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Vecchio 02-08-2016, 13:24   #1
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L'avatar di Oblomov
 

Personaggi

Io, un uomo di mezza età, scapolo e impiegato in una grande società multinazionale

Super – Io, un uomo di mezza età, sposato con due figli, dirigente di azienda

Es, un individuo di età, occupazione e in definitiva forma indefinibile, che passa il tempo a parlare con sé stesso.

Domenica pomeriggio, d’estate, su un prato antistante un lago, all’ombra di un alto salice piangente.

Super-Io : Questi due mi fanno proprio pena

Io: Stai parlando di me?

Super-Io: Di te e di quest’altro debosciato

Es: oggi è come quell’estate di tanti anni fa sulla spiaggia ero piccolo c’era la mamma di Alessandro quella donnona con le tette sempre al vento che mi teneva in braccio e mi faceva il solletico quanto ridevo e quanto avrei voluto succhiarle il latte da quelle tettone sempre al vento aveva i capelli biondi biondi come i campi di grano ed io che avevo sempre fame sentivo il rumore delle spighe al vento

Super-Io: appunto, come al solito straparla. E tu cosa fai? E’ domenica, e sei qui steso sul prato con un libro in mano, sempre con un libro, ma fai qualcosa, per Dio, muoviti un po’!

Io: E cosa dovrei fare?

Super-Io: per esempio, potresti attaccare bottone con una di quelle donne che stanno lì davanti. Guarda quella mora, non è niente male. Non ti sei stufato di ammazzarti di seghe davanti al pc? Alla tua età, manco avessi sedici anni. Lo sai che hai da tempo superato la mezza età.

Io: Si, ma se non sono diventato cieco finora, non penso che lo diventerò in futuro.

Super-Io: vai avanti con il tuo sarcasmo, e vedrai che ti ritroverai, come sempre d’altronde, con un pugno di mosche in mano.

Io: Beh se la mettiamo su questo piano, non sono in cattiva compagnia. Guarda quel gruppo di quarantenni – indica con la mano quattro uomini calvi e sovrappeso che mangiano cornetti gelato mentre guardano avidamente delle ragazzine in costume che giocano a pallavolo – in fondo io qualche storia con le donne l’ho avuta.

Super – Io : Si, perché sono state loro a saltarti addosso. E comunque dovresti smetterla di guardare gli sfigati per sentirti meno sfigato. E’ un patetico meccanismo di difesa.

Io: Che però funziona, in fondo. E’ un po’ meschino ma funziona. E poi c’è una bella parola tedesca per chiamarlo: shadenfreude.

Es: la farina mescolata all’acqua che bella cosa impastarla, la senti quella materia che in pochi istanti si fa più consistente e allo stesso tempo malleabile, le mani che danno una forma, tonda, tonda come le tettone della mamma di Alessandro, poi mi piace aggiungere il latte, e mi vengono in mente quei riti che ancora oggi fanno in India, dove c’è un fallo di pietra sulle cui nere pareti lisce le donne versano latte che si va a raccogliere in una cavità alla base a forma di vulva
Ringraziamenti da
berserk (03-08-2016)
Vecchio 03-08-2016, 11:44   #2
Esperto
L'avatar di alleny82
 

I miei vecchi diari segreti, quelli scritti a penna e chiusi in un cassetto erano strutturati più o meno così. Mi sdoppiavo ma non solo: arrivavo anche a 5 - 6 persone.. tante quante erano le sfumature della mia personalità.
È una cosa che stai scrivendo soltanto tu a mo' di diario privato o stai invitando anche gli altri utenti a partecipare?
Ringraziamenti da
berserk (03-08-2016)
Vecchio 03-08-2016, 15:18   #3
Esperto
L'avatar di Oblomov
 

ah se volete partecipare mi fate solo piacere !
Vecchio 03-08-2016, 15:38   #4
Esperto
L'avatar di berserk
 

