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Originariamente inviata da alex123
...vive nella sofferenza quotidiana e nell'infelicità cronica...
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Non è quello che vedi, è quello che ti sembra. Le persone le si potrebbero paragonare a dei libri: in questo forum, di essi, nell'arco di mesi non potresti riuscire a leggere nemmeno mezza prefazione. Non illuderti di conoscerle. Di questo mondo fa parte anche una sorta di underground di vita privata, a far da vaghissimo sfondo alla semplificatissima e potenzialmente ingannevole facciata che ognuno qui si limita a mostrare. Un mondo dietro al mondo, un mondo molto più vasto e complesso. Quanto uno soffre, insomma, solo lui lo può davvero sapere, le parole non servono a niente.
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Originariamente inviata da alex123
...come è possibile riuscire a sopportare tutto questo per lunghi periodi di tempo?
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Si fugge. Fin'ora sono stato molto fortunato, ai giorni nostri anche uno sfigato, per un po', può campare: considerando la mia età e la mia condizione, se vivessimo in un'epoca passata e più dura molto probabilmente sarei già morto e sepolto da anni. La fortuna ovviamente non mi aiuterà per sempre e, prima o poi, verrà, anche per me, il tempo di saltare dalla passività all'attività e di tentare di galleggiare da solo su questo oceano infestato dagli squali. Credo che una grossa fetta della mia depressione scaturisca dalla consapevolezza, da parte mia, che ormai il mio turno è vicino e che non ho potuto studiare abbastanza. Mi bocceranno, lo sento. Secondo me le persone cronicamente infelici sono molte più di quanto tanti potrebbero immaginare: questo perchè il mondo può essere reso vivibile ma è fondamentalmente brutto. Certa gente lo percepisce e, per poter sopravvivere, sa anche che deve fuggirne. Lo vuole dimenticare. Inconsapevolmente si rifiuta di guardare in faccia alla verità, vuole essere ingannata, confusa, illusa. Si rifugia nella realtà virtuale di un videogioco, nell'effetto dell'alcol o di altre molecole psicotrope, nella distrazione data dalla visione di un film coinvolgente, nei libri di storie fantastiche o, come faccio io, di scienza che, paradossalmente, seppur trattino proprio della realtà o presunta tale, lo fanno ad un livello talmente distaccato da quello che è rappresentato dalle normali percezioni umane che, in questo modo, costituiscono degli strumenti che mi permettono, al tempo stesso, di coltivare una mia passione e di alimentare la senzazione di star vivendo in un sogno.