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Vecchio 03-12-2006, 14:48   #1
Principiante
 

Tutto inizia. Tutto finisce.

Come una lancetta dei secoli. Come un fulmine.

Come un sogno. Come un incubo.

E vorresti davvero aver solo sognato di esser stato in un sogno-incubo.

Perchè i sogni-incubo, dopo l'angoscia e lo smarrimento iniziali, quasi sempre
pian piano ti abbandonano. Si scordano di te. Ti scordi di loro.

Invece le cose che fanno parte di quella cosa strana che si chiama vita reale,
quelle tristi, soprattutto... quelle rimangono.
I ricordi. Ti si appiccicano addosso. Come le cozze agli scogli. O forse di più.
E più le guardi, più si ingigantiscono.
Diventano dei mostri. Dei mostri mostruosi. Che ti perseguitano ovunque.
Formano come un cerchio attorno a te. Gioca con noi a giro-giro-tondo. E vorresti
che a cadere non fosse il mondo. Ma tu.
Quando ti rendi conto di non aver smesso neanche un secondo di piangere.
Anche quando al posto del viso avevi un deserto.
Ti rendi conto che anche la testa non aveva smesso un secondo di girare.
Ma non era un sogno-incubo.

Tutto inizia.

Lui ogni domenica percorreva delle rotaie di gomma piuma. Per venire da me.
Adoravo la Domenica. Ero arrivata al punto di desiderare che fosse ogni giorno
quel giorno. Mi sembrava tutto più bello. Tutto diverso. Era come se di Domenica
ogni cosa si trasformasse. Sì. Posso dire di aver trascorso il tempo di qualche
breve Domenica in una bolla di sapone profumata. Protetta dal vento.
Io ubriaca e protetta. Da cosa. Ancora non sarebbe scoppiata. Ma la sua fragilità
si sarebbe presto rivelata. Troppo presto.
Lui. Già. Lui.
Avrei voluto conoscerli quei pensieri. I pensieri che la sua mente generava mentre
guardava fuori dal finestrino. Lui i suoi pensieri e il mondo che si lasciava dietro.
Tutto correva. Tutto così veloce. Forse è colpa della velocità. Forse è colpa della velocità
se ora mi ritrovo con in mano un sacchetto mezzo vuoto di caramelle
mezze mangiate. E con la tristezza che si sovrappone alla tristezza.
Una tristezza molto grande.

Vorrei incontrarli ancora quei pensieri. Magari se li conoscessi mi farei una
grossa risata. Una di quelle che ti fanno venire il mal di pancia. Una di quelle isteriche.
Ecco, forse mi servirebbe. Per ridere un pò di me stessa. Per prendermi in giro.
Per dirmi guarda mi fai pena.

Lui.
Pianure. Colline. Montagne. Cieli. Nuvole. Piogge. Aria. Quella che respiri dentro di te.

Io.
Massì. Forse un manichino, o forse uno spaventapasseri. Con quei bei sorrisi
e gli occhi che ti fissano felici. Puoi fargli di tutto. Loro rimangono immobilì. Ebeti.
Nella loro gaiezza artificiale.
Sì. Sarebbe stato uguale. Perchè non sono poi tanto diversa da loro.
Io un manichino e uno spaventapasseri. Siamo la stessa cosa.

Lui mi accarezzava i capelli. Me lo ricordo. In un parco. L'aria non ancora invernale.
Io come un manichino ebete nella sua felicità di latta. Ero ancora nella bolla di
sapone profumata.
Ma Lui non accarezzava i miei capelli. Forse non sapeva neanche cosa fossero
quei così lunghi. Voleva soltanto capire cosa fossero. E basta. Buffi
forse. E io chissà che avevo pensato.

Lui mi abbracciava. Io abbracciavo Lui.
Mi sembrava di non essere reale. Avrei fermato le lancette dell'orologio. Lo avrei
fatto in mille pezzi. Velocità.
Ma Io o un manichino siamo la stessa cosa. Abbracciare me è come abbracciare
un manichino. Credo che questo sia stato tutto quello che per Lui ho rappresentato.
Solo un manichino. O uno spaventapasseri. Ma Io non sono mai
esistita.

