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Vecchio 07-08-2007, 08:33   #1
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Da bambino avevo paura quando c’era il compito in classe di matematica.Succedeva ogni giovedì.Il terrore iniziava la sera del lunedì,quando finivo di guardare Dallas.Se penso invece all’esame di maturità…ma questo lo dirò dopo.Comunque mi rivedo con affetto:ero pieno di speranza verso la futura vita.Sempre pulito,ben pettinato,il primo ad arrivare,timoroso ed educato,mi sedevo,dipendendo le mie cose con ordine e precisione,in attesa del maestro.

Ma avevo già allora difficoltà a concentrami,e mi lasciavo andare alla fantasia. Succedeva già a settembre,guardavo fuori dalla finestra della nostra classe al secondo piano l’autunno che arrivava. C’erano degli alberi alti,che sembravano ballare col vento,le prime foglie che cadevano nel cortile sopra dei scivoli ormai arrugginiti.Oltre si poteva ammirare la strada a scorrimento veloce dove passavano camion e auto per chissà dove.Volevo salirci su e andarmene per posti mai visti in quelle mattine col sole debole e stanco e il desiderio di far sparire tutti:il maestro che parlava,gli altri bambini che ascoltavano,l’intera scuola doveva essere distrutta.Io volevo essere solo un po’ felice.

Essere lasciato in pace.Andarmene per i boschi,per i prati,sedermi fra i fiori, correre nell’erba alta,salire sugli alberi secolari,costruirci la mia dimora e non pensare più a niente. E non avere paura di niente,nemmeno del compito di matematica.Catturare farfalle di ogni colore,per poi liberarle. Saltare.

A volte il maestro diceva di chiudere con le tendine le finestre.Si accendeva la luce. Fuori,a volte pioveva.Sentivo freddo e avrei voluto bruciare all’inferno.

Già alla scuola media cominciai a non andarci.Non come gli altri,che facevano sega insieme.Io me ne stavo da solo.Magari proprio davanti alla scuola.Guardavo il cancello chiuso.Le voci delle professoresse,le loro grida,i ragazzini che esultavano.Poi camminavo piano,me andavo su strade di periferia,verso la campagna,quella campagna degradata dall’industrializzazione selvaggia,mi sedevo su qualche pietra e guardavo gli acquitrini inquinati che riflettevano il colore del cielo. Rompevo il cielo con una mano,dentro l’acqua.Cosi avrei voluto distruggere l’intero pianeta.Come un dio.Come un dio infelice. I corvi e le civette erano i miei amici.Loro volavano.Loro non pensavano.

Allora prendevo qualche ramoscello e cominciavo a colpire l’erba,gli alberi,con furia ma senza una vera rabbia.

Ritornavo verso la scuola,passando per i vicoli del borgo antico,dove vedevo qualche vecchia seduta vicino alla porta,e si sentiva odore di salsa e di urina.
Sentivo la campanelle suonare e gli altri che uscivano contenti.Alcuni genitori venivano a prenderli con la macchina. A me non era venuto mai nessuno,nemmeno dai tempi della prima elementare.
Me ne andavo da solo,ma se qualcuno dei compagni mi raggiungeva gli dicevo che avevo passato una bellissima giornata divertendomi alla sala videogiochi.
Vecchio 07-08-2007, 11:24   #2
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L'avatar di valevale
 

...si, parlaci andora di te....se ti va
Vecchio 07-08-2007, 17:52   #3
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Quote:
Originariamente inviata da valevale
...si, parlaci andora di te....se ti va
andora? :P

PS: il giorno dell'esame di maturità ho preso il motorino e me ne sono andato al mare a fumare da solo.
finedellastoria.
Vecchio 07-08-2007, 18:11   #4
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L'avatar di valevale
 

GRANDE!!!!!
Vecchio 07-08-2007, 21:35   #5
Principiante
L'avatar di noemi
 

la potenza e la grandezza della solutidine che si sente da bambini, meravigliosa e triste.

knulp sei troppo forte quando scrivi :wink:
raccontaci qualcos'altro...
Vecchio 08-08-2007, 00:34   #6
Avanzato
L'avatar di valevale
 

Quote:
Originariamente inviata da noemi
la potenza e la grandezza della solutidine che si sente da bambini, meravigliosa e triste.

knulp sei troppo forte quando scrivi :wink:
raccontaci qualcos'altro...
Knulp è forte SEMPRE!!!! :wink:
Vecchio 08-08-2007, 08:45   #7
Avanzato
 

Le mie giornate erano sempre uguali.Nella testa mi sembrava di non avere niente.Eppure sapevo molte cose,avevo letto molto.Ma tutto questo non mi era servito.Leggevo un libro e subito lo dimenticavo.Feci un esperimento:contai tutti i romanzi che avevo letto,erano per l’esattezza 77.Ma se qualcuno mi avessi chiesto la trama,io non avrei saputo dire niente. O al massimo partire dalla fine. Dico,per esempio la Leggenda del santo bevitore di Joseph Roth,ecco c’è questo ubriacone che poi muore. Così avrei detto.

