ciao a tutti.sono nuovo del forum e come prima discussione vorrei un pò raccontare la mia storia e un pò ispirare una riflessione, se possibile.circa sette mesi fa, quando gho compiuto 18 anni,mi sono separato dalla ragazza che amavo.Si sa che, nell ambito delle relazioni affettive, è imprevedibile la reazione che gli esseri umani sperimentano nel momento in cui si separano dal loro oggetto d'amore, e la cosa è stata da me vissuta in maniera abbastanza negativa, per non dire traumatica.Beh in sostanza sono caduto in una depressione fortissima:dolore, terrore, perdita della speranza, il futuro che scompare di fronte a te, senso di colpa, paura che tutto questo non sarebbe più finito, e volwevo uccidermi, pensavo al suicidio più volte al giorno.Piano piano la cosa comincio a diventare pervasiva, cominciai ad avere paura di me stesso e che gli altri potessero vedere questa debolezza, non riuscivo in pratica a rendermi conto della situazione nè ad accettarla, mi sentivo vulnerabile e aperto, tutte le paure e le insicurezze che negli anni avevo seppellito dentro di me iniziarono a venire fuori ed ad amplificarsi sempre di più.ho cominciato ad avere paura di uscire, stavo con i miei amici e qualsiasi cosa dicessi mi sembrava sbagliata e inadeguata, mi sembrava che tutto quello che usciva dalla mia bocca fosse fuori luogo e sensa senso.ho cominciato ad avere paura di parlare.e poi il colpo di grazia, il delirio, l'ossessione, e la cosa più tremenda che è l'odio verso me stesso.durante questi mesi non facevo altro che pensare al mio dolore,alle sue cause, ai miei genitori, ai miei problemi, al futuro, e dentro mi sentivo lacerato:tutto questo inoltre veniva amplificato dalla mia iperattività mentale. gli attacchi d'ansia si facevano sempre piu tremendi, mi sembrava ,e questo succedeva fiuno a poco tempo fa, di poter di morire sul posto, tutto intorno a me perdeva senso e forma, mi si offuscava la vista, il respiro si bloccava, e mi sembrava di sgretolarmi, oltre a provare un fortissimo dolore alla testa.nonostante questi sintomi, grazie alla respirazione riuscivo a controllarmi, e ad arrivare alla fine della giornata bene o male sebbene derpresso e senza nessuna speranza. ah dimenticavo una cosa importante.fin dall inizio, ho cominciato ad frequentare lo studio di uno psicoanalista, di scuola junghiana.anche se la cosa per pochi mesinon ingranava data la mia totale chiusura verso il prossimo.poco a poco ha cominciato a darmi speranza, ed è riuscito a cambiare certi punti di vista che non facevano altro che ingrandire mille volte il problema.ho cominciato a uscire, a fare jogging, a giocare a basket, a suonare la chitarra, a parlarne con qualche amico, ho frequentato anche per qualche settimana una ragazza, anche se adesso non ci vediamo più data la mia(e la sua
)instabilità.ho resistito fino a circa un mese fa, quando una bella mattina tutto il dolore e la disperazione hanno cominciato a premere per uscire, e forte era il desiderio di farmi del male.ho contattato subito il mio terapeuta che mi ha precritto una dose giornaliera di lorazepam.la paura degli altri è li la sento, sedata dalla medicina ma c'è ancora.quello che volevo comunicare, un qualche modo, e che ho smesso. per quanto mi è possibile, di lamentarmi, di giustificarmi, di chiadermi il perchè , di autocommiserarmi.il terrore degli altri, e più che altro, il terrore di me stesso sono lì e a volte mi paralizzano per quanto io tenti di controllarli. domenica scorsa sono uscito per una corsa. vedete io abito a verona, e in pieno centro sulla collina c'è castel san pietro,che, lo sa chi c'è stato, offre una magnifica vista di tutta la città.erano due o tre volte che provavo ad arrivare fin li di corsa, ma ci sono circa duecento metri di scalini, è fanno malissimo vi assicuro
. Va beh non è quello punto, insomma con moltissima fatica e forza di volonta sono arrivato fin su, e sullo sfondo ho potuto ammirare il più bel tramonto che avessi mai visto.E mi sono chiesto di fronte a quello spettacolo:vale la pena di vivere anche solo per questo?la risposta è si. lotterò anche ci volessero anni.non girerò più attorno al problema, la strada è la sofferenza e il dolore, e la strada è anche la paura. spero di farcela, ma vedete, l'infelicità e il dolore, portano a nuove forme di esistenza, perchè ti spingono a chiedere aiuto. spero che questo che ho raccontato possa esservi utile per una qualche riflessione.