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Vecchio 24-01-2013, 21:12   #1
Intermedio
L'avatar di Train Wreck
 

Ok, penso che molti di voi leggendo ciò che scriverò avranno la tentazione di chiamare un'ambulanza, ma vengo da 3/4 giorni psicologicamente positivi e vorrei capitalizzare questo momento (almeno parlando di modalità di pensiero, all'azione penserò poi ), pur rimanendo cosciente che è probabile non duri e che il mio destino di barbonaggio sotto i ponti attualmente rimane la possibilità più credibile.
Qualche premessa fondamentale: da qualche anno ho cominciato un percorso di auto-analisi (per un paio d'anni con l'ausilio di un terapeuta del quale non mi posso più avvalere causa difficoltà economiche) che mi ha convinto che quando si parla di fobia sociale, timidezza, DEP o problemi simili, il minimo comun denominatore si chiama giudizio degli altri.
Inoltre, causa frequentazione forzata (di cui non spiegherò i motivi per questione di privacy) con persone molto diverse da me e fra loro, ho notato un elemento comune: tutti o la stragrande maggioranza della gente è soggetta alla paura del giudizio degli altri. Insomma, le persone totalmente immuni da questo "tarlo" sono rare.
Dov'è la differenza fra "noi" (e con noi intendo semplicemente chi si sente di appartenere a questa categoria, a vostra totale discrezione) e gli "altri"?
Ovviamente il grado e l'ambito in cui questa paura si manifesta, e la relativa influenza che ha nel complesso nella vita di ciascun singolo. Ci sono persone che la vivono invalidante in tutti gli ambiti della propria esistenza, persone che la percepiscono tale solo in determinati ambiti e persone per i quali la paura di "ciò che può pensare la gente" è normale gestione, quasi un non-problema: certe cose poco importanti vengono evitate, mentre per certe altre più importanti, per le quali vale la pena, avviene inconsciamente uno "sforzo psicologico" (magari minimo) che permette di superarla.
Vengo al punto: ben poche, delle persone "timide" o "normali" che mi capita di frequentare, si rendono conto che rinunciare a certe cose (anche stupide) per la paura del giudizio altrui è un problema. Perchè, in effetti, per loro non lo è. E' una necessità ancestrale (come mangiare, bere, dormire) di cui non ci rende conto, il che di conseguenza impedisce di cogliere un punto fondamentale: è una necessità ormai totalmente inutile.
Quando la vita non viene intaccata (o solo in minima parte) dalla paura del giudizio altrui, le persone tendono a non considerarla: vivono lo stesso, provano a realizzarsi e realizzare i propri progetti, alcune volte ci riescono altre no, ma sempre senza la consapevolezza che tutte le proprie scelte e azioni sono influenzate in misura maggiore o minore da questo timore.
La fobia sociale e i suoi simili, nella loro spietatezza, hanno il pregio di portare in superficie questa consapevolezza: io sono convinto (non so se a torno o a ragione, ditemi voi che ne pensate) che riuscendo (con un duro lavoro e una buona dose di consapevolezza, me ne rendo conto) a scrollarsi questo mostro dalle spalle si possa riuscire a vivere una vita più realizzata nel vero senso della parola (ovvero: più in contatto con i propri reali desideri scremati degli input negativi provenienti dall'esterno), rispetto alla maggior parte delle persone che non si sono mai trovate di fronte al problema.
Questo sempre che ci si riesca prima di crepare, ovviamente.
Vecchio 24-01-2013, 21:53   #2
Banned
 

Interessante punto di vista. Io al contrario ho sempre considerato la fobia come fosse sinonimo di ignoranza, piuttosto che di consapevolezza. Ma suppongo che in un certo (diverso) senso sia vero anche il contrario. (ma non mi riferisco alla fobia sociale in se, quanto piuttosto al superamento della stessa. )
Riguardo al giudizio degli altri, io credo che la differenza tra un fobico e un non fobico risieda nella percezione del giudizio, piuttosto che nel giudizio in se. Questa percezione, che è strettamente legata alla percezione di se stessi, spesso affonda, nel caso di un sociofobico, nella vergogna e nell'inquietudine. Ed è li che bisogna applicare lo sforzo psicologico, imo.
Vecchio 24-01-2013, 22:50   #3
Esperto
 

E quindi implicitamente stai dicendo che la gente inizia a fumare, pur senza convinzione, per paura del giudizio del gruppo e degli altri? No, impossibile....
Vecchio 26-01-2013, 15:36   #4
Esperto
L'avatar di passenger
 

Quote:
Originariamente inviata da shycrs Visualizza il messaggio
E quindi implicitamente stai dicendo che la gente inizia a fumare, pur senza convinzione, per paura del giudizio del gruppo e degli altri? No, impossibile....
Secondo me idioti che lo fanno solo perché fa figo e avvicina in qualche modo gli altri, ci sono. Io ad esempio ne ho conosciuto uno su questo forum, che vabbè, però non era idiota solo per questo motivo, per sua sfortuna.
Vecchio 26-01-2013, 16:35   #5
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da passenger Visualizza il messaggio
Secondo me idioti che lo fanno solo perché fa figo e avvicina in qualche modo gli altri, ci sono. Io ad esempio ne ho conosciuto uno su questo forum, che vabbè, però non era idiota solo per questo motivo, per sua sfortuna.
Solamente uno? Secondo me ce ne sono troppi in giro anche se non so quanti ce ne siano qua dentro!

Ultima modifica di shycrs; 26-01-2013 a 16:45. Motivo: Aggiunte le ultime 12 parole causa fraintendimento
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