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26-01-2025, 01:54
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#1
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Mantova
Messaggi: 3,400
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Di recente mi sono imbattuto in un video che, a mio parere, offre una prospettiva molto interessante sul tema del perdono verso i genitori. La psicologa che lo ha realizzato propone un punto di vista diverso da quello comunemente diffuso da molti altri professionisti, e devo ammettere che mi ha profondamente colpito.
Di solito gli psicoterapeuti spiegano a noi pazienti che i genitori vanno perdonati, ma secondo questa dottoressa, non è sempre necessario perdonare i propri genitori: tutto dipende dalla gravità del danno che ci hanno causato. Per spiegarsi, ha fatto due esempi distinti.
Primo esempio
Immaginiamo che i genitori ci abbiano impedito di fare qualcosa convinti che fosse nel nostro interesse, magari obbligandoci a seguire un percorso di studi che non desideravamo e portandoci a intraprendere una carriera che non ci soddisfa. È chiaro che ciò può generare del risentimento. Tuttavia, se in altri aspetti della vita hanno dimostrato comprensione e affetto, si può arrivare a perdonarli.
Secondo esempio
Se, invece, non si sono limitati a decidere per noi gli studi, ma hanno esercitato un controllo totale sulla nostra vita, reprimendo ogni nostra libertà, soffocando le nostre idee e negandoci la possibilità di esprimere le nostre preferenze, allora il perdono potrebbe non essere la scelta giusta. In casi come questi, perdonarli significherebbe tradire il nostro "bambino interiore", mettendoci dalla parte di chi ci ha ferito e lasciandolo privo di difese. È invece fondamentale imparare ad amare noi stessi (escludendo ovviamente atteggiamenti narcisistici) e proteggere la nostra anima, riconoscendo il valore della vittima che siamo stati.
Il nostro bambino interiore, se non è stato amato, continuerà a cercare quell'amore e protezione anche in età adulta. Questo spesso ci spinge a cercare nel partner ciò che non abbiamo ricevuto dai genitori, finendo per scegliere persone incapaci di amarci davvero. Quando questa incapacità si manifesta, il dolore della ferita originaria riaffiora. Tuttavia, il vuoto lasciato dall’amore non ricevuto non può essere riempito da qualcun altro. L’unica soluzione è prendersi cura di quel bambino interiore, amandolo e comprendendolo come merita.
Un altro punto interessante è l’idea che la società ci imponga di rispettare l’autorità – siano essi genitori, insegnanti, figure religiose o istituzioni. Questo è sicuramente importante in molti contesti, ma non quando si tratta di genitori che si sono comportati in modo profondamente sbagliato nei nostri confronti.
Questa riflessione mi ha davvero colpito perché, nel considerare questo punto di vista, ho notato che mi aiuta a stare meglio. Sento che seguire questa strada può essere un modo per migliorare il rapporto con me stesso e con gli altri.
Quando riprenderò la psicoterapia, intendo parlarne alla mia psicologa: sono curioso di sapere quale sarà la sua opinione a riguardo.
E voi, cosa ne pensate? Avete mai affrontato riflessioni o esperienze simili? Mi piacerebbe conoscere i vostri punti di vista e le vostre storie.
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26-01-2025, 02:16
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#2
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Esperto
Qui dal: Jul 2021
Messaggi: 834
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Ciò che imputo ai genitori è di essere schiavi della cosiddetta medicina ufficiale, una fede cieca come avveniva nel medioevo, tu obbediscinche c'è chi è più sapiente di te, non pensare con la tua testa, della serie c'e una soluzione per tutto "dicono ", hai problemi di diabete o di depressione? Vai da diabetologi o psichiatri, non fai quello che dicono? La colpa è tua, purtroppo non capiscono che queste figure spesso non capiscono nulla senza entrare nei dettagli, sono la per prescrivere farmaci ma non capiscono nulla ne vogliono capire nulla delle cause delle malattie, che sono per metà di carenze o errori nutrizionali o cause di eventi di stress, eh ma loro hanno studiato...
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Ultima modifica di eddy sesterzi; 26-01-2025 a 02:23.
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26-01-2025, 03:07
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#3
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Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: Marche
Messaggi: 4,140
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Ho portato rancore per un numero sufficiente di anni da farmi arrivare a capire quanto possa essere tossico proseguire su questa strada.
Direi di no, non mi sento di tradire il mio bambino interiore se mi concedo di perdonare e lasciar andare o addirittura amare in silenzio chi non è riuscito a fare lo stesso con me.