MI piace la consistenza di Es,sempre così poco incline al dialogo,così persistentemente senza leggi per sé,forbite,e così poco presente(apparentemente)sul rettangolo della pagina
Vecchio 03-08-2016, 16:13   #5
Esperto
L'avatar di Oblomov
 

Super – Io : Scusa, ma non dovrei essere io a ricordarti di dare ogni tanto ascolto a quello che farnetica Es. Se ti dessi un po’ da fare magari starebbe buono, almeno per un po’ di tempo. Insomma, se tu avessi un figlio, dovresti cercare di dargli attenzione, anche se so che da questo punto di vista sei troppo egocentrico per poter pensare ad avere un figlio.

Io : Non so, saranno queste pastiglie che prendo per dormire, ma è come se i suoi discorsi fossero lontani, mi arrivano attutiti, o magari li sento, ma me li dimentico subito.

Super – Io : E certo, vai avanti a prendere pastiglie, poi quando lavori cosa fai, vegeti, e la tua carriera va a farsi benedire.

Io : Quale carriera? Lo sai che avrei voluto fare tutt’altro, e mi trovo a fare l’unica cosa che il caso, o il destino, mi ha riservato. Io volevo fare lo scrittore, l’insegnante, o il musicista. Non avrei voluto fare certo il passacarte in mezzo a gente che non ha mai sentito neanche parlare di Proust, o di Keith Jarrett, ed il cui unico pensiero è quale modello di automobile comprare, o in quale villaggio passare le prossime ferie d’agosto.

Super – Io : Ma ci hai veramente provato a fare quello che dici di avere sempre voluto fare?

Io : Non ne posso più di voi due, tu che mi dici sempre quello che dovrei fare e non dovrei fare, questo ammasso gelatinoso che pensa solo a mangiare e scopare, e per il resto ha paura della sua ombra, ma lasciatemi in pace!

Es : O mio Dio, quella ragazza che si è appesa per il collo in cucina, chissà cosa le sarà passato per la testa, e se anche questo sfigato facesse una cosa del genere cosa ne sarebbe di me? Niente più pastine la domenica, e il vino con le bollicine, e tutte queste belle ragazze sul prato, puff, puff, in un secondo tutto svanito, e poi di me che ne sarebbe? Forse c’è un paradiso degli Es vittime degli Io sfigati? No è più probabile che ci sia un inferno, ed allora non sarò più Es, e tutti i miei amici che fine faranno ? O Dio mio, mi viene da piangere.

Super – Io : Stai zitto, Es, che la religione è sempre stato il mio campo e tu non c’entri niente! – e gli dà un bello scapaccione sulla testa, ed il povero Es si abbassa a cuccia come un cane bastonato – torniamo a te, caro Io, allora non hai pensato a fare qualcosa per la carriera, o almeno per mettere su una famiglia ? Abbiamo la stessa età, e vedi quale differenza c’è tra di noi. Tu ti ostini a non pensarci, a fantasticare su possibilità ormai remote, ed intanto la vita va avanti, invecchi.

Io (tra sé e sé) : Se vanno avanti così, penso che di pastiglie per dormire ne prenderò un blister intero, così per un po’ me ne sto in pace – poi, rivolgendosi a Super – Io : E va bene, non sono come te. Non sai quanto mi costi ammetterlo, quanto mi roda dentro, perché sì vorrei esserlo come te, essere migliore. Ma cosa ci posso fare? Non lo sono mai stato, non lo sarò mai.

(continua...)
Vecchio 08-08-2016, 15:15   #6
Esperto
L'avatar di Oblomov
 

Super – Io : Vorrei che capissi una cosa, piuttosto che oscillare tra una posizione in cui ti senti inferiore, ad una successiva, inevitabile, in cui ti sentirai superiore. Vorrei che capissi che le tue fantasticherie sono solo un alibi per non impegnarti, per non prenderti delle responsabilità, per non crescere insomma. Ti vedo quando sbirci nelle vite altrui, di artisti veri, o di presunti tali. Che poi in fondo sono spesso entrambi individui meschini, modesti, egocentrici, narcisisti, e le loro cosiddette opere sono solo autocelebrazioni. Quanto sono bravo a scrivere, a suonare, a dipingere, ma anche a intortare gli altri, a persuaderli delle mie assurde teorie.

