I miei nonni, da parte di madre, almeno mia nonna perché mio nonno è morto molto ma molto tempo fa - quando mia madre era ragazzina, ed era un ubriacone e violento -.
Mia nonna abita assieme a mia zia, lei è vecchia, si avvicina ai novanta, ne ha credo 86, e mia zia vive con lei, da sempre.
Proprio stasera, dato che è pasquetta, siamo andati a cena su da loro, come tante altre volte, e siamo stati abbastanza bene, almeno per quanto mi riguarda, benché ci sia una sorta di torpore che spesso e volentieri fa capolino in queste cene divenute d'abitudine.
Abitano in un grazioso paese dell'Umbria che amo molto, dove spesso vado a passeggiare, anche da solo, soprattutto da solo, e mi sembra che in questo paese, antico, pieno di storia, io mi possa ricreare: amo le strade, i luoghi, le vie, i volti che incontro per la strada, benché sconosciuti.
Volete che vi dica il nome? Perché NO? Si chiama Amelia e sta a circa una decina di chilometri dove abito io.
Scendendo verso il mio paese, dopo una cena abbondante, ci fermiamo al bar principale della cittadina: mia madre deve comprare le sigarette. Dato che sostiene di essere vestita male, come altre volte, scendo io ed entro in questo bar molto famoso ad Amelia, ripieno di fighetti, che sta fuori parte...Premetto il fatto che ci vado spesso e non ho nessun problema nel farmi vedere in questo bar, non ho questi problemi. Dietro di me mia sorella che proprio oggi 22 Aprile compie 12 anni. Nell'uscire, dopo aver preso le sigarette, passando davanti a un gruppo di ragazzi che parlava di fronte alla pesante porta di vetro, sento un verso soffocato provenire da uno di essi...Mentre passo, nonostante io non conosca proprio nessuno di quel gruppo di ragazzi che sono più grandi di me e devono sfiorare la trentina, sento un verso soffocato provenire da uno di loro, improvvisamente giratosi timidamente nella mia direzione. Sento: UOOOAHH! Per una frazione di secondo.
Pensando che il verso è rivolto nella mia direzione, eccitato ma per niente impaurito, mi giro nella sua direzione, ma quello non mi guarda: sta parlando con i suoi amici. La macchina di mia zia mi sta aspettando poco più avanti e non c'è tempo di attaccare briga...E poi c'era mia sorella...
Un episodio insignificante, un coglione paesano come tanti altri, però, vedete, dentro di me questa cosa mi ha colpito...appena sono stato sicuro che quel verso fosse diretto a me non solo non ho avuto nessuna paura nonostante quelli fossero ragazzi più grandi, ma ho provato la forte tentazione di girarmi, andare da loro e dirgli qualcosa, non fare qualcosa di violento, ma dire: <<Ce l'hai con me?; ci conosciamo?; c'è qualche problema?;>>
Non l'ho fatto perché l'episodio era insignificante...Nemmeno sono sicuro che quel verso fosse destinato a me, eppure...ho sentito una sorta di gioia al pensiero di poterli affrontare...cosa che non ho fatto perché la situazione non lo richiedeva...ma, in altre circostanze, se quel ragazzo mi avesse offeso e se non ci fosse stata la mia sorellina piccola, lo avrei potuto fare senza problemi, anzi, sentendomi bene...
Questo piccolo evento, per un secondo, mi ha messo in contatto con una sorta di grinta sotteranea, di cui ho a stento consapevolezza. La voglia di reagire...Capita mai che un episodio minimale scateni questa reazione in voi, questa voglia di rispondere, di fare una mossa, rischiare dicendo la vostra?
Voi che cosa avreste fatto?