cancellato16760

Vorrei sapere se qualcuno condivide questa idea: che i propri obiettivi,i propri sogni e ingenerale le cose che ci proponiamo di fare, è meglio tacerle e portarsele dentro in silenzio perchè parlandone con gli altri perdono già forza.

E' un'idea che mi gira in testa da un po' e su cui sono un po' combattuto.

Innanzitutto non saprei se è una cosa che vale per tutti, o solo per gli insicuri. Il fatto che un sacco di gente dice,dice e poi non fa nulla di ciò che dice mi fa pensare che sia una cosa che riguarda un po' tutti,anche gli estro.
Inoltre non capisco se parlando dei miei obiettivi(per quanto siano piccoli) questi perdono forza perchè sono insicuro, o viceversa divento insicuro perchè i miei obiettivi perdono forza.
Sicuramente molti mi diranno che è logica la prima opzione,ma la mia esperienza mi dice che potrebbe essere il contrario. Io finchè resto chiuso in me,finchè non comunico agli altri le cose,mi sento sicuro su ciò che voglio. Non appena lo comunico agli altri è come se sfogassi l'obiettivo,come se parlarne rendesse inutile il suo raggiungimento. Forse è solo insicurezza nel confronto. Forse è solo il fatto che dicendolo devo poi rendere conto,devo riuscire,mentre finchè sto zitto non esiste l'eventuale sconfitta pubblica.

Esempio:

1)Tempo fa ho ripreso in mano l'utilizzo di un programma che non usavo da tempo(settore grafica). Proprio con l'idea che poteva aiutarmi a trovare lavoro. Possibilità che era comunque molto remota. L'ho fatto in silenzio,non ho detto niente a nessuno anche perchè la possibilità di trovare lavoro così dal nulla,senza titoli,solo per il fatto di saper usare detto programma andava contro ogni ragionamento e contro ogni logica. Bene, ora ho un lavoretto saltuario proprio perchè ho ripreso in mano il programma e mi sono buttato. Niente di che,son quattro soldi,una cosa a chiamata,che non mi permette di mantenermi e nemmeno mi da prospettive future,ma è qualcosa che ho la netta sensazione non sarebbe successa se io avessi comunicato la cosa a qualcuno,qualcuno che poi sarebbe stato li a vedere se concludevo qualcosa o meno.

2)Nei giorni passati avevo fortemente l'intenzione di andarmene di casa(visto che ritengo l'influenza di mia madre su di me deleteria),allo sbaraglio più o meno. Ne ho parlato con alcune persone e già il fatto di averne parlato mi ha fatto perdere la spinta. Dovrò ricovare la cosa in silenzio per ritrovare la spinta.

Potrei sicuramente fare numerosi esempi,ho sempre questa sensazione che ciò che dico non lo faccio,meglio stare in silenzio. Forse è solo perchè ho una mente debole che,sebbene sappia ciò che vuole, crolla alla prima opinione contraria,al primo pensiero che non concorda con essa. Se ci pensate alla fine te quarti dei pensieri che ci giungono dall'esterno sono di carattere disturbante, scoraggiante e svilente(ci credo che poi ne abbiamo la testa piena). Inoltre la ciò che pare logico e sensato non è sempre vero,anche se magari lo è spesso.
O forse è soltanto una sottile forma di paura del fallimento e del giudizio altrui.

Che ne pensate? Qualcuno ha esperienze o sensazioni simili?

La cosa potrebbe avere un qualche legame con http://www.fobiasociale.com/lelement...osciuto-55095/

cancellato16760

Ecco...

An.dream

Anch'io tendo a non dire i miei obiettivi, ma proprio per paura del fallimento e del giudizio altrui.

Mi sembra più una superstizione quella secondo la quale i propri obiettivi perdono di forza parlandone. Magari se si riceve qualche giudizio negativo può effettivamente influenzare, ma non credo abbia poi molto peso, avrà più peso il fatto di credere davvero in quello che ci proponiamo.

Yumenohashi

Verissimo, sarà che di per se stesse le parole depotenziano i concetti, così quello che nella nostra mente ci appare perfettamente coerente una volta razionalizzato ci sembra una stronzata galattica. Oppure vedere gli altri poco convinti degli obiettivi che ci prefiggiamo, o propensiba sminuirli perché non capiscono realmente cosa ci sia dietro, ci porta a convincerci noi stessi che non siano così importanti o che non abbiamo realmente le potenzialità per realizzarli.
Forse tendiamo a spostare sempre un po' più in là lo sprint finale perché sotto sotto diamo per scontato il fallimento ed è più dolce coltivare in noi le aspettative che provarci veramentee renderci conto magari che l'isola felice ci è preclusa.
Anche secondo me è meglio star zitti finché non si è arrivati alla meta, tuttavia capisco anche che l'entusiasmo chr portiamo dentro per i progetti a cui teniamo è difficile da contenere, che vorremmo gridarlo al mondo. Ma purtroppo più parliamo senza agire più risuktiamo meno credibili agli altri e di riflesso ricevendo feeedback pallidini ci chiudiamo sempre più in noi stessi finendo per credere non ne valga la pena.

