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01-10-2012, 16:50
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#21
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 4,387
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Quote:
Originariamente inviata da Xchénnpossoreg?
Ciao Lonely.
I tuoi parenti hanno di certo le migliori intenzioni del mondo ma non ti aiutano dicendo "devi svegliarti".
Fra le altre cose "svegliarsi" sa di cosa elementare, cosa ci vuole?
Basta aprire gli occhi e salutare il mondo.
Ma non è così facile, banale.
Il problema è che gli altri non riescono a capire le nostre difficoltà.. non lo fanno per cattiveria ma è così.
Se vuoi cambiare devi farlo per te stessa e spesso devi avere delle buone motivazioni in grado di supportarti.
Alle volte occorre toccare il fondo per capire che è il momento di risalire.
Non è facile.
Le cose vanno affrontate piano, per gradi, dolcemente.
Hai scritto di avere una serie di complessi, forse potresti cominciare da lì.
Sicuramente c'è un modo per arginarli, eliminarli o comunque convicerci più serenamente.
Pensare anche che la maggior parte delle persone ha dei complessi può essere un piccolo aiuto.
Nessuno è esente... nemmeno quelle ragazze che ci sembrano magnifiche
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I miei parenti lo dicono per spronarmi, poi non conoscono tutte le mie difficoltà e in un certo senso vogliono che esca per divertirmi, il punto è che non sanno quanto io mi trovi in difficoltà... Se non ho toccato il fondo poco ci manca forse, spero di riuscire a reagire in qualche modo
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01-10-2012, 17:05
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#22
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,640
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Quote:
Originariamente inviata da lonely heart
I miei parenti lo dicono per spronarmi, poi non conoscono tutte le mie difficoltà e in un certo senso vogliono che esca per divertirmi, il punto è che non sanno quanto io mi trovi in difficoltà...
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Sai ti capisco, anche io non amo girare per locali.
E non c'è nulla di male, significa soltanto avere gusti diversi.
A te cosa piace fare?
Alle volte capita anche di trovarsi in certe situazioni solo perché non si ha la fortuna di avere intorno delle persone compatibili.
Magari hai bisogno di amiche in grado di condividere di più i tuoi gusti...
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01-10-2012, 17:06
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#23
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
Ubicazione: Emilia paranoica
Messaggi: 558
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Quote:
Originariamente inviata da Herzeleid
Uno dei compiti più difficili di chi vive questa condizione è far comprendere ai propri interlocutori che quell'interruttore, se scatta, scatta come da solo, per ragioni invisibili e al momento giusto, non certo d'imperio, agli ordini.
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Proprio così. Ora vivo una situazione inversa e mi rendo conto (pur avendo passato il tutto in prima persona e fino a pochi mesi fa, tra fasi acute, medie e latenti) di quanto possa essere frustrante e far sentire impotenti non poter fare nulla per chi ci sta accanto e soffre di questo male impalpabile e subdolo, che spesso non ha nemmeno un perché e per il quale si può fare ben poco dall'esterno.
Ecco, io penso che se ora è frustrante per me, che ci sono passata e so perfettamente cosa si provi (poi per ognuno è un po' diverso), immagino per coloro i quali non ci siano mai passati che cosa voglia dire provarle tutte per distogliere qualcuno a loro vicino dalla nube nera. Non c'è verso.
Io ero letteralmente sola nel periodo. Se le persone non le allontanavo io, si allontanavano loro perché non capivano i miei comportamenti, il mio discostarmi dalle situazioni, persone, etc.
Ma solo ora apprezzo pienamente quei pochi e piccoli gesti, perché solo ora comprendo la fatica di compierli senza avere nulla in cambio (anzi, talvolta ci si sente quasi "colpevoli" nel porre domande o intavolando discorsi e trovando una risposta di atteggiamenti di difesa, paura, aggressività e ulteriore chiusura), nella speranza che possano anche in minima parte affievolire il dolore di qualcuno, senza farlo ritrarre, senza ferirlo ulteriormente.
Chi non ci molla, di fronte a tutto questo, per quanto possa sbagliare negli approcci, farci incazzare, o quant'altro, va comunque rispettato (almeno finché non giudica negativamente senza cognizione di causa) e riconosciuto, perché alla fine niente ci è dovuto. Non dimentichiamocelo, anzi, è una grande fortuna che non tutti hanno avuto.
Solo è difficile captarlo con lucidità in una situazione del genere, me rendo conto.
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01-10-2012, 17:17
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#24
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 4,387
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Quote:
Originariamente inviata da Xchénnpossoreg?
Sai ti capisco, anche io non amo girare per locali.
E non c'è nulla di male, significa soltanto avere gusti diversi.
A te cosa piace fare?
