Vado per i 28, ho avuto sempre una vita caratterizzata dalla solitudine, a volte perché me la andavo a cercare io quando non mi andava di stare in mezzo alla ggente, ed evitavo le occasioni che si presentavano.
Meno di un anno fa ho una buona offerta di lavoro in un'altra città, molto lontana da casa, ero in un periodo nero a livello personale e accetto al volo curioso più che entusiasta di vedere se potendo ripartire da capo avrei avuto una vita in qualche modo differente.
Ora durante questa nuova esperienza un pò sono cambiato, resto sempre un tipo solitario, ma non mi pesava la cosa. Ho avuto per caso la mazzata di sapere che non sono stato invitato, oggi, al compleanno di un collega, mentre diversi altri colleghi/e sono stati invitati.
Non un collega a caso, uno con cui scherzo frequentissimamente a lavoro, che ho incontrato anche fuori del lavoro assieme ad altra gente in più occasioni... uno che quando era in crisi nera per un lavoro da fare ho aiutato, anzi sono stato io a sbloccargli la situazione mettendolo in contatto con una persona che aveva un software introvabile che a lui serviva per completare il lavoro.
Adesso vorrei capire che ho fatto di male per non esser stato invitato al suo compleanno... posso pensare solo a tre cose:
- Gli sto sul cazzo perchè sono parecchio amico di suo fratello, altro nostro collega, che lui odia
- Gli sto sul cazzo perchè faccio sempre il precisino sul lavoro, ma non è colpa mia, sono fatto così
- Ha preferito non invitarmi perchè capita che a volte io sia triste e non di compagnia
Ad ogni modo è stata una bella mazzata sul morale...e la morale della favola è che non serve cambiare città e vita se uno dentro resta lo stesso... penso sia un'illusione quella che ricominciare da capo possa cambiare tutto