...a presentarmi qui dopo mesi di titubanza!
Ho 34 anni e mi sono laureato quest'anno (eh sì forse me la son presa con troppa calma) ma disoccupato, a parte saltuari lavori come libero professionista
Da circa 10 anni ho ricominciato a veder acquire i disagi - che in altri periodi sussistevano pure ma a un livello basale minimo e pressochè trascurabile) che accusavo nella prima adoelscenza (14-16 anni), ossia senso di disagio nelle occasioni sociali (sentirsi solo tra la gente pure tra gli amici, sensazione di essere fuori posto, di non aver trovato la propria dimensione, di essere inutile nel gruppo come presenza ecc.). Di conseguenza esco molto poco, in modo varabile da periodi in cui faccio 1-2 uscite settimanali la sera con amici piacevoli (ma sono quasi sempre loro a proporre l'uscita più che io a loro) alla quasi totale permanenza in casa per due mesi consecutivi (eccetto per le uscite diurne come andare in libreria o - purchè in orari non troppo affollati - in palestra ad esempio). E' da precisare però che comunque non ho mai trovato noioso stare in casa avendo molti hobby diversi e anche costruttivi.
Non sono ancora mai ricorso a terapie sa perchè non so da dove cominciare sia perchè, nel caso dei farmaci, ho sempre temuto la dipendenza.
I miei disagi per ora non sono tali da impedirmi di interagire del tutto con le persone: diciamo che il disagio non è molto percettibile da chi mi circonda (forse un po' lo è quando vengono fuori alcuni miei atteggiamenti come il parlare troppo velocemente, o il gesticolare, o quando dò l'impressione di essere con la testa in un altro pianeta nonostante stia conversando con qualcuno) dentro di me lo trovo sopportabile ma perdurando nel tempo è logorante. A volte mi chiedo "Ma possibile che non possa passeggiare per una strada affollata del centro con la stessa tranquillità interiore con cui lo farei in casa o in un sentiero solitario di montagna??" oppure come una volta in cui entrai in un locale con un'amica portatrice di handicap "Perchè, mentre lei è così serena e solare tra la gente pur col suo handicap, io sono in difficoltà solo per il fatto che sono visibile??"
Il disagio non è uguale per tutte le occasioni sociali: ad esempio non ho problemi ad entrare in un cinema o in una pizzeria (eccetto la fase in cui devi entrare e prendere posto e la sala è piena), mentre mi rende più agitato e impacciato dover attraversare una strada affollata la sera o un locale "di tendenza": in particolare se si tratta di aree frequentate da giovani (forse perchè in qualche modo è come se mi sentissi diverso o inferiore rispetto a loro, bah!), al punto che quando si tratta di girare in questio posti la serata per me consiste nell'attendere di potermi rifugiare in auto con gli amici per il ritorno oppure di potermi sedere ad un tavolo dove mangiamo (così seduto sono meno esposto agli sguardi di quando sono in piedi che passeggio - pur sapendo razionalmente che il resto della gente avrà ben altro da fare che stare a guardare ogni mio gesto).
E' curioso, come ho già accennato, he abbia molto più fastidio a frequentare aree tipicamente frequentate da molti coetanei o più giovani che da altre fasce di età: per intenderci, il fastidio che avrei girando per una sagra è molto minore per esempio che entrare in una discoteca o andare al mare in una spiaggia con molti ragazzi/e (e infatti in disco non entro più da anni e in spiaggia ci vado sempre di prima mattina o in aree poco frequentate).
Tra l'altro compongo, canto e suono da anni e potenzialmente avrei potuto farlo in pubblico già da adolescente ma ci sono voluti 15 anni per la prima, breve esibizione in pubblico come cantante/chitarrista: ero stato nervoso per 2 settimane: ero sul punto di fare come già in passato, ovvero trovare una scusa per non suonare in pubblico ma dissi dentro di me "sto impazzendo dai nervi ma per il mio bene futuro DEVO farlo! Altrimenti mi ritroverò da anziano a dirmi di non averci mai provato" . E così fu: il paradosso è che il resto del gruppo che suonò con me nonchè gli amici che assistettero in quei 5 minuti di visibilità dissero che sul palco apparivo tranquillo e padrone della situazione: in effetti in quel momento ero solo moderatamente agitato, il peggio era stato sinoa prima di salire sul palco, mentre io da anni temevo che il giorno che l'avessifatto sarei potuto svenire dalla tensione.
In testa ho voglia di fare tante cose ma sempre tutto è frenato o fermato dal timore di apparire incapace (e in effetti quando poi capita un errore o una gaffe istintivamente penso "ecco, alla fine è emerso ciò che sono veramente!").
Noterete che parlo sempre di "disagio", non sapendo se nel mio caso si tratti di timideza, fobia sociale o altro.