|
|
20-03-2011, 22:55
|
#121
|
Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
|
Se uno di scarsa o scarsissima attrattiva vorrà con assoluta determinazione una ragazza, forse qualcosa rimedierà, ma quanto si dovrà accontentare, salvo botte di culo? Mi sembra un'ideologia positivista all'americana o alla "Amici" (chi si impegna ce la fa): chiaro che se si vuole qualcosa non bisogna stare fermi, ma è buonista pensare che chiunque può fare qualunque cosa.
|
|
20-03-2011, 22:57
|
#122
|
Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
|
Quote:
Originariamente inviata da Rose
Ma solo io trovo perfettamente normale non avere sempre e comunque voglia di uscire? Non si dovrebbe uscire perchè si ha voglia di farlo, mica perchè è da normali o ce lo impongono gli altri? Anche a me questa caratteristica attira delle antipatie, sinceramente me ne frego, non riesco neanche a focalizzare se davvero gli altri escano tutte le volte perchè davvero ne hanno voglia o tante volte lo facciano solo per non apparire anormali o hanno paura che i loro amici smettano di chiamarli per questo.
|
Osservazione giusta in cui mi ci ritrovo assolutamente, ma abbastanza da introversi. Mi viene in mente un amico estroverso a cui stentavo a far capire questo, anzi forse non lo capiva e stop. Ricordiamoci che una fetta di persone non ha interessi personali o hobby, se a questo aggiungiamo l'estroversione è chiaro che queste persone cerchino il più possibile di vivere "al di fuori" e in compagnia.
|
|
20-03-2011, 23:00
|
#123
|
Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Altrove
Messaggi: 4,538
|
Ho provato ed ho fallito e ora non ho più voglia di riprovare
|
|
20-03-2011, 23:00
|
#124
|
Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
La mia domanda è: quanto un introverso desidererebbe condividere una consolidata solitudine con un'altra persona? Chi è abituato a vivere tutta la propria vita solo per se stesso, avrà molti problemi a far entrare qualcuno all'interno delle proprie giornate. A mio avviso molti introversi, senza rendersene conto, ragionano in questo modo, percependo tutta la problematicità insita nel vivere un rapporto a due.
|
Oh sì. Qui si entra nel terreno: che tipo di relazione preferireste con una ragazza? Io un tipo per cui non ci si rompa i cog**oni a vicenda, a meno che non si tratti di una profonda storia d'amore.
|
|
20-03-2011, 23:03
|
#125
|
Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
|
C'è sempre un meccanismo di difesa inconscio che ci spinge a dire: ma non è che poi in due è peggio che da soli? Ammettiamolo, dai
|
|
20-03-2011, 23:06
|
#126
|
Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,848
|
Chiaro che per noi (per me, almeno) la coppia è qualcosa di ignoto. O meglio, qualcosa che si vede sperimentare ad altri e di cui si invidiano alcuni aspetti (l'affetto, il sesso) ed altri meno (le litigate per le cazzate, il dover rendere conto di tutto, il decidere le cose in due).
|
|
20-03-2011, 23:10
|
#127
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
C'è sempre un meccanismo di difesa inconscio che ci spinge a dire: ma non è che poi in due è peggio che da soli? Ammettiamolo, dai
|
Che c'entra questo? Questo ragionamento lo fanno anche molti estroversi che non vogliono "impegnarsi", non credo sia una prerogativa dei timidi/fobici (e non di tutti loro senza dubbio). La differenza è che poi il timido/fobico può aver paura di instaurare una relazione di solo sesso, ad esempio, perché il bagaglio di esperienza e di savoir faire conta mediamente di più in un contesto del genere.
|
|
20-03-2011, 23:11
|
#128
|
Esperto
Qui dal: Dec 2010
Messaggi: 2,643
|
Quote:
Originariamente inviata da paccello
Chiaro che per noi (per me, almeno) la coppia è qualcosa di ignoto. O meglio, qualcosa che si vede sperimentare ad altri e di cui si invidiano alcuni aspetti (l'affetto, il sesso) ed altri meno (le litigate per le cazzate, il dover rendere conto di tutto, il decidere le cose in due).
|
superquotone.
|
|
21-03-2011, 09:14
|
#129
|
Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
[*] Hai le prove di ciò?
|
Sentire con le mie orecchie la frase «Perché vai con loro? Vieni con noi» mi sembra una prova sufficiente.
