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Vecchio 07-10-2014, 08:50   #181
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Si, anche perché puoi mettere a disposizione tutti i mezzi che vuoi a scopo risolutivo del disagio psicologico, ma la parte vera e propria la fa l'azione proattiva del singolo individuo, e quella non può esserci senza reale convincimento e volontà da parte dello stesso. Nel caso di una malattia infettiva, esistono margini di risposta individuale ad un vaccino per esempio, ma sono molto ridotti.
Insomma, la fobia è sociale solo di nome: dobbiamo cambiare il nome al sito, da oggi si chiamerà FobiaIndividuale.com, sei davvero solo

Guarda che l'azione proattiva conta anche nel caso di malattie infettive: esistono norme di profilassi che non tutti seguono allo stesso modo, per esempio.
Continuo a non capire perché nel caso di una malattia "fisica", ad esempio infettiva, l'approccio più efficace dovrebbe essere quello che agisce sia sull'individuo (farmaci) che sull'ambiente esterno (procedure di bonifica degli ambienti), e invece nel caso di una malattia "psichica", beh allora sono cazzi del singolo: psicoterapia/psicofarmaci e tanti saluti, come se l'ambiente esterno avesse un'influenza nulla o trascurabile sull'insorgenza di certi disturbi.
L'unica spiegazione che mi dò (provando anch'io a fare lo psicologo da tastiera) è un'inconscia paura di essere chiamati in correo, in quanto società, per la responsabilità dei disagi psicologici dell'individuo. Da qui la strenua lotta per attribuire ogni responsabilità al singolo e alla "mente", come fossero entità separate dalla realtà esterna (mentre il "corpo", invece, è soggetto a influssi e contaminazioni di ogni tipo). Simili distinzioni tra anima sensibile e anima intellettiva mi sembravano superate dai tempi della filosofia scolastica...