Suttree

Io ne parlo invece..me l'ha consigliato la psicologa..quando gli altri parlano del loro lavoro io parlo dei miei obiettivi..altrimenti mi tocca stare zitto

Centauro

Meravigliosa citazione!

Nel mio caso entrano in gioco anche altri fattori che ostacolano i progetti,una specie di destino avverso il quale probabilmente non scaturisce necessaria mente da eventi esterni ma che in qualche modo avviene per meccanismi inconsci di autosabotamento.

Forse il segreto è di non farne una questione di vita o di morte e di non attaccarsi troppo a un determinato obbiettivo,ma semplicemente provarci e vedere come va a finire.IMHO.

cancellato16760

Il credere tende a venirmi meno dopo averne parlato,quindi non parlarne e crederci davvero sono legati nel mio caso.

Si esatto,le parole depotenziano i concetti. La coerenza di cui parli tiene conto di un'essenza nostra razionalmente inesprimibile e insupportabile.
L'idea legata a noi stessi, a ciò che veramente vogliamo,non ha logica,ma sembra tuttavia essere più vera della logica. In qualche modo la logica astratta uccide la verità concreta delle idee essendo la logica astratta qualcosa di generico, la vita delle idee legata invece alla nostra personalità particolare.

Isil90

Secondo me in questo caso le questioni fondamentali sono tre:

1) la difficoltà di portare a termine un obiettivo se non ci si sente motivati all'esterno quindi la necessità di doverlo esternare e ricevere opinioni altrui etc.

2) l'insicurezza di non potercela fare.

3) la mancata comprensione che un obiettivo riguarda solo noi stessi e quindi di per sè non c'è alcun bisogno di doverlo condividere con gli altri. (se non la presenza di dubbi al riguardo come già citato sopra)

Quindi sì, io sono per il silenzio se non per persone che sono davvero rispettose dei desideri altrui, e dei propri sogni. E queste persone purtroppo sono poche.
Inoltre specificherei che, almeno secondo me, quando si è già sulla giusta strada e non si sta solo meditando un progetto, sicuramente credo sia più facile esprimerlo e renderlo noto agli altri.

berserk

Dichiarare in anticipo i propri obiettivi sottende una illogicità "arraffona",godersi ciò che di fatto non si è guadagnato.

P.S
Ne siamo tutti vittime

Abuela

Dichiarare gli obiettivi pure a se stessi a volte può essere inutile al fine di raggiungerli. Io godevo tantissimo a scrivere i miei obiettivi su una pagina bianca di quaderno, talmente tanto che non facevo nulla per poterne scrivere uno nuovo il giorno dopo e così via in una sfilza infinita di proponimenti tanto belli messi sulla carta ma di cui forse nella pratica non mi importava nulla.

Suttree

Io li dichiaro agli altri anche per costringermi a non mollare e pensare:"Se mollo tutto o fallisco che figura ci faccio". Inutile dire che tutto ciò mi fa andare ansia e stress alle stelle

Abuela

A me poi ultimamente sembra di non trovarne proprio di obiettivi per il futuro. Magari penso a piccole cose, tipo: oggi voglio fare una lavatrice
Diversamente mi pare di non guardare più avanti, non capisco se sia un risvolto positivo, del tipo che se voglio fare faccio e basta o se invece sia un risvolto verso la nullafacenza più totale.

cosechenonho

Mi capita di 'covarli'... A volte mi vergogno dei miei obiettivi, mi sembrano ridicoli, pensati male. La gente poi si aspetta che tutto torni, che ci siano motivi precisi per cui fare delle scelte. Io penso che in fondo siano affari miei e che forse anche i miei progetti abbiano una validità, anzi mi chiedo che senso abbia parlare in astratto di cose ancora da fare.
Es. 'E dopo la laurea? Che lavoro puoi/vuoi fare?' Intanto la devo prendere, e non è detto che studiare valga la pena solo per lavorare... ma va be' divento polemica

cancellato16760

Si esatto è proprio ciò che capita a me. Però in realtà a volte raggiungo obiettivi dichiarati. Per esempio mi sto patentando e ovviamente l'ho dichiarato a tutti...quindi è come obbligatorio. Ma è diverso perchè è un'obiettivo con un percorso preciso,come la scuola. Non devi rischiare,puoi fallire anche li,ma è diverso:non metti in gioco la tua idea o la tua creattività.

Weltschmerz

Pure io, ma so il motivo, è quel fottuto blob che scoraggia e incolpa di ogni cosa che faccio.