Stavo bene nella bolla.
Ora che è scoppiata e la sua fragilità si è dispersa nel vento, mi sento anche io
fragile e debole. E triste. Più di prima.

Ho in mente alcune frasi. Fisse come chiodi al muro.
Vuote. Nate e morte subito dopo. Ma lo spaventapasserti continua tuttavia
a sorridere inebetito.

Lui.
Imperativo. Convincersi non sia mai esistito. Come non sono mai esistita io.
Imperativo. Era solo un'ombra. Un'ombra col cuore di plastica.

Ora tutto è silenzio. Un silenzio ancora più insopportabile di quello che Lui era abituato
ad ascoltare da me.


Tutto finisce.
Vecchio 03-12-2006, 23:52   #2
Avanzato
 

Nessuno ha risposto a questo post
Forse non si capiva di che si parlava…
Anche io non voglio rispondere…

Attenzione a leggere questo mio post…
Non vuol dire nulla,e domani ritorno positivo…anzi non leggetelo proprio…e poi è troppo lungo…


Flusso di coscienza


Ero felice ed immaginavo un gran futuro,e progettavo cose e acquistavo case(insomma un novello ricucci) e la ricchezza era nelle mie mani…

O forse per protezione o per un autosabotaggio la mano clicca e cerca il contraddittorio…

Ecco ne parlano male,sapevo che erano in fondo solo cazzate…ma chi la sa la verità? Forse sono solo invidiosi…forse non praticano…forse…o forse hanno ragione loro…di chi mi devo fidare?


Mi perdo nel web,navigo…

La mia mano va finire sull’autore della mia firma…carlo gustavo jungo

Ecco trovo quello che cercavo tempo fa…la sincronicità

Bello bel concetto

Forse mi si adatta in questo periodo…solo perché 16 anni fa pensai di farlo,di leggere le cose che sto studiando adesso…finanza…borsa…investimenti…

Ma cosa sto cercando?

Forse sono solo un ricercatore spirituale

E la mia vita è solo un modo di proseguire il mio karma

Si deve essere così,un destino già segnato…

Ed adesso si vedono i frutti…nonostante le sofferenze del passato…

O guarda questa qua cosa dice…


Si chiama ramtha…

E dice questo e quello….

Ramtha si definisce come una famosa entità giunta su questo piano da altre dimensioni: visse su questa Terra ai tempi dei Lemuri e di Atlantide, 35.000 anni fa. Dal 1977 parla e insegna utilizzando il corpo di una donna americana: JZ Knight. Ramtha si esprime con grande passione e spregiudicatezza con l'obiettivo di spingerci verso la consapevolezza e la trasformazione del nostro sé.

Il pensiero di Ramtha ci apre orizzonti infiniti, parlandoci di reincarnazione, di vera storia della Creazione, di quale sia il significato dell’esperienza umana, di come gli antichi Dei divennero uomini, intrappolandosi nella materia ma, soprattutto, ci stupirà con un’incredibile rivelazione: noi siamo Dio e siamo portatori d’una capacità dimenticata, il potere di creare! Quello stesso potere che, nella notte dei tempi, quando ancora esercitavamo la nostra divinità, ci permise di realizzare universi…

La nostra ritrovata, suprema consapevolezza permetterà il rifiorire del nostro Vero Sé, il Dio in noi e questo ci affrancherà dalle vecchie, millenarie prigioni: il dolore, l’odio, la paura, la malattia, la vecchiaia, la morte. Potremo avere un corpo eterno come il nostro spirito e capace di “ascendere”, cioè di passare da una dimensione all’altra, aumentando il proprio livello vibrazionale. La sua distruzione non sarà, perciò, più necessaria e potremo tenerlo con noi finché vorremo, attraversando con esso le soglie di qualsiasi mondo.