Ultima modifica di Winston_Smith; 07-10-2014 a 08:57.
Vecchio 07-10-2014, 09:05   #182
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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
come se l'ambiente esterno avesse un'influenza nulla o trascurabile sull'insorgenza di certi disturbi.
L'unica spiegazione che mi dò (provando anch'io a fare lo psicologo da tastiera) è un'inconscia paura di essere chiamati in correo, in quanto società, per la responsabilità dei disagi psicologici dell'individuo. Da qui la strenua lotta per attribuire ogni responsabilità al singolo e alla "mente", come fossero entità separate dalla realtà esterna (mentre il "corpo", invece, è soggetto a influssi e contaminazioni di ogni tipo). Simili distinzioni tra anima sensibile e anima intellettiva mi sembravano superate dai tempi della filosofia scolastica...
Devi allora spiegarmi in che modo ritieni la società in cui viviamo come responsabile dell'insorgere e del persistere di un disturbo come la fobia sociale.
Vecchio 07-10-2014, 09:12   #183
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Devi allora spiegarmi in che modo ritieni la società in cui viviamo come responsabile dell'insorgere e del persistere di un disturbo come la fobia sociale.
Generalizzi troppo, non parlo di società responsabile in toto sempre e comunque.
Ad ogni modo basta ricordare la vasta gamma di dettami sociali che imprimono uno stigma su chi non vi si adegua e che cominciano dalla preadolescenza, colpendo ad esempio chi è poco "cool". E sono dettami che vanno rimossi SUBITO, indipendentemente dal fatto che c'è chi riesce a superarli meglio, così come i focolai d'infezione vanno distrutti SUBITO, anche se c'è chi è autoimmune a certe malattie.
P.S.: Sei pregato di non venire a dire che a te non è successo nulla di tutto ciò, ho appena detto che non sto parlando di responsabilità universali, sempre e comunque, ma di specifici contesti. Grazie.
Vecchio 07-10-2014, 09:20   #184
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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Generalizzi troppo, non parlo di società responsabile in toto sempre e comunque.
Ad ogni modo basta ricordare la vasta gamma di dettami sociali che imprimono uno stigma su chi non vi si adegua e che cominciano dalla preadolescenza, colpendo ad esempio chi è poco "cool". E sono dettami che vanno rimossi SUBITO, indipendentemente dal fatto che c'è chi riesce a superarli meglio, così come i focolai d'infezione vanno distrutti SUBITO, anche se c'è chi è autoimmune a certe malattie.
P.S.: Sei pregato di non venire a dire che a te non è successo nulla di tutto ciò, ho appena detto che non sto parlando di responsabilità universali, sempre e comunque, ma di specifici contesti. Grazie.
concordo.
Magari se nella società non esistessero modelli che inneggiano al fare gruppo, all'essere estroversi e all'avere tanti amici ed uscire al sabato, mentre chi nasce introverso è stigmatizzato come problematico, timido, asociale ( e gli si dice che dovrebbe "darsi una svegliata" ), si vivrebbe vagamente meglio.
Vecchio 07-10-2014, 09:23   #185
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NO DARK SARCASM IN THE CLASSROOM (cit.)
Vecchio 07-10-2014, 09:25   #186
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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Ad ogni modo basta ricordare la vasta gamma di dettami sociali che imprimono uno stigma su chi non vi si adegua e che cominciano dalla preadolescenza, colpendo ad esempio chi è poco "cool".
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Originariamente inviata da zoe666 Visualizza il messaggio
Magari se nella società non esistessero modelli che inneggiano al fare gruppo, all'essere estroversi e all'avere tanti amici ed uscire al sabato, mentre chi nasce introverso è stigmatizzato come problematico, timido, asociale ( e gli si dice che dovrebbe "darsi una svegliata" ), si vivrebbe vagamente meglio.
Che poi è quello che intendeva Basaglia quando parlava dei «pregiudizi, le paure, le diffidenze che ancora la circondano e la alimentano; nonché le difficoltà sociali che ne impediscono la riabilitazione a certi ben specifici livelli»
Vecchio 07-10-2014, 09:26   #187
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Quest'interpretazione non mi trova d'accordo. E' possibile che la società preveda criteri preferenziali nel giudicare certe persone più "cool" di altre (anche se, come tuo solito, tendi a esagerare la portata di queste tendenze), ma quando una persona arriva a sentirsi completamente esclusa perché non veste firmato o non parla dialetto(tanto per fare degli esempi tratti da due diversi topic), allora mi viene da pensare che la radice stia molto più in là. Non eri tu quello che minimizzava l'incidere degli standard sociali della bellezza e dell'altezza ad esempio? Come spieghi allora che certe persone arrivino a farsene un'ossessione? E' davvero la società che non fa che ripetere ogni tre per due che solo gli individui sopra il metro o ottanta hanno dignità sociale o c'é stato qualcosa che ha influito negativamente nella capacità di accettazione di queste persone, qualcosa che trae origine da un rapporto non limpido e mai chiarito nell'investimento affettivo a livello famigliare?
Vecchio 07-10-2014, 09:34   #188
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Originariamente inviata da zoe666 Visualizza il messaggio
concordo.
Magari se nella società non esistessero modelli che inneggiano al fare gruppo, all'essere estroversi e all'avere tanti amici ed uscire al sabato, mentre chi nasce introverso è stigmatizzato come problematico, timido, asociale ( e gli si dice che dovrebbe "darsi una svegliata" ), si vivrebbe vagamente meglio.
L'uomo è un animale sociale. È normale e fisiologico che socializzi. È anormale e talvolta patologica l'asocialità e la timidezza.

Poi, se uno segue pedissequamente i modelli imposti o cerca di emularli per pura accettazione è un po' pecorone.

La fobia sociale è un disturbo mentale che, purtroppo, fa la fortuna di psicologi, psichiatri e case farmaceutiche nel tentativo, spesso fruttuoso, di trattarla.

Anziché voler andare contromano in autostrada bisognerebbe accettare la realtà, ovvero, accettare il giudizio di problematico.

Poi il darsi una mossa non è sinonimo di dileggio o di scarsa considerazione del problema.
Vecchio 07-10-2014, 09:38   #189
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Originariamente inviata da liuk76 Visualizza il messaggio
L'uomo è un animale sociale. È normale e fisiologico che socializzi. È anormale e talvolta patologica l'asocialità e la timidezza.

Poi, se uno segue pedissequamente i modelli imposti o cerca di emularli per pura accettazione è un po' pecorone.

La fobia sociale è un disturbo mentale che, purtroppo, fa la fortuna di psicologi, psichiatri e case farmaceutiche nel tentativo, spesso fruttuoso, di trattarla.

Anziché voler andare contromano in autostrada bisognerebbe accettare la realtà, ovvero, accettare il giudizio di problematico.

