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17-04-2012, 23:40
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#1
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
Messaggi: 2,996
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Adesso che ho traslocato è uscito fuori come una lucertola dal letargo: il desiderio di andare via da questa città, da questa regione.
Sto male in questo ambiente ristretto, tra questa gente ristretta, che per carità , produce ricchezza, ma non produce abbastanza tessuto sociale per quanto mi riguarda.
Io dovrei essere in un altro luogo da 2 anni, da 2 anni mi trascino a vivere qua.
Adesso il desiderio di fuggire è diventato incontenibile
Peccato che debba tranciare tutti i rapporti, tutti i progressi, tutto.
Ritenete adeguato andare via come un ladro senza avvertire, e mutilarsi dei propri successi, sradicare ancora una volta le proprie radici per un malessere apparentamente esterno ma che potrebbe essere tutto interno?
E a voi capita mai di avere un desiderio fortissimo di recidere tutti i vostri rapporti e di scappare via?La mia fobia consiste anche in questo, accumulo per un certo periodo di tempo, dopo mi esaurisco e taglio tutto quel pezzo di vita andando via per il terrore di affrontare le situazioni sempre più complesse che si vengono a creare, per le sofferenze che si trascinano nei rapporti con le persone, per le occasioni mancate, perchè più ci si conosce più temo il giudizio degli altri sulle cose che faccio, che dico , che penso
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17-04-2012, 23:41
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#2
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Esperto
Qui dal: Dec 2008
Ubicazione: Su una panchina al Brunswick Centre, London
Messaggi: 2,049
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Ragazzuolo, tu queste domande le poni a uno che hai il nick e l'avatar di Professione: reporter di Antonioni?
Clicca sul link in basso nella mia firma.
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18-04-2012, 02:29
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#3
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Ovunque... e da nessuna parte...
Messaggi: 6,762
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Quote:
Originariamente inviata da Martello
E a voi capita mai di avere un desiderio fortissimo di recidere tutti i vostri rapporti e di scappare via?La mia fobia consiste anche in questo, accumulo per un certo periodo di tempo, dopo mi esaurisco e taglio tutto quel pezzo di vita andando via per il terrore di affrontare le situazioni sempre più complesse che si vengono a creare, per le sofferenze che si trascinano nei rapporti con le persone, per le occasioni mancate, perchè più ci si conosce più temo il giudizio degli altri sulle cose che faccio, che dico , che penso
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tengo sempre nel cassetto, pronto per ogni evenienza, il sogno di emigrare negli Stati Uniti.
Imbarcarmi per il primo volo diretto a New York, girarmi tutti i ristoranti e tutte le pizzerie italiane di Little Italy, in modo da trovare un alloggio e un lavoro... essendo un loro compatriota avranno un po' di compassione per me, parto sempre da questo presupposto.
Cominciare a lavorare, mettere da parte tanti soldi. Cominciare a lavorare la notte come taxista. Guadagnarmi sempre più soldi, tanto non devo pagare le tasse, al massimo qualche dollaro a chi mi ospitò la prima volta.
Con la conoscenza della lingua inglese migliorata, attraverso l'esperienza, comincio a soddisfare i miei primi sogni americani:
A) Provare a scrivere un libro che racconti la mia storia, naturalmente più enfatizzata e ricca di sviluppi di scena
B) Iscrivermi alla Actors Studio di New York
C) Volare a Los Angeles, dirigermi ad Hollywood e provare a cercare qualche buon samaritano
Questo è la mia via di fuga alternativa, se tutto dovesse andare a rotoli e non avessi altre via d'uscita. Ma è una via impraticabile questa, per due motivi:
1) Non ho ancora il passaporto
2) I miei mi beccheranno a Fiumicino
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18-04-2012, 02:31
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: NA
Messaggi: 1,318
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Quote:
Originariamente inviata da Martello
Sto male in questo ambiente ristretto, tra questa gente ristretta, che per carità , produce ricchezza, ma non produce abbastanza tessuto sociale per quanto mi riguarda.
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Personalmente me lo terrei stretto un ambiente che, almeno, produce ricchezza...
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18-04-2012, 08:09
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#5
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Avanzato
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: bologna
Messaggi: 362
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io ho sempre sognato di emigrare in un altro paese o città ove nessuno mi conosce.... ma tra il dire e il fare c'è di mezzo un oceano!!!
