Uccise e bruciò la sorella, "colpa anche della morfologia del cervello e dei geni"
Il gup di Como ha condannato a vent'anni una donna utilizzando in Italia le neuroscienze
per vagliare la sua imputabilità. La sentenza: "Impulsiva, aggressiva e violenta di natura"
Una donna che nel 2009 aveva ucciso la sorella, dando poi fuoco al corpo, e in seguito tentò di uccidere la madre, è stata condannata a vent'anni di reclusione dal gup comasco Luisa Lo Gatto, che le ha riconosciuto un vizio parziale di mente non solo sulla base di accertamenti psichiatrici, ma anche di analisi neuroscientifiche e morfologiche sul cervello e sul suo patrimonio genetico.
La giovane - ha spiegato il gup - presenta delle "alterazioni" in "un'area del cervello che ha la funzione" di regolare "le azioni aggressive" e, dal punto di vista genetico, ha dei fattori "significativamente associati a
un maggior rischio di comportamento impulsivo, aggressivo e violento".
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Lo so ci sono 100.000 discussioni sui presunti difetti genetici, ma pare insomma sia una cosa certa ormai, anche le sentenze seguono le scoperte scientifiche