Certo che al mondo ce ne sono di cazzari
Veramente tanti e tanti creduloni pronti a correre dietro…
Ognuno dice la sua

E gli angeli
E gli alieni
E dio
E gli dei

E quelli e quell’altri…
E le religioni
E le nuove religioni
E le sette
E i gruppi iniziatici…


Ognuno la sua
Tutti hanno ragione
Tutti hanno la verità

E quelli che non sanno,che non la pensano come loro,sono indietro,non sono illuminati…

Peccato che dicano tutti cose diverse…

La mia mano clicca su Krishnamurti

Un tempo mi piaceva anche quel cazzaro…

Ma con sommo stupore scopro che non è lui…ma ha il suo stesso cognome..anzi è stato un allievo ribelle…si chiama U.G. Krishnamurti
(come confodo Maharishi Mahesh Yogi, fondatore del movimento di Meditazione Trascendentale con Ramana Maharishi che si risvegliò all'età di 17 anni. Visse la sua vita in realizzazione del Sé…Sti cazzoni hanno tutti nomi uguali)


Questo mi fa ricordare jung con freud e poi James Hillman con jung…studiano dai maestri per poi dire che i maestri sono dei cazzoni…

Tutti che divergono per dire la loro…

Se incontri per strada un…com’era? "se incontri Buddha uccidilo"

Comunque questo qua (U.G. Krishnamurti da non confondere con Jiddu Krishanamurti) dice cose interessanti…

Molto nichilista wow
cito

La speranza di migliorare, di divenire, illuminarsi... un giorno ed essere felici... non è altro che una speranza e tale rimarrà. "Se abbandonate la ricerca della felicità, allora inizierete a vivere. Non curatevi della felicità in nessun modo. Non esiste. Più la cercate e più sarete infelici. La ricerca e l'infelicità vanno a braccetto."

Ricchissimo di famiglia, pur avendo incontrato e studiato dal famoso maestro Krishnamurti, se ne allontana alla prima occasione perché si ritiene limitato da quella scuola di pensiero. Inizia così un percorso che lo porta a concludere che non c’è nessun sé da realizzare e non c’è nulla da cambiare o trasformare. Tutti i tentativi messi in atto per liberarci dalla morsa del pensiero non fanno che perpetuare il sé, intrappolandoci sempre di più; tutti gli sforzi che compiamo per migliorarci mediante la rinuncia, il pensiero positivo o negativo, la conoscenza, la meditazione, la ricerca spirituale o religiosa, le riforme sociali, politiche non fanno che rafforzare il sé: l’unica libertà possibile è quella di liberarsi dell’idea stessa di libertà. Tecniche o metodi non possono portare alla trasformazione degli individui, dato che comunque il pensiero ha un enorme controllo su di noi.
Il cervello non crea nulla, è solo un reattore che reagisce agli stimoli, non è un creatore ma un contenitore di spazzatura, incapace di risolvere i problemi, mentre i pensieri sono il risultato dell’attività dei neuroni nel cervello e non sono altro che memoria, di nessun aiuto per noi.
L’illuminazione non esiste e chi dice di averla ottenuta è solo un ciarlatano. Le antiche tecniche di meditazione, lo yoga, il tantra, tutte le religioni hanno fallito il loro scopo altrimenti oggi non ci troveremmo nella sgradevole situazione in cui siamo, infatti se tutto ciò che affermano fosse vero, oggi vivremmo in un mondo migliore e felice.

