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Vecchio 18-11-2012, 16:32   #21
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Per wbf: probabilmente non ti sei accorto del fatto che questo genere di disconferme sono molto comuni all'interno delle dinamiche relazionali quotidiane (specie tra persone legate da vincoli più "volatili" e superficiali) e chiunque può divenirne soggetto/vittima...tu hai probabilmente sviluppato un maggior grado di vulnerabilità a tali situazioni e le hai elevate ad esempio paradigmatico di un'inconciliabilità tra te e il mondo ma a mio avviso i traumi maggiori, le incomprensioni e le disconferme più frustranti nascono sempre in seno alla famiglia.
PS Il libro di Watzlavick è una bibbia assoluta

Ti assicuro che l'effetto persona di serie B non è affatto divertente (quando capita quasi in tutti i contesti -estranei alla famiglia- e quasi sempre solo a te). Col tempo ho imparato gradualmente a -come dice la gente- "farmi valere" un po' di più e quindi non essere disconfermato, o esserlo di meno.

Per il resto sono d'accordo: la disconferma che deriva dall'ambiente famigliare (che per fortuna non credo di avere mai subito) è fonte di maggiori traumi per l'individuo, specie se questi comincia a subire questi meccanismi in età infantile.
Vecchio 18-11-2012, 16:54   #22
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Per il resto sono d'accordo: la disconferma che deriva dall'ambiente famigliare (che per fortuna non credo di avere mai subito)
Non che voglia sollevare dubbi sulla buonafede di questa tua affermazione, diciamo però che io resto legato ad una visione abbastanza schematica dei rapporti umani (tenendo sempre in considerazione le eccezioni) che considera l'ambiente famigliare come il terreno di coltura del disagio, del senso di diversità ed inadeguatezza che affligge molti di noi. Mi riesce difficile pensare che si possa essere additati come diversi o non ci si riesca ad omologare alle dinamiche sociali più in voga per un fatto che nasce così, sic et simpliciter, senza che non sia stata covata prima qualche anomalia in ambito famigliare, anomalia che ha poi generato, in base al classico "effetto valanga", le nostre principali difficoltà nell'interfacciarci con il mondo esterno.
Essere trattati da persone di serie b (che poi in realtà significa non ricevere sempre quell'attenzione che si vorrebbe) è una cosa che può capitare a tutti, ma vi sono taluni che riescono a passare tranquillamente sopra la faccenda, mentre talaltri risultano particolarmente sensibili e ne rimangono estremamente feriti. Si tratta di capire perché loro sono così, mentre noi siamo fatti in un altro modo. E' fondamentalmente una questione di percezioni, di come si assimilano ed elaborano gli input provenienti dall'esterno più che dalla reale natura degli eventi che subiamo.
Vecchio 18-11-2012, 17:01   #23
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Essere trattati da persone di serie b (che poi in realtà significa non ricevere sempre quell'attenzione che si vorrebbe)
No, quando dico "essere trattati da persone di serie B" non intendo che i nostri "sogni" di riconoscimento vengano disattesi (potrebbero essere sogni troppo esagerati sul versante narcisistico, che non hanno nessun "diritto" reale ad essere soddisfatti), intendo invece che il rispetto minimo che riteniamo debba essere accordato a qualunque persona non ci è accordato (in un determinato contesto, in un determinato periodo ecc ecc).