Ho perdonato i miei semplicemente smettendo di classificarli solo come genitori, ma iniziando a vederli anche come semplici persone, quindi imperfette.
Ad oggi spezzare "positivamente" questa faida genitore-figlio, dimenticare il fallimento del loro progetto educativo, delle rispettive aspettative disattese (etc..) è stata tra le cose più liberatorie vissute, quindi, per quello che mi riguarda, baci e abbracci per tutti.
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26-01-2025, 09:11
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#4
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Esperto
Qui dal: Jun 2024
Messaggi: 602
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Un genitore può addirittura obbligare a intraprendere una determinata carriera? Non sono d’accordo. A una certa età, che possiamo convenzionalmente definire nei 18 anni, non si ha più alcun tipo di obbligo nei confronti dei genitori.
Quand’anche si volesse obiettare che è il modo in cui ti crescono i genitori a darti i mezzi per diventare indipendente, è sicuramente vero. Ma ci vuole una presa di coscienza e da lì bisogna ripartire. Può servire l’aiuto di qualcuno, o di tante persone. Non si vive più solo nell’ambiente domestico, un modo si trova. La vita è propria e le responsabilità anche.
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26-01-2025, 09:23
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#5
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Esperto
Qui dal: Aug 2022
Messaggi: 4,276
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Non so se è giusto o sbagliato; a me personalmente non interessa. Da parte mia non li perdonerò MAI.
Può essere calato il rancore nei loro confronti ma non verserò nemmeno una lacrima per la loro dipartita.
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26-01-2025, 10:28
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#6
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,880
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Avevo aperto un topic simile un sacco di anni fa, perché è un problema che mi riguarda da vicino.
Ai miei genitori, specialmente a mio padre, rimprovero di non essersi mai messi in discussione, di aver sempre elevato un muro, nel caso di mio padre fatto anche di violenza fisica, che impediva qualunque dialogo tra figli e genitori. I miei genitori stabilivano le cose e bisognava obbedire senza alcuna possibilità di negoziazione: nel caso di mio padre c'era la violenza fisica a impedirlo, nel caso di mia madre tutta una serie di ricatti psicologici ed emotivi, tra cui ad esempio la minaccia di suicidarsi se noi figli non ci adeguavamo.
Sono autistico, quindi gran parte dei miei problemi sono di origine probabilmente genetica e i miei genitori c'entrano fino a un certo punto, ma è anche un fatto che avrei avuto diritto a crescere in un ambiente più duttile e ricettivo nei confronti delle mie esigenze particolari. E se considero che anche le mie sorelle hanno avuto una vita deragliata, priva di una realizzazione lavorativa decente, di prospettive, vissuta ai margini della società e spesso oltre quei margini, be', qualche sospetto che i problemi non siano solo miei ma derivino anche dall'ambiente famigliare mi viene.
Ora sono passati tanti anni, non so nemmeno bene cosa significhi "perdonare", ho passato un lungo periodo in cui avevo tagliato completamente i rapporti con la mia famiglia, ora li ho riallacciati, ma cerco comunque di tenere a una giusta distanza i miei genitori. Non so cosa proverò quando moriranno.
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26-01-2025, 13:18
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#7
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
Messaggi: 1,867
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Ho un rapporto così malsano coi miei genitori che ormai è diventato difficile capire dove finiscono le loro colpe e dove iniziano le mie, anzi, di questo passo le miei colpe stanno di gran lunga superando i loro errori, quindi è come se l'astio che provo nei loro confronti stia venendo gradualmente sostituito dai sensi di colpa e il disagio per essergli ora di peso, è come se capissi che ormai hanno sofferto abbastanza a causa mia, quanto io ho sofferto a causa loro e quindi sia arrivato il momento di liberarli di me, lasciarli in pace, ma non ci riesco.
Liberarli di me intendo = trovarmi un lavoro, una mia casa, farmi una mia vita.
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26-01-2025, 20:51
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#8
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Esperto
Qui dal: Feb 2023
Ubicazione: veGano
Messaggi: 2,044
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No, non è giusto, si trova un compromesso ma si delimita il terreno, mio padre non si permette di imporsi perchè non ne ha il diritto, può darmi qualche consiglio ma ormai lui ha perso il titolo di genitore
ci vogliamo bene? Abbastanza
Ci odiamo? Il giusto
La viviamo bene questa situazione? Si
Mi sono pescato la parte piú importante:
L ho perdonato? No
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Ultima modifica di Syd90; 26-01-2025 a 21:57.
