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Vecchio 11-05-2005, 18:24   #1
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L'avatar di NiCko
 

Io penso che siamo proprio degli egoisti noi "timidoni"!!! Non lo riesco ad accettare ma e' proprio cosi', invece di mettere in comune le nostre emozioni con gli altri cercando costruire relazioni, pensiamo solo a noi stessi, in fin dei conti siamo dei narcisisti verso l' interno!!! 8O 8O 8O
Che ne pensate su questo tipo di avarizia?
Vecchio 11-05-2005, 19:17   #2
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L'avatar di FunkyGallo
 

Vecchio 11-05-2005, 19:36   #3
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L'avatar di NiCko
 

pero' perche vogliamo che la gente ci comprenda quando siamo i primi a nn comprenderla?
Vecchio 11-05-2005, 20:50   #4
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L'avatar di FunkyGallo
 

Vecchio 11-05-2005, 21:36   #5
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L'avatar di NiCko
 

quindi siamo egoisti...
Vecchio 11-05-2005, 21:41   #6
Guest
 

Ma perché parlate al plurale?
Vecchio 11-05-2005, 22:19   #7
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L'avatar di FunkyGallo
 

Vecchio 11-05-2005, 22:24   #8
Guest
 

ciao niko sono davvero felice di risentirti è un po' che non ti facevi vivo!

tutto bene spero?....

per la tua domanda penso sinceramente che in fondo l'egoismo si puo' trovare in tutte le persone fobiche o meno....
probabilmente quelli che soffrono di fobia sociale o depressione hanno una forma particolare di egoismo nel senso che pensano molto a come si sentono e a come vengono giudicati dagli altri... ma penso sia dovuto dal un fatto emotivo emozinale!
Vecchio 12-05-2005, 09:45   #9
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L'avatar di NiCko
 

e' si,FUNKY;dice bene in 2 si usa il plurale :lol: :lol: ....

Bella senna!!! complimenti ti hanno aperto pure un topic... che diventerai il nuovo moderatore ???
Vecchio 12-05-2005, 10:26   #10
Guest
 

ciao niko è davvero bello rivederti...!!!!



mi piace scrivere.. quindi rispondo a tutto senza pormi problemi....

siamo liberi... è questo il bello della vita!
Vecchio 12-05-2005, 10:28   #11
Guest
 

come moderatore c'è francesco ....
lui è davvero bravo e mi piace molto.....!!!

io mi accontento di scrivere.....


poi metto troppi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!
Vecchio 12-05-2005, 13:41   #12
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L'avatar di alberto
 

nel momento in cui ho la presunzione di credere ke tutti mi stanno giudicando sono la persona piu' egocentrica di questo mondo
Vecchio 12-05-2005, 15:53   #13
Guest
 

si forse quando tante persone di giudicano ... sembra di essere egocentrici... ma a parer mio non lo si è.... !!!
in quanto vedo l'essere egocentrico come un qualcuno che vuole stare sempre al centro del mondo e tutto dipenda da lui.....!!!!

il fatto di sentirsi sempre giudicati da tutti.. è solo una nostra idea mentale..... che traspira tanta insicurezza...!

io per primo sono insicuro.... e a volte mi sento giudicato....
pero' sta a noi capire quando è ora di dire "ME NE FREGO".... CHE DICANO!
Vecchio 12-05-2005, 20:26   #14
Intermedio
L'avatar di alberto
 