Alle volte capita anche di trovarsi in certe situazioni solo perché non si ha la fortuna di avere intorno delle persone compatibili.
Magari hai bisogno di amiche in grado di condividere di più i tuoi gusti...
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A me piacciono posti tranquilli e non il caos, anche se per esempio nei centri commerciali non mi viene l'ansia perché riesco a distrarmi. Mi piace tantissimo andare al cinema ma visto quello che costa, ci vado poco. Poi ogni tanto porto fuori i cani a fare un giro... Quello che mi porta ad uscire poco alla fine è il mio carattere, che anche se sto con persone di cui mi fido mi limita in ogni caso
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01-10-2012, 17:39
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#25
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,640
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Quote:
Originariamente inviata da lonely heart
Poi ogni tanto porto fuori i cani a fare un giro... Quello che mi porta ad uscire poco alla fine è il mio carattere, che anche se sto con persone di cui mi fido mi limita in ogni caso
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Io ho due cagnoline e devo dire che mi aiutano sul fronte delle uscite.
Se non fosse per loro metterei il naso fuori casa molto di meno
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01-10-2012, 17:44
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#26
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 4,387
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Quote:
Originariamente inviata da Xchénnpossoreg?
Io ho due cagnoline e devo dire che mi aiutano sul fronte delle uscite.
Se non fosse per loro metterei il naso fuori casa molto di meno
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Già per quello aiutano, io ho 3 cani e portarli insieme non riesco, quindi ne porto sempre uno
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01-10-2012, 18:05
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#27
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da ivi
Proprio così. Ora vivo una situazione inversa e mi rendo conto (pur avendo passato il tutto in prima persona e fino a pochi mesi fa, tra fasi acute, medie e latenti) di quanto possa essere frustrante e far sentire impotenti non poter fare nulla per chi ci sta accanto e soffre di questo male impalpabile e subdolo, che spesso non ha nemmeno un perché e per il quale si può fare ben poco dall'esterno.
Ecco, io penso che se ora è frustrante per me, che ci sono passata e so perfettamente cosa si provi (poi per ognuno è un po' diverso), immagino per coloro i quali non ci siano mai passati che cosa voglia dire provarle tutte per distogliere qualcuno a loro vicino dalla nube nera. Non c'è verso.
Io ero letteralmente sola nel periodo. Se le persone non le allontanavo io, si allontanavano loro perché non capivano i miei comportamenti, il mio discostarmi dalle situazioni, persone, etc.
Ma solo ora apprezzo pienamente quei pochi e piccoli gesti, perché solo ora comprendo la fatica di compierli senza avere nulla in cambio (anzi, talvolta ci si sente quasi "colpevoli" nel porre domande o intavolando discorsi e trovando una risposta di atteggiamenti di difesa, paura, aggressività e ulteriore chiusura), nella speranza che possano anche in minima parte affievolire il dolore di qualcuno, senza farlo ritrarre, senza ferirlo ulteriormente.
Chi non ci molla, di fronte a tutto questo, per quanto possa sbagliare negli approcci, farci incazzare, o quant'altro, va comunque rispettato (almeno finché non giudica negativamente senza cognizione di causa) e riconosciuto, perché alla fine niente ci è dovuto. Non dimentichiamocelo, anzi, è una grande fortuna che non tutti hanno avuto.
Solo è difficile captarlo con lucidità in una situazione del genere, me rendo conto.
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Tutto quello che dici è sacrosanto. Le difficoltà che incontriamo persino noi che "ci siamo passati" nell'aiutare quelli che "ci sono ancora dentro" dovrebbero far capire a questi ultimi come sia difficile, per chi non ha esperito certi dolori, cercare di immedesimarsi, e come sia invece facile pestare involontariamente nervi scoperti.
Ma c'è anche un fenomeno opposto da considerare, quando si cerca un aiuto e si ottengono invece risposte che suonano come dileggio o attacco.
Quando una persona è "appena riuscita" a combattere un dolore così intenso come certi tipi di sofferenze, ne è disgustato. E' ancora emotivamente coinvolto, e pertanto potrebbe in taluni casi adottare modalità di comportamento "non proprio piacevoli" al fine di allontanare, ferendo, persone che stanno male e che gli ricordano la sensazione da lui/lei provata.
Io ho passato un certo periodo ad essere letteralmente INFASTIDITO dalla gente con problemi.
Mi sentivo uscito, guarito (con un certo grado di presunzione, giacché se avessi saputo che mi ero solo illuso di poter proseguire per progressi illimitati senza una direzione guida, non avrei gioito così tanto della mia condizione), e da un lato orgoglioso di essere riuscito a farcela per l'80% con le mie forze (all'epoca sottovalutavo l'impatto che la terapia ha avuto su di me), dall'altro empatizzavo profondamente nei confronti di chi si sentiva male esattamente come mi sentivo io prima della mia presunta guarigione.
