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Vecchio 16-04-2023, 18:27   #1
Esperto
L'avatar di Teal
 

Riflessioni in libertà. Le due naturalmente non si escludono a a vicenda e s’intrecciano, ma tendenzialmente per quale vi sentite più portati? Esiste in Italia una preferenza per la prima e una carenza della seconda, che spesso porta ad avere un approccio poco rigoroso, ideologico ed eccessivamente emotivo ad alcune questioni? Chi invece ha un approccio eccessivamente razionale può essere limitato in altre cose, ad esempio nelle interazioni sociali, e fa più fatica a cogliere certe sfumature emotive, oppure va in difficoltà nello small talk, quando ti chiedono ad esempio di che segno sei? Alcuni tra voi avevano difficoltá con la matematica e le scienze dure? Altri pensano di aver perso troppo tempo a scuola con poesie vetuste, lingue morte e nozionismo, e magari sarebbe stato meglio dedicare più ore ad altro?
Ringraziamenti da
pokorny (16-04-2023)
Vecchio 16-04-2023, 18:44   #2
Esperto
L'avatar di cuginosmorfio
 

Tenderei a dire, di me stesso, che l'umanistica ha prevalso in quanto più semplice da trattare rispetto al rigore scientifico e/o matematico. Però a scuola ero totalmente un'altra persona e potendo rifarla con la mente di oggi, credo che avrei un altro approccio (più propositivo e ben disposto) verso entrambe le materie. Con le scienze già andavo benino, così come in italiano. Aritmetica nì; Algebra=al giabr= arabo per me...

Secondo me anche l'ideologia guidata dai numeri e rigore scientifico può degenerare tranquillamente al pari (ma in differenti forme vedi la realtà odierna degli algoritmi e di quanto ci influenzano) dell'umanesimo che certo ha più impatto emotivo/suscettibile di primo acchito.

Tutt'oggi, con la musica (per dire), ho un approccio dualistico che sto cercando di ridurre ai minimi termini: addomesticare la parte razionale per far fuoriuscire il lato umano/emozionale. Al momento mi pare di essere Schwarzenegger/terminator che prende lezioni di umanità da John Connor.
Ma suonare con "emozioni", è pur sempre un suonare calcolato, ma l'inganno lo fa l'approccio.

In Italia io credo che ci sia un bel potenziale; il problema sta nel manico: a chi governa 1)non frega niente 2)non ci sono soldi per finanziare (ma per auto blu, diarie e stipendi d'oro sì).

io sono spesso ispirato dagli antichi greci (soprattutto) e da altri illustri antenati: spesso il lato artistico, umanistico e scientifico erano padroneggiati. A volte -come in un racconto distopico- mi pare che noi esseri umani odierni siamo la devoluzione di una forma di vita che in passato era a livelli di semi-divinità (semi, perché hanno avuto bisogno di crearsi religioni e dei).

Ultima modifica di cuginosmorfio; 16-04-2023 a 18:58.
Vecchio 16-04-2023, 18:45   #3
Esperto
L'avatar di milton erickson
 

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Riflessioni in libertà. Le due naturalmente non si escludono a a vicenda e s’intrecciano, ma tendenzialmente per quale vi sentite più portati? Esiste in Italia una preferenza per la prima e una carenza della seconda, che spesso porta ad avere un approccio poco rigoroso, ideologico ed eccessivamente emotivo ad alcune questioni? Chi invece ha un approccio eccessivamente razionale può essere limitato in altre cose, ad esempio nelle interazioni sociali, e fa più fatica a cogliere certe sfumature emotive, oppure va in difficoltà nello small talk, quando ti chiedono ad esempio di che segno sei? Alcuni tra voi avevano difficoltá con la matematica e le scienze dure? Altri pensano di aver perso troppo tempo a scuola con poesie vetuste, lingue morte e nozionismo, e magari sarebbe stato meglio dedicare più ore ad altro?
Decisamente avrei dedicato più tempo alle materie scientifiche..ma non nel modo noioso in cui si fanno in Italia
Vecchio 16-04-2023, 18:46   #4
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

Ho sempre avuto interesse per entrambe e non riesco proprio a capire il disprezzo che i cultori dell'una provano per l'altra, disprezzo che ho avuto più volte l'occasione di riscontrare.
Penso però che il disprezzo di molti umanisti per la cultura scientifica sia più dannoso che non il contrario, dal momento che, per com'è fatta oggi l'Italia, l'egemonia culturale è ancora saldamente in mano agli umanisti. Mi riferisco in particolare a molti filosofi o pseudotali, a pensatori e opinionisti che, sulla scia di una visione ottocentesca o primonovecentesca fortemente reazionaria, vedono la scienza o ancor più la tecnologia come una sorta di demonio distruttivo nei confronti di presunte essenze che a loro dire farebbero dell'uomo ciò che è. Da questo punto di vista l'influsso di Hegel, Heidegger e seguaci e poi di tutti i teorici del postmoderno (penso in particolare a gente come Baudrillard) è stato ed è tuttora deleterio.
Per fortuna la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche vanno avanti per conto loro, indipendentemente dai laî di questi soloni pervicacemente aggrappati a un passato tra l'altro esistente solo nelle loro teste.

