in varie sfaccettature, sono tornato all'eremitaggio per scelta
credo sia un normale 'sta cosa: siamo un po' tutti come il Candido di Voltaire. Da giovane (a meno di infanzie veramente brutte & traumatiche) si ha ancora un minimo di tendenza alla socialità, all'aprirsi al Mondo.
Anni dopo, con un bagaglio pieno di esperienze, ognuno trarrà (se vuole) le conclusioni sulla società e sé stesso, agendo di conseguenza. Credo...immagino...non so....forse
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Mi è successa la stessa cosa da adulto mi sono emarginato.
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24-11-2022, 19:29
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#8
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,693
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Quote:
Originariamente inviata da Hor
Bella domanda.
Uno dei miei problemi è che, quando si tratta di far durare un rapporto umano nel tempo, fatico molto a prendere l'iniziativa ovvero se gli altri non mi cercano non li cerco io. Quindi almeno in questo potrei ritenermi responsabile del mio isolamento, e mi dico che se solo mi fossi impegnato di più col farmi avanti non sarei nella situazione in cui sono. Però a volte, riguardando il passato, ho comunque il sospetto di essere sempre stato una persona "poco cercata", e questo almeno sino all'inizio delle scuole superiori. Poi mi dico anche che, ma questa è più che altro una congettura, forse sono una persona che, per come mi pongo lancio dei segnali, anche involontariamente, che dicono "statemi alla larga". Insomma, è una matassa difficile da sbrogliare.
Ma c'è anche da considerare un altro ordine di fattori, ovvero che sono (e di questo ne sono consapevole) una persona difficile con cui rapportarsi, per via del carattere, dei modi di fare, per alcune mie particolarità, e non da ultimo per l'autismo. Tra le persone con cui, nel corso del tempo, ho scelto di aprirmi nelle mie questione più intime, molte hanno reagito allontanandosi perché non riuscivano ad accettare o capire determinati miei lati. Una persona me l'ha anche detto esplicitamente, dopo un giorno in cui avevo raccontato di cose mie abbastanza personali. Per questi ultimi casi penso la responsabilità sia anche degli altri, di una certa mentalità chiusa, di pregiudizî, di incapacità di capire determinate situazioni altrui e via dicendo.
Quindi nel complesso forse la responsabilità del mio isolamento può essere divisa equamente tra me e il Mondo.
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Non è facile neanche stare vicino a me sono sempre serio e meditabondo.
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24-11-2022, 19:29
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,082
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Io spesso ho praticato l'auto-emarginazione preventiva. Quindi iniziativa mia. Però è successo anche per iniziativa altrui.
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24-11-2022, 19:49
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#10
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,570
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Diciamo che da adulti gli emarginati non sono pochi, perché spesso gli amici si sposano, fanno figli e si perdono di vista.
Non è difficile che un over 30 lavori e basta e vada a frequentare quei 2-3 conoscenti solamente. .
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24-11-2022, 19:55
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#11
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Banned
Qui dal: Dec 2020
Messaggi: 1,685
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Quote:
Originariamente inviata da cuginosmorfio
Ho sperimentato le 2 situazioni sulla mia pelle.
- in adolescenza ho vissuto un periodo di solitudine non cercata ma piuttosto mi ci sono ritrovato. Devo dire che alla lunga mi mancava la presenza di qualcuno/a anche solo come amicizia con cui poter parlare/passare del tempo insieme
- da adulto, dopo aver esperito un po' di vita sociale in varie sfaccettature, sono tornato all'eremitaggio per scelta
credo sia un normale 'sta cosa: siamo un po' tutti come il Candido di Voltaire. Da giovane (a meno di infanzie veramente brutte & traumatiche) si ha ancora un minimo di tendenza alla socialità, all'aprirsi al Mondo.
Anni dopo, con un bagaglio pieno di esperienze, ognuno trarrà (se vuole) le conclusioni sulla società e sé stesso, agendo di conseguenza. Credo...immagino...non so....forse
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Posso dire lo stesso per me.
Da bambino/ragazzino e fino ai 20 anni cercavo disperatamente la socialità, volevo uscire, avere amici, conoscere persone e così via ma non riuscivo a creare dei rapporti con le persone, a farmi capire e accettare. Poi dai 21 in poi (anno in cui ho mollato la brevissima esperienza universitaria) mi sono definitivamente chiuso in me stesso.
