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24-02-2010, 23:13
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#1
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Perché il giudizio degli altri è così importante, in particolare per molti di noi?
Cosa fa scattare quel meccanismo che fa pensare ossessivamente - e spesso inconsciamente - a quello che pensano gli altri? E' la mancanza di un "ruolo proprio", di una concezione di se autonoma e "che si sostiene da se" che obbliga quindi a definirci in base quello che gli altri pensano (anzi a quello che noi crediamo che gli altri pensino), ad appoggiarci al loro giudizio? Forse ognuno ha il suo di meccanismo perverso, è impossibile generalizzare..
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24-02-2010, 23:19
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#2
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Banned
Qui dal: Apr 2009
Messaggi: 155
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Il giudizio degli altri è importante per un fobico sociale perchè molti di noi vorrebbero avere od essere ( nella maggior parte dei casi in modo parziale), ciò che "gli altri" hanno, vivono eriescono afare.
La nostra è una specie di invidia perchè,sebbene consci di avere tutte le caratteristiche alla pari degli altri,e quindi vivere la loro vita che a noi appare migliore, non ci riusciamo per impedimenti psicologici ( quindi fortemente opinabili,generalizzabili e solipsistici) e questo genera rabbia, fobia e quindi ancor maggior bisogno della approvazione "altrui".
Quando mi arriva il milione di dollari ???
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24-02-2010, 23:21
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 987
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Quote:
Originariamente inviata da fusion
Il giudizio degli altri è importante per un fobico sociale perchè molti di noi vorrebbero avere od essere ( nella maggior parte dei casi in modo parziale), ciò che "gli altri" hanno, vivono eriescono afare.
La nostra è una specie di invidia perchè,sebbene consci di avere tutte le caratteristiche alla pari degli altri,e quindi vivere la loro vita che a noi appare migliore, non ci riusciamo per impedimenti psicologici ( quindi fortemente opinabili,generalizzabili e solipsistici) e questo genera rabbia, fobia e quindi ancor maggior bisogno della approvazione "altrui".
Quando mi arriva il milione di dollari ???
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quando l'azzecchi, nel mio caso non provo invidia x la maggior parte degli estroversoni che mi creano disagio
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24-02-2010, 23:22
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#4
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Complesso di inferiorità è buona parte della risposta, non tutta per carità.
Come nasce tale complesso? Vexata questio...traumi, carattere, ecc...ma anche limiti oggettivi che non si riescono ad accettare.
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24-02-2010, 23:24
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#5
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Banned
Qui dal: Apr 2009
Messaggi: 155
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Quote:
Originariamente inviata da UltraFobic
quando l'azzecchi, nel mio caso non provo invidia x la maggior parte degli estroversoni che mi creano disagio
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temevo e sapevo sarebbe arrivata questa - giustissima e che condivido anche io - contraddizione a ciò che ho scritto..
era solo un modo di tentare di avevre il milione..mi hai sgamato..
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24-02-2010, 23:25
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#6
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Esperto
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 987
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ma la domanda è... come lo si combatte?
come lo si ignora?
io ho iniziato un po' ad ignorarlo in certi casi... ma non so come ho fatto (solo x l'autostima cresciuta? bà
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24-02-2010, 23:34
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#7
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Per quanto mi riguarda...
bisogna avere il coraggio o la disperazione di cambiare un po' la propria mentalità, evitare di prendersi sul serio, e rendersi conto che la vita è una giostra e che nessun giudizio positivo o negativo ha veramente senso.
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24-02-2010, 23:35
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#8
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Banned
Qui dal: Jul 2009
Messaggi: 2,912
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Perché il giudizio degli altri è così importante, in particolare per molti di noi?
Cosa fa scattare quel meccanismo che fa pensare ossessivamente - e spesso inconsciamente - a quello che pensano gli altri? E' la mancanza di un "ruolo proprio", di una concezione di se autonoma e "che si sostiene da se" che obbliga quindi a definirci in base quello che gli altri pensano (anzi a quello che noi crediamo che gli altri pensino), ad appoggiarci al loro giudizio? Forse ognuno ha il suo di meccanismo perverso, è impossibile generalizzare..
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Il giudizio degli altri è importante per tutti, la differenza è che un giudizio negativo per noi è peggio di una coltellata.
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24-02-2010, 23:41
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#9
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
E' la mancanza di un "ruolo proprio", di una concezione di se autonoma e "che si sostiene da se" che obbliga quindi a definirci in base quello che gli altri pensano
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Sì, mi pare si chiami mancata o scorretta costruzione del sè in gergo tecnico.