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26-01-2025, 20:51
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 1,106
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Al di là delle situazioni specifiche, credo che più che perdonare bisogna fare i conti con il fatto che indietro non si torna e quindi stare a rimuginare sulle mancanze dei propri genitori non serve.
Al limite serve essere consapevoli delle influenze negative dei propri genitori per evitare di farsene condizionare in futuro.
Usare invece questa consapevolezza come scusa per non far nulla perchè "tanto mi hanno rovinato da piccolo" invece lo eviterei.
Per quanto riguarda il mio astio nei confronti dei miei genitori per i loro errori: ebbene, si è smorzato quando ho dovuto fare i conti con i miei, di errori.
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Ultima modifica di milton erickson; 26-01-2025 a 21:19.
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26-01-2025, 21:35
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 8,097
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Forse per chi è andato via di casa è più facile, perché ormai sono situazioni che fanno parte del passato. Per chi continua a vivere con i genitori sono situazioni del presente invece.
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27-01-2025, 01:08
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#11
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Intermedio
Qui dal: Jan 2025
Messaggi: 106
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penso che è giusto riappacificarsi coi genitori,ce chi vorrebbe e non può più
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27-01-2025, 02:50
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#12
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Esperto
Qui dal: Jun 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 4,764
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Quote:
Originariamente inviata da NoSurrender
È invece fondamentale imparare ad amare noi stessi (escludendo ovviamente atteggiamenti narcisistici) e proteggere la nostra anima, riconoscendo il valore della vittima che siamo stati.
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Molto prezioso questo.
Sì, ne ho parlate svariate volte coi terapeuti, essendo un tema sempre significativo.
Credo che il perdono vada saputo meritare, non vada elargito spontanemente e per generosità. Una concessione accordata in siffatto modo è sempre particolarmente labile, ed al primo sgarbo ed indelicatezza si genera un ritorno di fiamma, per cui ricompare ma in uno stato più acre ed aspro ancora del precedente.
E' bene rinunciare a volerli cambiare ed ogni sforzo in questo senso è uno spreco di energia; né poi può essere restituito qualcosa, ché il passato non si cambia. Non tutti hanno le caratteristiche per fare il genitore, può essere doloroso rendersene conto ed ammetterlo.
Quote:
Originariamente inviata da NoSurrender
Il nostro bambino interiore, se non è stato amato, continuerà a cercare quell'amore e protezione anche in età adulta.
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In effetti ho notato che tendo a vedere adulti per età più grandi di me e premurosi, benevoli e protettivi nei miei confronti, come genitori affettivi ed avere con essi comportamenti affettuosi, con tanto di dare e richiedere abbracci, quando non ne abbia imbarazzo. Gesti teneri, ma senza amorosi sentimenti; solo una sentita affezione e attaccamento, come un figlio.
Più con maschi che con femmine: marcato indice di come non abbia mai avuto un padre.
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Ultima modifica di Pluvia; 27-01-2025 a 03:17.
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27-01-2025, 16:58
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#13
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Esperto
Qui dal: May 2022
Ubicazione: AIUTO sono rimasto rinchiuso dentro le palle di Mozart
Messaggi: 1,543
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No, non bisogna per forza perdonarli. Più che altro è controproducente fossilizzarsi su un rancore perpetuo e sul rimpianto della persona che saremmo potuti essere se fossimo cresciuti in un contesto funzionale. I genitori non si cambiano, l'infanzia non si può rivivere, possiamo partire solo da quello che siamo ora e guardare avanti.
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28-01-2025, 08:28
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,234
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Quote:
Originariamente inviata da NoSurrender
Di recente mi sono imbattuto in un video che, a mio parere, offre una prospettiva molto interessante sul tema del perdono verso i genitori. La psicologa che lo ha realizzato propone un punto di vista diverso da quello comunemente diffuso da molti altri professionisti, e devo ammettere che mi ha profondamente colpito.
Di solito gli psicoterapeuti spiegano a noi pazienti che i genitori vanno perdonati, ma secondo questa dottoressa, non è sempre necessario perdonare i propri genitori: tutto dipende dalla gravità del danno che ci hanno causato. Per spiegarsi, ha fatto due esempi distinti.
Primo esempio
Immaginiamo che i genitori ci abbiano impedito di fare qualcosa convinti che fosse nel nostro interesse, magari obbligandoci a seguire un percorso di studi che non desideravamo e portandoci a intraprendere una carriera che non ci soddisfa. È chiaro che ciò può generare del risentimento. Tuttavia, se in altri aspetti della vita hanno dimostrato comprensione e affetto, si può arrivare a perdonarli.
