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Vecchio 19-09-2008, 19:29   #1
Esperto
L'avatar di Vento_del_Sud
 

E' utile o produttivo piangere sul latte versato di scelte, decisioni, omissioni, parole e silenzi giudicati sbagliati a posteriori, ovvero dopo il loro verificarsi?Decisamente no, in quanto bisognerebbe avere un'attitudine razionale e progettuale nei confronti della propria vita che prevede la minimizzazione degli errori e la massimizzazione della felicità individuale...Ma ciò non sempre è possibile in quanto molto spesso siamo semplicemente in balia del caso che determina successi o insuccessi delle nostre azioni...Vi riporto questo snodo fondamentale della mia vita: alle scuole medie, nella densa nebbia che avvolgeva l'inizio dell'adolescenza del sottoscritto, avevo fatto amicizia con due ragazzi molto più estroversi e aperti di me...Si era creato un bel rapporto, poi inevitabilmente alle scuole superiori abbiamo preso strade diverse, pur frequentando lo stesso identico indirizzo.
Mi capita spesso di pensare che, se fossi finito in classe con una di queste due persone, probabilmente oggi molte cose sarebbero diverse e io stesso sarei sicuramente più felice, anche se i tratti "salienti" del mio carattere sarebbero rimasti tali...
Ritrovarmi in classe con una persona estroversa che già conoscevo bene avrebbe facilitato l' inserimento nel gruppo classe, nonchè la socializzazione con gli altri. Immagino che sarei stato benissimo in grado di recitare una parte da "spalla", "gregario" o "portaborse", come più vi aggrada, nei riguardi dell'amico estroverso e forse le scuole superiori non sarebbero state quell'incubo o quel buco nero che purtroppo, nonostante siano terminate da un pezzo, mi condiziona pesantemente.
A questo punto avete tutte le ragioni di questo mondo per dirmi: "Ok, ma la storia non si fa nè con i se, nè con i ma, nè con i modi congiuntivo e condizionale..." Il fatto è che lo scenario "alternativo" che ho descritto non era utopico, cioè avrebbe potuto concretizzarsi per davvero...Abbiamo preso lo stesso indirizzo, ci siamo mantenuti in contatto durante gli anni del liceo, ci siamo perfino diplomati tutti con lo stesso voto...
Sfortunatamente nè io nè la mia famiglia abbiamo fatto le considerazioni giuste al momento dell'iscrizione alla scuola superiore, ci è mancata quella progettualità di cui parlavo all'inizio.
Si pone allora spontanea la domanda: è possibile prendere decisioni o assumere comportamenti in piena cognizione di causa, onde evitare recriminazioni future?
Vecchio 19-09-2008, 19:36   #2
Avanzato
 

La tua è una domanda da un milione di dollari(anzi di euro, che valgono di più ).

Io questa cognizione di causa la sto cercando perchè sono in un momento in cui devo fare molte scelte determinanti per il mio futuro...sai dove si trova?ecco perchè io ne sono a corto. :?
Vecchio 19-09-2008, 19:44   #3
Avanzato
L'avatar di Adler
 

Prendere una scelta....
Spesso ci si illude che a farlo siamo noi, con la nostra capacità raziocinante e che di essa abbiamo piena responsabilità.
In realtà quando prendiamo una decisione siamo influenzati da mille fattori, più o meno evidenti:
le persone che ci consigliano, lo stato d'animo, il nostro modo di pensare (che rispecchia l'educazione e la cultura che abbiamo ricevuto fin da piccoli, e che non è dipesa da noi).
Le nostre scelte influenzano quelle degli altri, le scelte degli altri influenzano le nostre.
La scelta finale è il risultato di tutti questi ed altri fattori che tutti insieme la determinano.

Abbiamo molto meno potere di scelta di quello che crediamo.

