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22-08-2010, 11:14
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#1
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Intermedio
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 216
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Leggevo la discussione sul nuovo farmaco antidepressivo a base di melatonina, sostanza che migliorerebbe la qualità del sonno. Secondo i ricercatori che hanno lavorato al farmaco, una causa importante della depressione va ricercata nella minore qualità del sonno dei soggetti depressi rispetto ai soggetti sani. Il mio scetticismo nei confronti dell'efficacia di questo antidepressivo deriva da due considerazioni: la prima è che, non vi è alcuna prova che la minor qualità del sonno nei depressi sia la causa, piuttosto che l'effetto della patologia stessa. La seconda considerazione, invece, è l'argomento di questo thread...
A causa del mio lavoro mi trovo spesso a fare il turno di notte e, come è successo proprio oggi, capita che non chiudo quasi occhio. Naturalmente, la cosa non mi preoccupa perché, allo smonto, ho la giornata libera e posso dormire quando voglio. Ebbene, stamattina (come tutte le mattine che mi capita di non riuscire a dormire durante il turno di notte) mi sono accorto di essere maggiormente rilassato, disinibito, presente rispetto a quando dormo tutta la notte e mi risveglio l'indomani. Che, addirittura, non è un sonno 'sano' che ti fa sentire meno depresso il giorno dopo (magari più riposato sì, ma sicuramente non meno depresso, meno ansioso o meno fobico), bensì il contrario: le mattine come questa mi scopro a parlare con i colleghi, con gli utenti e con i coinquilini in totale assenza di ansia sociale. Anche la creatività aumenta: mi riescono frasi spiritose e interventi coinvolgenti.
Ripeto: questo avviene quando non dormo ma, in considerazione del fatto, che ho la giornata libera. Diverso è se non riesco a prendere sonno di notte e all'indomani mi aspetta un impegno...
Perché avviene questo secondo voi?
Secondo me, attraverso la deprivazione del sonno, rimaniamo in trincea, facciamo l'abitudine al contatto con la gente e con la realtà, le difese sociali sono costrette ad abbassarsi e con esse svanisce anche l'ansia. Il sonno, invece, è come se ci facesse ricominciare da zero ogni volta. E' come se ci disabituasse al contatto con la realtà sociale costringendoci a ripartire con il solito atteggiamento depresso e ansioso nei contronti delle situazioni di disagio che ci accostiamo ad affrontare durante il nuovo giorno che ci aspetta.
Lo stato in cui sono quando mi deprivo del sonno è un pò come lo stato in cui mi manda il Lyrica, solo più naturale, creato in maniera più graduale (tanto da farmene rendere conto solo successivamente all'esperienza sociale). Il farmaco abbassa le nostre difese sociali come fa il contatto prolungato con la realtà e con la gente. La depressione e l'inibizione sembrerebbero, quindi, essere uno stato preventivo in cui non abbiamo ancora esperienza delle nostre reazioni alle situazioni. Affrontate tali situazioni abbastanza a lungo, diveniamo vaccinati e coraggiosi perché più sicuri di noi stessi e delle nostre capacità sociali. In sostanza: perché solo quando assumiamo farmaci anti ansia sociale, come Lyrica e Tramadolo, ci sentiamo finalmente disinibiti? Risposta: perché, in realtà, siamo noi stessi a inibirci. Non c'é alcuna differenza biochimica tra un depresso e un soggetto sano, nessuna carenza di neurotrasmettitori o altro. Si tratta, semplicemente, di un diverso atteggiamento: ci svegliamo al mattino già prevenuti e tutto diventa una reazione a catena. Forse è possibile vincere da soli la fobia sociale, come è possibile imparare a nuotare solo tuffandosi nell'acqua alta, senza ricorrere sempre al salvagente. Voi cosa ne pensate?
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22-08-2010, 11:51
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#2
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Banned
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 495
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non so, cosa pensare
però posso dirti che anche io avevo notato l'effetto del non dormire sul mio atteggiamento sociale, nel senso che dopo aver trascorso delle notti in bianco mi sono sentito molto meno inibito, come se la stanchezza indebolisse le mie difese verso l'esterno.
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Ultima modifica di too_shy; 22-08-2010 a 12:12.
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22-08-2010, 12:04
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#3
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Intermedio
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 216
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Quote:
Originariamente inviata da too_shy
non so, cosa pensare
però posso dirti che anche io avevo notato l'effetto del non dormire sul mio atteggiamento sociale, nel senso che dopo aver trascorso delle notti in bianco mi sono sentito molto meno disinibito, come se la stanchezza indebolisse le mie difese verso l'esterno.
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Quindi vuoi dire che ti sei sentito PIU' disinibito?
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22-08-2010, 12:13
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#4
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Banned
Qui dal: Jan 2009
Messaggi: 495
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Quote:
Originariamente inviata da oldboy
Quindi vuoi dire che ti sei sentito PIU' disinibito?
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già ho corretto...
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22-08-2010, 12:36
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#5
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Esperto
Qui dal: Feb 2008
Ubicazione: boh non ricordo....
Messaggi: 1,144
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la deprivazione del sonno, parziale o totale è usata come terapia della depressione.
Ottimo post Oldboy, ma sarai mica un giornalista ? per quale giornale scrivi ?
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23-08-2010, 00:03
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#6
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Intermedio
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 232
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Quote:
Originariamente inviata da oldboy
Affrontate tali situazioni abbastanza a lungo, diveniamo vaccinati e coraggiosi perché più sicuri di noi stessi e delle nostre capacità sociali.