“Tutte le persone che si permettono di scrivere la mia biografia non sanno di cosa parlano” disse una volta Uppaluri Gopala Krishnamurti in uno dei suoi tanti discorsi spontanei provocati dalle domande di curiosi e aspiranti discepoli, poi trascritti e diventati libri pubblicati in tutto il mondo.
Così, tracciare una nota biografica di questo uomo senza virgolette, per dirla alla Gurdjieff, diventa alquanto difficile e imbarazzante. La storia, già fusa con la leggenda, vuole che U.G., nato a Bangalore nel 1918 e ricevuto il nome di Krishnamurti grazie alle frequentazioni teosofiche della sua famiglia indiana, conobbe due massimi “esponenti dello spiritualismo contemporaneo”, il “verboso” Juddu Krishnamurti e “il dolce” Ramana Maharishi, e verso entrambi non solo non dimostrò segni di devozione ma addirittura osò svelarne le intime contraddizioni


Ben lungi dall’incarnare il figurino umanitario che vuole liberare l’umanità, U.G., nei suoi discorsi, si limita a scoraggiare e a rivelare quanto il cosiddetto risveglio spirituale, con le sue appendici di tecniche terapeutiche e meditative, sia solo un passatempo dell’uomo contemporaneo che, lì dove non danneggia, non porta neanche nessun beneficio, eccezion fatta per i cosiddetti illuminati, che dalla situazione risolvono il problema basilare dell’esistenza fisica: la sopravvivenza economica, e in alcuni casi ne traggono addirittura una vita di lusso.


Il mio insegnamento non ha copyright. Siete liberi di riprodurlo, diffonderlo, interpretarlo, fraintenderlo, distorcerlo, alterarlo. Potete farne quel che vi pare; potete anche pretendere di essere voi gli autori, senza bisogno di chiedere né il mio consenso, né il permesso di chiunque altro.

«Voi non mettete mai in discussione le soluzioni. Se lo faceste, dovreste anche mettere in dubbio coloro che vi hanno dato queste soluzioni. Ma il vostro sentimentalismo vi impedisce di rigettare non solo le soluzioni ma anche i santi e gli eroi che le soluzioni vi hanno fornito. Mettere in dubbio ciò richiede un terribile coraggio da parte vostra». Singolare figura di anti-filosofo, Uppaluri Gopala Krishnamurti è considerato l'anti-guru per eccellenza per via del suo messaggio radicale che, nella sua semplicità, smonta tutte le costruzioni metafisiche dei nuovi e vecchi ricercatori spirituali e dei loro santi e maestri.



Dal punto di vista occidentale viene paragonato a cioran…
Cioran aspetta non è un nome nuovo per me…

Non ho mai comprato cioran…ma mi ricordo a 20 anni durante il militare…mentre mi divertivo ubriacandomi di capitare in una libreria sperduta e di prendere in mano dei libri spesso…uno di questi era Sillogismi dell'amarezza

Vediamo che dice….


Filosofo e saggista, maestro indiscusso dell'aforisma a cui ha affidato tutti i suoi pensieri (componendo un'opera tanto frammentaria quanto affascinante), questo solitario rumeno è nato l'8 aprile 1911 a Rasinari (Sibiu) in Transilvania.
Il suo primo libro, che segna l'esordio letterario del suo tormento interiore, è "Al culmine della disperazione" composto nel lontano 1934. Seguono "Il libro delle lusinghe" nel 1936 e "La trasfigurazione della Romania" nel 1937.
Nello stesso anno vince una borsa di studio grazie alla quale si reca a Parigi ("la sola città del mondo dove si poteva essere poveri senza vergogna senza complicazioni, senza drammi ... la città ideale per essere un fallito") da dove non tornerà più in patria.
Nel 1987 pubblica "Confessioni e anatemi", "... libro-testamento, che testimonia a un tempo di una rottura totale e di una certa serenità fondata sul nulla."
Questa sorta di viaggio iniziatico intrapreso da Cioran non porta a nulla, è un fallimento, come deve essere perché non c’è altra possibilità: si può solo fallire; qui sta tutta l’improbabilità dell’esistenza che nonostante questo destino continua criminalmente a perpetuarsi e del resto, come egli tiene a sottolineare «lo spermatozoo è il bandito allo stato puro.» (dal libro di Cioran "Sillogismi dell'amarezza")

