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Originariamente inviata da Hor
Qual è il vostro rapporto con le difficoltà?
Ne bastano poche per abbattervi e farvi rinunciare o sapete insistere, per mettervi a cercare di capire dov'è l'inghippo e magari superarle?
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Originariamente inviata da Hor
Lo stesso mi succede nei rapporti con le persone, anzi, in questo caso l'impulso alla fuga è ancora più forte. Bastano pochi screzî e tendo ad allontanarmi di corsa, e ci vuole un sacco di tempo perché tenti di ricucire, se ci tento. In questo caso la cosa è particolarmente deleteria, perché perdere dei rapporti umani, magari con persone con cui potrei essere affine, non è una perdita da poco.
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Non so, io penso che le difficoltà sono una cosa costante nei rapporti che vedo in giro, se fossi certo che superate le prime difficoltà, che dovrei sopportare per un breve periodo, poi tutto filasse liscio, non mollerei, il punto è che ho il sentore che al contrario 'sta roba dovrò sopportarla sempre per tutto il rapporto (qualsiasi sia la durata) e per tutti i rapporti... Per questo mollo, per un po' sopporto, ma che ci si aspetta da me che sopporterò per sempre e mi starà bene questa cosa? Se lo possono scordare i terapeuti e le infinite teste di cazzo che ci sono in giro!
A me pare che vorrei dei rapporti proprio diversi a monte, ma non ne vedo da nessuna parte, forse per te non è così.
Se sei così convinto che superato lo scoglio dopo e oltre c'è il paradiso, io penso che non molleresti, forse anche tu ci credi poco come me.
Io insomma ho un altro quadro in testa, e in verità non penso manco di essermi sbagliato più di tanto, quindi non è che ho tutta questa volontà di cambiarlo questo quadro perché non penso sia errato come pensano altri, mi dovrebbero prima convincere che è errato, ma io tutte queste prove che è scorretto non le vedo.
Se dopo uno scoglio ne trovi un altro e dopo il secondo un altro ancora, e così via, quand'è che non ci saranno più scogli?
Perché non dovresti mollare se vedi che l'andazzo è questo?
Che sperano che uno si abitui agli scogli? Io non mi abituo.
Osservo i rapporti e vedo che succede e io mi chiedo: ma io ficcato là dentro ci starei bene? E la mia risposta è più no che sì, e l'ho comunicata tante volte a chi dice di volermi aiutare questo!
Non è che mollo subito subito, però se vedo che la cosa comunque non si sblocca come vorrei e va davvero oltre quello che vedo più spesso in giro, e inoltre dopo un po' questo non cambia e va avanti proprio negativamente per me (ripeto, come quello che ho visto più spesso in giro), che senso ha insistere in un rapporto dove io manco ci sto bene dentro?
Quindi oscillo... Cerco, non trovo... E mando al diavolo, e finora ho quasi sempre mandato al diavolo, ma non sono convinto che se non mandassi al diavolo, le cose andrebbero davvero come vorrei.
Gli altri son felici io no, che devo fare? Dire che un rapporto mi piace anche se mi disturba e non mi piace?
Vale lo stesso discorso anche nel caso in cui fosse l'unica cosa disponibile.
Spinto dalla frustrazione e da un barlume di speranza posso provare a far qualcosa, ma questo è, se non si sblocca e in giro non vedo tutti questi esempi dove le cose vanno come vorrei io, in base a cosa dovrei impegnarmi?
Per ottenere quel che detesto e che vedo più spesso in giro?
Ora sto provando ad aprirmi di nuovo, ma vedo che le rotture di coglioni che mi disturbavano e che mi aspettavo si ripresentassero si sono ripresentate uguali ed identiche, e si ripresenta pure il carico da 90 che devo portare sul groppone come temevo prima di imbarcarmi in queste cose nonostante avessi pure messo in evidenza che non l'avrei voluto portare (alle persone che mi spingevano dicendo di fidarmi di loro). Come si vuol risolvere la cosa se non capiscono di cosa mi lamento?
Dovrebbero afferrare che se non c'è soluzione non c'è soluzione e sto male e basta, che dovrebbe esserci di più?
Che si spera che io così preso dall'euforia di un risultato fantasmatico che non c'è, mi ficco in situazioni che detesto?
A me pare che io parlo, mi lamento della vita e di certe cose ma quel che dico entra da un orecchio e esce dall'altro e si aspettano che io stia bene nonostante tutto perché altri stanno bene così. Se una cosa è rotta resta rotta, non è che ci si può aspettare che "io me ne faccia una ragione", se c'era questa intenzione a monte di farmi andar bene le cose, le avrei già risolte da un pezzo.
Il fatto concreto che sto male in conclusione non viene manco riconosciuto davvero, e quindi oltre al danno c'è pure la beffa.
C'è solo un certo discorso che nega questo male e il mio discorso che continua a mettere in evdenza che invece persiste!