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29-07-2012, 20:10
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#21
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
Messaggi: 2,996
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Dunque mi pallo a elencare tutti i punti, cmq senso di inferiorità paura della solitudine e profonda solitudine sì.
Detto ciò magari avessi un pochetto solo un pò di dipendenza, magari riuscirei a concepire rapporti che avessero un accenno di stabilità emotiva e sarebbero duraturi
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29-07-2012, 20:43
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#22
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
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già dato, un disastro
non essendo capace di superare le mie fobie mi appiccico al prossimo mio cercando che me le faccia superare lui/lei...
è successo, è finita con me che ho iniziato la terapia per istinti suicidi
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29-07-2012, 20:46
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#23
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
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purtroppo però penso che la mia BASSA AUTOSTIMA mi porti a essere dipendente dal prossimo, perchè io da solo non so scegliere niente, manco un gusto del gelato
penso che è un tratto del mio comportamento che mi condiziona tutti i giorni impedendomi di farmi avanti nel contesto lavorativo, vorrei che fosse qualcuno a dirmi di farlo, vorrei che fosse qualcuno a FARLO proprio!
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29-07-2012, 20:53
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#24
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 12,323
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Quote:
Originariamente inviata da bunker
penso che è un tratto del mio comportamento che mi condiziona tutti i giorni impedendomi di farmi avanti nel contesto lavorativo, vorrei che fosse qualcuno a dirmi di farlo, vorrei che fosse qualcuno a FARLO proprio!
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Su questo ti capisco molto, anch'io ho sempre bisogno della spinta, ho sempre bisogno di essere collocata in un contesto nuovo da qualcun altro in modo da essere sicura al cento per cento di ingranare nel modo giusto.
Però nel caso della dipendenza affettiva la mia quasi nulla autostima mi porta a fare il ragionamento contrario:
Cosa c'è in me che potrebbe interessare a una persona? Sicuramente si stancherà presto di me quindi tanto vale evitare di disturbare e aspettare semplicemente che ciò succeda.
La paura di "disturbare" in generale mi porta ad assumere atteggiamenti freddi soprattutto all'inizio di un rapporto ( d'amicizia o una relazione ) tendo a non essere troppo presente perchè temo il rifiuto, lo scoprire di non essere ben accetta mi spaventa sopra qualsiasi altra cosa.
Per questo per me l'essere appiccicosi e oppressivi è insopportabili.
Odio le persone appiccicose e oppressive, perchè io non potrei MAI essere così, troverei inaccettabile dovermi annullare e sacrificare esageratamente per una persona che alla fine mi abbandonerà come fanno tutti.
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29-07-2012, 21:17
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#25
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Banned
Qui dal: Jun 2005
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,754
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thread troppo interessante...rischierei di essere morboso verso l'argomento...
prendo le distanze...
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29-07-2012, 21:53
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#26
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,495
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Paura della solitudine
Si
- Paura di perdere l’amore
Si
- Rabbia nei confronti dell'altra persona/partner
No
- Paura dell’abbandono, della separazione
Si
- Paura di mostrarsi se stessi
No
- Senso di inferiorità verso il partner
No
- Profonda gelosia, attaccamento morboso
Sono geloso e mi aspetto che la persona che amo lo sia di me.
Attaccamento morboso? Per morboso io intendo arrivare ad arrecare disturbo alla persona.. quindi dico di no. Ma va detto che per alcune persone è morboso quello che per me è l'interesse minimo che ci dovrebbe essere fra due persone che si vogliono bene. Quindi è molto relativo e discutibile questo punto.
- Dedizione totale al partner e annullamento di se
Dedizione totale si. Annullamento di me stesso no.^^ Non capisco perchè le due cose non possano essere scisse sinceramente. Se amo una persona.. tutto me stesso desidera essere devoto a quella persona. Quindi se sono devoto a quella persona, sto facendo qualcosa più che mai per me stesso.