Per il resto, sono sostanzialmente d'accordo con quello che dici. Solo che la derivazione famigliare del disagio non può sempre essere una catena con un solo anello ma ne può avere molti e di natura indiretta.
Per questo: disconferma fuori dalla famiglia non necessariamente è conseguenza di precedente disconferma nella famiglia.
Vecchio 18-11-2012, 17:08   #24
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No, quando dico "essere trattati da persone di serie B" non intendo che i nostri "sogni" di riconoscimento vengano disattesi (potrebbero essere sogni troppo esagerati sul versante narcisistico, che non hanno nessun "diritto" reale ad essere soddisfatti), intendo invece che il rispetto minimo che riteniamo debba essere accordato a qualunque persona non ci è accordato (in un determinato contesto, in un determinato periodo ecc ecc).
Si ma è un atteggiamento che molti possono subire: direi che tutti o quasi si sono ritrovati in situazioni analoghe, situazioni dove ci è parso di non ricevere quel rispetto che ci sembrava dovuto...eppure perché per alcuni questo può costituire motivo di conflitto/evitamento/allontanamento dal mondo delle relazioni mentre per altri no? Secondo me gioca un ruolo importantissimo l'educazione, esplicita o implicita, volontaria o involontaria, diretta o indiretta, che si assimila nei primissimi anni di vita e che rende più o meno ricettivi a certe cose.
Vecchio 18-11-2012, 17:09   #25
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Si ma è un atteggiamento che molti possono subire: direi che tutti o quasi si sono ritrovati in situazioni analoghe, situazioni dove ci è parso di non ricevere quel rispetto che ci sembrava dovuto...eppure perché per alcuni questo può costituire motivo di conflitto/evitamento/allontanamento dal mondo delle relazioni mentre per altri no? Secondo me gioca un ruolo importantissimo l'educazione, esplicita o implicita, volontaria o involontaria, diretta o indiretta, che si assimila nei primissimi anni di vita e che rende più o meno ricettivi a certe cose.
Senza dubbio!
Vecchio 18-11-2012, 17:22   #26
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Credo che i miei genitori soffrano di Disconfermite acuta. E' la storia della mia vita...
Vecchio 18-11-2012, 17:23   #27
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secondo me è ancora peggio quando il "recettore" rifiuta la definizione che uno da di sé; una volta parlando con due di un terzo amico dissi " è bravissimo, un genio, c'è poco da dire" e loro si guardarono sorridendo come per dire "gli brucia il culo ammettere che è più bravo di lui" e invece io avevo parlato con sincera "umiltà". Non me l'hanno riconosciuta, attribuendomi una superbia che non ho. Mi è dispiaciuto perché ho pensato "ma allora non hanno capito nulla di come sono fatto!"
Vecchio 18-11-2012, 18:50   #28
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In effetti, nella mia storia personale, le disconferme sono iniziate proprio in famiglia: avere un padre affetto dal D. di P. Narcisista implica l'essere trattato come una nullità per tutta la vita, visto che un narcisista pretende di essere costantemente al centro dell'attenzione di tutti e considera i suoi bisogni come gli unici degni di considerazione

Ultima modifica di barclay; 18-11-2012 a 18:55.
Vecchio 18-11-2012, 18:55   #29
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In effetti, nella mia storia personale, le disconferme sono iniziate proprio in famiglia: avere un padre affetto dal D. di P. Narcisista implica l'essere trattato come una nullità per tutta la vita, visto che un narcisista pretende di essere costantemente al centro dell'attenzione di tutti ed annienta senza esitazione chiunque sospetti di sottrargliela, i suoi bisogni sono gli unici degni di considerazione


Quando hai saputo che tuo padre è un Narcisista (nel senso del DSM)?
Vecchio 18-11-2012, 19:03   #30
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Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Quando hai saputo che tuo padre è un Narcisista (nel senso del DSM)?
Quando ho cominciato a pensare di avere io qualcosa di sbagliato e ad informarmi sui d. della p. (avevo 24 anni circa). Piú di recente (3-4 anni fa, durante gli ultimi episodi deliranti di mio padre), mia madre mi ha mostrato i certificati con cui gli psichiatri gli avevano diagnosticato il disturbo. In pratica, mio padre ha sempre avuto il DNP.
Vecchio 18-11-2012, 19:17   #31
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io ho una mia teoria: chi ha problemi e disturbi psicologici non deve assolutamente mai per nessun motivo al mondo aprire un libro di psicologia. Deve evitarli come la peste.
Vecchio 18-11-2012, 19:21   #32
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Originariamente inviata da Miky Visualizza il messaggio
io ho una mia teoria: chi ha problemi e disturbi psicologici non deve assolutamente mai per nessun motivo al mondo aprire un libro di psicologia. Deve evitarli come la peste.
Pensi che ci sia il pericolo del "celo,celo,celo,celo,celo" ?
Vecchio 18-11-2012, 19:30   #33
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Essere trattati da persone di serie b (che poi in realtà significa non ricevere sempre quell'attenzione che si vorrebbe) è una cosa che può capitare a tutti, ma vi sono taluni che riescono a passare tranquillamente sopra la faccenda, mentre talaltri risultano particolarmente sensibili e ne rimangono estremamente feriti. Si tratta di capire perché loro sono così, mentre noi siamo fatti in un altro modo.
Non credo sia possibile.
Posto che la disconferma ha un effetto se la persona disconfermata cerca conferme nel giudizio del disconfermante, si tratta semplicemente di dinamiche che si autoalimentano (a valanga):
1) la capacità di non essere disconfermato, anche imponendosi a forza Esempio banale: quello di essere interrotti mentre si parla, come se non si stava dicendo niente -> schiarirsi la voce e dire con enfasi "comunque stavo dicendo che...", insomma forzare l'attenzione.
2) la capacità di comunicare: il tono di voce adeguato, il non verbale e il paraverbale congruenti col contenuto verbale espresso, i contenuti appropriati e il ritmo corretto;
3) l'autostima, che viene meno a suon di ripetute disconferme, e che quindi eleva a rango di potenziali giudici un crescente numero di individui dai quali la disconferma assume un valore probatrorio sull'immagine che uno costruisce di sé.

