Buondì, sono una ragazza di 24 anni, sociofobica a livelli imbarazzanti, autostima sotto i piedi, ex vittima di bullismo durato per 13 anni consecutivi, ho mollato l'università dopo il primo anno, e ad ora sono neet da tre.
Gli anni trascorsi tra ansiolitici, antidepressivi e psicoterapia non mi hanno portata da nessuna parte, dunque ho smesso anche con quelli.
Fin quando ero inserita in un contesto sociale scolastico, e quindi ero "obbligata" ad avere relazioni con altre persone, avevo un gruppetto di amici con cui mi vedevo anche al di fuori della scuola.
Nel 2011 ho iniziato a soffrire di depressione e attacchi di panico, e ho troncato i contatti con tutti.
Dopo aver passato anni in completo e totale isolamento in casa (si potrebbe dire quasi un atteggiamento hikikomori), ho ricominciato a sentirmi via internet con alcune di quelle persone con cui avevo tagliato i rapporti: ora ci si scrive o ci si sente quasi tutti i giorni, ci si vede molto raramente (e con raramente intendo dire proprio due o tre volte all'anno), ma pur sempre meglio di prima. Resta il fatto che se da un lato ricerco la compagnia, nella maggior parte dei casi quando c'è mi va dannatamente stretta, mi sento soffocare, sottrarre del tempo, e non vedo l'ora di tornarmene a casa.
Negli ultimi anni ho subito lutti e malattie di diversi parenti che mi hanno sconvolta e ulteriormente impanicata e riempita di pensieri angoscianti che non riesco ad abbandonare neanche per un istante.
Sono di base abbastanza egoista: non riesco a mantenere le amicizie perchè nella maggior parte dei casi mi interessano decisamente poco: il motivo per cui contatto qualcuno e mi sforzo a chiedergli "come va", è per il 10% perchè effettivamente mi interessa come gli va, e per il 90% solo perchè ho paura di ricadere nell'isolamento totale, e per evitarlo devo mostrarmi interessata.
Per quanto riguarda le relazioni amorose, durante l'innamoramento soffro della tipica sindrome da crocerossina e successivamente cado nella dipendenza.
Temo l'abbandono.
Amo i miei genitori più di ogni altra cosa al mondo e sono letteralmente ossessionata dal fatto che possano morire.
Da fuori sono vista come una specie di ritardata mentale (spesso mi sono sentita chiedere se ho dei problemi mentali, o è stato chiesto alle persone che erano con me se io fossi "normale"). In effetti ho sempre stampata in faccia un'espressione spaventata, mi muovo in modo rigido, non guardo negli occhi nessuno, sono ingobbita, semi-muta, quando parlo balbetto idiozie e per di più a voce molto bassa, e mi vergogno profondamente di me stessa.
La gente di norma mi infastidisce, mi fa paura, mi mette a disagio.
Quando mi ritrovo a relazionarmi con qualcuno in qualunque situazione, vedo che gli altri sono in cima alla scala e io sono sempre in difetto, io sono la povera deficiente, la ritardata, ecc ecc. Mi sento inferiore a chiunque, e da tale vengo trattata.
Dunque riassumendo sono una persona contraddittoria, ansiosa all'inverosimile, eternamente indecisa, sociofobica, senza un filo di autostima, lamentosa, ignava, e chi più ne ha più ne metta.
Con queste premesse, una frase di rito come "spero di starvi simpatica" suona un po' come una presa per i fondelli, ma...
Cièocièo