- Abbassamento dell'autostima
No
- Esclusività del rapporto, cancellare ogni interesse al di fuori di esso
No
- Senso di vergogna verso se stessi e verso le proprie azioni
No
- Sbalzi di umore nei confronti del partner, vedere un alternarsi vittima-carnefice
No
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Ultima modifica di Halastor; 29-07-2012 a 22:01.
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29-07-2012, 22:19
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#27
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Esperto
Qui dal: Jun 2012
Messaggi: 1,418
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- Paura della solitudine PER NIENTE
- Paura di perdere l’amore TANTISSIMO
- Rabbia nei confronti dell'altra persona/parthner PER NIENTE
- Paura dell’abbandono, della separazione TANTISSIMO
- Paura di mostrarsi se stessi TANTISSIMO
- Senso di inferiorità verso il partner TANTISSIMO
- Profonda gelosia, attaccamento morboso TANTISSIMO
- Dedizione totale al partner e annullamento di se TANTISSIMO
- Abbassamento dell'autostima TANTISSIMO
- Esclusività del rapporto, cancellare ogni interesse al di fuori di esso MEDIAMENTE
- Senso di vergogna verso se stessi e verso le proprie azioni TANTISSIMO
- Sbalzi di umore nei confronti del parthner, vedere un alternarsi vittima-carnefice TANTISSIMO
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30-07-2012, 01:26
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#28
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Esperto
Qui dal: Mar 2006
Ubicazione: in un tunnel arredato in stile minimal
Messaggi: 1,485
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- Paura della solitudine
No
- Paura di perdere l’amore
No
- Rabbia nei confronti dell'altra persona/parthner
Speriamo non succeda, quantomeno non sistematicamente, altrimenti meglio chiudere
- Paura dell’abbandono, della separazione
Già temprato, ora me sbatterei
- Paura di mostrarsi se stessi
Alcune cose non verrebbero capite... Dovrei mostrarmi un pò più "normale"
- Senso di inferiorità verso il partner
Spero di non trovare un'altra megageniacciachesafaretutto, o spero di riuscire a gestire meglio la situazione, giacché in passato ho miseramente fallito
- Profonda gelosia, attaccamento morboso
In passato abbastanza, ora non più
- Dedizione totale al partner e annullamento di se
assolutamente no!
- Abbassamento dell'autostima
Dovrebbe alzarsi, invece!
- Esclusività del rapporto, cancellare ogni interesse al di fuori di esso
No, sbagliatissimo
- Senso di vergogna verso se stessi e verso le proprie azioni
Spero di non fare fesserie di cui potermi vergognare. Ma ci sono cose del passato che, se venissero rivangate, mi farebbero provare vergogna.
- Sbalzi di umore nei confronti del parthner, vedere un alternarsi vittima-carnefice
Sbalzi d'umore potrebbero succedere, è tipico del mio carattere
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30-07-2012, 08:29
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#29
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Asti
Messaggi: 1,630
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Ringrazio tutti per gli interventi.
Penso tuttavia sia più costruttivo provare a intavolare una discussione sul problema rispetto al riportare la mini lista di sintomi(abbastanza arbitrari, non ha carattere medico) e giocare alla collezione figurine con una sfilza di ce l'ho!ce l'ho! mi manca.
Se poi come hanno fatto alcuni si vuole formulare una risposta partendo da quello specchietto e argomentando i singoli punti, o si vuole aggiungere la tabellina alla risposta per rendere partecipi altri del proprio livello di "dipendenza" ben venga, solo trovo gli interventi che si limitano a un si no si si no un po' sterili.
Ovviamente io mi ritrovo, ove di più, ove di meno in tutti i "sintomi".
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30-07-2012, 09:11
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#30
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Banned
Qui dal: Jun 2005
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,754
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30-07-2012, 11:21
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#31
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,673
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Esiste una grossa differenza tra l'attaccamento e la dipendenza.
