Abbiamo fatto in diversi molto tardi oggi a lavoro, ed è scattato l'aperitivo tra i fedelissimi del lavoro.
Parlando è palese che tutti abbiamo delle vite alquanto altalenanti per non dire ai limiti del disastroso con sfumature grottesche.
La differenza principale tra me e loro ("I NORMALONI"), non è la qualità della vita, ma la speranza che le cose vadano meglio. Loro ce l'hanno, io no.
Non sono un pessimista del peggior tipo come se ne incontrano a volte nel forum, sono ottimista in linea di massima, ma il mio ottimo ha un limite molto basso.
E' proprio un problema di fede: non riesco a credere che le cose possano andare più di tanto meglio, ne ho subite troppe batoste dalla vita per non esserne disilluso.
Queste considerazioni che ho fatto ora mi hanno intristito abbastanza