riprendendo l'esempio... quando frequentavo la scuola elementare rispettavo senza sforzi un rigoroso orario per i compiti e nell'arco della giornata stavo sui libri più tempo di quando poi sono stato durante il periodo universitario.
Pensavo di fare una cosa buona, e quindi anche utile, sapevo che dovevo farla per qualche motivo valido, forse anche il semplice fatto che si avessero delle aspettative che lo facessi era sufficiente.
Non ero nè estroverso nè vivace, ma avevo i miei spazi per il relax o divertimento (magari anche solitario) che mi bastavano.
Da una certà eta in poi ho preso l'abitudine ad evitare o a rimandare fin dove era possibile e il vizio non l'ho perso.
Considerando ad esempio il discorso della ricerca di lavoro, che alla fine è l'unica cosa che sto almeno prendendo in considerazione come obiettivo facendo qualcosa che potrebbe essere utile, mi trovo molte volte a non avere la volontà necessaria per portare avanti i miei impegni.
I punti che mi bloccano penso siano: temo che dopo essermi impegnato in modo continuativo senza aver preso le pause a cui sono abituato, pur raggiungendo buoni risultati in termini di preparazione per un eventuale lavoro, avrei problemi non trascurabili nel contesto lavorativo o non riuscirei comunque a trovare lavoro a causa di problematiche sociali, caratteriali e di disfunzioni psicologiche, quindi tanto lavoro per nessun lavoro;
sono assuefatto a vivere in un certo modo, a lasciarmi andare all'immaginazione e al rimuginio, a poter stare molto tempo da solo, tutte cose che non mi sarebbero permesse in un eventuale lavoro, e quindi da un lato preoccupazione per un cambiamento di quel tipo, dall'altro dover togliere spazio a queste cose che mi vengono istintivamente;
essendo ossessivo quando inizio un'attività, anche solo aggiornare un CV, mi blocco su dei punti che richiederebbero molto meno tempo di quanto ne impiego, rendendo l'attività stessa pesante, stancante e addirittura temuta.
Alla fine, nel dubbio, probabilmente tengo vivi quegli obiettivi, per non sentirmi completamente in balia della paura del futuro, diluendo gli impegni nel tempo in modo da prendermi i miei spazi di distrazione e poter mettere in atto i rituali tranquillizzanti che richiedono buona parte dell'uso del mio tempo.
Perciò dovrei risolvere prima degli aspetti di quel tipo, il fatto è che per questi non si tratta di procrastinare ma di non sapere come fare.
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