Secondo esempio
Se, invece, non si sono limitati a decidere per noi gli studi, ma hanno esercitato un controllo totale sulla nostra vita, reprimendo ogni nostra libertà, soffocando le nostre idee e negandoci la possibilità di esprimere le nostre preferenze, allora il perdono potrebbe non essere la scelta giusta. In casi come questi, perdonarli significherebbe tradire il nostro "bambino interiore", mettendoci dalla parte di chi ci ha ferito e lasciandolo privo di difese. È invece fondamentale imparare ad amare noi stessi (escludendo ovviamente atteggiamenti narcisistici) e proteggere la nostra anima, riconoscendo il valore della vittima che siamo stati.
Il nostro bambino interiore, se non è stato amato, continuerà a cercare quell'amore e protezione anche in età adulta. Questo spesso ci spinge a cercare nel partner ciò che non abbiamo ricevuto dai genitori, finendo per scegliere persone incapaci di amarci davvero. Quando questa incapacità si manifesta, il dolore della ferita originaria riaffiora. Tuttavia, il vuoto lasciato dall’amore non ricevuto non può essere riempito da qualcun altro. L’unica soluzione è prendersi cura di quel bambino interiore, amandolo e comprendendolo come merita.
Un altro punto interessante è l’idea che la società ci imponga di rispettare l’autorità – siano essi genitori, insegnanti, figure religiose o istituzioni. Questo è sicuramente importante in molti contesti, ma non quando si tratta di genitori che si sono comportati in modo profondamente sbagliato nei nostri confronti.
Questa riflessione mi ha davvero colpito perché, nel considerare questo punto di vista, ho notato che mi aiuta a stare meglio. Sento che seguire questa strada può essere un modo per migliorare il rapporto con me stesso e con gli altri.
Quando riprenderò la psicoterapia, intendo parlarne alla mia psicologa: sono curioso di sapere quale sarà la sua opinione a riguardo.
E voi, cosa ne pensate? Avete mai affrontato riflessioni o esperienze simili? Mi piacerebbe conoscere i vostri punti di vista e le vostre storie.
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Ma perché dovrebbe esserci una regola per cui è valido perdonare qualcuno o non perdonarlo? A me è a monte che sembrano boiate i discorsi degli psicologi. Io posso non perdonare qualcuno anche se per il resto dell'umanità non ha fatto nulla di grave, fanculo il resto dell'umanità, ma devo dar conto a qualcuno per perdonare o non perdonare?
E' errata proprio l'impostazione a monte nel fare degli esempi dove è ammesso il perdono e degli esempi dove non è ammesso.
Per questo a me gli psicologi psicoterapeuti stanno sulle palle, si arrogano questo diritto di giudizio fondamentale nello stabilire cosa è grave e cosa no, cosa va perdonato e cosa no. Ma che siete preti?
Ma voi chi cazzo siete?
La laurea in psicologia o un corso di psicoterapia vi dovrebbe dare un potere di giudizio sul resto dell'umanità di questa portata? Non siete un cazzo come il resto delle persone e restate nulla in tal senso.
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Ultima modifica di XL; 28-01-2025 a 08:44.
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28-01-2025, 09:26
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#15
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Esperto
Qui dal: Aug 2022
Messaggi: 4,276
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma perché dovrebbe esserci una regola per cui è valido perdonare qualcuno o non perdonarlo? A me è a monte che sembrano boiate i discorsi degli psicologi. Io posso non perdonare qualcuno anche se per il resto dell'umanità non ha fatto nulla di grave, fanculo il resto dell'umanità, ma devo dar conto a qualcuno per perdonare o non perdonare?
E' errata proprio l'impostazione a monte nel fare degli esempi dove è ammesso il perdono e degli esempi dove non è ammesso.
Per questo a me gli psicologi psicoterapeuti stanno sulle palle, si arrogano questo diritto di giudizio fondamentale nello stabilire cosa è grave e cosa no, cosa va perdonato e cosa no. Ma che siete preti?
Ma voi chi cazzo siete?
La laurea in psicologia o un corso di psicoterapia vi dovrebbe dare un potere di giudizio sul resto dell'umanità di questa portata? Non siete un cazzo come il resto delle persone e restate nulla in tal senso.
