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Vecchio 30-12-2009, 14:15   #1
Esperto
L'avatar di paule
 

Ho trovato quest'articolo che parla del nostro caro male oscuro, siccome anche per quest'anno ci ha onorati delle sue irruenti visite(non mi dò del voi, ma mi rivolgo al popolo dei "depressi" che magari evita quelle sòle degli antidepressivi), mi sembra un degno elogio da dedicargli, nulla di originale, ma sempre bene ricordare la nobiltà di questo antichissimo male, altro che male del secolo! Dunque rendiamo omaggio alla Melancolia, come a me piace chiamarlo, dal titolo dell'opera che gli dedicò il Durer:

http://brunelleschi.imss.fi.it/galil...oliaIZoom.html



"Dicono che sia il male del secolo, l'antro oscuro dove precipitano senza distinzione persone felici così come individui disperati. Materia da psicanalisti, oppure da farmacologi che, pretendono, con una pastiglietta di ridonare la fiducia nel tempo che avanza. Non voglio parlare delle origini della depressione, e nemmeno delle sue possibili cure. E' sui depressi che voglio soffermarmi, sulla delicatezza mista a profondità che li contraddistingue. Non ho mai incontrato un depresso che non avesse anche un bagaglio segreto di sensibilità acute, di acute visioni e di visioni lucide, a tratti malinconiche ma quasi sempre verosimili.
Ci sono molti tipi di depressione: c'è chi davanti ad una giornata nuova non trova la forza di alzarsi dal letto; c'è chi deve farlo per forza, l'alzarsi dal letto, ma ha come unico pensiero il ritornarci; c'è chi si barcamena in un'alternanza fra lunghi chiari e lunghi scuri; chi infine conduce una vita normale, sebbene velata da una patina di malinconia, ma che per un nonnulla conduce al più cupo mal di vivere, per una sera, una notte, un intero giorno forse, e poi il tutto si riaggiusta. Io credo di essere fra questi ultimi.
Ma poi ci sono molte altre declinazioni di depressione.
Si ha un bel dire che la depressione ha origine chimica. Non conosco depresso che in fondo all'anima non abbia un dilemma irrisolto, un'incapacità di adattarsi a situazioni per lui inavvicinabili, un sogno represso o una malinconia incolmabile. La depressione ha sempre una radice, talmente profonda da divenire talvolta inestirpabile perché aggrovigliata al nostro stesso essere. Senza quella maledetta depressione si sarebbe altro, con una diversa sensibilità, una visione del mondo diversa.
E' per questo che alcuni depressi sono gelosi della loro depressione, preferendo talvolta non tentare nemmeno la via della cura, effimera o definitiva che sia. La visione esistenziale di un depresso è normalmente complessa, varia, caleidoscopica o White and Black a seconda dei momenti. Mai banali, mai approssimativi o fatalisti. Per un depresso il tempo scorre lasciando impronte sulla mente e sul corpo, e sono queste impronte che talvolta pesano come macigni.
Nei miei momenti cupi, per fortuna rari, vedo tutto nero, senza eccezioni, e le mie analisi sono nere, così come i miei pensieri e le mie previsioni. Il nero della solitudine, della malinconia senza argini, del desiderio di scappare e basta. L'origine di tutto ciò pesca nel mio passato remoto, il quale però ha lasciato scoperte alcune micce che si incendiano per nulla. Ed ecco allora arrivare l'oscurità, che mi rende tenebroso e mi porta a gettare nero anche sulle persone con cui mi rapporto. Brutta storia insomma. Ma dura uno, due giorni e poi riparto come nulla fosse stato. Ho perso qualche amico e qualche simpatia per questa faccenda. Ma nulla posso farci, ormai lo so'.
La mia è comunque una depressione blanda, malinconica, a picchi domabili. I veri depressi, invece, sono coloro che col male oscuro convivono per tratti di vita interi, e che li porta a leggere il mondo con quegli occhi un po' persi, svogliati perché troppo desiderosi, inappagati per troppa esigenza.
I depressi sono spesso la voce dell'ideale, del giusto, del compromesso a fin di bene, del vedere il mondo attraverso lenti pulite e vergini. I depressi sognano le fiabe e mal sopportano di annegare compiaciuti nel crudo mondo del reality.
Un po', a questo mondo, forse fa comodo giudicare un sognatore depresso, o un malinconico, portatore di chissà quale patologia. Fa comodo così come fa comodo rappresentare il brutto, il volgare, il becero o il turpiloquio.
Il depresso invece racconta un mondo ideale che forse non esiste.
O forse, semplicemente, non lo si vuole far esistere!"


(cit. http://www.gremus.it/?q=node/1010)
Vecchio 30-12-2009, 14:19   #2
Banned
 

Beh, io amo l'oscurità ma non sono depresso.
Vecchio 30-12-2009, 14:25   #3
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da paule Visualizza il messaggio
c'è chi davanti ad una giornata nuova non trova la forza di alzarsi dal letto;
Io di mattina sono incazzato come una iena. Salto giù dal letto in preda a una foga demoniaca. So che devo affrontare una nuova dura giornata e quindi mostro i denti fin dal principio. Se la vita è dura io allora cerco di esserlo anche di più. A me non mi spezza nessuno!
Vecchio 30-12-2009, 14:41   #4
Esperto
L'avatar di altair
 

Quote:
I veri depressi, invece, sono coloro che col male oscuro convivono per tratti di vita interi, e che li porta a leggere il mondo con quegli occhi un po' persi, svogliati perché troppo desiderosi, inappagati per troppa esigenza.
I depressi sono spesso la voce dell'ideale, del giusto, del compromesso a fin di bene, del vedere il mondo attraverso lenti pulite e vergini. I depressi sognano le fiabe e mal sopportano di annegare compiaciuti nel crudo mondo del reality.
mi ritrovo molto in questo anche se proprio perchè dura una vita intera, non la chiamerei depressione
Vecchio 30-12-2009, 15:22   #5
Banned
 

Classificazioni inutili.

Quote:
Originariamente inviata da Nothing87 Visualizza il messaggio
Beh, io amo l'oscurità ma non sono depresso.
Già, concordo.
Vecchio 30-12-2009, 15:56   #6
Esperto
L'avatar di uffolo
 

Molto bello lo scritto, in alcuni punti c'è anche il mio profumo.
E' uno scritto che segue percorsi interiori ben noti, per chi conosce la depressione...si passa dal sottolineare l'estrema sensibilità al profondissimo nodo gordiano madre del "male", e si sente anche l'eco che alcune frasi di questo scritto possano essere di sollievo nel sentirsi migliori degli altri, una eco che personalmente cerco sempre di tener a bada...
Nel primo incontro con la mia attuale psicologa le dissi "guarda, questo mio malessere o mi ammazza...o mi fa risorgere"...quindi condanna e possibilità...due antitetiche spinte la cui prima ha tendenza automatica e vita propria, la seconda è da alimentare ogni giorno con fatica, sforzo, ma soprattutto con comprensione ed accettazione...è un cammino molto difficile...speriamo di essere in grado di risorgere.
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