Tornando sul personale, fino alla fine delle scuole medie immaginavo per me un percorso di studî e di lavoro nell'informatica, quindi un settore fortemente tecnologico. Avevo anche ottimi risultati in matematica mentre arrancavo in italiano... ma in quest'ultimo caso, e questo l'ho capito solo tardi, perché non ho mai avuto docenti in grado di stimolarmi. Poi alle scuole superiori la cosa s'è rovesciata, ho perso rapidamente interesse per le scienze "dure" dandomi allo studio umanistico. Attualmente faccio un lavoro che è in parte tecnico e in parte creativo, quindi posso dire di combinare due aspetti tipici delle due culture.
Nel tempo libero cerco di coltivare le mie conoscenze umanistiche ma anche, con tutti i miei limiti, di informarmi sugli sviluppi scientifici e tecnologici.

Concludo ribadendo che secondo me le due culture, quella umanistica e quella scientifica, non sono in opposizione e che solo una visione chiusa e gretta della conoscenza umana può vederle come in conflitto o dannose l'una per l'altra.
Ringraziamenti da
Blue Sky (16-04-2023), Hassell (16-04-2023), Hitomi (17-04-2023), pokorny (16-04-2023)
Vecchio 16-04-2023, 18:55   #5
Esperto
L'avatar di Chamomile
 

Non sono portata per nessuno di questi due tipi di cultura purtroppo, in più le umanistiche (quel poco che ho visto a scuola) non mi hanno mai appassionata.
Vecchio 16-04-2023, 19:16   #6
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Tanto amo entrambe le aree quanto sono carente nella loro conoscenza e negato nella relativa pratica. Ammetto che sono abbastanza "sordo" alla poesia e alla narrativa ma cerco di compensare con musica, pittura, architettura e qualche altra arte considerata, a torto, minore.

Avendo un piede in ciascuno dei due universi spesso mi è difficile parlare con i culturi di uno solo. Non perché non mi trovi a mio agio (alla peggio mi metto ad ascoltare se posso impare qualcosa) ma perché sento proprio che manca un canale di comunicazione. Niente di che, considerato che non interagisco nemmeno con gli animali attorno casa
Vecchio 16-04-2023, 19:49   #7
Esperto
L'avatar di sagoma
 

A scuola andavo bene in entrambi i tipi di materie. All'università ho seguito un percorso tecnico-scientifico e ho avuto un bel po' di difficoltà. Tra tesi della specialistica e una breve esperienza lavorativa post laurea ho riscoperto temporaneamente l'inclinazione verso l'approccio scientifico / matematico. Ma la cosa è durata poco. Dopo qualche anno ho avuto l'impressione di riscoprire l'attitudine verso il ragionamento di tipo logico-matematico provando con il settore dell'informatica verso la programmazione. Ma alla luce dei fatti più o meno recenti posso concludere che neanche in quello sto rendendo, conferma ne è il fatto che sto subendo anche delle problematiche a lavoro per le mie difficoltà.
Fin da ragazzino ho avuto un forte interesse verso la musica, in qualche momento anche verso la letteratura, filosofia, poesia. Pur possedendo una chitarra da quando ero adolescente e pur avendola usata in modo continuo per diversi periodi, non ci ho mai tratto nulla di utile o significato, prima di tutto non sono riuscito a imparare a suonarla decentemente. E la musica è il campo artistico al quale mi sono rivolto maggiormente (e comunque come ascolto più che pratica).
Sostanzialmente non ho una buona cultura in nessuno dei due ambiti, il lato artistico continua ad interessarmi (vorrei approfondire ad esempio quello della poesia), quello scientifico/ tecnico a tratti e all'interno di contorni limitati che da soli servono a poco (specie lavorativamente), ma non mi applico abbastanza perché manco di motivazione, concentrazione, capacità di memorizzare, e mi limito principalmente a sfogare / dare voce al lato emotivo ascoltando brani singoli sparsi tra YouTube e il pc, senza variare più di tanto.
Comunque è anche vero che i due ambiti non sono così separati, ad esempio ciò che sta dentro la musica si basa ovvismente su fenomeni acustici, sfrutta reazioni sensoriali al suono e "sulla carta" è organizzato secondo precise sequenze schematiche, di rigore matematico.
Vecchio 16-04-2023, 20:11   #8
Esperto
L'avatar di sagoma
 

