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16-01-2011, 13:51
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#21
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da too_shy
Perchè non condividi quello che ho scritto? credi che ci siano persone fobiche che vadano incontro a ciò che provoca ansia?
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Prima d'arrivare su questo forum, la pensavo come te, ora ho scoperto che i sociofobici riescono a fare cose che a me danno ansia solo pensandoci. Eliminando i fake dall'equazione, posso solo concludere che il DEP sia una forma grave di FS. Tra l'altro mi pare di ricordare un thread in cui dicevamo proprio questo.
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Ultima modifica di barclay; 16-01-2011 a 13:55.
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16-01-2011, 13:54
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#22
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Banned
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 1,924
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Quote:
Originariamente inviata da stone
L'università invece la consideravo un paradiso: nessun obbligo di frequenza = nessun obbligo di frequentare i compagni di corso.
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Quote:
Originariamente inviata da very90
La stessa filosofia universitaria che ho adottato anch'io.... Non ce la faccio a reggere tutti quei compagni estroversi, preferisco evitare, visto che mi è concesso....
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Anche io.
Beh, non siamo soli.
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16-01-2011, 14:00
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#23
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: L'Universo
Messaggi: 1,118
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Complimenti per il papiro, Moowatcher!
Rispondendo alla domanda: penso sia molto probabile (ma non scientifico, per fortuna!) che un timido diventi anche fobico, così come è possibile (e alcuni utenti lo hanno dimostrato) che un timido o una persona problematica possa riuscire a essere più disinvolto (non per forza estroverso)...
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16-01-2011, 14:03
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#24
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Banned
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 495
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Quote:
Originariamente inviata da moonwatcherII
Ah, e poi il vero problema non è farsi o farsi fare una diagnosi, ma trovare la cura!
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da quello che ho letto le cure per ansia sociale e dep sono le stesse, sia come farmaci che come psicoterapia.
cmq per quanto riguarda le definizioni e le classificazioni (che mi piacciono tanto ) a me piace pensare in questo modo:
- il problema di fondo è un senso di inferiorità, inadeguatezza;
- questo problema di fondo provoca (tra le altre cose) ansia in tutte quelle situazioni in cui ci si sente così inadeguati;
- all'ansia si reagisce, chi più chi meno, evitando le situazioni ansiogene;
- a furia di evitare ci si isola e si diventa depressi
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16-01-2011, 14:06
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#25
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da stone
Tra l'altro mi pare di ricordare un thread in cui dicevamo proprio questo.
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Eccolo: http://www.fobiasociale.com/sei-fobi...-4/#post396100
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16-01-2011, 14:12
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#26
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
Messaggi: 3,775
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E invece a chi della vita sociale non gliene frega niente, che disturbo ha ??
perchè prima mi identificavo un pò con il Dep, ma mi rendo conto di non volere le relazioni sociali. O meglio, non soffro e non patisco la condizione di solitidine e questo mi porta, pertanto, a non desiderare come bisogno primario relazioni sociali.
Fatico a trovare un'identità propria, ma francamente, non è che m'importa granchè. Mi rasserena il fatto che non sembro avere nessuna delle due patologie. Sono solo schifato della società in cui vivo.
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16-01-2011, 14:16
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#27
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da maury25
E invece a chi della vita sociale non gliene frega niente, che disturbo ha ??
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Secondo la mia esperienza può essere una fase della malattia: fino ai 24 anni neanche a me fregava niente della vista sociale.
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16-01-2011, 14:16
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#28
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 3,344
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Quote:
Originariamente inviata da maury25
E invece a chi della vita sociale non gliene frega niente, che disturbo ha ??
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DSP - Disturbo schizoide di personalità.
Io credo di avercelo, almeno in parte...
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16-01-2011, 14:18
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#29
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Banned
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 495
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Quote:
Originariamente inviata da maury25
E invece a chi della vita sociale non gliene frega niente, che disturbo ha ??
perchè prima mi identificavo un pò con il Dep, ma mi rendo conto di non volere le relazioni sociali. O meglio, non soffro e non patisco la condizione di solitidine e questo mi porta, pertanto, a non desiderare come bisogno primario relazioni sociali.
