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20-12-2015, 16:42
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#1
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Banned
Qui dal: Nov 2013
Messaggi: 2,712
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(Titolo ispirato ad un geniale gioco flash online)
L'inizio della fine è stato il momento della nascita.
Infatti, da quel momento tutto cominciò a precipitare.
Pensandoci, nel momento in cui si nasce si inizia anche a morire, e non solo da un punto di vista scientifico.
La mia vita inizia dal mio primo ricordo, mio padre che litiga con mia madre.
Poi un susseguirsi di vaghi ricordi, l'operazione d'ernia inguinale, il primo giorno di scuola elementare e poco altro di rilevante (se non episodi di violenza su di me, sui miei fratelli e su mia madre da parte di mio padre).
Conclusa bene la scuola elementare arriva la scuola media.
Inizio male, prendo addirittura un 5 (scandaloso, almeno per i miei), poi mi riprendo e supero l'anno. Nel secondo anno ho un buon andamento. Nel terzo anno i miei problemi di natura sociale iniziano a diventare seri.
Al termine di un anno scolastico vergognoso sotto tutti i punti di vista, arriva un evento molto importante per lo sviluppo della mia storia.
Alla recita di fine anno, alla quale non ho preso parte (perché un professore, per vendicarsi del fatto che io non avessi partecipato alla tradizionale caccia al tesoro natalizia, a causa dei miei problemi, mi aveva escluso), gli alunni spettatori (come me), vengono invitati a salire sul palco. Io non salgo, la mia fobia sociale mi blocca completamente. L'anno finisce così, con il cazziatone finale da parte di uno dei professori che stavano lì intorno.
Ed è lì che la scoperta del mio essere ha avuto inizio.
Intanto iniziano le superiori, primo anno in una classe di sconosciuti.
Dopo un breve periodo di ambientamento, e dopo aver litigato con il solito bulletto grassottello che mi aveva preso di mira dall'inizio (che poi si rivelerà una delle persone più leali conosciute nella mia vita), riesco sorprendentemente a integrarmi bene nella classe. A fine anno ottengo addirittura la media dell'8 e ricevo una borsa di studio. I primi tre anni e mezzo volano, anche se la mia vita sociale è costituita unicamente dalla giornata scolastica.
Inizio a presentare i primi sintomi di depressione, e inizio a pensare che la mia non sia solo timidezza. Mi informo, scopro questo forum e inizio a scrivere qualcosa ogni tanto, sperando di trovare supporto. Nel contempo trovo informazioni sulla fobia sociale, ma per il momento rifiuto di credere che io ne sia affetto.
Gli ultimi due anni iniziano a farsi pesanti, i risultati scolastici calano drasticamente, le forze iniziano ad abbandonarmi, sono chiaramente affetto da depressione. Inoltre mi convinco di essere affetto da fobia sociale, anche se in seguito scoprirò di essermi sbagliato.
Arriva l'ultimo anno, stabilisco il mio personale record di assenze da scuola (oltre 30). Nonostante questo, riesco a diplomarmi con un discreto voto (82). Ma in questo ultimo anno la scoperta del mio essere compie passi da gigante.
Inizio a comprendere, anche se in minima parte, la mia esistenza.
Inizio a capire che io non sono affetto da fobia sociale, ma più semplicemente non sono un animale sociale. Di fatto, io non sono un uomo (che per definizione scientifica, è un animale sociale), bensì un'altra razza di essere umano. Una razza che non ha bisogno di rapporti con uomini, ma ne avrebbe bisogno con altri esseri della stessa razza. Una razza assolutamente inadatta a questa società, modellata sulle caratteristiche degli uomini. Una razza che ama la solitudine, ma che in alcuni casi ha anche bisogno di condivisione. Una razza inutile, una razza debole, e che quindi secondo le leggi della natura è andata estinguendosi.
Ad ora sono iscritto all'università alla facoltà di ingegneria informatica, fare l'informatico era il mio sogno fin dalle medie. Ma ora non lo è più, e infatti i risultati sono scadenti. Non ho il coraggio di parlare con i miei, anzi, ci ero incredibilmente riuscito con mia madre, prima di iscrivermi all'università. Gli dissi che avrei voluto studiare psicologia, ma il suo apparente appoggio rappresentava solo una maschera della delusione che invece provava nei miei confronti. Stesso discorso con mio padre, e quindi sono stato "costretto" ad iscrivermi ad ingegneria.
Non sopporterei di diventare un peso per i miei, pertanto sto pensando di scappare a fine anno universitario, se la situazione dovesse rimanere questa, per trovare un lavoro e poter ripagare i soldi spesi dai miei per il mio fallimento.
Scappando potrei anche finalmente scegliere liberamente, realizzare i miei sogni.
Purtroppo so già che tutto questo sarà impossibile, pertanto non mi resta che il suicidio, anche se non riesco a trovare il coraggio di farlo, e questo a causa dell'essere che mi governa (forse su questo argomento ci tornerò in seguito).
