Ma l'importante è crederci. Non so perché avviene ma avviene talvolta al risveglio, senza aspettarmelo. Credere che le cose migliorino mi aiuta ad avere brevi attimi di interruzione all'idea che rimarrò in questa condizione di rapporti superficiali che si scioglieranno come neve al sole quando finirà l'università.
ciò deriva da una mia inettitudine ai rapporti altrui. Non è più un problema di colpa d'altri, non vivo più in un ambiente così tossico come è stato per otto anni. La realtà, meglio spiegata con un paragone, è che non sono molto diverso dal protagonista di the imitation game nei rapporti con gli altri, solo che lo sono in maniera più discontinua. In famiglia infatti mi trovo molto meglio, ma quella non durerà in eterno e non posso e nemmeno voglio dovermi sempre rifugiare dal mondo.
Però mi trovo sempre in questa strana condizione. Camaleontica probabilmente, che mi porta a essere estremamente sicuro di me, quasi allegro e brillante se voglio nei rapporti familiari e del tutto incapace di interagire fuori di essa senza dover fingere, senza più un pilastro caratteriale su cui basarmi, senza alcuna gioia di parlare o di fare attività o anche avere aspirazioni, e il tutto rendendomi conto nel momento stesso in cui ciò succede senza però poter fare niente per impedirlo, come forzato a dover constatare la mia inesorabile rovina.
Ci ho provato con uno psicoterapeuta, ci ho provato anche con uno psicologo, ci ho provato a parlarne coi miei ma ho dovuto constatare che loro malgrado e senza colpe devo risolvere questo problema così come l'ho vissuto, cioè da solo. Altrimenti arriverò al giorno della laurea con la volontà di impiccarmi come proposito successivo.
Ci sto continuando a provare, a fare attività da oltre un anno e provare talvolta a parlare con qualcuno di diverso, se mi capita e se non risulto forzato. Addirittura provo a contattare con più frequenza chi un minimo conosco pur non avendo argomenti e rischiando di ripetermi al ritmo di eccessivi come va. Ma non sento cambiamenti interni, non li sento minimamente, e la sensazione è che più che risolvere il problema lo sto solo controllando, nascondendo sotto il tappeto e cercando di rallentare come un cancro che avanza nella mia vita scandita dall'invecchiare e da un pendolo di emozioni che vanno tra il dolore e il nulla.