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24-02-2010, 23:46
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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C'è modo e modo di sentire il giudizio degli altri
-Quello dell'evitante, che proprio un problema del pensiero, per te la coltellata è il pensiero stesso del loro giudizio
-Quello del fobico, che è più fisico, più inconscio, collegabile a sintomi meno psicologici e più concreti come ansie, timidezza, sudorazione, ecc.
Il mio topic era riferito più al primo tipo (perché è quello che mi riguarda più da vicino)...se il giudizio negativo degli altri fa male, vuol dire che ci dev'essere un motivo per cui lo si ritiene importante..io appunto ipotizzavo che fosse legato alla mancanza di una identità
Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher
Sì, mi pare si chiami mancata o scorretta costruzione del sè in gergo tecnico.
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Si tu ne parlasti già in qualche tuo topic mi pare, usando anche termini più sofisticati dei miei, ho ritirato fuori il tema ora per vedere se ne usciva qualche nuova riflessione...
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Ultima modifica di JohnReds; 24-02-2010 a 23:49.
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24-02-2010, 23:52
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#11
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher
Sì, mi pare si chiami mancata o scorretta costruzione del sè in gergo tecnico.
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Sì ma anche Elephant Man potrebbe essere sereno se non gli importasse del giudizio altrui.
Il fatto di credere che la Cia ti spia perchè sei paranoico non significa che la Cia non ti spia (vedi P.K.Dick).
Magari uno pensa di essere un imbranato, e soffre per questo, poi gli dicono che è imbranato perchè pensa di essere imbranato, e che succede se invece è imbranato sul serio?
Sempre fregarsene deve per riuscire a campare decentemente.
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25-02-2010, 00:02
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#12
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Intermedio
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: Bari
Messaggi: 222
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Quote:
Originariamente inviata da JohnReds
Perché il giudizio degli altri è così importante, in particolare per molti di noi?
Cosa fa scattare quel meccanismo che fa pensare ossessivamente - e spesso inconsciamente - a quello che pensano gli altri? E' la mancanza di un "ruolo proprio", di una concezione di se autonoma e "che si sostiene da se" che obbliga quindi a definirci in base quello che gli altri pensano (anzi a quello che noi crediamo che gli altri pensino), ad appoggiarci al loro giudizio? Forse ognuno ha il suo di meccanismo perverso, è impossibile generalizzare..
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Questo problema nasce fondamentalmente dalle esperienze di prima infanzia che abbiamo avuto con i nostri genitori: se abbiamo avuto difficoltà a ricevere le loro attenzioni e il loro amore, ci siamo sentiti inadatti e quindi ogni rifiuto ha portato con se il peso del giudizio.
Abbiamo il desiderio di avvicinarci, ma abbiamo paura di essere rifiutati: qui scatta il problema del giudizio.
Un esempio pratico: sono attratto da una ragazza quindi il mio desiderio spontaneamente mi spingerebbe ad avvicinarmi, ma poi sorge in me quasi contemporaneamente la paura di essere rifiutato. Ora si è generato un conflitto che mi fa soffrire: da una parte desidero avvicinarmi, dall'altra desidero non soffrire perchè ho paura di un eventuale rifiuto.
E aver registrato fin da piccoli la difficoltà di essere accettati così come si è, ci fa credere profondamente poi che il rifiuto è una realtà costante (o quanto meno che è molto probabile che avvenga) e per avvicinarci agli altri dobbiamo conquistarli stando attenti al loro giudizio.
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Ultima modifica di Ciko; 25-02-2010 a 00:05.
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25-02-2010, 00:20
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#13
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da Nick
Sì ma anche Elephant Man potrebbe essere sereno se non gli importasse del giudizio altrui.
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Infatti nel film c'è una scena nella quale un'infermiera fugge terrorizzata, al che l'uomo elefante reagisce urlando terrorizzato, al che l'infermiera si spaventa ancora di più. Nel prosieguo del film l'uomo elefante impara a gestire molto meglio la cosa, rassicurando chi si trova davanti, al che le reazioni (ovvero il giudizio) delle persone su di lui cambiano radicalmente. Ne consegue che anche se si è l'uomo elefante è comunque in genere (anche) un problema di mancata costruzione del sè, e che la potenza della mente è senza limiti (cit.)
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25-02-2010, 00:23
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#14
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Esperto
Qui dal: Sep 2007
Ubicazione: Nord
Messaggi: 13,074
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Perchè viviamo per gli altri e non per noi stessi...forse....
