|
|
20-03-2011, 22:32
|
#121
|
Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
|
Quote:
Originariamente inviata da stone
- Alle mie neocolleghe viene sconsigliato di frequentarmi, anche solo per bere un caffè
- In 40 anni, le uniche feste a cui sono stato invitato sono le cene tra colleghi (e, in un caso, hanno anche provato a non farlo) e quelle tra familiari
- Se mi trovo in mezzo ad un gruppo di persone, ed esprimo la mia opinione su un qualunque argomento è rarissimo che qualcuno mi presti attenzione
Pensa anche al thread in cui si parlava di aborto: in un'altro contesto (a maggioranza estroversa), quasi tutti ci avrebbero detto di stare zitti perché non abbiamo esperienza in materia.
|
- Hai le prove di ciò?
- Le uniche feste in cui io sono stato invitato erano quelle tra colleghi, amici e conoscenti, le persone che mi frequentano insomma. Quando non frequentavo gruppi amicali ero sempre solo.
- E' la sensazione che ho sempre avuto io, almeno finché non ho cominciato a farmi conoscere, anche per le cazzate (termine espresso in simpatia) che ero solito sparare. E' tipico di molti (non solo fobici e introversi) avere la tendenza a desiderare l'attenzione dell'auditorio proiettata su di sé, ne ho parlato spesso e anche altri utenti hanno raccontato esperienze simili alle mie. A volte la timidezza è una forma di narcisismo represso, il desiderio mai realmente palesato di ottenere incondizionata ammirazione. Ancora oggi, qualora io mi accinga a profferire un discorso in mezzo ad altre persone, sento irrefrenabile il desiderio di ottenere approvazione in caso di argomentazioni "serie" e ilarità in caso di cazzeggio. Ma non sempre accade, tuttavia da quando ho imparato a gestire questo lato della mia personalità, riesco con buoni esiti ad ottenere ascolto e approvazione da una parte degli ascoltatori, senza riuscire a coinvolgere e a catturare l'attenzione di tutti. Ma si tratta principalmente di abbattere quella tendenza a polarizzare ogni cosa tra un "tutto" e un "niente" che è tipica di molto di noi.
|
Ultima modifica di muttley; 20-03-2011 a 22:34.
|
20-03-2011, 22:36
|
#122
|
Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
|
Quote:
Originariamente inviata da Nick
Al massimo ti posso concedere che volere il fatto che volere sia potere ci da qualche chance in più, ma quel "senz'altro" ci predispone ad una caduta senza rete.
La buona volontà non da nessuna garanzia oltre ad essere un mito autocelebrativo a posteriori per coloro che ce l'hanno fatta.
Mettiamo il caso di un agorafobico che passa tutta la vita in casa, un giorno finalmente qualcuno lo convince ad uscire e un autobus lo falcia in mezzo alla via.
Ovvio che se continuava a vivere in quel modo avrebbe comunque fatto una vita di merda, ma possiamo al massimo predisporci alla vita il che significa accettare la casualità della stessa per quanto mi riguarda.
La fobia non è vedere un pericolo che non c'è ma farsi dominare da quel pericolo.
Anzi poichè un fobico diamo per assunto che non sia un paranoico è assai probabile che alla base delle nostre paure ci sia qualcosa di molto concreto.
Superare le nostre paure non ci darà alcun beneficio oltre al fatto di superare le nostre paure, superare la paura del fallimento significa accettarne la possibilità non sperare in un successo.
E dopo questo pistolotto alle 4 di mattina, posso essere relativamente certo di essere abbastanza lontano dal predispormi alla vita.
|
Branko Bokum disapproverebbe certi passaggi
|
|
20-03-2011, 22:49
|
#123
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Il fatto è che in questo sito leggo spesso proclami altisonanti e alti lai all'indirizzo dei "normali", rei di averci escluso con deliberate iniziative di emarginazione. Io vorrei capire in cosa consistono queste iniziative, nel senso "concreto" del termine. Ci hanno impedito di uscire con loro? Ci hanno vietato esplicitamente di far parte del loro gruppo? Da che mondo e mondo io ricordo di aver sempre declinato un numero impressionante di inviti e di essermi conceduto sempre col contagocce.
|
Nel mio caso, molto semplicemente, ho notato che gli inviti che ho ricevuto sono sempre stati da parte di persone in qualche modo compatibili con me (che sono anche quelle con cui sono riuscito a costruire un rapporto degno di questo nome), mentre sono sempre stato praticamente ignorato dagli altri (e dalle altre). La differenza con un "normalone" è che il primo gruppo di persone è risicatissimo.
|
Ultima modifica di Winston_Smith; 20-03-2011 a 22:54.
|
20-03-2011, 22:55
|
#124
|
Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,861
|
Se uno di scarsa o scarsissima attrattiva vorrà con assoluta determinazione una ragazza, forse qualcosa rimedierà, ma quanto si dovrà accontentare, salvo botte di culo? Mi sembra un'ideologia positivista all'americana o alla "Amici" (chi si impegna ce la fa): chiaro che se si vuole qualcosa non bisogna stare fermi, ma è buonista pensare che chiunque può fare qualunque cosa.