Ciao :wink:
Vecchio 19-09-2008, 19:52   #4
Avanzato
L'avatar di Joker
 

Quote:
Originariamente inviata da Vento_del_Sud
Si pone allora spontanea la domanda: è possibile prendere decisioni o assumere comportamenti in piena cognizione di causa, onde evitare recriminazioni future?
Può non esserci piena cognizione di causa sia perchè obbiettivamente e coscientemente può mancare (ma la decisione può dover comunque essere presa), sia per altri motivi meno immediati, ma in ogni caso ciò che può essere sempre è responsabilità. Si spera davanti a noi stessi, prima che davanti ad altri.
Vecchio 19-09-2008, 20:56   #5
Avanzato
L'avatar di emilio-uahlim
 

Quote:
Originariamente inviata da Vento_del_Sud
ci è mancata quella progettualità di cui parlavo all'inizio.
Scusa, ma ti sembra una progettualità quella? Ma che cazzo stai scrivendo? Ma ti sembra una progettualità pensare di vivere all'ombra di una persona solo perchè ti ci trovi bene? DIPENDERE da questa persona...
Ma che cazzo di progettualità sarebbe? E se sta persona si trasferisse in Brasile tu che fai? Ti trasferisci anche tu? E tu l'avresti progettato? No.
Ma hai fatto benissimo a fare le tue scelte senza dipendere da questa persona... a credere per una volta di essere normale... ma come fai a pensare di guarire se non ti comporti come se tu fossi guarito?
Vecchio 20-09-2008, 09:22   #6
Intermedio
L'avatar di 1897
 

Quote:
Originariamente inviata da Vento_del_Sud
E' utile o produttivo piangere sul latte versato di scelte, decisioni, omissioni, parole e silenzi giudicati sbagliati a posteriori, ovvero dopo il loro verificarsi?Decisamente no, in quanto bisognerebbe avere un'attitudine razionale e progettuale nei confronti della propria vita che prevede la minimizzazione degli errori e la massimizzazione della felicità individuale...Ma ciò non sempre è possibile in quanto molto spesso siamo semplicemente in balia del caso che determina successi o insuccessi delle nostre azioni...Vi riporto questo snodo fondamentale della mia vita: alle scuole medie, nella densa nebbia che avvolgeva l'inizio dell'adolescenza del sottoscritto, avevo fatto amicizia con due ragazzi molto più estroversi e aperti di me...Si era creato un bel rapporto, poi inevitabilmente alle scuole superiori abbiamo preso strade diverse, pur frequentando lo stesso identico indirizzo.
Mi capita spesso di pensare che, se fossi finito in classe con una di queste due persone, probabilmente oggi molte cose sarebbero diverse e io stesso sarei sicuramente più felice, anche se i tratti "salienti" del mio carattere sarebbero rimasti tali...
Ritrovarmi in classe con una persona estroversa che già conoscevo bene avrebbe facilitato l' inserimento nel gruppo classe, nonchè la socializzazione con gli altri. Immagino che sarei stato benissimo in grado di recitare una parte da "spalla", "gregario" o "portaborse", come più vi aggrada, nei riguardi dell'amico estroverso e forse le scuole superiori non sarebbero state quell'incubo o quel buco nero che purtroppo, nonostante siano terminate da un pezzo, mi condiziona pesantemente.
A questo punto avete tutte le ragioni di questo mondo per dirmi: "Ok, ma la storia non si fa nè con i se, nè con i ma, nè con i modi congiuntivo e condizionale..." Il fatto è che lo scenario "alternativo" che ho descritto non era utopico, cioè avrebbe potuto concretizzarsi per davvero...Abbiamo preso lo stesso indirizzo, ci siamo mantenuti in contatto durante gli anni del liceo, ci siamo perfino diplomati tutti con lo stesso voto...
Sfortunatamente nè io nè la mia famiglia abbiamo fatto le considerazioni giuste al momento dell'iscrizione alla scuola superiore, ci è mancata quella progettualità di cui parlavo all'inizio.
Si pone allora spontanea la domanda: è possibile prendere decisioni o assumere comportamenti in piena cognizione di causa, onde evitare recriminazioni future?
Non sai quanto mi identifico nel tuo scritto! La mia vita è piena di rimorsi, è piena di se, di ma, di pero'.... Talvolta sono triste quando ci ripenso... Ma nnnostante tutto mi rendo conto che indietro non si puo' tornare!