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25-02-2010, 00:26
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#15
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,861
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Vediamo... Per me giocano il pensiero di non essere proprio alla pari con gli altri a livello di apparenza/prima impressione, più la consapevolezza di non esserlo a livello di esperienze di vita ecc. Il sapere di essere "strano" ma al contempo la voglia di non essere giudicato male. Questo porta a pensare di doversi mascherare/atteggiare, o perlomeno a occupare buona parte del cervello verso gli altri.
Capita che riesco a fregarmene a sufficienza, anche se di solito non avviene per serie riflessioni e convincimenti duraturi, come sarebbe auspicabile. Ma attenzione: anche in occasioni in cui sono più a mio agio, una gran parte di me è sempre vigile sul controllo (o meglio, la gestione) di me e la percezione che penso di dare, o che voglio dare, agli altri. Chissà come funziona nella mente degli altri, degli estroversi?
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25-02-2010, 00:38
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#16
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Quote:
Originariamente inviata da paccello
Chissà come funziona nella mente degli altri, degli estroversi?
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Appunto, tu hai una concezione di te fragile, un'identità "debole", la senti inferiore rispetto agli altri, quindi meno accettabile, quindi cerchi sempre di tenere la situazione sotto controllo per far si che il tuo essere "imperfetto" risulti accettabile...un estroverso sa istintivamente e naturalmente che è accettato e che lui va bene così com'è. Non si pone problemi, sa che può essere sguaiato o sbagliare e poi che sarà cmq accettato. Io invece non mi posso permettere "errori". L'eventualità stessa di "sbagliare", di "uscire dal seminato" è terrorizzante. Quindi si viene portati a evitare le situazioni, a non mettersi in gioco, magari con meccanismi perversi, per il terrore di sbagliare o di rischiare di rompere con le regole che percepiamo che gli altri impongono a noi.
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25-02-2010, 00:50
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#17
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 6,861
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Recepito. In effetti il fare qualcosa di diverso, la possibilità di sbagliare sono cose per noi destabilizzanti, che mettono in gioco la nostra identità a cui siamo troppo saldi. Personalmente però non sempre so scindere cosa vorrei fare ma non oso, da cosa non faccio perchè non mi frega tanto di farlo. Forse non sono maturo abbastanza, o forse bisognerebbe, per essere più positivi&vincenti, buttarsi un pò in ogni cosa, senza timori, estroversone style. Ma siam di nuovo lì: ammetto che non so quanto mi freghi essere proprio così.
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25-02-2010, 00:53
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#18
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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"e neppure la notte ti lascia da solo: gli altri sognan sè stessi e tu sogni di loro"
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25-02-2010, 00:56
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#19
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Esperto
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 4,959
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Per questo dico che è da un milione di dollari: perché è importante il giudizio? qual'è la parte che mi manca? chi sono, cosa voglio realmente? quando uno inizia a seguire il giudizio degli altri...perde se stesso, si smarrisce, perché smette di ascoltare "il proprio cuore" e inizia ad ascoltare le paranoie sui pensieri altrui. E' la fonte di tutte le nostre incertezze, ma è difficilissimo rispondere, perché la risposta è personale e risiede nel "tirare fuori" una nuova identità, e non si fa da un giorno a quell'altro. La risposta non la puoi "spiegare", la "capisci" e basta..è un lungo percorso di ricostruzione..non lineare, fatto di sbalzi e piccole illuminazioni. E salti all'indietro. Perlomeno per me è così...
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25-02-2010, 01:06
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#20
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quote:
Originariamente inviata da paccello
o forse bisognerebbe, per essere più positivi&vincenti, buttarsi un pò in ogni cosa, senza timori, estroversone style. Ma siam di nuovo lì: ammetto che non so quanto mi freghi essere proprio così.
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In realtà siamo sempre lì quando dici "per essere positivi e vincenti"...ma chi l'ha detto che bisogna essere positivi e vincenti? The others, naturalmente.
Poi è chiaro che per accettare la vita per quello che è o che abbiamo è neccessario un livello di accettazione semibuddista e si rischia l'atarassia o si rischia di morire d'inedia nella contemplazione del proprio ombelico. E' sempre il giusto mezzo che frega tutti.
Dovremmo chiederci cos'è che vogliamo veramente e non cosa sarebbe opportuno volere, essere, avere...è davvero una questione di darsi da fare o piuttosto ci danniamo troppo nella direzione sbagliata?
es.
Facciamo jogging per dimagrire, per avere un fisico migliore agli occhi degli altri o corriamo perchè ci fa piacere gonfiare i polmoni, muovere il corpo, andare in debito di ossigeno e spazzare via tutti i pensieri?
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