Il discorso "è normale", o addirittura "è meglio", vale nel primo caso, non certo nel secondo.
(ho letto gli interventi di Halastor, e so che anche lui la pensa così, però meglio puntualizzare)
Si capisce bene paragonandolo ad altri tipi di dipendenze:
Uno che ama stare su internet, ci va assiduamente, frequenta forum e gioca eccetera, ma ha anche una vita al di fuori di questo e non la trascura e riesce a coltivarsi e a gestire i propri bisogni reali e virtuali è certamente, "attaccato" alla navigazione in rete, ma non ne è dipendente nè limitato (dacché non limitato).
Uno che ama stare su internet eccetera, ma per farlo trascura tutto il resto e ci pensa continuamente, senza sosta, senza eccezioni.. è dipendente.
Un conto è l'attaccamento, un minimo di dipendenza affettiva (nel senso di essere condizionati, eccetera..) è normalissima, oserei dire sana, come dice Halastor.
Tutt'altro discorso è la dipendenza.
___
E un discorso a parte andrebbe fatto per chi non ha altro che quello.
Cioè, se uno sta su internet sempre perché non ha alternative tra cui scegliere, NON E' dipendente da internet.
Allo stesso modo è facile che chi non ha altre attività/interessi oltre al partner finisca per comportarsi come se ne fosse dipendente, pur non essendolo.
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Ultima modifica di Allocco; 30-07-2012 a 11:25.
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30-07-2012, 11:42
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#32
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Principiante
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 28
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E ci sono dentro fino al collo....purtroppo.
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30-07-2012, 11:48
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#33
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Asti
Messaggi: 1,630
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Quote:
Originariamente inviata da Allocco
Allo stesso modo è facile che chi non ha altre attività/interessi oltre al partner finisca per comportarsi come se ne fosse dipendente, pur non essendolo.
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Questo è uno spunto interessante(come anche l'aver citato la dipendenza da internet, magari butto giù qualcosa anche in quell'ambito dato che pur essendone uscito, quasi, ho passato decisamente quella fase ed è parzialmente legato anche alla dipendenza emotiva per quanto mi riguarda.).
Sino a che punto una persona priva di interessi o che li ha comunque molto settoriali, magari in ambiti poco stimati socialmente(si pensi a collezionismo, fumetti, giochi di ruolo, videogame, fantasy/fantascienza..roba globalmente considerata infantile e da tardoni nerd) può coltivare una relazione sana?
E' obbligatorio avere una propria vita ben definita e attiva per potere dare il giusto spazio a relazioni sentimentali e non farsi sopraffare da queste?
E nel caso in cui uno provi stimoli a cimentarsi in attività per "automigliorarsi", quali sport, palestra, diete, curarsi fisicamente, cercare attività di gruppo o un lavoro solo se si ha lo stimolo di qualcuno al proprio fianco è "moralmente responsabile" di questa sua tendenza all'apatia e all'inettitudine?(un discorso possibile, deviato, potrebbe essere..ma chi me lo fa fare di essere curato, sistemarmi, essere interessante, se questo mi porta fatica, mi devo forzare e alla fine lo faccio solo per me stesso di cui magari ho una stima tendente allo zero?)
Le alternative precluse sono imposte dal problema in sè o siamo noi a negarcele scientemente perchè troppo abituati a crogiolarci in forme di fatalismo e vittimismo?
E' quindi obbligatorio arrivare ad avere una stima di sè prima di potersi cimentare in maniera proficua e soddisfacente in un rapporto? Se l'autostima la si può ottiene solo in rapporto a cosa pensano gli altri di noi(per chi non ha una innata autocoscienza) come si può uscire da questo giro vizioso del cane che si morde la coda?
Pensieri in libertà che mi capita sovente di fare ma cui pur sapendo la risposta razionalmente giusta mi viene difficile applicare in concreto e trasformare in propositività.
