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05-11-2009, 21:25
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#41
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: nella vera capitale d'Italia
Messaggi: 10,358
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Quote:
Originariamente inviata da Nick
Mi trovo a mediare tra due posizioni estreme, esperienza nuova per me, di solito sono io l'estremista.
Non dico che non ci dobbiamo responsabilizzare rispetto ai nostri problemi, ma non è utile nè colpevolizzare la società, che comunque resta tra le varie cause del problema, nè colpevolizzare noi stessi delegittimando la giusta aspirazione ad una società migliore per tutti.
Ma è proprio nei fatti che non è un problema solo nostro. Molti di noi sono un costo per la società, un costo sanitario, un costo perchè disoccupati o improduttivi, ecc...la società ha tutto l'interesse che le persone stiano bene perchè funzioni meglio.
Ma c'è un nodo di fondo che non ci troverà mai d'accordo e quindi la discussione è virtualmente infinita.
Per me, senza offesa, pensare che la società è come è perchè le cose vanno così è una banalizzazione, e dietro c'è l'eterno mito della società basata su un fatto naturale.
E' un mito e non ci credo, la società è un fatto umano, il risultato delle scelte morali e intellettuali dei singoli individui che la compongono.
La mia condizione non è una scelta, finchè ho potuto reagire l'ho fatto, ho lavorato, mi sono impegnato nel sociale, ti dirò di più pensavo davvero fosse un problema di volontà.
Se sono qui è perchè mi è stata fatta una diagnosi, mica perchè sono introverso.
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non ti è mai balenato per la testa che la società è così perchè fa comodo agli altri che sono o numericamente superiori o più potenti?
siamo pratici, la società non la puoi cambiare, almeno non nell'immediato, non senza lottare
ma se avessi una forza del genere non saresti sociofobico
quindi?
stare tutto il dì a puntare il ditino sulla società, oppure cercare di trovare una soluzione con le sole nostre forze?
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05-11-2009, 21:37
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#42
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: nella vera capitale d'Italia
Messaggi: 10,358
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Quote:
Originariamente inviata da Catilina
innazitutto non vorrei che si facesse la distinzione tra "normali esclusi o autoesclusi dalla società" e individui come anche (per integrare le liste di cui sopra): persone molto grasse, "poveri di spirito", con gravi deformità, eccentriche, ecc., come se l'ostracismo del "normale" fosse più ingiusto... ciò avvalorebbe la tesi secondo la quale l'umanità è interamente composta da carnefici/vittime che se l'ambiente glielo permette si "innalzano" alla prima categoria angariando o anche solo sottilmente sottomettendo la vittima di turno, la quale spera di avere questa possibilità in altro tempo, magari migliorandosi aka "diventare come loro"...
poi io credo che il contatto ci possa essre tra pari che si rispettano e che non suppongono, fraintendono e pregiudicano ciò che dici e fai in base a stereo-tipi mentali che meccanicamente campionano il tessuto umano in base ai condizionamenti ricevuti; il problema a mio avviso, lo ribadisco, si trova nella società nel suo insieme, voglio ricordare che il termine societas, che ha poi dato origine ai Comuni e alle città- perchè prima esisteva la Communitas nel suo insieme-, in origine significava un'allenza giurata a scopo pubblico, il che è indicativo del fatto che se non giuravi fedeltà ai loro principi stavi fuori, fuori dalla vita politica e pubblica, cosa che accade oggi per autoesclusione del non gradito. Si è perduto, o forse non si è mai avverato lo spirito solidale e universalista della Communitas.
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la parola sottolineata è forse la chiave
pari, simili, chi diventa troppo diverso, una minoranza, è da sempre che subisce sopprusi, così come l'uomo fa degli animali il proprio cibo
se ci pensi, che diritto ha l'uomo di seccare una mucca?
poi si, gli stereotipi sono molto radicati, ma è normale categorizzare e seguire un po' l'esperienza
il trucco è capire cosa è buono e cosa no per la società, certi comportamenti non sono ben accetti, li si nasconde, non li si mostra
poi uno fa quello che vuole, ma se vuole vivere in una società ci sono anche regole non scritte da seguire
esiste anche l'esclusione dalla società, si può essere vero
ma è una scelta del singolo, legittima
non come società come entità, non c'è una regola che dice di emarginare i mostri, lo fa il singolo individuo che si sente a disagio o si vergogna di stare vicino a loro... la vergogna, cosa che un fobico dovrebbe conoscere bene
certo si obietterà che è colpa della società se ci si vergogna di certe diversità... cmq resta un qualcosa di radicato e cresciuto negli anni, consolidato
invece chi è mutabile è il fobico, il come può rapportarsi e reagire
se ragioniamo in unità di tempo realistiche e non per fantasia, la società è statica il fobico è mutabile
quindi se uno ha una buona capacità d'adattamento in qualche modo la spunta (dove l'adattamento non deve esser visto come il piegarsi alla società, ma come una qualità positiva)
ho scritto sconnesso e non rileggo per pigrizia
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05-11-2009, 22:04
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#43
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Messaggi: 5,489
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ma non era un topic di presentazione?
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05-11-2009, 22:18
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#44
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Quote:
Originariamente inviata da calinero
non ti è mai balenato per la testa che la società è così perchè fa comodo agli altri che sono o numericamente superiori o più potenti?
siamo pratici, la società non la puoi cambiare, almeno non nell'immediato, non senza lottare
ma se avessi una forza del genere non saresti sociofobico
quindi?
stare tutto il dì a puntare il ditino sulla società, oppure cercare di trovare una soluzione con le sole nostre forze?
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cmq la gente confonde il privato col pubblico, un conto è cercare di cambiare il mondo, e quello lo fa la gente normale nel suo tempo libero,
e un conto è avere dei problemi con il mondo e partire dal presupposto che per risolvere i nostri problemi bisogni cambiare il mondo...presupposto sbagliatissimo ovviamente
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05-11-2009, 22:21
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#45
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Esperto
Qui dal: Aug 2009
Ubicazione: Un po' in Emilia, un po' in Romagna
Messaggi: 1,521
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Benvenuto Nick
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05-11-2009, 22:33
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#46
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: nella vera capitale d'Italia
Messaggi: 10,358
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
cmq la gente confonde il privato col pubblico, un conto è cercare di cambiare il mondo, e quello lo fa la gente normale nel suo tempo libero,
e un conto è avere dei problemi con il mondo e partire dal presupposto che per risolvere i nostri problemi bisogni cambiare il mondo...presupposto sbagliatissimo ovviamente
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mi pareva il secondo punto, in questo caso, o no?
ps sorry red, però c'è anche il presentatore nella discussione
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06-11-2009, 00:44
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#47
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quote:
Originariamente inviata da calinero
mi pareva il secondo punto, in questo caso, o no?
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No, ma rinuncio volentieri alla diatriba.
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06-11-2009, 01:04
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#48
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: nella vera capitale d'Italia
Messaggi: 10,358
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bè, alla prossima diatriba allora
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06-11-2009, 02:51
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#49
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Esperto
Qui dal: Jul 2006
Messaggi: 1,156
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benvenuti a tutti e due!
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