Comunque se è vero che le due aree non sono in opposizione mi pare vero anche che i rispettivi seguaci spesso hanno caratteristiche distintive che si notano passando da un lato all'altro e che possono causare poca compatibilità tra i due "tipi". In questo sono un po' strano perché pur essendo ufficialmente = apparentemente (vista la formazione e le "scelte" professionali) un rappresentante dell'area tecnica mi considero più vicino allo stereotipo del creativo e non ho una grande simpatia ad esempio per la forte tendenza a seguire le ultime novità in ambito tecnologia, gli sviluppi nell'informatica e oltre, e dall'altro lato non ne ho per la laboriosità e la sfruttabilità tipica di chi lavora convintamente in certi settori, tipo l'IT. Preferisco lasciarmi trasportare dalla contemplazione della natura che rendermi cieco davanti ai devices, al di là dell'impegno lavorativo, tranne se devo esprimermi sul forum. Non sono mai stato un nerd, se si usa ancora 'sto termine.
Vecchio 16-04-2023, 21:57   #9
Esperto
L'avatar di Stasüdedòs
 

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Riflessioni in libertà. Le due naturalmente non si escludono a a vicenda e s’intrecciano, ma tendenzialmente per quale vi sentite più portati?
Scientifica senza il minimo dubbio.

Quella umanistica l'ho sempre trovata una gran rottura di scatole, una noia mortale... complici forse anche pessimi prof. avuti in età scolare, non so, ma tuttora non ne sono attratto o interessato nemmeno come autodidatta.
Vecchio 16-04-2023, 22:05   #10
Esperto
L'avatar di SoloUnaDonna
 

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Riflessioni in libertà. Le due naturalmente non si escludono a a vicenda e s’intrecciano, ma tendenzialmente per quale vi sentite più portati? Esiste in Italia una preferenza per la prima e una carenza della seconda, che spesso porta ad avere un approccio poco rigoroso, ideologico ed eccessivamente emotivo ad alcune questioni? Chi invece ha un approccio eccessivamente razionale può essere limitato in altre cose, ad esempio nelle interazioni sociali, e fa più fatica a cogliere certe sfumature emotive, oppure va in difficoltà nello small talk, quando ti chiedono ad esempio di che segno sei? Alcuni tra voi avevano difficoltá con la matematica e le scienze dure? Altri pensano di aver perso troppo tempo a scuola con poesie vetuste, lingue morte e nozionismo, e magari sarebbe stato meglio dedicare più ore ad altro?
Sono sempre stata più portata per le materie scientifiche.. anche perchè tutto ciò che è logica mi è sempre venuto facile..
Vecchio 16-04-2023, 22:22   #11
Esperto
L'avatar di Hassell
 

Mi piacciono entrambe, ho fatto studi tecnici e ho un lavoro tecnico, ma forse avrei preferito di più il lato umanistico, posto che probabilmente non avrei avuto le stesse capacità.
Vecchio 16-04-2023, 22:51   #12
Esperto
L'avatar di Darby Crash
 

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Riflessioni in libertà. Le due naturalmente non si escludono a a vicenda e s’intrecciano, ma tendenzialmente per quale vi sentite più portati? Esiste in Italia una preferenza per la prima e una carenza della seconda, che spesso porta ad avere un approccio poco rigoroso, ideologico ed eccessivamente emotivo ad alcune questioni? Chi invece ha un approccio eccessivamente razionale può essere limitato in altre cose, ad esempio nelle interazioni sociali, e fa più fatica a cogliere certe sfumature emotive, oppure va in difficoltà nello small talk, quando ti chiedono ad esempio di che segno sei? Alcuni tra voi avevano difficoltá con la matematica e le scienze dure? Altri pensano di aver perso troppo tempo a scuola con poesie vetuste, lingue morte e nozionismo, e magari sarebbe stato meglio dedicare più ore ad altro?
preferisco nettamente l'ambito umanistico.
la matematica è una noia mortale, non ne vedo il senso. O meglio: ha senso solo come applicazione pratica in funzione di altro. La matematica pura come si studia a scuola è solo una sorta di vuoto gioco di numeri, una vuota successione di formule. Anche le scienze non fanno certo battere il cuore. Ok, si imparano delle cose su com'è fatto il mondo, ma non è emozionante.