"Tutti parlano di teorie, di dottrine, di religioni, insomma di astrazioni; nessuno di qualcosa di vivo, di vissuto di diretto. La filosofia e il resto sono attività derivate, astratte nel peggior senso della parola. Qui tutto è esangue. Il tempo si converte in temporalità, ecc. Un ammasso di sottoprodotti. D’altro canto gli uomini non cercano più il senso della vita partendo dalle loro esperienze, ma muovendo dai dati della storia o di qualche religione. Se in me non c’è niente che mi spinga a parlare del dolore o del nulla, perché perdere tempo a studiare il buddhismo? Bisogna cercare tutto in se stessi, e se non si trova ciò che si cerca, ebbene, si deve lasciar perdere. Quello che mi interessa è la mia vita. Per quanti libri sfogli, non trovo niente di diretto, di assoluto, di insostituibile. Dappertutto è il solito vaniloquio filosofico." (Da Quaderni 1957-1972, di Cioran)




· Quando si sa che ogni problema è un falso problema si è pericolosamente vicini alla salvezza.
· Talvolta si vorrebbe essere cannibali, non tanto per il piacere di divorare il tale o il talaltro, quanto per quello di vomitarlo.
· La timidezza fonte inesauribile di disgrazie nella vita pratica, è la causa diretta, anzi unica, di ogni ricchezza interiore.
· L'unico modo di conservare la propria solitudine è di offendere tutti; prima di tutti coloro che si ama.
· Un tempo, davanti a un morto, mi chiedevo: "A che gli è servito nascere?". Ora mi faccio la stessa domanda davanti a ogni vivo.
· Colui che avendo frequentato gli uomini si fa ancora delle illusioni sul loro conto, dovrebbe essere condannato alla reincarnazione.
· Tutto è nulla, anche la coscienza del nulla.




Wow era quello che ci voleva dopo una abbuffata di pensiero positivo,sviluppo personale e new age e wellness e business e tutte altre cazzate che non esistono…ma domani torno a sognare…forse…
Vecchio 04-12-2006, 01:09   #3
Principiante
 

beh... preciso che non mi interessava affatto che qualcuno rispondesse.

e comunque, knulp, se non avevi nulla da dire, o come hai detto, non volevi rispondere...... che senso ha postare una massa interminabile di righe che nessuno mai leggerà, e che non c'entra nulla tra l'altro con quello che ho scritto io?
perchè forse nessuno (o quasi) avrà capito, però io un senso alle mie parole gliel'ho dato.. non ho scritto tanto per scrivere. :cry:
Vecchio 04-12-2006, 09:23   #4
Avanzato
 

Te ne sei dispiaciuta?

Mi dispiace,ma non troppo

Sai non volevo aprire un nuovo topic
Ho pensato di inserire queste cose in qualche altro 3d…

Ho visto il tuo,ho visto che nessuno ha risposto…

Tra l’altro il titolo era attinente:domenica

Quella era stata la mia domenica,non sono andato neanche fuori tema…

Avevo raccolto un po’ di cose…facendo su word copia e incolla…poi ho deciso di liberarmene,come in una catarsi…ma sì li mando a quelli di fobia sociale…

Stamattina sono un'altra persona,non me frega niente di quello che ho scritto ieri,se qualcuno ha letto o meno,se tu sia rattristata perché l’unico che ha risposto è andato via di brocca per altri sentieri…

Ma se tu scrivendo hai avuto la possibilità di sfogarti,non vedo per quale motivo debba rabbuiarti per un mio post inutile per tutti ma necessario per me…sii soddisfatta di te(il tuo post a me è piaciuto,anche come era scritto),a sto mondo non esiste la perfezione,figuriamoci in un forum

Ma del resto,tu hai detto la tua,io ho detto la mia

Chi vuol essere felice e lieto sia
Vecchio 04-12-2006, 15:55   #5
Esperto
L'avatar di julien_cd
 

Ciao ieri sera ho letto il tuo post e mi è venuta in mente questa poesia che avevo scritto qualche mese fa...spero ti piaccia



ANYBODY ( CHIUNQUE)