Ho perso interesse negli altri e, soprattutto, nelle attività che richiedevano una socialità.
Diciamo che quando mi sono sentito adulto e ho capito che il "capitolo adolescenza" era concluso e con ciò iniziavo a sentire la pressione delle responsabilità, del dover lavorare e così via, ho iniziato a diventare sempre più disgustato dagli altri o, nei casi migliori, indifferente.
Gli altri non avevano più niente da darmi ed erano solo una perdita di tempo (e di soldi, che ottenevo con estrema fatica e sacrificio).
Ho cominciato a dare più valore e a dedicare più tempo ad altro (per esempio il mio hobby) e con il tempo, abituandomi sempre più alla solitudine, ho perso definitivamente interesse nel frequentare gli altri.
Alla solitudine ci si abitua a tal punto da non riuscire a farne a meno.
Non ho mai trovato qualcuno con cui valesse veramente la pena investire tempo e risorse per poterci passare del tempo insieme.
La socialità ha un costo e non sono disposto a rinunciare ad altro per averla.
Preferisco la solitudine a dei rapporti finti basati sul nulla.
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24-11-2022, 20:10
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#12
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,570
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Quote:
Originariamente inviata da juan
Direi più che altro autoemarginato.
Fin da bambino ho distrutto qualunque possibilità di costruire rapporti con gli altri a causa del mio senso di inferiorità e inadeguatezza. Non andavo alle feste di compleanno quando mi invitavano, alle medie spegnevo il cellulare per tre mesi pur di non rovinarmi l'estate venendo importunato dalle poche persone che mi rivolgevano la parola. Però ho anche l'impressione di non piacere agli altri, a volte ne ho avuto la conferma. Non capisco se vengo disprezzato perché sono una brutta persona o perché tendo a trasmettere agli altri il modo in cui mi vedo io.
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L'ultima parte mi rispecchia anche a me, e sarebbe da incorniciare, quella sensazione di non essere mai abbastanza e vedere gli altri venir cagato facilmente.
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24-11-2022, 20:15
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#13
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Lazio
Messaggi: 9,570
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Quote:
Originariamente inviata da Ruoppolo
Posso dire lo stesso per me.
Da bambino/ragazzino e fino ai 20 anni cercavo disperatamente la socialità, volevo uscire, avere amici, conoscere persone e così via ma non riuscivo a creare dei rapporti con le persone, a farmi capire e accettare. Poi dai 21 in poi (anno in cui ho mollato la brevissima esperienza universitaria) mi sono definitivamente chiuso in me stesso.
Ho perso interesse negli altri e, soprattutto, nelle attività che richiedevano una socialità.
Diciamo che quando mi sono sentito adulto e ho capito che il "capitolo adolescenza" era concluso e con ciò iniziavo a sentire la pressione delle responsabilità, del dover lavorare e così via, ho iniziato a diventare sempre più disgustato dagli altri o, nei casi migliori, indifferente.
Gli altri non avevano più niente da darmi ed erano solo una perdita di tempo (e di soldi, che ottenevo con estrema fatica e sacrificio).
Ho cominciato a dare più valore e a dedicare più tempo ad altro (per esempio il mio hobby) e con il tempo, abituandomi sempre più alla solitudine, ho perso definitivamente interesse nel frequentare gli altri.
Alla solitudine ci si abitua a tal punto da non riuscire a farne a meno.
Non ho mai trovato qualcuno con cui valesse veramente la pena investire tempo e risorse per poterci passare del tempo insieme.
La socialità ha un costo e non sono disposto a rinunciare ad altro per averla.
Preferisco la solitudine a dei rapporti finti basati sul nulla.
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"Alla solitudine ci si abitua a tal punto da non riuscire a farne a meno". Come la droga. Chi si droga pensa la stessa cosa.
Ma ragazzi, non facciamo assolutamente passare come normalità lo stare sempre soli e l'isolamento.
Ti distrugge a lungo andare e TUTTI ne escono con le ossa rotte, è così.
Quando dici che non hai mai trovato qualcuno può essere vero sicuramente, ma se stiamo a trovare quella fantomatica persona giusta la verità è che possiamo morire di solitudine. È così.