E per rispondere alla tua domanda ti dico di no, non è possibile decidere in piena cognizione di causa perchè i se e i ma sono infiniti, si puo' decidere senza rimpianto, questo si....
Vecchio 20-09-2008, 11:46   #7
Esperto
L'avatar di Vento_del_Sud
 

Quote:
Originariamente inviata da emilio-uahlim

Scusa, ma ti sembra una progettualità quella? Ma che cazzo stai scrivendo? Ma ti sembra una progettualità pensare di vivere all'ombra di una persona solo perchè ti ci trovi bene? DIPENDERE da questa persona...
Ma che cazzo di progettualità sarebbe? E se sta persona si trasferisse in Brasile tu che fai? Ti trasferisci anche tu? E tu l'avresti progettato? No.
Ma hai fatto benissimo a fare le tue scelte senza dipendere da questa persona... a credere per una volta di essere normale... ma come fai a pensare di guarire se non ti comporti come se tu fossi guarito?
Innanzitutto modera i termini, c'è sempre modo e modo di dire le cose e di argomentare e quindi c'è sempre un modo CIVILE per farlo...

Sì che mi sembra una progettualità, nel momento in cui la stragrande maggioranza era in classe con persone già conosciute e tutti quelli che, come me, non conoscevano nessuno hanno incontrato notevoli difficoltà di socializzazione...I primi, con le loro famiglie, hanno riflettuto sull'importanza di questo dettaglio, io no...
Vecchio 20-09-2008, 11:50   #8
Esperto
L'avatar di Vento_del_Sud
 

Quote:
Originariamente inviata da Adler
Prendere una scelta....
Spesso ci si illude che a farlo siamo noi, con la nostra capacità raziocinante e che di essa abbiamo piena responsabilità.
In realtà quando prendiamo una decisione siamo influenzati da mille fattori, più o meno evidenti:
le persone che ci consigliano, lo stato d'animo, il nostro modo di pensare (che rispecchia l'educazione e la cultura che abbiamo ricevuto fin da piccoli, e che non è dipesa da noi).
Le nostre scelte influenzano quelle degli altri, le scelte degli altri influenzano le nostre.
La scelta finale è il risultato di tutti questi ed altri fattori che tutti insieme la determinano.

Abbiamo molto meno potere di scelta di quello che crediamo.
Non vorrei che nel nostro caso il potere di scelta sia ancora più ridotto dal fatto di avere una minore vita sociale e quindi minori esperienze, minori occasioni di confronto e di scontro con le idee degli altri...A volte per scegliere occorre molta flessibilità mentale!
Vecchio 21-09-2008, 19:04   #9
Esperto
L'avatar di vetro
 

Il processo è sempre lo stesso.Ci si accorge di sentirsi inferiori,si iniziano a fare inutili paragoni con gli altri e non si coltiva la propria unicita'.
Vecchio 21-09-2008, 21:18   #10
Avanzato
L'avatar di Adler
 

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Originariamente inviata da Vento_del_Sud
Quote:
Originariamente inviata da Adler
Prendere una scelta....
Spesso ci si illude che a farlo siamo noi, con la nostra capacità raziocinante e che di essa abbiamo piena responsabilità.
In realtà quando prendiamo una decisione siamo influenzati da mille fattori, più o meno evidenti:
le persone che ci consigliano, lo stato d'animo, il nostro modo di pensare (che rispecchia l'educazione e la cultura che abbiamo ricevuto fin da piccoli, e che non è dipesa da noi).
Le nostre scelte influenzano quelle degli altri, le scelte degli altri influenzano le nostre.
La scelta finale è il risultato di tutti questi ed altri fattori che tutti insieme la determinano.

Abbiamo molto meno potere di scelta di quello che crediamo.
Non vorrei che nel nostro caso il potere di scelta sia ancora più ridotto dal fatto di avere una minore vita sociale e quindi minori esperienze, minori occasioni di confronto e di scontro con le idee degli altri...A volte per scegliere occorre molta flessibilità mentale!
Noi sociofobici di esprienze ne abbiamo avute, alcune delle quali ci hanno segnato profondamente.
La nostra cara fobia ci influenza in molte scelte: ci fa scegliere di isolarci, di stare lontano dalla gente e dalle situazioni sociali temute.
Similmente prendiamo le altre scelte in base al nostro sostrato culturale ed in base alle precedenti esperienze.

Ciao :wink:
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