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29-09-2024, 13:16
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#1
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Avanzato
Qui dal: Oct 2022
Ubicazione: nel castello errante di Howl
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Il pensiero visivo.
Qualcuno lo ha mai sperimentato?
Quando sogniamo lo facciamo per immagini, questa è la prova che siamo in grado di vedere anche quando abbiamo gli occhi chiusi, perché vediamo attraverso il cervello, gli occhi sono solo il terminale, i sensori; di conseguenza vedere immagini dentro di noi è qualcosa che appartiene a tutti.
Tuttavia farlo da svegli è un'altra storia.
Posso vedere immagini come se fossero dei filmati, posso mandarle avanti e indietro, succede anche con i ricordi, ma non ci sono i suoni e i colori non sono chiari, forse è un bianco e nero attraversato da sfumature di colore.
Se qualcuno mi racconta che si è alzato dal letto e si è bevuto un caffè seduto al tavolo del terrazzo, io vedo la scena come un filmato, e maggiori sono i dettagli che racconta maggiori sono i dettagli che vedo. Se conosco bene la persona ancora meglio, altrimenti i tratti del volto, ad esempio, sono privi di dettagli o li immagino, li creo io.
Questa diciamo è la mia "normale" modalità di pensiero, poi ci sono le visioni più o meno profonde che nascono spontaneamente.
Posso esserne assorbito per pochi attimi, mi accadeva spesso di assentarmi durante un film perdendone pezzi.
O posso esserne totalmente assorbito e a quel punto io sono lì, vivo l'evento come se fosse reale, posso esserne protagonista o un semplice osservatore ma sono lì, la realtà è quella e sono totalmente scollegato dall'ambiente circostante.
Non ne ho quasi mai avuto il controllo e ho vissuto esperienze molto belle come terrificanti, traumatiche, a volte mi sconvolgevano, mi turbavano profondamente, soprattutto quando erano esperienze molto cupe. Ad esempio una volta mi ricordo di essere volato giù da una strada dentro un'automobile, guidavo io, e dopo lo schianto sono rimasto dentro l'abitacolo con mia madre sul sedile del passeggero, morta.
In quei momenti, quando la visione è profonda e dura abbastanza a lungo, anche se comunque il tempo è molto relativo in determinate circostanze, non sono consapevole di assistere a delle visioni, quindi non posso distaccarmene e razionalizzare, in quei momenti io sono lì.
Nel corso del tempo sono riuscito a ridurre le visioni profonde, ho imparato a gestire meglio la mia mente, lasciandole meno a briglia sciolta, per proteggermi. Certo questa potrebbe anche essere una capacità che io non ho mai imparato a gestire bene e quindi l'ho subita, in ogni caso mi ha fatto vivere una moltitudine di esperienze che, tra estasi e sofferenza, mi hanno arricchito.
Per la maggior parte della mia vita non avevo mai condiviso tale capacità con anima viva, non essendomi mai confrontato con qualcuno ero convinto che funzionassero così tutte le persone. Quando venni diagnosticato come Asperger mi spiegarono che non è comune nemmeno tra chi ricade in tale diagnosi, e aggiunsero il termine "gifted".
E se invece si sbagliassero? Se fosse una capacità che abbiamo tutti ma per accedere a tale capacità occorre stabilire profonde connessioni con la nostra interiorità?
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29-09-2024, 14:09
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#2
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Super Moderator
Qui dal: Jun 2018
Ubicazione: Divano
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Grazie per la dedica ^^
Da sveglia non mi è mai capitato, forse solo raramente e me ne sarò anche dimenticata.
Non riesco ad immaginare cose così articolate e vivide, perché sono molto controllata (avevo più che altro il problema dei pensieri ossessivi, del cercare di controllare il pensiero, cioè avevo decisamente il problema opposto).
A me capita però di fare sogni parecchio significativi rispetto al periodo, fase o avvenimenti, o argomenti/simboli in particolare.
Ad esempio mi ricordo che quando ero all'inizio dell'università mi capitava spesso di sognare di essere dentro una macchina che percorreva la strada, ed ero sola nella macchina, ma dopo mi accorgo che nessuno la sta guidando, oppure un altro sogno che facevo in modo ricorrente all'epoca era che mi trovavo dentro ad un castello molto grande, ed ero persa, non sapevo dove fosse l'uscita e iniziavo a camminare senza meta, e in una stanza incontravo un gruppo di persone, che avevano delle specie di bandiere, era qualcosa che indicava la loro appartenenza, ma quando provavo a parlare con loro non ci capivamo, perché non parlavamo la stessa lingua (ma io non sapevo di parlare una lingua in particolare, era come se non esistessero nemmeno), e dovevamo comunicare a gesti. Nei miei sogni dell'epoca c'era sempre un'atmosfera di angoscia, confusione, di doversi salvare da qualcosa, dover trovare la strada.