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18-04-2012, 08:33
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#6
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Io ODIO la regione in cui vivo, purtroppo a causa del mio lavoro non è così facile trasferirmi e comunque significherebbe interrompere la psicoterapia e, di conseguenza, l'ultimo contatto non virtuale con l'umanità che m'è rimasto.
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18-04-2012, 11:11
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2011
Messaggi: 3,267
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Penso sempre di trasferirmi all'estero, conoscendomi mi obbligherebbe a "muovermi". Il problema è che la mia "terra promessa" si trova a circa 19.000 Km.
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18-04-2012, 15:20
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#8
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 1,459
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Quote:
Originariamente inviata da Martello
.....La mia fobia consiste anche in questo, accumulo per un certo periodo di tempo, dopo mi esaurisco e taglio tutto quel pezzo di vita andando via per il terrore di affrontare le situazioni sempre più complesse che si vengono a creare, per le sofferenze che si trascinano nei rapporti con le persone, per le occasioni mancate, perchè più ci si conosce più temo il giudizio degli altri sulle cose che faccio, che dico , che penso
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Anch io spesso in passato ho solo desiderato di andar via, scappare.
All' inizio c' è l' euforia del cambiamento del posto nuovo e tutto contribuisce a darci l' illusione di una svolta anche in noi stessi ma il nostro bagaglio emotivo prima o poi riemerge e quello che siamo resta uguale pure a km di distanza.
Tu stesso ammetti di voler scappare per complicazione di rapporti, per cose non dette, rimorsi accumulati, giudizi che ti hanno già marchiato ma guarda che ovunque andrai troverai le stesse cose.
Se non trasformi qui, se non cogli adesso e dove sei l' occasione di cambiare certi meccanismi della tua vita essi si ripresenteranno ovunque tu ti trovi.
Solo una volta che abbiamo trasformato il posto in cui viviamo allora si che possiamo partire più leggeri senza paura di lasciare cose in sospeso, rapporti frantumati, occasioni mancate.
E poi io credo che sia molto importante ad un certo punto rimettere insieme i pezzi della propria vita, tentare di trovare le tessere mancanti del puzzle riallacciare, ricongiungere, unire laddove c' era prima separazione anzichè comporre tanti micropuzzle imprecisi e lacunosi.
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Ultima modifica di amarlena; 18-04-2012 a 15:26.
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18-04-2012, 16:10
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#9
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Super Moderator
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 3,539
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Quote:
Originariamente inviata da Martello
Ritenete adeguato andare via come un ladro senza avvertire, e mutilarsi dei propri successi, sradicare ancora una volta le proprie radici per un malessere apparentamente esterno ma che potrebbe essere tutto interno?
E a voi capita mai di avere un desiderio fortissimo di recidere tutti i vostri rapporti e di scappare via?La mia fobia consiste anche in questo, accumulo per un certo periodo di tempo, dopo mi esaurisco e taglio tutto quel pezzo di vita andando via per il terrore di affrontare le situazioni sempre più complesse che si vengono a creare, per le sofferenze che si trascinano nei rapporti con le persone, per le occasioni mancate, perchè più ci si conosce più temo il giudizio degli altri sulle cose che faccio, che dico , che penso
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Ti capisco.
Ci stavo pensando per l'ennesima volta in questi giorni. Andare via. Cambiare di nuovo città. Ci sono da pochi mesi ma, con i miei problemi, credo di essermi ormai compromessa la possibilità di costruirmi amicizie. Ma credo non cambierebbe nulla, so che prima devo risolvere la mia inadeguatezza.
Quote:
Originariamente inviata da amarlena
All' inizio c' è l' euforia del cambiamento del posto nuovo e tutto contribuisce a darci l' illusione di una svolta anche in noi stessi ma il nostro bagaglio emotivo prima o poi riemerge e quello che siamo resta uguale pure a km di distanza.
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Hai perfettamente ragione. E' ciò che è successo a me. Anzi mi sono resa conto di come fossero grandi i miei problemi e mi impedissero di relazionarmi con le persone. E ho scoperto di essere una fobica sociale. L'unica cosa positiva è che cambiare città mi ha aiutato a non pensare a certe cose che mi son successe ed evitare di vedere persone che mi hanno fatto del male.
Quindi, se proprio si vuole cambiare città, meglio risolvere prima i problemi interiori, non si scappa da quelli purtroppo.