Poi il darsi una mossa non è sinonimo di dileggio o di scarsa considerazione del problema.
appunto.
Stigma sociale perchè non si nasce come la maggior parte della popolazione ( e allora non si dica che è solo un problema mentale, c'è anche molto di psicologico ma se è la stessa società che mi definisce problematica perchè non ho il bisogno o la skill sociale il problema è anche esterno ).
Vecchio 07-10-2014, 09:42   #190
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Originariamente inviata da liuk76 Visualizza il messaggio
L'uomo è un animale sociale. È normale e fisiologico che socializzi. È anormale e talvolta patologica l'asocialità e la timidezza.
d'accordo solo in parte , la fobia sociale può essere un problema
non si può invece definire anormale chi è timido , s e così fosse una gran parte della umanità sarebbe anormale interi popoli sono poco estroversi, se penso agli inglesi e in genere ai popoli nordici...quando la timidezza diventa un'ostacolo a vivere in società , impedisce i rapporti umani sessuali lavorativi
allora sì che è patologica
Vecchio 07-10-2014, 09:45   #191
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Originariamente inviata da zoe666 Visualizza il messaggio
appunto.
Stigma sociale perchè non si nasce come la maggior parte della popolazione ( e allora non si dica che è solo un problema mentale, c'è anche molto di psicologico ma se è la stessa società che mi definisce problematica perchè non ho il bisogno o la skill sociale il problema è anche esterno ).
Se qualcuno ti definisce problematico e tu ne soffri, soffri perché lui ti definisce problematico o perché tu assimili il suo giudizio e te ne rendi permeabile?
Vecchio 07-10-2014, 09:48   #192
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Se qualcuno ti definisce problematico e tu ne soffri, soffri perché lui ti definisce problematico o perché tu assimili il suo giudizio e te ne rendi permeabile?
la prima che hai detto
Vecchio 07-10-2014, 09:49   #193
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Se qualcuno ti definisce problematico e tu ne soffri, soffri perché lui ti definisce problematico o perché tu assimili il suo giudizio e te ne rendi permeabile?
Non ci soffro.
Ho passato quella fase in cui pensavo che bisognasse essere come le altre persone e violentare me stessa.
Bisognerebbe favorire il concetto di diversità visto come cosa positiva e non come qualcosa da cambiare per adeguarsi a quel che la società ha imposto come giusto.
Vecchio 07-10-2014, 09:51   #194
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L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da zoe666 Visualizza il messaggio
Non ci soffro.
Ho passato quella fase in cui pensavo che bisognasse essere come le altre persone e violentare me stessa.
Bisognerebbe favorire il concetto di diversità visto come cosa positiva e non come qualcosa da cambiare per adeguarsi a quel che la società ha imposto come giusto.
La società si sta muovendo sempre più in direzione nel favorire questo concetto. Non mi spiegherei altrimenti l'enorme successo editoriale del libro di Susan Cain.
Vecchio 07-10-2014, 13:33   #195
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L'avatar di Ansiaboy
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non hai fondamenti per affermare ciò
Io resto dell'idea che la razionalità possa influenzare gli stati d'animo, mentre nel pensiero comune accade solo il contrario.
QUOTO


allora concordo in generali sia con muttley che contro gli avversari.

in pratica NOI grazie alla nostra consapevolezza e ragione possiamo alla fine influenzare i nostri stati d'animo causati dagli input esterni e legati alla nostra fisiologia.

ad esempio io grazie alla razionalità riesco a farmene una ragione ed ad evitare di dar peso a pensieri negativi. mi è STATA UTILISSIMA

è grazie al mio ragionare che ho sconfitto buona parte dei miei demoni dentro che fino a pochi anni fa mi tormentavano.
e se per certi demoni dentro che ancora non sono riuscito a sconfiggerci.. non sono riuscito a ragionarci a fondo !!!!

Ultima modifica di Ansiaboy; 07-10-2014 a 13:53.
Vecchio 07-10-2014, 13:49   #196
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Originariamente inviata da liuk76 Visualizza il messaggio
L'uomo è un animale sociale. È normale e fisiologico che socializzi. È anormale e talvolta patologica l'asocialità e la timidezza.

Poi, se uno segue pedissequamente i modelli imposti o cerca di emularli per pura accettazione è un po' pecorone.

La fobia sociale è un disturbo mentale che, purtroppo, fa la fortuna di psicologi, psichiatri e case farmaceutiche nel tentativo, spesso fruttuoso, di trattarla.