|
|
20-03-2011, 22:57
|
#125
|
Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,861
|
Quote:
Originariamente inviata da Rose
Ma solo io trovo perfettamente normale non avere sempre e comunque voglia di uscire? Non si dovrebbe uscire perchè si ha voglia di farlo, mica perchè è da normali o ce lo impongono gli altri? Anche a me questa caratteristica attira delle antipatie, sinceramente me ne frego, non riesco neanche a focalizzare se davvero gli altri escano tutte le volte perchè davvero ne hanno voglia o tante volte lo facciano solo per non apparire anormali o hanno paura che i loro amici smettano di chiamarli per questo.
|
Osservazione giusta in cui mi ci ritrovo assolutamente, ma abbastanza da introversi. Mi viene in mente un amico estroverso a cui stentavo a far capire questo, anzi forse non lo capiva e stop. Ricordiamoci che una fetta di persone non ha interessi personali o hobby, se a questo aggiungiamo l'estroversione è chiaro che queste persone cerchino il più possibile di vivere "al di fuori" e in compagnia.
|
|
20-03-2011, 23:00
|
#126
|
Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Altrove
Messaggi: 4,534
|
Ho provato ed ho fallito e ora non ho più voglia di riprovare
|
|
20-03-2011, 23:00
|
#127
|
Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,861
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
La mia domanda è: quanto un introverso desidererebbe condividere una consolidata solitudine con un'altra persona? Chi è abituato a vivere tutta la propria vita solo per se stesso, avrà molti problemi a far entrare qualcuno all'interno delle proprie giornate. A mio avviso molti introversi, senza rendersene conto, ragionano in questo modo, percependo tutta la problematicità insita nel vivere un rapporto a due.
|
Oh sì. Qui si entra nel terreno: che tipo di relazione preferireste con una ragazza? Io un tipo per cui non ci si rompa i cog**oni a vicenda, a meno che non si tratti di una profonda storia d'amore.
|
|
20-03-2011, 23:03
|
#128
|
Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
|
C'è sempre un meccanismo di difesa inconscio che ci spinge a dire: ma non è che poi in due è peggio che da soli? Ammettiamolo, dai
|
|
20-03-2011, 23:06
|
#129
|
Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,861
|
Chiaro che per noi (per me, almeno) la coppia è qualcosa di ignoto. O meglio, qualcosa che si vede sperimentare ad altri e di cui si invidiano alcuni aspetti (l'affetto, il sesso) ed altri meno (le litigate per le cazzate, il dover rendere conto di tutto, il decidere le cose in due).
|
|
20-03-2011, 23:10
|
#130
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
C'è sempre un meccanismo di difesa inconscio che ci spinge a dire: ma non è che poi in due è peggio che da soli? Ammettiamolo, dai
|
Che c'entra questo? Questo ragionamento lo fanno anche molti estroversi che non vogliono "impegnarsi", non credo sia una prerogativa dei timidi/fobici (e non di tutti loro senza dubbio). La differenza è che poi il timido/fobico può aver paura di instaurare una relazione di solo sesso, ad esempio, perché il bagaglio di esperienza e di savoir faire conta mediamente di più in un contesto del genere.
|
|
20-03-2011, 23:11
|
#131
|
Esperto
Qui dal: Dec 2010
Messaggi: 2,643
|
Quote:
Originariamente inviata da paccello
Chiaro che per noi (per me, almeno) la coppia è qualcosa di ignoto. O meglio, qualcosa che si vede sperimentare ad altri e di cui si invidiano alcuni aspetti (l'affetto, il sesso) ed altri meno (le litigate per le cazzate, il dover rendere conto di tutto, il decidere le cose in due).
|
superquotone.
|
|
21-03-2011, 09:14
|
#132
|
Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
[*] Hai le prove di ciò?
|
Sentire con le mie orecchie la frase «Perché vai con loro? Vieni con noi» mi sembra una prova sufficiente.
Quote:
tendenza a desiderare l'attenzione dell'auditorio proiettata su di sé
|
Stai deragliando alla grande: questa è una delle paure maggiori di un sociofobico/evitante. Comunque, io ho parlato di essere ignorati quasi sempre, che non è la stessa cosa che dici tu.