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18-04-2012, 18:31
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#10
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Intermedio
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 110
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Io l'ho fatto, ufficialmente per lavoro.
All'inizio è positivo. Nessuno ti conosce e sa che passato da sfigato hai. Puoi anche millantare amicizie ed esperienze amorose, tanto chi può contraddirti?
Poi però i nodi vengono al pettine, passano i mesi e gli altri si accorgono che parli poco, non ti sei ancora fatto un giro di amicizie (all'inizio ti giustifichi col fatto di essere nuovo, ma poi... ) e donne zero, come sempre.
Insomma puoi fuggire da tutto e da tutti ma non da te stesso.
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19-04-2012, 00:50
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#11
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
Messaggi: 2,996
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Quote:
Originariamente inviata da amarlena
Anch io spesso in passato ho solo desiderato di andar via, scappare.
All' inizio c' è l' euforia del cambiamento del posto nuovo e tutto contribuisce a darci l' illusione di una svolta anche in noi stessi ma il nostro bagaglio emotivo prima o poi riemerge e quello che siamo resta uguale pure a km di distanza.
Tu stesso ammetti di voler scappare per complicazione di rapporti, per cose non dette, rimorsi accumulati, giudizi che ti hanno già marchiato ma guarda che ovunque andrai troverai le stesse cose.
Se non trasformi qui, se non cogli adesso e dove sei l' occasione di cambiare certi meccanismi della tua vita essi si ripresenteranno ovunque tu ti trovi.
Solo una volta che abbiamo trasformato il posto in cui viviamo allora si che possiamo partire più leggeri senza paura di lasciare cose in sospeso, rapporti frantumati, occasioni mancate.
E poi io credo che sia molto importante ad un certo punto rimettere insieme i pezzi della propria vita, tentare di trovare le tessere mancanti del puzzle riallacciare, ricongiungere, unire laddove c' era prima separazione anzichè comporre tanti micropuzzle imprecisi e lacunosi.
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E' vero che bisogna ricomporrre le tessere mancanti del proprio puzzle.
Ma è anche vero che bisogna sbrigarsi quando le cose non vanno bene, e non tutto dipende da noi, viviamo in una interconnessione di rapporti che ci influenza.
Io posso lavorare sui miei schemi mentali, su come percepisco le cose. Questo sì. Non posso lavorare sulla ristrettezza dei modi di fare, è opinione comune persino di molte persone del posto che frequento.
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19-04-2012, 00:53
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#12
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
Messaggi: 2,996
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Originariamente inviata da Lùthien
Ti capisco.
Ci stavo pensando per l'ennesima volta in questi giorni. Andare via. Cambiare di nuovo città. Ci sono da pochi mesi ma, con i miei problemi, credo di essermi ormai compromessa la possibilità di costruirmi amicizie. Ma credo non cambierebbe nulla, so che prima devo risolvere la mia inadeguatezza.
Hai perfettamente ragione. E' ciò che è successo a me. Anzi mi sono resa conto di come fossero grandi i miei problemi e mi impedissero di relazionarmi con le persone. E ho scoperto di essere una fobica sociale. L'unica cosa positiva è che cambiare città mi ha aiutato a non pensare a certe cose che mi son successe ed evitare di vedere persone che mi hanno fatto del male.
Quindi, se proprio si vuole cambiare città, meglio risolvere prima i problemi interiori, non si scappa da quelli purtroppo.
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Il mio discorso è: cambiare ambiente, cambiare dentro. Sono due relazioni interconnesse, io sono fatto così per molti traumi subiti nell'ambiente originario, quindi sto meglio dove sto adesso, anche se il bagaglio emotivo come detto riemerge, però oggettivamente sto meglio.
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19-04-2012, 00:55
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#13
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
Messaggi: 2,996
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Quote:
Originariamente inviata da LoSfigatto
Io l'ho fatto, ufficialmente per lavoro.
Insomma puoi fuggire da tutto e da tutti ma non da te stesso.
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Sicuramente puoi fuggire da un ambiente deleterio: nel mio caso lo percepivo così, e ho fatto la scelta che più sentivo utile per me. Sto migliorando faticosamente, non credo che chi resti immobile risolva sempre e comunque la situazione
Comunque, dovendo subire, preferisco provare nuove vie, piuttosto che aspettare irrazionalmente un cambiamento che non so se e quando avverrà
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