Scrivevo.Scrivevo molto.Ma mi limitavo a scrivere delle idee,dei pezzi di trama,che poi non sviluppavo mai. A volte scoprivo che qualcuno aveva copiato le mie idee.Aveva anticipato le mie idee. C’era stato qualcuno che non conoscevo ed aveva già sviluppato dieci venti trent’anni prima le mie idee,che capivo essere più vecchie di me.
Alle associazioni culturali dove qualche volta andavo,non ero mai pronto per parlare di cose che mi interessavano su di un autore o altro. Se poi parlavano di qualcosa che non mi interessava,facevo finta di ascoltare con un enorme sforzo,sorridendo e annuendo di continuo senza capire poi niente.

Oh,quando vivevo a casa mia,nella mia stanza.Che stanza.Fazzoletti per terra:di muco e di sperma. Pantaloni,camicie,per terra. Giornali,riviste per terra. Perfino del caffè. Ci sputavo per terra.Ci mancava che ci pisciassi per terra. No,un volta l’ ho quasi fatto:ho preso il mio guantone da boxe e ci ho pisciato dentro,solo perché non potevo uscire dalla stanza perché c’erano dei parenti in casa e non volevo farmi vedere.La mia stanza odorava di cioccolata e di cipolla,sbuffando leggevo le scritte sulla parete:erano delle massime di filosofi.Anche quelle non sono servite a niente.Sono stato sempre una testa di cazzo.

Siamo sempre stati una famiglia disgraziata.Una volta mio padre,per la prima volta in vita sua,rubò delle olive ad un campo vicino al suo terreno.Quel campo era abbandonato da tempo perché il suo proprietario era morto.Tutti andavano a rubare.Quel giorno che mio padre rubò,venne la guardia campestre,che tra l’altro non passava mai di là. Mio padre passò dei guai.Una volta mia madre andò da Padre Pio,e quel giorno gli rubarono il portafoglio,e tutte le cose che aveva comprato.Un giorno mio padre trovo un portafoglio per terra.Dopo poche ore il proprietario trovo lui.Un giorno mio padre e mia madre vollero mettere dei pannelli solari in campagna.Gli altri pagarono e ricevettero i pannelli. I miei pagarono e non ricevettero un cazzo,perché la ditta era sparita. . Una volta mio padre decise di abbattere gli olivi e di coltivare la vite.Il primo anno ci fu la grandine.Il secondo anno,di notte,vennero i ladri e fecero la vendemmia.Quella volta non passo la guardia campestre.
Avrei voluto vivere a Berlino.In una stanza in affitto tipo quelle che si vedevano nell’ispettore Derrick.Quelle stanze con la carta alle pareti,i letti bassi,lo stereo,i poster di David Bowie e una finestra che dava sui parchi pieni di gatti e di drogati sotto un cielo grigio e chimico.Nelle stanze accanto,magari qualche puttana attempata che beveva di continuo,un altro studente,o due belle ragazze porche che la davano senza nemmeno pagare. E poi la proprietaria:come al solito una vecchia rompicoglioni vedova e pure ebrea che di tanto in tanto si buttava un bicchiere dietro.
Ci è mancato poco.Mio padre lavorava a Stoccarda.Avrei dovuto nascere lì.Mi sarei aperto una gelateria.Mia madre non volle.Mia madre voleva stare vicino ai genitori.Peccato che al testamento non ricevette nemmeno una lira,ma solo un mobile con un letto dentro che nemmeno si apriva.
Vecchio 08-08-2007, 10:15   #8
Avanzato
L'avatar di valevale
 

Knulp,
ma è vero o è un racconto? Una parte di un romanzo che stai scrivendo?
Oh Knulp, sei bravissimo....farai grandi cose...
Vecchio 08-08-2007, 13:03   #9
Esperto
L'avatar di Nichilista
 

Belli,questi racconti,Knulp..le tue influenze mi sembrano i film giapponesi intimisti ed etereo/malinconici(ed un po' implosivi),alla "Tsai Ming liang"(e non alla Kitano,anche se ce l'hai nell'avatar),ed anche un po' di crudo cinismo alla Chuck Palahniuk.
Commistione interessante ed originale.
Vecchio 08-08-2007, 13:12   #10
Esperto
L'avatar di Redman
 

Se continui così sarò costretto ad aprire una apposita sezione per i tuoi racconti :lol: hai talento 8)
Vecchio 08-08-2007, 13:49   #11
Banned
 

mi riconosco molto nel bambino sognatore delle elementari,nella voglia di solitudine in mezzo alla natura....come anche molti altri qui credo!
Vecchio 09-08-2007, 10:36   #12
Intermedio
L'avatar di cruccomobil
 

Berlino e Stoccarda non sono granchè

IO avrei preferito vivere a Wolfsburg.
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