Spero non sia un pensiero troppo ingarbugliato
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30-07-2012, 12:16
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#34
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Principiante
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 28
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Bellissimi spunti Efists!
Quote:
E' quindi obbligatorio arrivare ad avere una stima di sè prima di potersi cimentare in maniera proficua e soddisfacente in un rapporto?
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Personalmente credo proprio di si. L'altro dovrebbe essere un complemento, l'altra metà della mela: non il primo motore immobile responsabile della realtà stessa del primo.
Quote:
Se l'autostima la si può ottiene solo in rapporto a cosa pensano gli altri di noi(per chi non ha una innata autocoscienza) come si può uscire da questo giro vizioso del cane che si morde la coda?
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Al momento cerco ancora una risposta
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30-07-2012, 12:23
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#35
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,826
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Quote:
Originariamente inviata da Efits
...
Le alternative precluse sono imposte dal problema in sè o siamo noi a negarcele scientemente perchè troppo abituati a crogiolarci in forme di fatalismo e vittimismo?
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La seconda.
Quote:
E' quindi obbligatorio arrivare ad avere una stima di sè prima di potersi cimentare in maniera proficua e soddisfacente in un rapporto?
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Ovviamente non è obbligatorio, ma è molto molto opportuno per evitare un rapporto che si risolva in una catastrofe, più o meno rapidamente.
Io l'ho sempre pensato, e a dir la verità mi stupisco di quanto poco questo pensiero sia generalmente condiviso. Qui su FS spesso si tende ad immaginare un partner come una magica ancora di salvezza ... probabilmente proprio perchè ci si limita ad immaginarselo.
Quote:
Se l'autostima la si può ottiene solo in rapporto a cosa pensano gli altri di noi(per chi non ha una innata autocoscienza) come si può uscire da questo giro vizioso del cane che si morde la coda?
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E' vero, ma l' autostima è una cosa in realtà piuttosto buffa, più una convenzione che altro: si appare tanto più sicuri di sè quanto meno ci si interessa a sè e all' effetto che si ha sugli altri.
Quote:
Pensieri in libertà che mi capita sovente di fare ma cui pur sapendo la risposta razionalmente giusta mi viene difficile applicare in concreto e trasformare in propositività.
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Non sei il solo.
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Ultima modifica di Franz86; 30-07-2012 a 12:27.
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30-07-2012, 13:24
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#36
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Esperto
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 6,527
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- Paura della solitudine: PRESENTE
- Paura di perdere l’amore: PRESENTE
- Rabbia nei confronti dell'altra persona/parthner: PRESENTE
- Paura dell’abbandono, della separazione: PRESENTE
- Paura di mostrarsi se stessi: MOLTO PRESENTE
- Senso di inferiorità verso il partner: DIPENDE
- Profonda gelosia, attaccamento morboso: MOLTO PRESENTE
- Dedizione totale al partner e annullamento di se: DIPENDE
- Abbassamento dell'autostima: DIPENDE
- Esclusività del rapporto, cancellare ogni interesse al di fuori di esso: MOLTO PRESENTE
- Senso di vergogna verso se stessi e verso le proprie azioni: PRESENTE
- Sbalzi di umore nei confronti del parthner, vedere un alternarsi vittima-carnefice: MOLTO PRESENTE
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Argomentando seriamente, io in realtà mi sono resa conto di costruire rapporti su basi sbagliate abbastanza presto. Me ne sono resa conto discutendo con altre persone e vedendo che avevano concezioni del rapporto ben lontane dalle mie, me ne sono resa conto quando chi ha avuto la sfortuna di avere a che fare con me mi ha fatto notare quanto il mio modo di vivere i rapporti sia deleterio, per me e per gli altri.