Quote:
tendenza a desiderare l'attenzione dell'auditorio proiettata su di sé
|
Stai deragliando alla grande: questa è una delle paure maggiori di un sociofobico/evitante. Comunque, io ho parlato di essere ignorati quasi sempre, che non è la stessa cosa che dici tu.
Sei tu sei un narcisista, non dobbiamo esserlo tutti per forza (e, in effetti, questo tuo ragionamento è tipicamente narcisista).
|
|
21-03-2011, 11:57
|
#130
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
- E' la sensazione che ho sempre avuto io, almeno finché non ho cominciato a farmi conoscere, anche per le cazzate (termine espresso in simpatia) che ero solito sparare. E' tipico di molti (non solo fobici e introversi) avere la tendenza a desiderare l'attenzione dell'auditorio proiettata su di sé, ne ho parlato spesso e anche altri utenti hanno raccontato esperienze simili alle mie. A volte la timidezza è una forma di narcisismo represso, il desiderio mai realmente palesato di ottenere incondizionata ammirazione. Ancora oggi, qualora io mi accinga a profferire un discorso in mezzo ad altre persone, sento irrefrenabile il desiderio di ottenere approvazione in caso di argomentazioni "serie" e ilarità in caso di cazzeggio. Ma non sempre accade, tuttavia da quando ho imparato a gestire questo lato della mia personalità, riesco con buoni esiti ad ottenere ascolto e approvazione da una parte degli ascoltatori, senza riuscire a coinvolgere e a catturare l'attenzione di tutti. Ma si tratta principalmente di abbattere quella tendenza a polarizzare ogni cosa tra un "tutto" e un "niente" che è tipica di molto di noi.
|
In alcuni casi può essere come dici tu, in altri casi può essere come dice Stone, in altri ancora (tipo come quelli che capitano a me di solito) ci può essere una via di mezzo, nel senso che io personalmente non desidero di stare al centro dell'attenzione e ottenere l'approvazione universale, però noto che tendo a dare troppa importanza al giudizio altrui su ciò che dico (ovviamente, se no non sarei qui). Quindi, anche se qualche volta ciò che dico ottiene un riscontro in qualche interlocutore, la mia mente si sofferma sempre di più sulle volte in cui le mie parole cadono nel vuoto o sulla reazione di coloro che le ignorano.
C'è da dire però che, senza arrivare agli estremi delle situazioni descritte da Stone, anch'io alla fine della fiera conto più battute a vuoto che interventi azzeccati (ed è anche per paura di ciò che tendo a parlare poco), probabilmente perché il classico estroversone di turno (di cui ho qualche esempio tra i miei colleghi di lavoro) ha una maggiore facilità nel parlare di argomenti a me estranei e soprattutto maggiore disinvoltura nello "small talk".
In conclusione, non credo si possano trarre leggi generali valide per tutti riguardo alla questione "siamo noi a isolarci o gli altri a escluderci?"
|
Ultima modifica di Winston_Smith; 21-03-2011 a 11:59.
|
21-03-2011, 12:25
|
#131
|
Guest
|
Quello che mi piacerebbe sapere da Stone è cosa se ne fa dell'aver dimostrato che non è vero che non ci abbia mai provato.
Provaci ancora Stone (cit.)
|
|
21-03-2011, 12:37
|
#132
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
|
Quote:
Originariamente inviata da CerealKiller
Quello che mi piacerebbe sapere da Stone è cosa se ne fa dell'aver dimostrato che non è vero che non ci abbia mai provato.
Provaci ancora Stone (cit.)
|
Un po' come dire "metti ancora la mano nell'acqua per vedere se è calda", dopo essersi sempre ustionati...non è detto che ci si ustionerà ancora, ma non è facile e certamente non è una cosa che si può fare alla cieca.
|
|
21-03-2011, 12:49
|
#133
|
Guest
|
Lo so che non è facile, Win.