Io : si, ammetto che ieri ho partecipato ad una serata di pseudo artisti di provincia, e l’ho trovata patetica. Tutta gente che in realtà non sa scrivere, non sa dipingere, in realtà non sa che cosa fare, e si ritrova per masturbarsi reciprocamente dicendosi quanto sono bravi. In questo, almeno, mi sono sentito meglio. Io non sono come loro.

Super – Io : Si, certo questo te lo concedo. Hai cominciato a capire quanti ciarlatani ci sono nel mondo, e a prenderne le distanze.

Io : Ho capito anche quante volte in passato mi sono fatto intortare dalle loro parole.

Super – Io : Si ma tu allora che cosa sei? Vedi bene che non sei né carne né pesce, né un artista né un dirigente, né un padre, né un amante. Chi sei veramente?

Io : Come diceva quel verso di Montale ? “Codesto solo oggi possiamo dirti / ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”

Super – Io : Non atteggiarti da poeta con me, ti conosco troppo bene. La poesia è stata solo una delle tue solite brevi infatuazioni, durate poco, e che non ha portato ad un bel niente.

Io : In effetti è difficile ingannarti, mi conosci meglio di quanto non mi conosca io, purtroppo.

Es : Ho paura dei morti, che possano tornare dall’aldilà e farci cose brutte. Una volta ho visto un morto che portava tatuata sulla pelle una frase in ebraico, e la sua traduzione in latino. Era morto, ma io lo credevo vivo, non pensavo fosse già morto, e lo vedevo in continuazione, poi quando ho capito che era morto mi sono preso una paura. La frase tatuata non me la ricordo, ma è come quella del Golem, che ha la parola “uomo” tatuata in fronte, alla quale è stata tolta la prima lettera, ed il risultato è la parola “morte”. Sì, io credo che esistano sulla terra dei non-vivi, uomini che non sono più vivi, ma non sono ancora morti. O forse sono semplicemente dei morti che tornano sulla terra a farci espiare le nostre colpe.

Super – Io : Ma no, Es, tu non hai colpa. Tu sei fatto così, sei ancora un bambino ed un bambino sei destinato a rimanere (super-Io lo accarezza teneramente, cosa effettivamente molto insolita per il suo carattere severo).

Io : La colpa è mia, ovviamente. Forse quando c’è stata la distribuzione della forza di volontà, ho sbagliato fila. C’è chi dice che ho preso il doppio della razione di intelligenza, e la metà della volontà. Ora poi, con il passare del tempo, mi accorgo che l’energia è sempre meno, e sempre meno le cose che posso fare. Ma non sei tu, caro Super-Io, che mi hai sempre spinto a fare delle cose, per i tuoi fini, solo per quelli. Non ti sei mai chiesto che cosa volessi io, a te interessava solo che io assomigliassi a quello che tu sei. Ma sai cha alla fine non ho capito io che cosa tu sia.

Super – Io : Io sono quello che tu avresti dovuto essere. Io sono una definizione, che poi sei tu a riempire con i tuoi fallimenti. Io sono un’entità astratta, un po’ come Dio per i non credenti, infatti a lui in tanti mi hanno paragonato. Non mi puoi chiedere di parlare di esempi concreti, perché io sono tutto fuorchè concreto. Sono un logico puro.

Io : Ecco perché un filosofo diceva “Logic is Hell”

Super – Io : Hell o Heaven, non fa molta differenza. Dipende dai punti di vista. Sei tu che ti devi sporcare le mani con la realtà, io resto nel mio mondo puro ed incontaminato.
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