Psicologia - Narcisismo: l'ideale nello specchio
Il termine narcisismo indica nel linguaggio comune l’amore esclusivo per se stessi, una posizione egocentrica che relega gli altri nel ruolo di comparse.
In ambito clinico il concetto di narcisismo acquista, però, un significato specifico.
Nel campo della patologia esiste, infatti, un disturbo narcisistico di personalità, dove per disturbi di personalità intendiamo disturbi psichici caratterizzati da tratti permanenti del carattere che, pur essendo patologici, spesso non sono avvertiti dal soggetto come aspetti problematici.
I criteri diagnostici del disturbo narcisistico di personalità sono principalmente: una modalità pervasiva di grandiosità, nelle fantasie e nel comportamento, ed uno stile relazionale basato sullo sfruttamento dell’altro.
Se il narcisismo è espresso in modo esemplare dall’individuo arrogante che pretende di essere sempre al centro dell’attenzione, narcisista può essere anche l’individuo schivo che custodisca in segreto fantasie di grandiosità, evitando accuratamente di esporsi al confronto con gli altri.
In entrambi i casi il soggetto si pone su un palcoscenico e relega gli altri nel ruolo di spettatori, sia che decida di occupare prepotentemente la scena reclamando gli applausi, sia che preferisca restare nascosto dietro le quinte in attesa dell’occasione propizia al trionfo.
I principali studi sul disturbo narcisistico di personalità hanno evidenziato alla base della patologia narcisistica un’alterazione della struttura del Sé, una mancanza di coesione del Sé, dove per Sé intendiamo quell’istanza psichica che permette alla mente di rappresentare se stessa.
Questa immagine difettosa di sé viene compensata da un Sé grandioso, un ideale di perfezione che diventa il miraggio da inseguire, sacrificando ad esso il confronto con se stessi e con l’altro.
Il narcisista alterna rapidamente l’idealizzazione alla svalutazione; l’illimitato amor proprio è rivolto, in effetti, soltanto alla fantasia di grandiosità e si accompagna piuttosto ad un profondo disprezzo di sé.
Incapace di compiere una valutazione realistica di se stesso, il narcisista non è in grado di appropriarsi in modo consapevole della sua soggettività.
L’impossibilità di un confronto con se stesso è illustrata dal mito di Narciso: personaggio della mitologia greca, Narciso insensibile all’amore di fanciulle e ninfe, si innamora della propria immagine riflessa in una fonte, ma muore di vana passione.
Egli neppure riconosce se stesso nell’immagine vagheggiata. Ciò che ha perduto è uno sguardo che possa restituirgli la consapevolezza di se stesso e renderlo così in grado di amare un altro in modo autentico.
Nel narcisismo il soggetto sembra abbagliato dal suo ideale di perfezione, ideale che ha posto come un baluardo fra sé e il mondo.
Il narcisista arrogante, che parla senza rivolgersi a nessuno come se fosse sempre di fronte ad un vasto pubblico, e il narcisista schivo, che sfugge gli sguardi per difendere le sue fantasie di grandiosità, proiettano entrambi nello specchio quell’ideale di perfezione che li allontana da se stessi e dal mondo.
Il termine narcisismo è etimologicamente connesso alla parola greca narké che significa torpore: è il torpore di chi insegue il miraggio di un ideale senza riuscire a vedere oltre i vapori delle sue fantasie di grandiosità.
Soltanto uno sguardo autentico potrà risvegliare al confronto con se stessi e con l’altro.
Vecchio 12-05-2005, 20:28   #15
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L'avatar di alberto
 

Di Anna Maria Battistin

Io Donna, 29 maggio 2004



Fuori, la maschera della seduzione. Dentro, il tarlo dell’impotenza. Eppure, secondo l’analista Claudio Risé dalla gabbia dell’egocentrismo moderno si può uscire. Con il coraggio della relazione. E l’esperienza del dono.