Quindi dal punto di vista esterno tu puoi vedere due fenomeni in apparenza analoghi di disconferma, che tuttavia vengono recepiti diversamente: la persona che tenta di parlare in un gruppo sociale e viene interrotto come se non stesse dicendo nulla. Ma in un caso la persona non ha alcuna sensazione di essere disconfermato, e in un altro invece la cosa acuisce il suo senso di estraneità e mancato riconoscimento.
Immagina ad esempio di parlare a un gruppo di ragazzini di qualcosa di serio, e questi ti interrompono per introdurre nel gruppo argomenti più affini alle loro età. Non ne faresti mai una questione di riconoscimento personale, perché non affidi la conferma del tuo riconoscimento a dei ragazzini. Salvo avere gravissimi problemi di autostima.

Quindi quello che vedi è il frutto di una dinamica complessa e protrattasi nel tempo, non il semplice riuscire a incassare meglio di particolari individui con particolari doti.
Imho.
Vecchio 18-11-2012, 19:42   #34
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Originariamente inviata da Raskolnikov Visualizza il messaggio
secondo me è ancora peggio quando il "recettore" rifiuta la definizione che uno da di sé; una volta parlando con due di un terzo amico dissi " è bravissimo, un genio, c'è poco da dire" e loro si guardarono sorridendo come per dire "gli brucia il culo ammettere che è più bravo di lui" e invece io avevo parlato con sincera "umiltà". Non me l'hanno riconosciuta, attribuendomi una superbia che non ho. Mi è dispiaciuto perché ho pensato "ma allora non hanno capito nulla di come sono fatto!"
Nel mio libro il "Rifiuto" lo considera positivo nella maggior parte dei casi, poichè per esempio una persona insicura e che possieda una scarsa considerazione di sè, esprimendo questo senso di sè distorto e venendo smentito da chi, guardandolo da fuori, lo vede come realmente è, viene rassicurato.
Anche quello che dici tu in effetti è vero, però.
Vecchio 18-11-2012, 19:46   #35
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Originariamente inviata da VUCHAN94 Visualizza il messaggio
Nel mio libro il "Rifiuto" lo considera positivo nella maggior parte dei casi, poichè per esempio una persona insicura e che possieda una scarsa considerazione di sè, esprimendo questo senso di sè distorto e venendo smentito da chi, guardandolo da fuori, lo vede come realmente è, viene rassicurato.
Anche quello che dici tu in effetti è vero, però.
Sì ma il significato del termine "rifiuto", e il fatto che sia positivo o no, naturalmente dipende dal contesto.

Se uno rifiuta un tuo preconcetto negativo (per es. sul tuo aspetto fisico) evidentemente ti sta dando una "conferma" positiva.
Vecchio 18-11-2012, 19:53   #36
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Comunque pensandoci anch'io mi ritrovo in alcuni degli esempi che son stati fatti.

Quand'ero più piccola e per esempio a tavola prendevo la parola per dire la mia su qualcosa mio fratello puntualmente mi liquidava con un: "Ma staaai zitta, sei piccola non capisci niente" a prescindere da ciò che dicessi, manco mi stava a sentire. Ma nonostante ciò io pensavo di essere veramente una stupida che diceva solo cose senza senso, e sta cosa mi è rimasta.

E in generale in passato mi è capitato veramente spesso di trovarmi in gruppo prender la parola e venire ignorata, proporre qualcosa che non veniva puntualmente considerato, fare domande e doverle ripetere perchè alla prima non ricevevo risposta.
L'effetto che mi davano queste dinamiche era puntualmente una fitta al cuore, ma nel vero senso della parola, e mi stupisco che trovassi la forza di aprire nuovamente bocca ogni volta che mi è capitato.
Mi veniva da chiedermi che cos'avessi che non andava, se fossi così insignificante e invisibile da non meritare considerazione.

