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Originariamente inviata da Hor
La domanda è quella in oggetto.
È peggio non aver mai provato amore per qualcuno, o averlo provato ma mai ricambiato?
C'è chi dice che solo provare l'amore fa sentire vivi, e che senza di esso si conduce una vita spenta e grigia, forse una non vita; ma non venir mai ricambiati significa poter passare momenti strazianti, specie quando il sentimento è forte.
Cos'è peggio?
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Io certe volte penso che molto spesso quando si crede di non essere ricambiati, in realtà si ama un oggetto fittizio, non quello reale, quello reale può somigliargli un po' in base a certe caratteristiche importanti ma non è l'oggetto verso cui punta il nostro desiderio, è quando le due cose si allineano che iniziamo a puntare verso l'oggetto reale.
Il pensiero che sia là a portata di mano l'oggetto d'amore ed è recalcitrante forse è errato. Se hai sete e c'è solo acqua salata in giro uno può pensare che l'acqua salata non ricambia il nostro desiderio desalinizzandosi, secondo me capita qualcosa di simile, c'è una specie di errore nel valutare quell'oggetto là come l'oggetto verso cui puntiamo, noi puntiamo all'acqua senza sale non a quella salata.
Penso che l'oggetto d'amore manca in ogni caso, se ho sete che ho acqua salata in giro senza saperla desalinizzare o non ce l'ho proprio non è che cambia molto, non ho acqua da bere, manca in entrambi i casi.
Forse dipende da quanto si crede di poter modificare la cosa, forse è rilevante questo, un amore non ricambiato uno magari pensa che può modificarlo, bo.
In linea di principio potresti immaginare anche di modificare un individuo esistente potendolo plasmare fino a farlo diventare l'oggetto d'amore verso cui punti, certo che se l'oggetto d'amore non ce l'hai nemmeno in testa secondo me è meglio, ma non so se intendi questo.
Io spesso vedo abbastanza immodificabili diverse cose, mi pare ci sia una fregatura in ogni caso. Forse è più una rottura di scatole per chi viene puntato che per chi punta.
Per me è praticamente equivalente la cosa, l'oggetto desiderato non c'è, non è disponibile in termini concreti, esiste a livello fantasmatico e fittizio, sappiamo cosa vorremmo, ma vediamo che non c'è.
Sono arrivato a questa conclusione perché ho osservato che a me non mancano le relazioni concrete spesso, mi mancano relazioni che manco ho visto da nessuna parte con tutte le caratteristiche che vorrei.
Io questo bisogno relazionale verso il fantasmatico ce l'ho, è possibile ci siano persone che non hanno nemmeno questo? E' a questo livello secondo me che potrebbe essere meglio, non sentiresti la mancanza di qualcosa se non punti manco mentalmente alla "cosa".
Scrivo cosa tra virgolette perché ovviamente questo è un puntamento ad un oggetto fittizio che non si sa manco se esiste in concreto.
Io ho pensato spesso a questa cosa degli oggetti fittizi, dei fantasmi, non so come chiamarli, vanno distinti da quelli reali. C'è da chiedersi poi se si ama davvero l'oggetto trovato o quello che si crede di aver trovato. Delle volte ho paura che non si ami mai davvero nessuno, si è vittime di un errore di valutazione, se si vedesse per intero l'oggetto così com'è si concluderebbe che non lo si ama e non si può amarlo. Si è continuato ad amare l'oggetto fittizio quello reale non corrispondeva a questo ma si è continuato a credere coincidessero, e l'amore indirizzato verso la cosa concreta è solo frutto di un errore.
Spesso penso che a me manca proprio tutto un mondo che non c'è.
Per me ci sono questi tre livelli dove l'oggetto d'amore non c'è (però forse ragionando ne vengono fuori altri)
1) l'assenza proprio a monte di un puntamento fittizio, a questo livello non manca niente, tutto sommato si dovrebbe stare bene.
2) un puntamento verso un oggetto reale che somiglia abbastanza all'oggetto fittizio, ma manca delle caratteristiche essenziali per una buona sovrapposizione.
3) la presenza dell'oggetto fittizio a livello mentale che spinge verso una sua concretizzazione unita alla mancanza di un oggetto reale che gli "somigli", non saprei che altro termine usare.
Secondo me il caso 2) potrebbe verificarsi anche quando ci si relaziona effettivamente con qualcuno sia a livello romantico che non. 2) e 3) sono abbastanza sovrapponibili quello che fa eccezione è 1) là uno non desidera proprio, non punta a nulla, forse è meglio così se è una cosa non forzata o una mascherata, perché spesso lo si afferma solo che non si punta a niente a livello mentale.
Mi pare che 2) e 3) rappresentano delle inculature abbastanza equivalenti, l'insoddisfazione regna sovrana. Spesso si oscilla tra le due cose, si vede che non c'è nulla e si sta male, altre volte si cerca di farsi andar bene qualcosa che comunque non ha le caratteristiche desiderate e ci si relaziona con qualche oggetto reale in qualche modo però non so cosa sia peggio, in certi casi ho oscillato anche io tra 2 e 3.
Io più spesso mi trovo nel caso 3 anche se talvolta oscillo e vado in 2 con esiti disastrosi per tornare velocemente in 3.
Secondo me la catalogazione dei tipi di attaccamento diversi non dipende veramente da esperienze precoci ma da questi altri fattori qua, cosa desideriamo? Che relazioni e con che persone vorremmo relazionarci?
Se si valuta che hanno molte caratteristiche forse si prova a relazionarsi forse nella speranza di un cambiamento, però non so se è una buona idea bere acqua salata piuttosto che non berne proprio, è una questione di valutazione per qualcuno non è troppo diversa la cosa per altri diversa al punto di non provarci proprio a berla, ma occhio e croce lo sanno entrambi che è un'inculatura e finché l'oggetto non si manifesta si resterà frustrati.
Stai da solo e senti la mancanza di qualcuno adeguato con cui relazionarti, stai con qualcuno e senti la mancanza di qualcuno con cui relazionarti. Per questo non so se sia vero che relazionarsi faccia bene, a me è sembrata sempre una boiata, dipende.
Solo quando quello con cui ti relazioni corrisponde abbastanza all'oggetto fittizio verso cui punti le cose funzionano, altrimenti solo dispiaceri dentro e fuori dalle relazioni.