Infatti hai ragione, Tronista. Se vuoi passare inosservato all'università, ci riesci.
Nel mio caso ho avuto la fortuna di beccare un ragazzo che in pratica faceva la mia stessa strada del ritorno (treno compreso
), per cui sono stato quasi "obbligato" a parlargli (incontralo una volta, incontralo due, non potevo sempre far finta di non riconoscerlo
). E meno male che mi sono sforzato, perché poi tramite lui ho conosciuto un'altra persona. Diciamo inoltre che la facoltà (scientifica) che ho frequantato, con la riduzione progressiva del numero delle persone che seguivano i corsi con una certa frequenza durante gli anni, ha fatto sì che l'ambiente fosse meno dispersivo, quasi da classe delle superiori.