Negli anni però sta cosa si è attenuata, riesco un po' più a tener testa a ste cose, e mi rendo conto che è effettivamente questione di come prendi la cosa, capitano a tutti sti episodi il trucco sta nel non farsi venire le paturnie.


PS. Quoto con tutto quello che ha scritto Marco Russo.
Vecchio 18-11-2012, 20:03   #37
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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Quando ho cominciato a pensare di avere io qualcosa di sbagliato e ad informarmi sui d. della p. (avevo 24 anni circa). Piú di recente (3-4 anni fa, durante gli ultimi episodi deliranti di mio padre), mia madre mi ha mostrato i certificati con cui gli psichiatri gli avevano diagnosticato il disturbo. In pratica, mio padre ha sempre avuto il DNP.
Ma tua madre lo lasciava fare senza compensare in qualche modo le sue mancanze?
Cioè io se avessi un marito con un disturbo simile tenterei in tutti i modi di fare anche la sua parte e riempire mio figlio delle rassicurazioni che questi gli nega costantemente. Ma magari lo faceva ma a poco serviva, questo lo sai tu
Vecchio 18-11-2012, 20:26   #38
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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Quindi dal punto di vista esterno tu puoi vedere due fenomeni in apparenza analoghi di disconferma, che tuttavia vengono recepiti diversamente: la persona che tenta di parlare in un gruppo sociale e viene interrotto come se non stesse dicendo nulla. Ma in un caso la persona non ha alcuna sensazione di essere disconfermato, e in un altro invece la cosa acuisce il suo senso di estraneità e mancato riconoscimento.
Immagina ad esempio di parlare a un gruppo di ragazzini di qualcosa di serio, e questi ti interrompono per introdurre nel gruppo argomenti più affini alle loro età. Non ne faresti mai una questione di riconoscimento personale, perché non affidi la conferma del tuo riconoscimento a dei ragazzini. Salvo avere gravissimi problemi di autostima.

Quindi quello che vedi è il frutto di una dinamica complessa e protrattasi nel tempo, non il semplice riuscire a incassare meglio di particolari individui con particolari doti.
Imho.
Ma certo, non stavo analizzando le dinamiche che portano ad interiorizzare gli accadimenti esterni in un modo piuttosto che in un altro, mi limitavo ad una semplice lettura di ciò che appare in superficie, ovvero il fatto che una parte delle persone colpite si rende permeabile e un'altra invece no.

Ultima modifica di muttley; 18-11-2012 a 20:31.
Vecchio 18-11-2012, 20:38   #39
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ma certo, non stavo analizzando le dinamiche che portano ad interiorizzare gli accadimenti esterni in un modo piuttosto che in un altro, mi limitavo ad una semplice lettura di ciò che appare in superficie, ovvero il fatto che una parte delle persone colpite si rende permeabile e un'altra invece no.
Beh la domanda era
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Si tratta di capire perché loro sono così, mentre noi siamo fatti in un altro modo..
Non possiamo trascendere dalla dinamica. "Loro" sono così per questo motivo secondo me.
E in effetti migliorare alcune capacità espressive può portare ad allentare/sbloccare il circolo vizioso che porta all'impoverimento delle capacità comunicative e alla facilitazione di questo fenomeno disconfermativo.
Nel mio caso posso affermare di aver ottenuto i miei parziali successi, specie se rapportati al mio passato; voi?
Vecchio 19-11-2012, 09:43   #40
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Originariamente inviata da VUCHAN94 Visualizza il messaggio
Ma tua madre lo lasciava fare senza compensare in qualche modo le sue mancanze?
Mia madre è sempre stata profondamente depressa e totalmente incapace di opporsi a mio padre (tant'è che ci sta ancora insieme); secondo il mio analista, la personalità di mia madre s'incastra perfettamente in quella di mio padre: all'espansione dell'ego di lui, corrisponde sempre la compressione dell'ego di lei. Inoltre, il narcisismo di mio padre lo rende assai paranoico, fino al punto di reagire alle attenzioni di mia madre verso mia sorella e me con violente accuse di trascurare lui.

Ultima modifica di barclay; 19-11-2012 a 09:45.
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