Sei tu sei un narcisista, non dobbiamo esserlo tutti per forza (e, in effetti, questo tuo ragionamento è tipicamente narcisista).
|
|
21-03-2011, 11:57
|
#133
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
- E' la sensazione che ho sempre avuto io, almeno finché non ho cominciato a farmi conoscere, anche per le cazzate (termine espresso in simpatia) che ero solito sparare. E' tipico di molti (non solo fobici e introversi) avere la tendenza a desiderare l'attenzione dell'auditorio proiettata su di sé, ne ho parlato spesso e anche altri utenti hanno raccontato esperienze simili alle mie. A volte la timidezza è una forma di narcisismo represso, il desiderio mai realmente palesato di ottenere incondizionata ammirazione. Ancora oggi, qualora io mi accinga a profferire un discorso in mezzo ad altre persone, sento irrefrenabile il desiderio di ottenere approvazione in caso di argomentazioni "serie" e ilarità in caso di cazzeggio. Ma non sempre accade, tuttavia da quando ho imparato a gestire questo lato della mia personalità, riesco con buoni esiti ad ottenere ascolto e approvazione da una parte degli ascoltatori, senza riuscire a coinvolgere e a catturare l'attenzione di tutti. Ma si tratta principalmente di abbattere quella tendenza a polarizzare ogni cosa tra un "tutto" e un "niente" che è tipica di molto di noi.
|
In alcuni casi può essere come dici tu, in altri casi può essere come dice Stone, in altri ancora (tipo come quelli che capitano a me di solito) ci può essere una via di mezzo, nel senso che io personalmente non desidero di stare al centro dell'attenzione e ottenere l'approvazione universale, però noto che tendo a dare troppa importanza al giudizio altrui su ciò che dico (ovviamente, se no non sarei qui). Quindi, anche se qualche volta ciò che dico ottiene un riscontro in qualche interlocutore, la mia mente si sofferma sempre di più sulle volte in cui le mie parole cadono nel vuoto o sulla reazione di coloro che le ignorano.
C'è da dire però che, senza arrivare agli estremi delle situazioni descritte da Stone, anch'io alla fine della fiera conto più battute a vuoto che interventi azzeccati (ed è anche per paura di ciò che tendo a parlare poco), probabilmente perché il classico estroversone di turno (di cui ho qualche esempio tra i miei colleghi di lavoro) ha una maggiore facilità nel parlare di argomenti a me estranei e soprattutto maggiore disinvoltura nello "small talk".
In conclusione, non credo si possano trarre leggi generali valide per tutti riguardo alla questione "siamo noi a isolarci o gli altri a escluderci?"
|
Ultima modifica di Winston_Smith; 21-03-2011 a 11:59.
|
21-03-2011, 12:25
|
#134
|
Guest
|
Quello che mi piacerebbe sapere da Stone è cosa se ne fa dell'aver dimostrato che non è vero che non ci abbia mai provato.
Provaci ancora Stone (cit.)
|
|
21-03-2011, 12:37
|
#135
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da CerealKiller
Quello che mi piacerebbe sapere da Stone è cosa se ne fa dell'aver dimostrato che non è vero che non ci abbia mai provato.
Provaci ancora Stone (cit.)
|
Un po' come dire "metti ancora la mano nell'acqua per vedere se è calda", dopo essersi sempre ustionati...non è detto che ci si ustionerà ancora, ma non è facile e certamente non è una cosa che si può fare alla cieca.
|
|
21-03-2011, 12:49
|
#136
|
Guest
|
Lo so che non è facile, Win.
Suggerisco solo di non smettere di cercare il modo. Tu suggerisci la rinuncia?
|
|
21-03-2011, 12:58
|
#137
|
Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Un po' come dire "metti ancora la mano nell'acqua per vedere se è calda", dopo essersi sempre ustionati
|
Quote:
Originariamente inviata da CerealKiller
Quello che mi piacerebbe sapere da Stone è cosa se ne fa dell'aver dimostrato che non è vero che non ci abbia mai provato.
|
Ho la soddisfazione d'aver dimostrato che certe frasette preconfezionate sono totalmente campate in aria. Se tu, come dice Winston, ti fossi sempre ustionata, non t'incazzeresti a dismisura ogni volta che qualcuno t'accusa di non aver mai messo la mano nell'acqua?
|
|
21-03-2011, 13:32
|
#138
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da CerealKiller
Lo so che non è facile, Win.
Suggerisco solo di non smettere di cercare il modo. Tu suggerisci la rinuncia?
|
No, ma neanche il buttarsi a testa bassa (rischiando di dare ulteriori craniate nel muro). Bisogna cercare ambienti e persone compatibili con noi, imho, per non avere probabilità di successo infinitesime già in partenza. Tanto per dire, ho idea che l'ambiente di lavoro di Stone sia già "bruciato", a meno che non vi arrivi qualcuno/a con una personalità nettamente al di fuori della "media".
|
|
21-03-2011, 13:33
|
#139
|
Guest
|
Temevo che dietro ci fosse il desiderio di dimostrare a te stesso che è ora di rinunciare :-(
|
|
21-03-2011, 13:49
|
#140
|
Guest
|
Forse parliamo di cose diverse. Per uscirNe io credevo si intendesse uscire dallo stato di infelità dovuto ai disturbi psichici. Stare bene, in generale.
A questo dico di non rinunciare.
Non sono contaria ad una rinuncia, magari temporanea, ad amici e amori. Anzi, sospendere le ricerche spesso è l'unico modo.
|
|
|
|
|