Dopo un anno di università non ho quasi più la timidezza, ma rischio ancora di essere solo.
Ho trovato da dire con quell'unico amico maschio con cui uscivo fuori dall'Università. Nel caso specifico mi ha fatto incazzare come una iena la battuta con cui diceva che rimanevo escluso questo sabato che torno a casa. Ma spesso ha sempre da criticare qualunque cosa quando sono gli altri a parlare, c'è un atteggiamento che mi da l'idea di uno che fa lo splendido con gli altri alle tue spalle salvo dire che poi scherzava. Ed è l'unico la cui presenza fa si che in una conversazione a tre rimango puntualmente escluso. Mi sembra di non starmi spiegando bene, chi può e ha voglia controlli un vecchio thread riguardante una discussione in metro.
Il problema è che non sembra rendersene conto, e non so se lo stia facendo apposta o meno. Più tardi a fine lezione mi ha raggiunto in metro e con quella che aveva tutt'altro il tono di una battuta diceva che potevo aspettarlo. Gli ho risposto picche e ho detto (purtroppo non con la fermezza che avrei voluto) che non dovevo aspettare proprio nessuno, e che se si rendeva conto di come si comportava avrebbe capito perché gli rispondevo molto scocciato. E no, in teoria non l'ha capito e anzi l'ha fatto incazzare come atteggiamento. Questa settimana sono fuori e torno a casa, ma devo chiarire questa questione al mio ritorno.
Il problema è che non so cosa fare. Si tratterebbe di trattare quelle tematiche relative al modo di fare sociale di una persona che qui tanto contiamo ma che se provi a spiegare a una persona "normale" (senza voler presupporre alcuna accezione negativa a chi qui scrive visto che anch'io ho ancora certi problemi che l'uomo da strada bollerebbe malamente complessi mentali quando non lo sono) non capisce e pensa che sia un tuo problema, finendo (in)direttamente per darti la colpa.
Non so come dire quello che voglio dire. So che l'argomento andava affrontato prima o poi perché se lo facevo in quinta sarei rimasto solo (come se già non lo fossi visto la considerazione che ho) ma il fatto che una battuta che mi lascia quasi presupporre una frecciatina mi abbia fatto incazzare cosi tanto mi apre uno scenario che non so identificare.
Il punto è che non voglio fare tornare le cose come prima di oggi (e vivere dovendo sempre adattarmi a una esclusione di ritorno dovuta a suddetta persona) ma le persone è quasi impossibile cambiarle se già partono dalla premessa di non capire. Il punto è che non so se posso andare altrove, e per quanto sia stato solo non riesco immaginarmi a rimanere tale per il resto della mia vita. E con la capacita che ho di cercare cose nuove da fare credo la mia preoccupazione sia troppo fondata.