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Amen fratello. Certamente io e te non siamo persone da psicologi  ....siamo proprio da camicia di forza
Ma d'altra parte esistono persone che ne traggono giovamento o aiuto in quanto non riescono da sole a capire sé stesse o magari è anche un modo per parlare con qualcuno/a
Personalmente non ho molta considerazione per la categoria, anche se riconosco che questa è la loro epoca (per far soldi).
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28-01-2025, 10:43
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,616
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28-01-2025, 13:03
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,234
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
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Ma una soluzione secondo te cosa sarebbe, visto che parli di soluzioni usando un'immagine? 
Per me una soluzione è qualcosa che sia veramente soddisfacente dal mio punto di vista, e non è detto che ci sia, a me pare che è soddisfacente per altri e questi altri vorrebbero inculcarmi il loro senso di "soddisfacente".
Per voi che parlate di soluzioni, forse è altro una soluzione, per questo siete così sicuri che si possa agire in qualche senso e cercare qualcosa, qualsiasi sia la forma di malcontento.
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28-01-2025, 13:14
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#18
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,234
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Quote:
Originariamente inviata da cuginosmorfio
Amen fratello. Certamente io e te non siamo persone da psicologi  ....siamo proprio da camicia di forza
Ma d'altra parte esistono persone che ne traggono giovamento o aiuto in quanto non riescono da sole a capire sé stesse o magari è anche un modo per parlare con qualcuno/a
Personalmente non ho molta considerazione per la categoria, anche se riconosco che questa è la loro epoca (per far soldi).
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Parlare con qualcuno va bene, ma se questo qualcuno pensa che sia una medicina stabilire giudizi di questo tipo, questo qualcuno non è più un qualcuno con cui io vorrei parlare. Forse è proprio l'idea che curino qualcosa con dei valori che non mi sta bene. Per lo stesso motivo mi stanno sulle palle sia le religioni con gli dei che quelle senza dei come il buddismo (anzi quelle con gli dei e pochi valori direttivi sono meglio), comunque in ogni caso ci sono valori direttivi, il bene e il male, è bene far questo, è male fare quest'altro, e se io alla base sono in disaccordo? Mi curano nel momento in cui aderisco a come giudicano loro, non mi curano se non aderisco.
A me la compagnia e parlare con qualcuno fa pure bene, ma non mi fa bene essere indottrinato con le loro stronzate.
Comunque personalmente non ce l'ho proprio 'sto concetto di perdono, dovrei pensare che qualcuno è colpevole per perdonare, per me non ci sono veri colpevoli, è un costrutto sociale inconsistente quello di responsabilità, non atterra in niente serve solo per cercare di manipolare se stessi o gli altri ad agire in questo o quel senso, meglio gli altri comunque se poi bisogna sorbirsi cose negative, se la colpa è tua devi farti tu un mazzo così, se la colpa è di altri e li si riesce a convincere davvero ottieni certe cose. A questo serve, lo si vede all'opera anche in ambito politico quando più parti sociali cercano di smuovere le altre a cedere.
Tanto che puoi agire in certi sensi lo sai, ma magari a te non sta bene, non è che se ti dicono che sei responsabile ti smuovono, a me con queste stronzate non mi smuovono più, se mi mostrano davvero che la cosa conviene dal mio punto di vista, e per convenirmi io devo ottenere davvero tanto, mi muovo, se no non mi sposto di un centimetro, di aiuto in forma di indottrinamenti, forme di eroismo e coraggio, e roba simile, non ne ho bisogno.
Se una persona comunica ad un'altra persona delle mancanze, non è detto che si possano colmare con qualche stronzata, possono restare in piedi in modo irrisolvibile sempre.
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Ultima modifica di XL; 28-01-2025 a 13:48.
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28-01-2025, 15:10
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#19
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,616
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XL sei per caso un seguace della schizoanalisi e della produzione desiderante di Felix Guattari e Gilles Deleuze?
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28-01-2025, 23:00
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#20
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Principiante
Qui dal: May 2019
Messaggi: 96
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Quote:
Originariamente inviata da NoSurrender
Di recente mi sono imbattuto in un video che, a mio parere, offre una prospettiva molto interessante sul tema del perdono verso i genitori. La psicologa che lo ha realizzato propone un punto di vista diverso da quello comunemente diffuso da molti altri professionisti, e devo ammettere che mi ha profondamente colpito.
Di solito gli psicoterapeuti spiegano a noi pazienti che i genitori vanno perdonati, ma secondo questa dottoressa, non è sempre necessario perdonare i propri genitori: tutto dipende dalla gravità del danno che ci hanno causato. Per spiegarsi, ha fatto due esempi distinti.