Suggerisco solo di non smettere di cercare il modo. Tu suggerisci la rinuncia?
|
|
21-03-2011, 12:58
|
#134
|
Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Un po' come dire "metti ancora la mano nell'acqua per vedere se è calda", dopo essersi sempre ustionati
|
Quote:
Originariamente inviata da CerealKiller
Quello che mi piacerebbe sapere da Stone è cosa se ne fa dell'aver dimostrato che non è vero che non ci abbia mai provato.
|
Ho la soddisfazione d'aver dimostrato che certe frasette preconfezionate sono totalmente campate in aria. Se tu, come dice Winston, ti fossi sempre ustionata, non t'incazzeresti a dismisura ogni volta che qualcuno t'accusa di non aver mai messo la mano nell'acqua?
|
|
21-03-2011, 13:32
|
#135
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
|
Quote:
Originariamente inviata da CerealKiller
Lo so che non è facile, Win.
Suggerisco solo di non smettere di cercare il modo. Tu suggerisci la rinuncia?
|
No, ma neanche il buttarsi a testa bassa (rischiando di dare ulteriori craniate nel muro). Bisogna cercare ambienti e persone compatibili con noi, imho, per non avere probabilità di successo infinitesime già in partenza. Tanto per dire, ho idea che l'ambiente di lavoro di Stone sia già "bruciato", a meno che non vi arrivi qualcuno/a con una personalità nettamente al di fuori della "media".
|
|
21-03-2011, 13:33
|
#136
|
Guest
|
Temevo che dietro ci fosse il desiderio di dimostrare a te stesso che è ora di rinunciare :-(
|
|
21-03-2011, 13:49
|
#137
|
Guest
|
Forse parliamo di cose diverse. Per uscirNe io credevo si intendesse uscire dallo stato di infelità dovuto ai disturbi psichici. Stare bene, in generale.
A questo dico di non rinunciare.
Non sono contaria ad una rinuncia, magari temporanea, ad amici e amori. Anzi, sospendere le ricerche spesso è l'unico modo.
|
|
21-03-2011, 14:25
|
#138
|
Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,199
|
Penso che abbiate ragione un po' tutti. Uscirne è difficile e checché se ne dica comporta sforzi (e questo ci può anche stare) e tanta sofferenza (un po' come i medicinali con un gusto cattivo, ma molto peggio). Se si vuole risolvere solo il disagio dovuto ai disturbi psichici derivanti dalla fobia sociale c'è un modo molto semplice: ritirarsi a vita appartata e rinunciare del tutto alla socialità. Disagio zero, ansia zero, sofferenza zero. In caso contrario bisogna esporsi per forza, mica si può imparare a nuotare senza bagnarsi, e questo comporta dei rischi. Ora, se uno arrivato alla fine, dopo tanti sforzi e tanta sofferenza, non ha combinato nulla e si ritrova solo e punto da capo, magari si chiede anche chi gliel'ha fatto fare, perché se se ne stava invece tranquillo a casa a grattarsi i ginocchi almeno non soffriva. Ha tentato e non s'è arreso voi direte. Mh, bella consolazione davvero.
|
|
21-03-2011, 15:53
|
#139
|
Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,199
|
Mi ricorda la classica cosa del bivio: scegli la strada irta di ostacoli ma al cui termine sarai ripagato (se però superi tutti gli ostacoli neh ), oppure quella piana e facile che non porta da nessuna parte?
|
|
21-03-2011, 16:11
|
#140
|
Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,199
|
Comunque stavo pensando che per uscirne (che poi sì, come diceva l'assassina dei Cereali si dovrebbe specificare da cosa, io parlo di ansia sociale, isolamento e soprattutto solitudine sentimentale), si dovrebbe sviluppare un certo grado di tolleranza alla sofferenza ma anche un fiuto per non cacciarsi in situazioni controproducenti ed eccessivamente ansiogene, e poi si dovrebbe anche accettare di vivere una parte considerevole della vita (magari anche tutta) come fosse una sfida per evadere da una prigione nella quale siamo stati cacciati senza alcuna colpa (quindi anche superare il senso di ingiustizia e di vittimismo che ne consegue).
Ma tutto questo naturalmente non basta, è condizione necessaria ma non sufficiente, l'unica soluzione davvero efficace è quella della mia firma.
|
|
|
|
|