La la lalla, la la lalla,
ci son altri appuntamenti sull’agenda, c’è la cena di compleanno
ed io verso acqua sul foglio,
conoscere il Signore è arricchimento
e io
rincorro religioni in internet,
a volte vorrei essere un pesce e vivere nella bocca di qualcuno.
La la lalla, la la lalla,
mi han chiamato varie volte negli ultimi tre giorni,
ho aiutato il pubblico a piantare patate
ma mio nonno dice che non pioverà per mesi,
ho dormito 13ore al giorno
ma la morosa dice che il sonno
è sintomo di paura,
a volte vorrei andarmene al luna park con un passeggino e una bambola a bordo.
La la lalla, la la lalla,
sono iscritto a circa 30 fans club di vario genere,
qui la testa mi gira
e non conosco il motivo,
se le gambe mi tremano raccontano che
è perché
“ non sono ancora in gamba”,
se ho la tachicardia non è certo perché sono innamorato,
il panico è solo un soffio di vento che ti sposta la pelle,
a volte vorrei passeggiare col Dalai Lama sotto casa mia.
La la lalla, la la lalla,
è solo un altro passo verso il cielo,
di uccelli ce ne sono a migliaia, di nuvole idem,
ma anche i cimiteri son pieni, ne conosco così pochi,
forse è meglio che ci vada prima io,
il rischio spesso sta nel sopravvalutare il pericolo,
a volte vorrei avere ali di cera e salutare tutti,

senza neppure un good bye.
Vecchio 04-12-2006, 23:47   #6
Principiante
L'avatar di pippo23
 

babby perdono, non ho proprio capito una cippa, per favore spiegami il senso del messaggio...
Vecchio 04-12-2006, 23:51   #7
Esperto
 

spam

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*<*
Vecchio 04-12-2006, 23:55   #8
Principiante
L'avatar di pippo23
 

Quote:
Originariamente inviata da pard
spam

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*<*
*>*
*<*
che vor dì?
Vecchio 25-10-2009, 19:30   #9
Avanzato
L'avatar di DaPhobics'King
 

Ma questo thread è il delirio più assoluto!
Vecchio 26-10-2009, 18:49   #10
Avanzato
L'avatar di Slave
 

Quote:
Originariamente inviata da babby Visualizza il messaggio
Tutto inizia. Tutto finisce.

Come una lancetta dei secoli. Come un fulmine.

Come un sogno. Come un incubo.

E vorresti davvero aver solo sognato di esser stato in un sogno-incubo.

Perchè i sogni-incubo, dopo l'angoscia e lo smarrimento iniziali, quasi sempre
pian piano ti abbandonano. Si scordano di te. Ti scordi di loro.

Invece le cose che fanno parte di quella cosa strana che si chiama vita reale,
quelle tristi, soprattutto... quelle rimangono.
I ricordi. Ti si appiccicano addosso. Come le cozze agli scogli. O forse di più.
E più le guardi, più si ingigantiscono.
Diventano dei mostri. Dei mostri mostruosi. Che ti perseguitano ovunque.
Formano come un cerchio attorno a te. Gioca con noi a giro-giro-tondo. E vorresti
che a cadere non fosse il mondo. Ma tu.
Quando ti rendi conto di non aver smesso neanche un secondo di piangere.
Anche quando al posto del viso avevi un deserto.
Ti rendi conto che anche la testa non aveva smesso un secondo di girare.
Ma non era un sogno-incubo.

Tutto inizia.

Lui ogni domenica percorreva delle rotaie di gomma piuma. Per venire da me.
Adoravo la Domenica. Ero arrivata al punto di desiderare che fosse ogni giorno
quel giorno. Mi sembrava tutto più bello. Tutto diverso. Era come se di Domenica
ogni cosa si trasformasse. Sì. Posso dire di aver trascorso il tempo di qualche
breve Domenica in una bolla di sapone profumata. Protetta dal vento.
Io ubriaca e protetta. Da cosa. Ancora non sarebbe scoppiata. Ma la sua fragilità
si sarebbe presto rivelata. Troppo presto.
Lui. Già. Lui.
Avrei voluto conoscerli quei pensieri. I pensieri che la sua mente generava mentre
guardava fuori dal finestrino. Lui i suoi pensieri e il mondo che si lasciava dietro.
Tutto correva. Tutto così veloce. Forse è colpa della velocità. Forse è colpa della velocità
se ora mi ritrovo con in mano un sacchetto mezzo vuoto di caramelle
mezze mangiate. E con la tristezza che si sovrappone alla tristezza.
Una tristezza molto grande.