Primo esempio
Immaginiamo che i genitori ci abbiano impedito di fare qualcosa convinti che fosse nel nostro interesse, magari obbligandoci a seguire un percorso di studi che non desideravamo e portandoci a intraprendere una carriera che non ci soddisfa. È chiaro che ciò può generare del risentimento. Tuttavia, se in altri aspetti della vita hanno dimostrato comprensione e affetto, si può arrivare a perdonarli.
Secondo esempio
Se, invece, non si sono limitati a decidere per noi gli studi, ma hanno esercitato un controllo totale sulla nostra vita, reprimendo ogni nostra libertà, soffocando le nostre idee e negandoci la possibilità di esprimere le nostre preferenze, allora il perdono potrebbe non essere la scelta giusta. In casi come questi, perdonarli significherebbe tradire il nostro "bambino interiore", mettendoci dalla parte di chi ci ha ferito e lasciandolo privo di difese. È invece fondamentale imparare ad amare noi stessi (escludendo ovviamente atteggiamenti narcisistici) e proteggere la nostra anima, riconoscendo il valore della vittima che siamo stati.
Il nostro bambino interiore, se non è stato amato, continuerà a cercare quell'amore e protezione anche in età adulta. Questo spesso ci spinge a cercare nel partner ciò che non abbiamo ricevuto dai genitori, finendo per scegliere persone incapaci di amarci davvero. Quando questa incapacità si manifesta, il dolore della ferita originaria riaffiora. Tuttavia, il vuoto lasciato dall’amore non ricevuto non può essere riempito da qualcun altro. L’unica soluzione è prendersi cura di quel bambino interiore, amandolo e comprendendolo come merita.
Un altro punto interessante è l’idea che la società ci imponga di rispettare l’autorità – siano essi genitori, insegnanti, figure religiose o istituzioni. Questo è sicuramente importante in molti contesti, ma non quando si tratta di genitori che si sono comportati in modo profondamente sbagliato nei nostri confronti.
Questa riflessione mi ha davvero colpito perché, nel considerare questo punto di vista, ho notato che mi aiuta a stare meglio. Sento che seguire questa strada può essere un modo per migliorare il rapporto con me stesso e con gli altri.
Quando riprenderò la psicoterapia, intendo parlarne alla mia psicologa: sono curioso di sapere quale sarà la sua opinione a riguardo.
E voi, cosa ne pensate? Avete mai affrontato riflessioni o esperienze simili? Mi piacerebbe conoscere i vostri punti di vista e le vostre storie.
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Sono nell'idea che ognuno possa trovare la propria via di mezzo fra gli esempi fatti in base al proprio sentire; ciò che eviterei è di polarizzarsi sul concetto di "perdonare per forza" e "rimurginare a vita macinando rancore", dato che nel primo caso uno scuserebbe certi atteggiamenti disfunzionali del genitore non riconoscendoli come tali, mentre nel secondo non si accetterebbe come siano andate le cose e che non si può tornare indietro, trincerandoci con un forte astio senza ottenere nulla di soddisfacente.
Secondo me, ciò che fa la differenza in questo quesito è l'accettazione di come siano andate le cose, nel bene e nel male; se non si accetta che si è stati feriti, si rincorre l'illusione di un ideale che avremmo tanto desiderato (es. genitori più funzionali) e questo non ci permette di stare in pace con noi stessi e quindi di capire se ci sentiamo di perdonare o meno. Penso che non abbia senso dire che ci siano situazioni che vanno perdonate in quanto magari più "lievi" (es. la decisione di un percorso di studi piuttosto che un'altra) o che non meritano affatto perdono; è una riflessione che deve appurare il diretto interessato.
Ai miei genitori riconosco che hanno fatto cose buone come essere disposti a negoziare (anche se ci è voluto tutto il mio impegno per smuoverli da certi pregiudizi e preconcetti) alcune scelte di scuola, studio, vita sociale, sostenermi economicamente quando sono andata via di casa. Tuttavia, non lì perdonerò mai per essere sempre stati persone ipercontrollanti su molti aspetti della vita quotidiana, invadenti, ansiogene, emotivamente inesistenti e costantemente svalutanti. Non mancino odio a profusione come facevo in passato, ma in testa lì ho spogliati di quella che sarebbe la definizione convenzionale di "genitore"; sono due estranei, con cui c'è solo un rapporto civile, ma nient'altro: io ho la mia vita e loro la loro.
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 |
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