Come già diceva qualcuno, è un'idea di relazione quasi simbiotica. Pretendere di essere al centro del suo mondo sempre e ovviamente fare lo stesso, con tutte le conseguenze che ne derivano, prima tra cui mettere da parte se stessi, i propri bisogni e interessi per mettere al centro l'altra persona.
C'è da dire che in dei rapporti più sani, quest'attaccamento nelle prime fasi di conoscenza e del rapporto è anche normale: provare piacere nel condividere del tempo con una persona, essere appagati dalla sua presenza può portare a voler trascorrere quanto più tempo possibile con lei per una sorta di euforia iniziale. Euforia che con il tempo va a stabilizzarsi e il rapporto viene ridimensionato, affiancando al tempo trascorso con essa anche interessi personali, o condividere il tempo con altre persone.
Invece nella dipendenza affettiva -come in tutte le dipendenze- questo secondo punto viene a mancare, ma anzi, si ha sempre bisogno di una maggiore presenza, fino a divenire totalizzante. Tant'è che per rendere maggiormente l'idea viene anche chiamata droga d'amore.
Nella mia testa si crea una vera e propria scala dei valori, in cui il partner è al primo posto e allo stesso modo dovrebbe essere per lui. Nel momento in cui mi rendo conto che per qualunque motivo la sua attenzione si sposta su altro, ecco che mi cade il mondo addosso e in tal modo si manifestano due punti sopraindicati: rabbia nei confronti del partner e vederlo come una vittima/carnefice (in questo caso carnefice).
Orbene, come già hanno detto altre persone, anch'io mi rendo perfettamente conto e sono cosciente di quanto ciò sia molto sbagliato. Il problema è che pur rendendomene conto non si riesce proprio a cambiare. Si dice che rendersi conto di un problema sia il primo passo verso il miglioramento. Può anche essere vero, ma in tal caso quali sarebbero le soluzioni? Io ne vedo alcune, ma nessuna di esse mi gratifica granchè.
Si potrebbe iniziare un percorso di psicoterapia e fare un grande lavoro su se stessi, ma gli esiti non sarebbero affatto scontati, in quanto si possono impiegare tempo ed energia per poi ritrovarsi punto e daccapo.
Si potrebbe cercare di ridimensionare a forza certi aspetti della dipendenza, ma ciò che ne deriverebbe sarebbe una profonda insoddisfazione del rapporto, da parte nostra.
Si potrebbe trovare un partner molto simile, ma in questo caso si potrebbe anche giungere ad una situazione abbastanza pericolosa, crogiolandosi solo nel proprio mondo, assecondare le proprie tendenze a vicenda e può diventare rapporto logorante.
P.S. L'iperprotettività c'entra fino ad un certo punto. Anche i miei lo sono sempre stati, lo sono tuttora. Ma essere protettivi non è un buon modo per dimostrare l'affetto, o per lo meno non quando è l'unico.
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30-07-2012, 18:36
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#37
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Intermedio
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 136
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Io quei pochi rapporti che ho stretto nella vita, anche in amicizia, erano tutti rapporti di dipendenza affettiva reciproca, basati sull' idealizzazione degli altri, ricambiata.
Quindi rapporti destinati a finire in modo traumatico nel momento in cui l' altro aprisse il suo mondo ad altre persone.
Non perchè non avessi altri interessi, ma perchè quel poco contatto con gli altri mi faceva talmente piacere, da annullarmi in esso.
Quote:
Originariamente inviata da very90
Orbene, come già hanno detto altre persone, anch'io mi rendo perfettamente conto e sono cosciente di quanto ciò sia molto sbagliato. Il problema è che pur rendendomene conto non si riesce proprio a cambiare. Si dice che rendersi conto di un problema sia il primo passo verso il miglioramento. Può anche essere vero, ma in tal caso quali sarebbero le soluzioni? Io ne vedo alcune, ma nessuna di esse mi gratifica granchè.