La poesia, la letteratura, la filosofia, l'arte, queste sì sono emozionanti!
Vecchio 16-04-2023, 23:50   #13
Esperto
L'avatar di cuginosmorfio
 

Quote:
Originariamente inviata da Darby Crash Visualizza il messaggio
preferisco nettamente l'ambito umanistico.
la matematica è una noia mortale, non ne vedo il senso. O meglio: ha senso solo come applicazione pratica in funzione di altro. La matematica pura come si studia a scuola è solo una sorta di vuoto gioco di numeri, una vuota successione di formule. Anche le scienze non fanno certo battere il cuore. Ok, si imparano delle cose su com'è fatto il mondo, ma non è emozionante.

La poesia, la letteratura, la filosofia, l'arte, queste sì sono emozionanti!
Devo dire che la visione di "Pi greco" di Aronofsky mi fece molto apprezzare la matematica: Fibonacci, la spirale aurea, la Torah ed i suoi riferimenti numerici...
Vecchio 17-04-2023, 00:14   #14
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da cuginosmorfio Visualizza il messaggio
Devo dire che la visione di "Pi greco" di Aronofsky mi fece molto apprezzare la matematica: Fibonacci, la spirale aurea, la Torah ed i suoi riferimenti numerici...
O anche il teorema di Green che mi lascia sempre sbalordito, in pratica calcola un integrale doppio semplicemente "girando attorno" al dominio o meglio facendo un determinato integrale di bordo. E' come se si riuscisse a guardare dentro un edificio girandoci attorno va be' ovviamente non è proprio così

O anche il prolungamento analitico e in questo momento non mi viene in mente altro anche se so che è tanta roba.

Sembra in tanti casi che si possa creare informazione dal niente anche se ovviamente c'è sempre il trucco.
Vecchio 17-04-2023, 01:28   #15
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da cuginosmorfio Visualizza il messaggio
Devo dire che la visione di "Pi greco" di Aronofsky mi fece molto apprezzare la matematica: Fibonacci, la spirale aurea, la Torah ed i suoi riferimenti numerici...

Può sembrare un video lungo ma non è che un accenno al valore delle lettere della Torah, come può sembrare che si divaga ma è un dialogo con una persona ignorante che vuole conoscere, è un'ottima introduzione.
Vecchio 17-04-2023, 02:18   #16
Banned
 

La matematica apre la mente e aumenta l'autostima = metti davvero le tue capacità alla prova, senza trucchi.

A scuola non si studia la matematica pura (tranne forse al liceo scientifico), ma una serie di algoritmi per risolvere problemi. Slegati da applicazioni pratiche questi sì che sono intollerabili.
Vecchio 17-04-2023, 04:49   #17
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Teal Visualizza il messaggio
Riflessioni in libertà. Le due naturalmente non si escludono a a vicenda e s’intrecciano, ma tendenzialmente per quale vi sentite più portati? Esiste in Italia una preferenza per la prima e una carenza della seconda, che spesso porta ad avere un approccio poco rigoroso, ideologico ed eccessivamente emotivo ad alcune questioni? Chi invece ha un approccio eccessivamente razionale può essere limitato in altre cose, ad esempio nelle interazioni sociali, e fa più fatica a cogliere certe sfumature emotive, oppure va in difficoltà nello small talk, quando ti chiedono ad esempio di che segno sei? Alcuni tra voi avevano difficoltá con la matematica e le scienze dure? Altri pensano di aver perso troppo tempo a scuola con poesie vetuste, lingue morte e nozionismo, e magari sarebbe stato meglio dedicare più ore ad altro?
Sono una persona molto razionale e molto portato per la logica pura. Risolvevo ad 8 anni problemi di logica che mettono in difficoltà la maggioranza degli adulti.
Da sempre portato per la matematica, fino alle medie non la studiavo proprio a casa. Stando solo attento in classe prendevo sempre ottimo con grande facilità.

Ho fatto lo Scientifico ( che mi ha messo in difficoltà), ma poi la laurea in Scienze e Tecnologie alimentari ( una sorta di chimica degli alimenti) l ho presa facilmente .

Quando mi chiedono il segno zodiacale, ho imparato a chiedere di indovinarlo dando tre possibilità e puntualmente non indovinano mai! Inoltre faccio notare che, come stabilito dalla NASA i segni zodiacali sono quasi tutti sbagliati. Naturalmente non convinco mai nessuno a pieno, però, ottengo una reazione migliore rispetto a quando ridevo letteralmente in faccia a chi mi faceva questa domanda.