Fatico a trovare un'identità propria, ma francamente, non è che m'importa granchè. Mi rasserena il fatto che non sembro avere nessuna delle due patologie. Sono solo schifato della società in cui vivo.
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beh se non soffri e non patisci, perchè mai dovresti avere qualche disturbo?
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16-01-2011, 14:18
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#30
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
Messaggi: 3,775
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Quote:
Originariamente inviata da Stasüdedòs
DSP - Disturbo schizoide di personalità.
Io credo di avercelo, almeno in parte...
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Interessante.. e scommetto che se ne parlassi con un terapeuta mi prescriverebbe medicinali.. no, Grazie.
bisogna per forza essere tutti uguali, in questo mondo. anzi, in questa società.
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16-01-2011, 14:20
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#31
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
Messaggi: 3,775
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Quote:
Originariamente inviata da stone
Secondo la mia esperienza può essere una fase della malattia: fino ai 24 anni neanche a me fregava niente della vista sociale.
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ok, quando supererò codesta età ti farò sapere..
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16-01-2011, 14:29
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#32
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 3,344
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Quote:
Originariamente inviata da maury25
Interessante.. e scommetto che se ne parlassi con un terapeuta mi prescriverebbe medicinali.. no, Grazie.
bisogna per forza essere tutti uguali, in questo mondo. anzi, in questa società.
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Ma infatti, lo schizoide generalmente sta benissimo così com'è, ma agli altri "spaventa" o da' fastidio di più questo tipo di soggetto, perchè sembra molto freddo, distaccato, insensibile (e nessuno crede veramente, o si rifiuta di credere che comunque stia bene!) ... cosa che non sempre è vera, o dipende dai casi e dalle situazioni...
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16-01-2011, 14:33
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#33
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
Messaggi: 3,775
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Quote:
Originariamente inviata da Stasüdedòs
Ma infatti, lo schizoide generalmente sta benissimo così com'è, ma agli altri "spaventa" o da' fastidio di più questo tipo di soggetto, perchè sembra molto freddo, distaccato, insensibile (e nessuno crede veramente, o si rifiuta di credere che comunque stia bene!) ... cosa che non sempre è vera, o dipende dai casi e dalle situazioni...
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esattamente, messa su così e non come una malattia da curare, te la quoto tutta.
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16-01-2011, 16:12
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#34
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Intermedio
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 107
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Quote:
Originariamente inviata da stone
Io vorrei sentire il parere del dr. Liverani, le nostre sono "dotte" disquisizioni da profani.
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Non sono certo di rispondere all'interrogativo della discussione, ma spero che il mio contributo sia ugualmente utile.
Fare diagnosi differenziale tra timidezza, fobia sociale e disturbo evitante di personalità, per quanto possa apparire semplice e immediato nella teoria facendo riferimento alle definizioni proposte da Moon (al quale suggerisco in futuro di citare le fonti), nella pratica clinica è assai più complicato, spesso perché i problemi delle persone hanno contorni sfumati e manifestazioni (cognitive, emotive e comportamentali) spesso sovrapponibili tra loro e cangianti nel tempo.
A questo si aggiunge la scarsa utilità ai fini terapeutici di diagnosi di carattere puramente descrittivo, basate sulla presenza/assenza di determinate manifestazioni cliniche e della loro pervasività nella vita sociale, affettiva e lavorativa del soggetto. Infatti all'interno delle medesime categorie diagnostiche possono essere collocati individui con manifestazioni cliniche assai diverse.
Talvolta, sapere di rientrare in una categoria piuttosto che in un'altra può essere rassicurante e per qualcuno "normalizzante", facendo sentire meglio le persone che scoprono, per lo meno, di non essere gli unici a soffrire di un certo problema e che, "se esiste addirittura una categoria specifica, qualcuno se ne sarà certamente occupato".
Viceversa, il rischio di attribuire così tanta importanza a quale categoria diagnostica si appartiene è quello di favorire un processo di stigmatizzazione capace di portare con sé solo svantaggi. Come spesso ho letto su questo forum, ci si presente come "fobico sociale", sociofobico, sociovattelapesca, perdendo così di vista la propria identità di essere umano a favore di una etichetta diagnostica. L'individuo diventa così il suo problema, quando invece quest'ultimo dovrebbe essere solo un aspetto (per quanto sgradito) della persona.