O si scende a compromessi( e di parecchio, lo so non è giusto) o si soccombe.
Come diceva Vespa1976 un giorno ci alzeremo da over 40 e capiremo che a quel punto siamo fottuti e certe minime occasioni non si ripresentano mai più.
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24-11-2022, 20:18
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#14
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,650
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È una scelta delle circostanze.
Vivo in un luogo piccolo e mi mancano le occasioni..
In passato ho avuto degli amici, certo li frequentavo come e quando potevo (poco ). Le mie priorità erano diverse, la mia presenza era più utile in altre sedi.
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24-11-2022, 20:41
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#15
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Esperto
Qui dal: Sep 2018
Messaggi: 2,477
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auto
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24-11-2022, 20:57
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#16
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da Schlemiel
Per le persone sole: pensate sia una scelta più vostra o degli altri?
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Chiaramente si tratta di meccanismi a valanga che si autoalimentano l'uno con l'altro. Se dovessi identificare un bandolo della matassa in un ambiente medio direi che i problemi partono dalla persona emarginata. Ma ovviamente questo non sottintende alcuna colpa. Non si è capaci per una somma di motivi di avere un vissuto più o meno normale, questo porta a chiudersi e ovviamente ciò allontana dalle persone. Ci si chiude ancora di più e ricomincia il giro.
Vedo spesso tutto questo all'opera. Uno un po' "caciarone" e con quel certo non so che da me sempre chiamato carisma, si inserisce sempre e in fretta. Altri non ci riescono.
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24-11-2022, 20:58
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#17
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da Ezp97
"Alla solitudine ci si abitua a tal punto da non riuscire a farne a meno". Come la droga. Chi si droga pensa la stessa cosa.
Ma ragazzi, non facciamo assolutamente passare come normalità lo stare sempre soli e l'isolamento.
Ti distrugge a lungo andare e TUTTI ne escono con le ossa rotte, è così.
Quando dici che non hai mai trovato qualcuno può essere vero sicuramente, ma se stiamo a trovare quella fantomatica persona giusta la verità è che possiamo morire di solitudine. È così.
O si scende a compromessi( e di parecchio, lo so non è giusto) o si soccombe.
Come diceva Vespa1976 un giorno ci alzeremo da over 40 e capiremo che a quel punto siamo fottuti e certe minime occasioni non si ripresentano mai più.
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E' così; alla fine la solitudine finisce con l'essere distruttiva.
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24-11-2022, 21:00
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#18
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Esperto
Qui dal: Mar 2022
Messaggi: 1,713
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Auto-emarginata che di conseguenza è diventata (o comunque è sulla via di diventare) emarginata.
In parte la penso come Hor "la responsabilità del mio isolamento può essere divisa equamente tra me e il Mondo."
Oggi sono abbastanza positiva, quindi non voglio incupirmi. Ma è molto desolante quanto ti chiudi a riccio e non vuoi che nessuno ti veda. Ho perso persone importanti per questo atteggiamento auto-sabotante (per me) ed spaventoso pensare di non riuscire ad essere più una persona in grado di poter dare/godere la vita. Che secondo me è anche socialità.
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24-11-2022, 21:22
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#19
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
All'inizio venivo emarginato ma facevo buon viso a cattivo gioco, e cosi avanti per dieci anni.
A furia di tutte le emarginazioni mi sono guastato e ho iniziato a emarginarmi da solo.
Adesso è un mantra, non voglio più vedere nessuno.
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Qualcosa di simile vale anche per me, ma non posso trascurare che nessuno mi ha emarginato per caso. Evidentemente in me viene vista rispettivamente l'assenza o la insufficienza di qualità desiderabili e la presenza o l'eccesso di cose che non invogliano a frequentarmi. Poi appunto, si innesca il meccanismo a valanga.
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24-11-2022, 21:28
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#20
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Esperto
Qui dal: May 2020
Messaggi: 4,261
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Direi più auto emarginato che emarginato, in adolescenza ho avuto un'occasione di avere un giro sociale "normale" ma l'ho buttata al vento per via del mio caratteraccio e della mia sociofobia
Ma concordo con Ezp, anche nel mio caso è stato un mix di cose
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