Vorrei incontrarli ancora quei pensieri. Magari se li conoscessi mi farei una
grossa risata. Una di quelle che ti fanno venire il mal di pancia. Una di quelle isteriche.
Ecco, forse mi servirebbe. Per ridere un pò di me stessa. Per prendermi in giro.
Per dirmi guarda mi fai pena.

Lui.
Pianure. Colline. Montagne. Cieli. Nuvole. Piogge. Aria. Quella che respiri dentro di te.

Io.
Massì. Forse un manichino, o forse uno spaventapasseri. Con quei bei sorrisi
e gli occhi che ti fissano felici. Puoi fargli di tutto. Loro rimangono immobilì. Ebeti.
Nella loro gaiezza artificiale.
Sì. Sarebbe stato uguale. Perchè non sono poi tanto diversa da loro.
Io un manichino e uno spaventapasseri. Siamo la stessa cosa.

Lui mi accarezzava i capelli. Me lo ricordo. In un parco. L'aria non ancora invernale.
Io come un manichino ebete nella sua felicità di latta. Ero ancora nella bolla di
sapone profumata.
Ma Lui non accarezzava i miei capelli. Forse non sapeva neanche cosa fossero
quei così lunghi. Voleva soltanto capire cosa fossero. E basta. Buffi
forse. E io chissà che avevo pensato.

Lui mi abbracciava. Io abbracciavo Lui.
Mi sembrava di non essere reale. Avrei fermato le lancette dell'orologio. Lo avrei
fatto in mille pezzi. Velocità.
Ma Io o un manichino siamo la stessa cosa. Abbracciare me è come abbracciare
un manichino. Credo che questo sia stato tutto quello che per Lui ho rappresentato.
Solo un manichino. O uno spaventapasseri. Ma Io non sono mai
esistita.

Stavo bene nella bolla.
Ora che è scoppiata e la sua fragilità si è dispersa nel vento, mi sento anche io
fragile e debole. E triste. Più di prima.

Ho in mente alcune frasi. Fisse come chiodi al muro.
Vuote. Nate e morte subito dopo. Ma lo spaventapasserti continua tuttavia
a sorridere inebetito.

Lui.
Imperativo. Convincersi non sia mai esistito. Come non sono mai esistita io.
Imperativo. Era solo un'ombra. Un'ombra col cuore di plastica.

Ora tutto è silenzio. Un silenzio ancora più insopportabile di quello che Lui era abituato
ad ascoltare da me.


Tutto finisce.
E' bellissimo questo thread. Tralasciando le varie risposte.
Stupendo questo racconto di un incontro.
Vecchio 26-10-2009, 23:41   #11
Esperto
 

Più che di una bolla, parlerei di un muro, che gli altri hanno difficoltà e poco interesse a penetrare (almeno finchè non ci sono conseguenze gravi, si "tira avanti"), mentre spesso chi c'è dentro non riesce a trovare la convinzione che valga la pena uscirne, neanche quando dall'esterno arrivano segnali almeno in parte positivi.
Vecchio 26-10-2009, 23:48   #12
Esperto
L'avatar di calinero
 

Quote:
Originariamente inviata da DaPhobics'King Visualizza il messaggio
Ma questo thread è il delirio più assoluto!
quando c'era knulp era spesso accussì
Vecchio 28-03-2010, 13:33   #13
Esperto
L'avatar di FobicJoe
 

Quote:
Originariamente inviata da DaPhobics'King Visualizza il messaggio
Ma questo thread è il delirio più assoluto!
quoto


......
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