Anziché voler andare contromano in autostrada bisognerebbe accettare la realtà, ovvero, accettare il giudizio di problematico.

Poi il darsi una mossa non è sinonimo di dileggio o di scarsa considerazione del problema.
concordo eccetto che per la prima ed ultima parte.

l'uomo IN GENERE è un animale sociale ma singolarmente ogni individuo è un caso a sé sia per ragioni genetiche (variabilità genetica tanto cara alla selezione naturale) che ambientali.
probabilmente gli oranghi, solitari, derivano da scimmie sociali....

in una serie-documentario su degli scimpanzé in cattività facevano vedere e apostrofavano una giovane scimpanzé come asociale e che faceva i dispetti.. voleva starsene sola in generale e faticava a socializzare con gli altri scimpanzé....

oppure di una tribù di macachi dove la femmina di rango più basso per forza di cose era solitaria e ormai si era abituata.... ma anche in un documentario sui lupi nati in cattività.. gli scienziati temevano che una cucciola femmina da adulta sarebbe stata una lupa di rango omega perche "da cucciola preferiva giocare da sola" .

quindi è normale che ci stanno individui più solitari e altri meno.

concordo che la fobia sociale è un disturbo mentale ed è giusto che tutti qui nel forum ne prendessimo cosapevolezza e ce ne facessimo una ragione.

la gran maggioranza delle volte frasi stile "datti na svegliata" oltre ad essere ovvie, scontate, inutili sono spesso dannose e cause di ulteriore frustazione
ciò implica che non dovrebbero essere dette ed imbecille chi le dice sapendo delle conseguenze che può portare.

Ultima modifica di Ansiaboy; 07-10-2014 a 13:54.
Vecchio 07-10-2014, 13:52   #197
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Se qualcuno ti definisce problematico e tu ne soffri, soffri perché lui ti definisce problematico o perché tu assimili il suo giudizio e te ne rendi permeabile?
come si è già detto dipende da COME lo si dice.

una cosa è dire "devi accettare di esser problematico, devi fartene una ragione" un'altra "sei solo un problematico, datti na svegliata !"
Vecchio 07-10-2014, 13:56   #198
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Originariamente inviata da Ansiaboy Visualizza il messaggio
come si è già detto dipende da COME lo si dice.

una cosa è dire "devi accettare di esser problematico, devi fartene una ragione" un'altra "sei solo un problematico, datti na svegliata !"
Non tutti i tipi di commenti ottengono lo stesso effetto con tutti. Ecco perché mi sembrano fuori luogo i paragoni con le malattie, così come mi sembra fuori luogo parlare di problemi oggettivi, visto che la psiche è per definizione il regno della soggettività.
Vecchio 07-10-2014, 14:04   #199
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Anche se il tratto introverso è in minoranza è comunque riuscito nel tempo a rimanere indenne alla selezione naturale in quanto è fondamentale nella società come lo è il suo contrario, come nell'atomo sono fondamentali tutti i suoi costituenti: elettroni, protoni e neutroni
Il problema non è l'introversione come fenomeno a se stante, l'introverso è una tipologia di persona come l'estroverso, non è migliore o peggiore, è tutta la connotazione di malattia che si dà all'introverso che lo fa' sentire inadeguato, "malato", da correggere, lo stesso motivo per cui da molti anche non solo la scarsa socialità, ma anche una semplice timidezza è vista come una malattia.
Vecchio 07-10-2014, 14:13   #200
Esperto
L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
Il problema non è l'introversione come fenomeno a se stante, l'introverso è una tipologia di persona come l'estroverso, non è migliore o peggiore, è tutta la connotazione di malattia che si dà all'introverso che lo fa' sentire inadeguato, "malato", da correggere, lo stesso motivo per cui da molti anche non solo la scarsa socialità, ma anche una semplice timidezza è vista come una malattia.
Se una persona mi prende in giro per le orecchie a sventola e ne rimango talmente traumatizzato da non voler più uscire di casa, precludendomi così esperienze sociali e non, è giusto continuare a dare la colpa a quel tale che un giorno mi apostrofò con male parole? O forse è anche il caso di capire che da un insulto (per quanto sgarbato e tutto il resto), l'elaborazione che io ne ho fatta è risultata completamente autodistruttiva e dannosa per la mia vita, e cominciare a filtrare in modo differente gli input esterni?
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