Io, io, e ancora io: difficile uscire dal girone egocentrico del narcisismo, dove tutto ruota attorno a se stessi. E aprirsi agli altri in una relazione che non sia solo predatoria e superficiale, senza un vero coinvolgimento emotivo. Anche quando si tratta di rapporti di amicizia o di amore non si abbattono mai le difese, a cominciare da quella migliore, l’attacco. Perché, come diceva Sartre, nell’universo persecutorio del narcisista “l’inferno sono gli altri”: potenziali e insidiosi nemici che riflettono, come in uno specchio scuro l’altra faccia del Narciso postmoderno. E’ in questo volto nascosto tra le ombre dell’inconscio che si condensano i tratti più negativi e meno conosciuti del narcisismo, sia individuale che sociale, all’insegna dei sentimenti infantili più arcaici – invidia, rabbia, distruttività – da cui ci si difende proiettandoli sugli altri.
Di sé, il narcisista, offre invece il lato migliore: quel lato brillante, fascinoso, seduttivo che siamo abituati a vedere in tanti personaggi di successo. E che ritroviamo, in tono minore anche in molti di noi, come una maschera che ci si può togliere solo in solitudine. E’ allora che il narcisista sprofonda nel proprio inferno personale, sempre in bilico fra due poli opposti, il tutto e il niente. Al senso di onnipotenza di cui si nutre l’idea grandiosa di sé si contrappone un sentimento di futilità, di autosvalutazione e di impotenza. Al culto del corpo, della giovinezza, della bellezza, il terrore della vecchiaia e della morte. Al mito del successo, l’ansia della competitività e la paura del fallimento. Ma anche un senso di estraniamento che toglie significato e piacere a quello che si fa anche quando si raggiungono le mete più ambite. «Elementi che si ritrovano, amplificati a livello collettivo, nella “cultura del narcisismo” in cui siamo immersi: una cultura che accentua le derive più negative di questo aspetto della personalità, presente in ciascuno di noi a dosi più io meno massicce» dice lo psicoanalista Claudio Risé, che nel suo ultimo libro Felicità è donarsi (Sperling & Kupfer) ha scritto un pamphlet “contro la cultura del narcisismo e per la scoperta dell’altro”.

In una società dominata dalla “cultura del narcisismo” stiamo diventando tutti un po’ Narcisi. Qual è la manifestazione più evidente?

«Oggi l’Ego diventa specchio del mondo e il tono affettivo si muove perennemente fra euforia e depressione. Questo si riscontra anche dal punto di vista clinico. Il narcisista passa da momenti di esaltazione a momenti di depressione, non più improntata al senso di colpa edipico come avveniva nelle nevrosi classiche, ma all’angoscia di disgregazione: un sentimento legato alle prime fasi dello sviluppo psichico e al legame con la madre, non percepita ancora come essere separato ma come parte di sé. Di qui la tendenza all’”incorporamento”, alla fusione con l’altro che si alterna all’aureo isolamento narcisistico e alla distanza invalicabile posta fra sé e gli altri. Ma in entrambi i casi la relazione è assente: perché non esiste quello scambio emotivo che dà valore al rapporto con gli altri».

Che cosa fa precipitare il narcisista nella depressione?

«Il senso di delusione rispetto alle fantasie di grandezza, un ideale destinato a crollare di fronte a un fallimento. Ma la depressione non risparmia neppure chi ha successo. Se non si accompagna ad un’esperienza di comunicazione autentica, il successo non soddisfa. Per questo anche l’ammirazione degli altri lascia indifferenti: non è un dono prezioso da conservare, ma qualcosa di effimero di cui ci si compiace e poi svanisce. Chiuso nella sua torre d’avorio, il narcisista non può contemplare sé stesso senza accorgersi di essere prigioniero di un mondo asfittico in cui le sue energie si esauriscono, pietrificate dall’assenza di quella linfa vitale che è un autentico scambio con il mondo».

Anche la tendenza a erotizzare tutto, dalla pubblicità al modo seduttivo di rapportarsi agli altri, fa parte della “cultura del narcisismo”. E come vivono l’Eros i nuovi Narcisi?

«L’Eros si perde nella contemplazione di sé. Una forma di autoerotismo estesa anche al rapporto con gli altri: si tende a erotizzare anche le esperienze più banali, attingendo alle proprie capacità seduttive. Ma rimanendo chiusi nella propria corazza, ben difesi dalle frecce di Eros. E di quella sessualità che Freud chiamava “genitale”. Il passaggio dalla fase pre-edipica (caratterizzata da pulsioni orali e genitali) alla fase genitale corrisponde al passaggio ala capacità di donare, in un rapporto che si apre all’altro. L’Eros narcisista si muove invece entro gli orizzonti di quella sessualità infantile definita “perversa polimorfa”. Centrata su se stessa».