Risultato: mi prendevo a male, certe persone non le potevo proprio sopportare!
Avrò dedicato in questi commenti anche pesanti nei confronti di persone che secondo me non facevano abbastanza per uscirne, ho fatto consapevolmente male a delle persone, ho ferito scientemente, e scientificamente.
Solo adesso mi accorgo di quanto presuntuoso, insensibile (o meglio, "malsensibile", visto che sentivo chiaramente il dolore altrui ma lo interpretavo in un'ottica totalmente sballata) e supponente sono stato. Vorrei poter chiedere scusa a tutte le persone che ho ferito in quegli anni, ma purtroppo non mi è dato. Lo farò qui, simbolicamente.
Tutto questo discorso per dire che si dà per scontato che una persona passata da un certo disagio (psichico, emotivo, ecc.) sia in grado di comprendere meglio altri suoi simili, ma non sempre è vero, e non è certo per mancanza di esperienza, ma forse è perché il rievocare certe esperienze che si credono superate fa così male da elicitare reazioni avverse di notevole veemenza.
Ergo: non bisogna credere che una persona che "minimizza" o "irride" certi problemi sia poco sofferente, probabilmente anzi quello è il modo in cui inconsciamente si trova ad esorcizzare la sua sofferenza.
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Ultima modifica di Marco Russo; 01-10-2012 a 18:17.
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01-10-2012, 18:37
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#28
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,630
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Mi dispiace ,a volte siamo circondati da persone che non capiscono una mazza ,molti pensano che siamo pigri ,un pochino e anche vero per quanto mi riguarda, ma spesso e apatia stanchezza fisica ,tutto dovuto all'ansia e una leggera depressione , io lavoro e a volte e un peso, non e un lavoro sedentario, devo darmi da fare muovermi e col passare del tempo io non ringiovanisco mica ,certo sono fortunata ad averlo ,ma spesso non vorrei fare niente .Io ho ripreso a uscire un po' con le colleghe dopo 7 anni di lavoro -casa /casa -lavoro ,ma mi devo sforzare ,come se ci fossero due me, una mi dice di uscire l'altra mi dice di rimanere a casa la seconda e' un po' piu dominante ,considerando che neanche io guido devo dipendere da gli altri e a volte uso ansioliti in caso di bisogno ,
sembrerebbe l'unica soluzione per vivere un po' ,quindi ti capisco .
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01-10-2012, 19:30
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#29
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,681
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Ti capisco, perchè sono un po' come te, ne abbiamo parlato a volte...
Io credo che ti servirebbe qualcuno che ti spingesse lentamente... a uscire, a superare le tue paure... E lo so, le persone non piovono dal cielo, però è l'unica cosa che mi viene in mente... anche io non combino un granché
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02-10-2012, 13:11
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#30
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 4,387
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Quote:
Originariamente inviata da She
Mi dispiace ,a volte siamo circondati da persone che non capiscono una mazza ,molti pensano che siamo pigri ,un pochino e anche vero per quanto mi riguarda, ma spesso e apatia stanchezza fisica ,tutto dovuto all'ansia e una leggera depressione , io lavoro e a volte e un peso, non e un lavoro sedentario, devo darmi da fare muovermi e col passare del tempo io non ringiovanisco mica ,certo sono fortunata ad averlo ,ma spesso non vorrei fare niente .Io ho ripreso a uscire un po' con le colleghe dopo 7 anni di lavoro -casa /casa -lavoro ,ma mi devo sforzare ,come se ci fossero due me, una mi dice di uscire l'altra mi dice di rimanere a casa la seconda e' un po' piu dominante ,considerando che neanche io guido devo dipendere da gli altri e a volte uso ansioliti in caso di bisogno ,
sembrerebbe l'unica soluzione per vivere un po' ,quindi ti capisco .
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Già, anche io da una parte cerco di spronarmi il fatto che devo sforzarmi per fare le cose mi fa arrabbiare perché non dovrebbe essere così e anche io uso sporadicamente degli ansiolitici per darmi una calmata...
Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Ti capisco, perchè sono un po' come te, ne abbiamo parlato a volte...
Io credo che ti servirebbe qualcuno che ti spingesse lentamente... a uscire, a superare le tue paure... E lo so, le persone non piovono dal cielo, però è l'unica cosa che mi viene in mente... anche io non combino un granché
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Anche io la penso così a volte, ma essendo così evitante non lascio avvicinare molte persone quindi sono sempre allo stesso punto perché il problema nasce solo e soltanto da me
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