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20-12-2015, 17:05
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,073
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Quote:
Originariamente inviata da Strange Man
Ad ora sono iscritto all'università alla facoltà di ingegneria informatica, fare l'informatico era il mio sogno fin dalle medie. Ma ora non lo è più, e infatti i risultati sono scadenti. Non ho il coraggio di parlare con i miei, anzi, ci ero incredibilmente riuscito con mia madre, prima di iscrivermi all'università. Gli dissi che avrei voluto studiare psicologia, ma il suo apparente appoggio rappresentava solo una maschera della delusione che invece provava nei miei confronti. Stesso discorso con mio padre, e quindi sono stato "costretto" ad iscrivermi ad ingegneria.
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complimenti per come scrivi! ho letto tutto d'un fiato!
fare informatica penso sia una cosa fantastica, il meglio del meglio che si possa fare, sia perché è bello, sia per la spendibilità sul mercato del lavoro.
Però non ho capito un passaggio: come mai se il tuo sogno era fare l'informatico poi invece volevi iscriverti a psicologia?
L'unico consiglio che ti posso dare è di seguire i tuoi sogni e di farlo subito perché poi più si va avanti e più si diventa anelastici e maldisposti a cambiare
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20-12-2015, 17:43
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#3
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da Strange Man
Inizio a comprendere, anche se in minima parte, la mia esistenza.
Inizio a capire che io non sono affetto da fobia sociale, ma più semplicemente non sono un animale sociale. Di fatto, io non sono un uomo (che per definizione scientifica, è un animale sociale), bensì un'altra razza di essere umano. Una razza che non ha bisogno di rapporti con uomini, ma ne avrebbe bisogno con altri esseri della stessa razza. Una razza assolutamente inadatta a questa società, modellata sulle caratteristiche degli uomini. Una razza che ama la solitudine, ma che in alcuni casi ha anche bisogno di condivisione. Una razza inutile, una razza debole, e che quindi secondo le leggi della natura è andata estinguendosi.
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Sei introverso, forse. Non sei l'unico...
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Ad ora sono iscritto all'università alla facoltà di ingegneria informatica, fare l'informatico era il mio sogno fin dalle medie. Ma ora non lo è più, e infatti i risultati sono scadenti. Non ho il coraggio di parlare con i miei, anzi, ci ero incredibilmente riuscito con mia madre, prima di iscrivermi all'università. Gli dissi che avrei voluto studiare psicologia, ma il suo apparente appoggio rappresentava solo una maschera della delusione che invece provava nei miei confronti. Stesso discorso con mio padre, e quindi sono stato "costretto" ad iscrivermi ad ingegneria.
Non sopporterei di diventare un peso per i miei, pertanto sto pensando di scappare a fine anno universitario, se la situazione dovesse rimanere questa, per trovare un lavoro e poter ripagare i soldi spesi dai miei per il mio fallimento.
Scappando potrei anche finalmente scegliere liberamente, realizzare i miei sogni.
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Non andare dietro ai sogni dei tuoi genitori. Deludili, se è necessario.
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20-12-2015, 17:55
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#4
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Banned
Qui dal: Nov 2013
Messaggi: 2,712
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Originariamente inviata da syd_77
complimenti per come scrivi! ho letto tutto d'un fiato!
fare informatica penso sia una cosa fantastica, il meglio del meglio che si possa fare, sia perché è bello, sia per la spendibilità sul mercato del lavoro.
Però non ho capito un passaggio: come mai se il tuo sogno era fare l'informatico poi invece volevi iscriverti a psicologia?
L'unico consiglio che ti posso dare è di seguire i tuoi sogni e di farlo subito perché poi più si va avanti e più si diventa anelastici e maldisposti a cambiare
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Grazie.
Effettivamente in quel passaggio mi sono espresso male.
Il mio sogno di fare l'informatico è durato fino all'inizio del quinto superiore. Da quel momento, la scoperta del mio reale essere mi ha portato a comprendere i miei reali sogni.
Il sogno di fare l'informatico in realtà è il sogno dei miei genitori, di quello che loro vorrebbero vedermi diventare.
A me piacerebbe fare il tecnico ripara-computer, e questo lo so già fare bene.
Ma l'ingegneria informatica non fa per me, c'è troppa matematica, ed io la odio.
Però, per fare anche solo il tecnico-ripara computer bisognerebbe avere una laurea, e la scelta è praticamente obbligata.
Tutto ciò rappresenterebbe comunque una scelta di vita sociale, che non mi renderebbe felice, come invece credevo fino all'inizio del quinto.
Ora ho compreso alcune delle mie abilità, che sono prevalenti in ambito linguistico e filosofico.
La psicologia sarebbe l'ideale per me, perché facendo filosofia le possibilità lavorative sarebbero pressoché nulle.
La psicologia rappresenterebbe comunque la mia seconda scelta preferita, perché il mio reale sogno sarebbe la musica.
Fare il musicista, o anche il cantante, è sempre stato il mio sogno represso, troppo difficile, irrealizzabile, imbarazzante (o almeno, io sono convinto che ciò ne penserebbero i miei).
Scappando io potrei perlomeno provarci, e se dovessi fallire pazienza, sarebbe il mio fallimento, che non peserebbe sulla schiena dei miei genitori.