Nel mito di Narciso la pulsione di morte trionfa su quella della vita.

«Privo della sua gratuità, l’Eros non viene vissuto come una pulsione verso la felicità. E acquista spesso un volto mortifero. L’altro è visto come un “oggetto parziale” da sedurre e incorporare. E da cui trarre soddisfazioni parziali. Proprio il mancato riconoscimento dell’altro apre la strada a comportamenti perversi, che simulano la morte attraverso piccole crudeltà, traendo piacere dalla sofferenza altrui. Una simulazione che a volte si trasforma in tragica realtà, come nei casi di pratiche sadomaso, pedofilia o stupro».

Che cosa rende così difficile per il narcisista uscire dalla sua gabbia dorata?

«La viltà. Il Narciso postmoderno ha paura di confrontarsi con l’altro. Lo si vede anche in analisi, dalle resistenze che oppone a qualsiasi forma di transfert: solo molto parzialmente si apre alla relazione. Non importa se è una persona audace, che non arretra di fronte a comportamenti autodistruttivi: anche droga, promiscuità sessuale a rischio, giochi estremi fanno parte della sfida narcisistica alla morte, all’insegna del senso di onnipotenza.
Quello che manca è il coraggio della relazione. Per essere audaci in questo campo è necessaria un’intenzionalità generosa che porta a mettere a rischio se stessi, le proprie energie, i sentimenti, a gettarsi nella relazione pronti ad accogliere il dono dell’altro, ma anche il suo possibile rifiuto e la sofferenza che ne deriva».

Il coraggio non si inventa.

«Ma si può trovare. Magari attraverso uno di quegli incontri apparentemente casuali. Che creano una breccia nella corazza narcisistica, attraverso la capacità di donare. Quello che mi affascina nell’esperienza del dono, anche dal punto di vista terapeutico, è l’effetto liberatorio che può avere sul Narciso contemporaneo, inducendolo ad uscire dalla sua prigione claustrofobica per andare verso l’altro. Non più con l’intenzione di omologarlo a sé, ma di amarlo nella sua diversità. Con l’audacia di chi va alla scoperta. Solo quando si abbassano le difese e ci si mette in gioco alla pari ci si accorge che l’altro esiste. E può colmarci incessantemente di doni che viene spontaneo ricambiare. Con gratitudine».


E' ripreso da un altro forum
Vecchio 12-05-2005, 20:57   #16
Intermedio
 

Sinceramente non vedo attinenza tra il narcisismo e la timidezza
Anche se taluni comportamenti possono essere simili le motivazioni sono molto diverse.
Inoltre i timidi e in particolar modo i socialfobici al contrario dei cosiddetti "narcisi" nel momento in cui evitano un confronto non "custodiscono segretamente fantasie di grandiosità" ma di inettitudine direi.
Vecchio 12-05-2005, 21:03   #17
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L'avatar di NiCko
 

Da oggi ti kiamero Sant' Alberto ! mi sono riscontrato completamente in quello che hai scritto... cmq penso che il limite tra il narcisismo e la timidezza sia molto sottile! Ti tingrazio ancora :wink:
Vecchio 12-05-2005, 21:07   #18
Intermedio
 

Quote:
Originariamente inviata da NiCko
Da oggi ti kiamero Sant' Alberto ! mi sono riscontrato completamente in quello che hai scritto... cmq penso che il limite tra il narcisismo e la timidezza sia molto sottile! Ti tingrazio ancora :wink:

Io personalmente no ma credo sia soggettivo
Vecchio 12-05-2005, 21:20   #19
Guest
 

io personalmente la vedo come black81....

vedo molto differente il concetto di narcisismo da quello di timidezza!!!!!!

chi è timido solitamente puo' tendere alla fobia sociale... mentre secondo me chi è narciso... è innamorato di se stesso.. nienche a che vedere con la timidezza!!!

comunque questo è solo il mio parere... !!!
Vecchio 12-05-2005, 21:21   #20
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L'avatar di alberto
 

anke io mi ci son riscontrato,ma non l'ho scritto io ,è riportato da un altro forum
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