Ho difficoltà, in generale, a capire l estrema emotività e i cambiamenti repentini di umore e idee di alcune persone. Le persone lunatiche tendo ad evitarle, mentre agli istintivi cerco di far capire che con un approccio più razionale si possono ottenere soluzioni più adeguate ai loro problemi.

Sono molto convinto delle mie idee, ma sono sempre pronto ad ascoltare diversi punti di vista e credo che dagli altri qualcosa da imparare e da prendere ci sia quasi sempre.
Ringraziamenti da
Hassell (17-04-2023)
Vecchio 17-04-2023, 09:12   #18
Esperto
L'avatar di Trinacria
 

Mi piacciono di più le materie umanistiche (ad eccezione della filosofia che ho sempre odiato con tutta me stessa) ma in realtà sono sempre stata più brava in quelle scientifiche perchè la mia mente è molto razionale e logica.
Vecchio 17-04-2023, 09:49   #19
Esperto
L'avatar di Darby Crash
 

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
La matematica apre la mente e aumenta l'autostima = metti davvero le tue capacità alla prova, senza trucchi.

A scuola non si studia la matematica pura (tranne forse al liceo scientifico), ma una serie di algoritmi per risolvere problemi. Slegati da applicazioni pratiche questi sì che sono intollerabili.
con matematica "pura" intendevo astratta dalla realtà, appunto slegata da applicazioni pratiche.
Nella realtà, della matematica mi trovo ad applicare soltanto le quattro operazioni fondamentali, le percentuali e le proporzioni. Tutto il resto mi appare come un vuoto e freddo rompicapo che nulla ha a che fare col mondo.
Quando faccio una equazione e trovo la x, che cosa trovo? Niente, è solo un'anonima x. Questa x non significa niente per me.

Mi piacerebbe una matematica insegnata come storia della matematica, così da rendere più umana la successione di formule e teoremi. Inserendola in un contesto storico e culturale diventa subito più interessante. Ci si può immedesimare nei panni di quei matematici che hanno permesso alla scienza di fare passi in avanti. Così le fredde regole non apparirebbero più come calate dall'alto, ma si capirebbe che sono frutto della mente umana.

Oppure sarebbe interessante una filosofia della matematica: con riflessioni sui concetti di numero, retta, punto, infinito, spazio...

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
O anche il teorema di Green che mi lascia sempre sbalordito, in pratica calcola un integrale doppio semplicemente "girando attorno" al dominio o meglio facendo un determinato integrale di bordo. E' come se si riuscisse a guardare dentro un edificio girandoci attorno va be' ovviamente non è proprio così

O anche il prolungamento analitico e in questo momento non mi viene in mente altro anche se so che è tanta roba.

Sembra in tanti casi che si possa creare informazione dal niente anche se ovviamente c'è sempre il trucco.
sono troppo ignorante per apprezzare il tuo intervento
dovrei almeno sapere cos'è un integrale.
Ecco, vedi, credo che l'insegnamento della matematica faccia svolgere una enormità di esercizi e invece si focalizzi troppo poco sui concetti.

Ultima modifica di Darby Crash; 17-04-2023 a 09:52.
Vecchio 17-04-2023, 10:10   #20
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

Sono più portata per le materie umanistiche. Da piccola mi sono orientata ad impegnarmi di più in ciò in cui ero già brava, perché ottenevo già riscontri positivi, infatti le materie scientifiche mi hanno sempre suscitato quasi antipatia e mi impegnavo poco (chiaramente sbagliavo, alla lunga mi sono trovata ad avere delle notevoli lacune). Invece nelle materie in cui ero brava studiavo tantissimo.
Durante il mio percorso scolastico ho riscontrato anch'io questo nostro elemento culturale, cioè la superiorità percepita delle materie umanistiche, l'esaltazione della loro nobiltà e dall'altro lato la "modestia" di quelle scientifiche, messe all'angolo. Come se le materie umanistiche racchiudessero l'essenza dell'umanità e quelle scientifiche la costringessero invece all'interno di formule, ragionamenti troppo stringenti e freddi.
Fin da piccola sono stata addestrata allo studio nozionistico, specialmente alle superiori e da qui derivano anche conseguenze negative, ad esempio le persone che studiano "a pappagallo" senza capire, nel senso che hai talmente tanta roba da analizzare e capire che risulta quasi più semplice (meno spaventoso) imparare a memoria, come se fosse una poesia. Poi ti dimentichi una virgola e non ti ricordi più nulla. Questa per me è una conseguenza dello studio nozionistico, lo si rende volutamente non semplice.
Ringraziamenti da
Hor (17-04-2023)
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