In quel periodo avevo appena iniziato la terapia, casualmente con un terapeuta di indirizzo freudiano (all'inizio non lo sapevo, non l'avevamo scelto per quel motivo). Quel terapeuta mi aiutò molto, era davvero bravo e mi ha diciamo "diagnosticato" (in modo informale) la fobia sociale, e oltre alla terapia di base mi dava come compito di scrivere i sogni e mi aiutava ad interpretarli, e da allora mi è rimasto l'interesse per questa cosa, e probabilmente perché ho interesse e "ci credo", mi capita di sognare cose che mi aiutano a capirmi. Con me funziona, mi aiuta, do importanza all'immaginazione/alle immagini che produce la mente.
Oppure mi capitò di sognare delle persone che nella vita reale mi trattavano male e nel sogno invece mi affidavano degli incarichi di grandissima importanza (nel senso: le persone mi trattano male, ma sanno che possono fidarsi ciecamente di me, e anche se mi trattano male io faccio lo stesso quello che mi chiederanno). Di cose da imparare ce ne sono tante, su di sé. Anche io credo di pensare per immagini comunque
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29-09-2024, 15:46
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#3
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Avanzato
Qui dal: Oct 2022
Ubicazione: nel castello errante di Howl
Messaggi: 482
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Tu sei una persona molto gentile, e tale gentilezza la percepisco forte e chiara, non solo da quello che scrivi e da come lo scrivi, o quando ti rivolgi a qualcuno, ma è come un’onda di energia che si sprigiona dal tuo essere. E questo mi piace molto, ed è ciò che conta di più, ovviamente per il sottoscritto.
Sei inoltre curiosa e mentalmente aperta, e tutto questo non può che andare a tuo vantaggio qualunque cosa farai nella vita.
Ecco perché ti ho fatto questa dedica.
Le parole che andrò scrivere non sono mie, sono le parole di Joyce McDougall, e se ti interessasse approfondire, lei è uno dei rappresentanti più importanti al mondo nella tradizione freudiana.
Parte delle parole che seguono le ha pronunciate durante un incontro dove non erano presenti giornalisti né alcun tipo di osservatore esterno, tranne un gruppo di ricercatori e scienziati provenienti da varie parti del mondo che conversarono per più giorni con il Dalai Lama. Parte del contenuto di tali incontri venne reso pubblico solo successivamente. Lei rappresentava la scuola freudiana.
Se dovesse interessarti, il libro in questione si intitola: Il sonno, il sogno, la morte, e figura tra le pubblicazioni del Dalai Lama.
<<Freud ha determinato nella civiltà occidentale cambiamenti che vanno ben oltre il campo della salute mentale. Ha lasciato una profonda impronta su ogni genere di didattica, e ha avuto anche un considerevole effetto in molti settori della creatività umana. Mi riferisco in particolare alla filosofia e all’arte, che hanno tratto grande ispirazione dalle scoperte e dal pensiero freudiano>>.
Freud impiegò circa venticinque diverse teorie della mente, che io non conosco, ma lo specifico giusto per mostrare quanto intenso e profondo fu il suo percorso, e come immagino tu sappia, Dystopia, Jung fu suo allievo, il prediletto, prima di “abbandonarlo”, cosa che gli provocò intenso dolore.
<<Freud concepì una struttura psichica a tre livelli. Chiamò “coscienza” il livello superiore, identificabile con la corteccia cerebrale. Subito dopo veniva quella conoscenza di cui non siamo sempre coscienti, e che tuttavia può essere richiamata in ogni istante: la chiamò “preconscio”. Il terzo livello, il più vasto e misterioso, il cosiddetto “inconscio”, era costituito da tutto ciò che non conosciamo e a cui non possiamo accedere nello stato di veglia, nella vita conscia, e che tuttavia esercita una grande influenza nella nostra condotta.
Nel mondo psichico la mente inconscia è costantemente attiva, e ci porta a trovare soluzioni per risolvere le pulsioni istintive ( che sono spesso in conflitto con le richieste del mondo esterno). Per Freud nella mente inconscia poteva trovare posto l’umanità intera, tutto ciò che abbiamo ereditato in secoli di esistenze umane. Lo chiamò eredità “filogenetica”, a cui si contrappone l’eredità “ontogenetica”, basata su tutto ciò che abbiamo sperimentato a partire dalla nostra nascita. La moderna ricerca psicoanalitica sarebbe poi andata oltre, giungendo a dimostrare l’importanza della memoria fetale. Di conseguenza ogni ricordo, dalla prima infanzia, e persino nell’utero materno, assieme alle forze vitali della libido e dalla mortido, finisce nel contenitore dell’inconscio>>.