Si potrebbe iniziare un percorso di psicoterapia e fare un grande lavoro su se stessi, ma gli esiti non sarebbero affatto scontati, in quanto si possono impiegare tempo ed energia per poi ritrovarsi punto e daccapo.
Si potrebbe cercare di ridimensionare a forza certi aspetti della dipendenza, ma ciò che ne deriverebbe sarebbe una profonda insoddisfazione del rapporto, da parte nostra.
Si potrebbe trovare un partner molto simile, ma in questo caso si potrebbe anche giungere ad una situazione abbastanza pericolosa, crogiolandosi solo nel proprio mondo, assecondare le proprie tendenze a vicenda e può diventare rapporto logorante.
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Anche io la penso così. Non c'è un modo gratificante di uscire dalla dipendenza affettiva.
Evitare gli altri diventa prevenzione della dipendenza affettiva, ma non fa stare meglio.
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30-07-2012, 18:57
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#38
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
Messaggi: 6,762
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Quote:
Originariamente inviata da ColorBlind
Evitare gli altri diventa prevenzione della dipendenza affettiva, ma non fa stare meglio.
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Vero, lo penso anche io. Ma nel mio caso prevenire è meglio che curare, giacché ogni volta che allaccio un rapporto con qualcuno rimango fregato alla prima occasione
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30-07-2012, 19:16
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#39
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Asti
Messaggi: 1,630
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In alcuni casi è sin la cosa migliore.
Io troncai di netto i rapporti più o meno con tutti in maniera abbastanza cosciente quando a seguito di una batosta perchè ero diventato autodistruttivo verso me stesso, poteva finire seriamente male, e non avrei sopportato qualcosa di analogo a breve distanza.
Il problema è che la soluzione al problema genera altri problemi[legge di murphy docet], quali autoisolamento, ripresa difficoltosa dei ritmi quando(e se) si decide di riprendere a remare, dipendenza dall'occupazione che si sostituiva alla vita sociale(diventare un net, ad esempio)
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30-07-2012, 22:35
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#40
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,826
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
La vera domanda è: "perchè mai dovrei darmi la pena di misurarmi e avere una qualsivoglia auto-stima?" "perchè non posso essere semplicemente me stesso e fare quello che mi piace?".
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Qui torniamo al discorso che bisogna prima sapere cosa piace e soprattutto sapere chi si è.
E non so se alla nonna di Einstein si sarebbe potuto spiegare il concetto di "super-io".
Quote:
Originariamente inviata da Joseph
... il gatto vuole affetto, ma come potrebbe darglielo chi è interessato a lui?
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Ma la domanda può anche essere rovesciata, come potrebbe darglielo chi non è proprio interessato a lui? D' altronde il gatto domestico è un "cucciolone" a vita, i veri gatti selvatici non miagolano (comportamento infantile) e soprattutto non cercano coccole dagli umani ...
Quote:
L'unica soluzione è trovare la felicità dentro se stessi e poi i rapporti diventeranno un'espressione, non una ricerca, di felicità. Un dare più che un cercare.
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Il discorso lo condivido però avrei scritto "un' espressione, più che una ricerca, di felicità." Se uno proprio non si aspettasse nulla e fosse totalmente completo in se stesso allora si disinteresserebbe ad ogni rapporto.
Quote:
Finchè si ha bisogno di vincere, della vittoria non si gode. E' di ciò di cui non abbiamo bisogno che possiamo godere.
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Stesso discorso. Quando però un atleta smette completamente di ambire al piacere della vittoria si ritira.
Non contesto ciò che scrivi, sostituirei però l' esclusione ad un concetto di equilibrio: una persona che sta bene con se stessa (pur avvertendo anch'essa, come tutti, una naturale inclinazione alla ricerca di rapporti umani) vivrà le relazioni in maniera più appagante e riuscendo a trasmettere più gioia di un' altra persona che invece non sta bene con se stessa e inevitabilmente riverserà la sua disarmonia interiore sull' altro.
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