A tal proposito, come faceva giustamente notare Moon, ritengo di maggior utilità individuare le soluzioni ai problemi pratici della vita di una persona piuttosto che scegliere a quale categoria assegnarli.
Dott. Liverani
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16-01-2011, 23:17
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#35
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 1,195
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Il dr. Liverani ha in effetti ragione, all'atto pratico queste distinzioni non sono fondamentali ai fini terapeutici, e possono distogliere dal fatto che ogni essere umano ha una psiche a tutto tondo che non può essere etichettata...
Cmq il lavoro di Moon è un lavoro puramente teorico che non può che essere apprezzato da chi (come me) è un fan delle categorie, delle schematizzazioni e delle classificazioni
Ricordo ancora che al liceo ogni volta che la prof di italiano mi interrogava mi rimproverava di essere troppo matematico, troppo schematico e non "aperto", ma per lei apertura nelle sue lezioni significava solo dispersione, divagazioni, confusione, sovrapposizioni di concetti e assenza di definizioni univoche (la mancanza di definizioni poi per me è terribile).
Adesso che ce l'ho fatta a divagare anch'io ( ), posso fare i complimenti a Moon per il lavoro bellissimo Era da tempo che cercavo di capire le differenze tra Disturbo Evitante e Sociofobia, finalmente ho le idee un po' più chiare. Spero che tu abbia letto anche se sei in vacanza-ban...
Cmq, come han già ricordato altri, manca ancora un protagonista nella classificazione di Moon: il disturbo schizoide. Uno schizoide in sè e per sè non soffre, poichè se non ha desiderio di socialità in mancanza di essa chiaramente non ne soffre. Può essere considerata una patologia?
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16-01-2011, 23:53
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#36
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
Messaggi: 3,775
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Quote:
Originariamente inviata da Dott. Liverani
Non sono certo di rispondere all'interrogativo della discussione, ma spero che il mio contributo sia ugualmente utile.
Fare diagnosi differenziale tra timidezza, fobia sociale e disturbo evitante di personalità, per quanto possa apparire semplice e immediato nella teoria facendo riferimento alle definizioni proposte da Moon (al quale suggerisco in futuro di citare le fonti), nella pratica clinica è assai più complicato, spesso perché i problemi delle persone hanno contorni sfumati e manifestazioni (cognitive, emotive e comportamentali) spesso sovrapponibili tra loro e cangianti nel tempo.
A questo si aggiunge la scarsa utilità ai fini terapeutici di diagnosi di carattere puramente descrittivo, basate sulla presenza/assenza di determinate manifestazioni cliniche e della loro pervasività nella vita sociale, affettiva e lavorativa del soggetto. Infatti all'interno delle medesime categorie diagnostiche possono essere collocati individui con manifestazioni cliniche assai diverse.
Talvolta, sapere di rientrare in una categoria piuttosto che in un'altra può essere rassicurante e per qualcuno "normalizzante", facendo sentire meglio le persone che scoprono, per lo meno, di non essere gli unici a soffrire di un certo problema e che, "se esiste addirittura una categoria specifica, qualcuno se ne sarà certamente occupato".
Viceversa, il rischio di attribuire così tanta importanza a quale categoria diagnostica si appartiene è quello di favorire un processo di stigmatizzazione capace di portare con sé solo svantaggi. Come spesso ho letto su questo forum, ci si presente come "fobico sociale", sociofobico, sociovattelapesca, perdendo così di vista la propria identità di essere umano a favore di una etichetta diagnostica. L'individuo diventa così il suo problema, quando invece quest'ultimo dovrebbe essere solo un aspetto (per quanto sgradito) della persona.
A tal proposito, come faceva giustamente notare Moon, ritengo di maggior utilità individuare le soluzioni ai problemi pratici della vita di una persona piuttosto che scegliere a quale categoria assegnarli.Dott. Liverani
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Questo è un gran bel punto di vista. Davvero.
Assolutamente d'accordo.
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17-01-2011, 09:28
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#37
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da Woland12
Uno schizoide in sè e per sè non soffre, poichè se non ha desiderio di socialità in mancanza di essa chiaramente non ne soffre. Può essere considerata una patologia?
