Di illusioni me ne creo a sufficienza io, perchè anche terzi devono alimentarle rendendo più crudo il ritorno alla realtà?
Che gusto ci può trovare una persona ad assecondare comportamenti altrui che non gradisce solo per non deludere, ben sapendo che prima o poi i nodi verranno al pettine?
Perchè nonostante le si chieda sincerità continua a mentire, ad aggirare il discorso, a dare un colpo al cerchio e uno alla botte svicolando i problemi?
E' la sindrome del crocerossino/a, una forma di pietà, l'incapacità di assumere le responsabilità delle proprie azioni? Voglia di attenzioni? Sfruttare la situazione a proprio vantaggio, gratificare il proprio ego, una sempllice mancanza di coraggio, una superficialità che porta a una scarsa valutazione del problema?
Io non trovo risposta, ma mi chiedo come sia possibile porre una persona che tiene visibilmente a noi in una simile situazione che porta a dubitare della sincerità stessa del rapporto che si è venuto a creare. Non me ne capacito.
Questo grigio opprimente che avvolge ogni contatto non lo sopporto più, preferirei ottenere un rifiuto netto, essere trattato male, poter odiare e dimenticare piuttosto che questo tira-e-molla a fasi alterne.
Le incertezze distruggono.