Restando qui invece, sarei costretto ad andare avanti meccanicamente, compiendo delle scelte "guidate" dai miei, per sempre...
Tutto quello che ho scritto finora rappresenta soltanto una delle mie due principali visioni dell'esistenza.
La mia seconda visione, quella che ritengo più reale, riguarda l'essere che mi governa, ma ci tornerò su in seguito.
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Ultima modifica di Strange Man; 20-12-2015 a 18:52.
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20-12-2015, 18:00
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#5
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Banned
Qui dal: Nov 2013
Messaggi: 2,712
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Non andare dietro ai sogni dei tuoi genitori. Deludili, se è necessario.
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Non ci riesco, l'essere che mi governa me lo impedisce.
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20-12-2015, 19:48
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#6
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Intermedio
Qui dal: Sep 2011
Ubicazione: Zingaro
Messaggi: 172
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Quote:
Originariamente inviata da Strange Man
A me piacerebbe fare il tecnico ripara-computer, e questo lo so già fare bene.
Ma l'ingegneria informatica non fa per me, c'è troppa matematica, ed io la odio.
Però, per fare anche solo il tecnico-ripara computer bisognerebbe avere una laurea, e la scelta è praticamente obbligata.
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Te lo dico come sistemista da circa 9 anni, in informatica la laurea non serve. Servono solo tante certificazioni vendor ed esperienza e propensione alla logica (neanche matematica vera e propria).
Comunque ti dico che posso capirti, anche io ho bisogno di condivisione a momenti ma non sono una bestia sociale, anche io ho mi sento in colpa a fare il contrario di quello che i miei dicono che vorrebbero che facessi (anche se poi puntualmente lo faccio, anche se con molta fatica).
Non demoralizzare, non ti chiudere dentro schemi, il lavoro è lavoro, gli interessi sono svago.
L'informatico o lo psicologo....che importa! Cerca di trovare un modo tranquillo per essere economicamente autonomo e poi farai del tuo tempo quello che vuoi, cercando di scaricare di stress il tempo impegnativo.
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21-12-2015, 17:55
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#7
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Banned
Qui dal: Nov 2013
Messaggi: 2,712
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L'essere che mi governa è un'entità astratta che ha il pieno controllo sulla finta realtà che ha creato.
Una finta realtà, che ha lo scopo di farmi credere che essa stessa sia vera.
Così facendo, per molto tempo, io ho creduto di esser vivo effettivamente.
Ma il viaggio verso la scoperta della realtà ha avuto grandi progressi nell'ultimo anno.
Così l'essere si trova a inventare nuovi modi per sviarmi da questa scoperta.
Scoperta che porterebbe al fallimento del suo esperimento, del quale non posso quindi conoscere lo scopo.
Probabilmente sono ancora molto lontano dalla scoperta finale, altrimenti l'essere avrebbe già adoperato mezzi molto più aggressivi.
Però so di essermi avvicinato parecchio, perché i suoi tentativi si sono fatti più frequenti.
Tutto, anche la mia morte, sarebbe solo frutto di una simulazione.
Quando l'essere non avrà più bisogno di me, porrà semplicemente fine a questa finta realtà, più o meno come si fa quando si spegne un computer.
Tutto ciò in maniera ovviamente credibile, simulando una morte "umana", perché fino all'ultimo istante tenterà di sviarmi.
Anche il mio ultimo "sospiro" sarà un dato importante per il suo esperimento.
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Ultima modifica di Strange Man; 21-12-2015 a 18:07.
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21-12-2015, 18:06
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#8
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Banned
Qui dal: Nov 2013
Messaggi: 2,712
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Quote:
Originariamente inviata da senyek
Te lo dico come sistemista da circa 9 anni, in informatica la laurea non serve. Servono solo tante certificazioni vendor ed esperienza e propensione alla logica (neanche matematica vera e propria).
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Purtroppo dove sto io (Calabria), si fatica a trovare anche un lavoro da cassiere senza una laurea, senza laurea in informatica nessuno mi prenderebbe mai per fare anche solo il ripara-computer.
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Originariamente inviata da senyek
Comunque ti dico che posso capirti, anche io ho bisogno di condivisione a momenti ma non sono una bestia sociale, anche io ho mi sento in colpa a fare il contrario di quello che i miei dicono che vorrebbero che facessi (anche se poi puntualmente lo faccio, anche se con molta fatica).
Non demoralizzare, non ti chiudere dentro schemi, il lavoro è lavoro, gli interessi sono svago.
L'informatico o lo psicologo....che importa! Cerca di trovare un modo tranquillo per essere economicamente autonomo e poi farai del tuo tempo quello che vuoi, cercando di scaricare di stress il tempo impegnativo.
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Ma il lavoro (per come è inteso in questa società) rappresenta già di suo una chiusura dentro schemi. Perché per sopravvivere devo per forza lavorare nella maniera "classica"?
Io potrei tranquillamente sopravvivere lavorando unicamente per garantirmi la sopravvivenza. Vivere lontano dalla società, da solo, sarebbe un sogno.
Ma non riesco a trovare il coraggio di prendere questa decisione, l'essere che mi governa mi blocca per il momento.
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