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Se consideri che una malattia è “un'alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell'organismo, capace di ridurre, modificare negativamente o persino eliminare le funzionalità normali del corpo e della mente”, la risposta è sì.
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17-01-2011, 09:40
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#38
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Banned
Qui dal: Dec 2010
Messaggi: 2,132
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Quote:
Originariamente inviata da Dott. Liverani
Non sono certo di rispondere all'interrogativo della discussione, ma spero che il mio contributo sia ugualmente utile.
Fare diagnosi differenziale tra timidezza, fobia sociale e disturbo evitante di personalità, per quanto possa apparire semplice e immediato nella teoria facendo riferimento alle definizioni proposte da Moon (al quale suggerisco in futuro di citare le fonti), nella pratica clinica è assai più complicato, spesso perché i problemi delle persone hanno contorni sfumati e manifestazioni (cognitive, emotive e comportamentali) spesso sovrapponibili tra loro e cangianti nel tempo.
A questo si aggiunge la scarsa utilità ai fini terapeutici di diagnosi di carattere puramente descrittivo, basate sulla presenza/assenza di determinate manifestazioni cliniche e della loro pervasività nella vita sociale, affettiva e lavorativa del soggetto. Infatti all'interno delle medesime categorie diagnostiche possono essere collocati individui con manifestazioni cliniche assai diverse.
Talvolta, sapere di rientrare in una categoria piuttosto che in un'altra può essere rassicurante e per qualcuno "normalizzante", facendo sentire meglio le persone che scoprono, per lo meno, di non essere gli unici a soffrire di un certo problema e che, "se esiste addirittura una categoria specifica, qualcuno se ne sarà certamente occupato".
Viceversa, il rischio di attribuire così tanta importanza a quale categoria diagnostica si appartiene è quello di favorire un processo di stigmatizzazione capace di portare con sé solo svantaggi. Come spesso ho letto su questo forum, ci si presente come "fobico sociale", sociofobico, sociovattelapesca, perdendo così di vista la propria identità di essere umano a favore di una etichetta diagnostica. L'individuo diventa così il suo problema, quando invece quest'ultimo dovrebbe essere solo un aspetto (per quanto sgradito) della persona.
A tal proposito, come faceva giustamente notare Moon, ritengo di maggior utilità individuare le soluzioni ai problemi pratici della vita di una persona piuttosto che scegliere a quale categoria assegnarli.
Dott. Liverani
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I problemi esterni(pratici) e i problemi interni sono 2 cose strettamente collegate, certamente
...Poi credo che sia una caratteristica dell'essere umano quella di autoetichettarsi, abbiamo bisogno di "appartenere", probabilmente x trovare la nostra identità.
Io forse non c'è l'ho un identità, perchè non mi sento di appartenere a nessun gruppo o cosa o movimento o partito...booo
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17-01-2011, 16:19
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#39
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 1,195
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Quote:
Originariamente inviata da stone
Se consideri che una malattia è “un'alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell'organismo, capace di ridurre, modificare negativamente o persino eliminare le funzionalità normali del corpo e della mente”, la risposta è sì.
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E' proprio dove volevo arrivare... Secondo la medicina classica si hanno " casi patologici in presenza di valori clinici discordanti dal valore standard".
Ora, per patologie di tipo fisico-biochimico-biologico questa è una considerazione all'atto pratico molto più utile di quella soggettiva del " è patologia se c'è dolore", poichè spesso si è in presenza di patologie latenti, o non completamente manifestate, anche in assenza di dolore, e questo approccio consente la prevenzione.
Il problema si complica per le patologie di tipo psicologico: quali sono i valori da considerare per definire una patologia psicologica? La psiche umana è molto complessa, ed è difficile estrapolare dei dati matematici dalle emozioni, dall'intelletto, dai pensieri ecc... Allora cosa possiamo considerare? Un elenco delle caratteristiche psicologiche dell'umano medio? Se la pensiamo così allora persino noi introversi possiamo essere considerati casi patologici. Viene più comodo allora considerare la sofferenza: quando è acuta e invalidante si ha la patologia. Ma così torniamo al punto di prima: se lo schizoide non soffre...
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