<<Il primo rompicapo a cui Freud rivolse la sua attenzione fu il nostro senso del tempo. Quando dormiamo la scansione del tempo è assai diversa da quella della veglia. L’inconscio, dice Freud, è senza tempo, ed è proprio mentre dormiamo e sogniamo che l’inconscio trova la sua più diretta espressione: uno sconfinato “tutto e niente” a cui possiamo accedere anche da svegli, ma solo con grande fatica>>.
Torniamo a te: << in una stanza incontravo un gruppo di persone, che avevano delle specie di bandiere, era qualcosa che indicava la loro appartenenza, ma quando provavo a parlare con loro non ci capivamo, perché non parlavamo la stessa lingua (ma io non sapevo di parlare una lingua in particolare, era come se non esistessero nemmeno), e dovevamo comunicare a gesti. Nei miei sogni dell'epoca c'era sempre un'atmosfera di angoscia, confusione, di doversi salvare da qualcosa, dover trovare la strada.>>
Durate quel periodo della tua vita ti sentivi isolata, senza un gruppo a cui appartenere, senza essere in grado di comprendere le altre persone e senza essere in grado di esprimerti, o senza riuscire ad esprimerti in maniera sufficientemente chiara per te e per gli altri, e così stabilire una connessione con te stessa e con loro?
La mia è una pura curiosità, non sono uno psicoanalista e non conosco l’Interpretazione dei sogni di Freud, che lui stesso considerava, tra tutti i suoi studi, come il suo più importante contributo alla comprensione della psiche umana.
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02-10-2024, 23:04
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#4
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Super Moderator
Qui dal: Jun 2018
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Grazie per i complimenti, ricambio
Scusa il ritardo nel rispondere ma mi serviva tempo per leggere.
Sì ho letto che Jung fu allievo di Freud e che dopo avvenne una rottura, perché tra i due c'erano differenze di approccio troppo marcate e inconciliabili.
Molto interessante quello che hai scritto, in particolare sull'inconscio senza tempo. Parlando del sogno: in quel periodo avevo iniziato da qualche mese l'università mi pare, per vari motivi non ero riuscita ad iscrivermi alla facoltà che volevo e avevo ripiegato su un'altra, che non mi convinceva tantissimo ma qualcosa bisognava fare.
Mi sono trovata a non avere la minima idea di cosa volevo fare e senza nessuno che si iscrivesse alla mia stessa facoltà, che ha reso la situazione ancora più spaventosa.
Ero sola, con la difficoltà di andare a lezione, trovare le aule in quel posto sconfinato, non fare figure, sopportare lo sguardo degli altri, non sembrare persone assurde, provare a fare amicizia, raccogliere informazioni su lezioni, esami, esoneri, cfu, dispense, sessioni (alcune cose mai sentite prima), sentirsi soli dentro delle aule enormi dove molti sono con i loro amici delle superiori e ci sono già i gruppi, vedere la gente che si muove in gruppo serrato e tu invece sei da sola. Per fortuna dopo entrai in un gruppo di altri ragazzi che erano anche loro più o meno da soli e andò molto meglio. Ma i primi giorni furono un trauma. Ecco perché facevo sogni così angoscianti dove ero senza una meta. Era esattamente così.
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03-10-2024, 19:15
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#5
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Avanzato
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Quote:
Originariamente inviata da dystopia
Scusa il ritardo nel rispondere ma mi serviva tempo per leggere.
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Non devi scusarti per una cosa simile, non esisteva un tempo entro il quale rispondere.
Ora mi sorge una riflessione in merito:
i telefoni, e ancora di più gli smartphone con le applicazioni di messaggistica, hanno portato le persone a cercare e attendere risposte immediate, fino a pretenderlo, ma possono esserci un miliardo di motivazioni che determinano una risposta non immediata, o una non risposta, e va bene così.
Occorre saper attendere, coltivare la pazienza come una piantina stortignaccola e fragile fino a farla diventare un albero rigoglioso e solido.
Sarà che io ho avuto un pessimo rapporto con il telefono, a volte lo spegnevo e lo riaccendevo dopo una settimana o più, è proprio un mezzo che non fa per me e se domani i telefoni dovessero sparire la mia vita non cambierebbe di un millimetro.
Riguardo i sogni: mi piacerebbe ricordarne qualcuno, ma sono anni che non accade, in effetti ne ho sempre ricordati pochi fin da quando ero bambino, mi ricordo però che facevo, e faccio, fatica ad addormentarmi e ora mi è venuto in mente che quando chiudevo gli occhi, questo da bambino, invece di prendere sonno vedevo esplosioni di colori.
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