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Quoto, superficiale ma corretto. Il problema resta: quanto a lungo? Non di privazione del sonno, ma di questa vaccinazione forzata.
Quote:
Originariamente inviata da oldboy
Non c'é alcuna differenza biochimica tra un depresso e un soggetto sano, nessuna carenza di neurotrasmettitori o altro. Si tratta, semplicemente, di un diverso atteggiamento: ci svegliamo al mattino già prevenuti e tutto diventa una reazione a catena. Forse è possibile vincere da soli la fobia sociale, come è possibile imparare a nuotare solo tuffandosi nell'acqua alta, senza ricorrere sempre al salvagente. Voi cosa ne pensate?
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Sono disposto a liberarmi dei farmaci, ma non di una buona psicoterapia.
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23-08-2010, 12:11
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#7
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Intermedio
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 216
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Quote:
Originariamente inviata da oloaP
Sono disposto a liberarmi dei farmaci, ma non di una buona psicoterapia.
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Che tipo di pscicoterapia stai facendo?
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23-08-2010, 12:42
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#8
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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23-08-2010, 15:23
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#9
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Intermedio
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 216
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
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Non capisco il contesto degli articoli...ne il commento sull'ubriacarsi. Ma hai letto le mie considerazioni realmente? Secondo me hai letto solo il titolo dell'argomento...
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23-08-2010, 15:43
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#10
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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Quote:
Originariamente inviata da oldboy
Non capisco il contesto degli articoli...ne il commento sull'ubriacarsi. Ma hai letto le mie considerazioni realmente? Secondo me hai letto solo il titolo dell'argomento...
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ho letto tutte le tue considerazioni.
perché non capisci il contesto? o meglio, eprché le trovi fuori contesto?
lo stato alterato da mancanza di sonno è uno stato alterato. intendevo quello.
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23-08-2010, 23:51
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#11
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Intermedio
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 232
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Quote:
Originariamente inviata da oldboy
Che tipo di pscicoterapia stai facendo?
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Cognitiva.
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24-08-2010, 08:44
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#12
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Intermedio
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 216
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Quote:
Originariamente inviata da oloaP
Cognitiva.
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Il grande limite della psicoterapia cognitivo-comportamentale è che il problema non è conoscere la soluzione, il vero problema (nel quale la psicoterapia non ti aiuta) è APPLICARLA. Le soluzioni proposte dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale sono banali e scontate: grazie che devo riflettere su questa cosa, grazie che dovrei fare questo, etc. Il problema è CHE NON CI RIESCO!
Io ho provato la psicoterapia breve strategica: lì si che ho imparato delle strategie comprtamentali da adottare nella comunicazione, quando mi sale l'ansia, quando ho un blocco, la comunicazione non verbale da adottare per comunicare senza parlare, etc. E' stata utile perché mi ha insegnato qualcosa di nuovo, di utile e di facile applicabilità. Ad ogni modo, non è abbastanza per la mia condizione. Mi è stata utile ed è utile tutt'ora, ma è insufficente rispetto a quando facevo uso di alcol. Ora sono passato ad una terapia farmacologica (alternativamente, un giorno lyrica e un giorno Tramadolo) che mi ha liberato dalla schiavitù dell'alcol e mi fa essere piacevolmente 'normale'.
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24-08-2010, 08:56
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#13
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Messaggi: 1,868
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anche i farmaci danno dipendenza però.
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24-08-2010, 09:05
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#14
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Intermedio
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 216
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Quote:
Originariamente inviata da LordDrachen
anche i farmaci danno dipendenza però.
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L'alcol è la quinta droga più pericolosa in assoluto: i farmaci, in confronto, sono innocui.
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24-08-2010, 22:03
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#15
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Intermedio
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 232
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Quote:
Originariamente inviata da oldboy
Il grande limite della psicoterapia cognitivo-comportamentale è che il problema non è conoscere la soluzione, il vero problema (nel quale la psicoterapia non ti aiuta) è APPLICARLA. Le soluzioni proposte dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale sono banali e scontate: grazie che devo riflettere su questa cosa, grazie che dovrei fare questo, etc. Il problema è CHE NON CI RIESCO!
Io ho provato la psicoterapia breve strategica: lì si che ho imparato delle strategie comprtamentali da adottare nella comunicazione, quando mi sale l'ansia, quando ho un blocco, la comunicazione non verbale da adottare per comunicare senza parlare, etc. E' stata utile perché mi ha insegnato qualcosa di nuovo, di utile e di facile applicabilità. Ad ogni modo, non è abbastanza per la mia condizione. Mi è stata utile ed è utile tutt'ora, ma è insufficente rispetto a quando facevo uso di alcol. Ora sono passato ad una terapia farmacologica (alternativamente, un giorno lyrica e un giorno Tramadolo) che mi ha liberato dalla schiavitù dell'alcol e mi fa essere piacevolmente 'normale'.
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Il luogo dove faccio terapia è un team di psi-tutto... sono tanti, forse non si conoscono tutti fra di loro...
Prima di iniziare questo percorso ho fatto molti colloqui e test, il responsabile ha valutato l'anamnesi e consigliato una psicologa che mi sembra in gamba e responsabile.
Avendo vissuto parte della mia vita in modo apparentemente normale, non ho bisogno di imparare strategie, in quanto me le sono create già da solo per sopravvivere.
Anche io affronto con fatica i consigli della terapia, mi sento un fallito quando "non ci riesco". Per fortuna, parlandone, capisco che è un errore considerarsi un fallito, inoltre si ha modo di capire le difficoltà, magari spezzandole in compiti più semplici.
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